Competenze digitali: come recuperare i ritardi nel 2016

Nonostante dei segnali positivi, i dati Istat ed Eurostat mostrano un’Italia digitale ancora in grave ritardo, con un nodo centrale rappresentato dalle basse competenze digitali. Una carenza diffusa che può essere affrontata solo con una strategia organica nazionale, di cui si vedono i primi elementi, e riconoscendone la priorità politica. Ma molto resta da fare: ecco perché

Pubblicato il 30 Dic 2015

iacono-121216145433

I recenti dati della rilevazione Istat su “Cittadini, Imprese e ICT” e quelli Eurostat, correlati, della Digital Agenda Scoreboard, evidenziano e confermano in modo credo chiaro come il tema della carenza di competenze digitali per il nostro Paese sia non solo uno dei nodi centrali per la crescita e lo sviluppo socio-economico, ma anche una carenza diffusa, “di sistema”

Le considerazioni che spingono ad affermarlo sono di diverso tipo, ma convergenti:

  • la maggioranza (56.3%) di chi non ha una connessione Internet da casa afferma che il principale motivo del non utilizzo sono le basse competenze digitali;
  • solo il 29,5% di chi utilizza Internet regolarmente ha competenze superiori a quelle di base, e addirittura il 2,5% non ne ha per nulla;
  • la differenza di genere nell’utilizzo di Internet è in Italia tra le più elevate (8,5% tra gli utenti regolari di Internet, rispetto ad un 2,8% della Francia) e la forbice non si è ridotta nell’ultimo anno. Differenza che si evidenzia e aumenta negli utilizzi economici (online banking, e-commerce) e si riduce negli utilizzi relazionali (social network);
  • nelle imprese, la maggioranza degli utenti dichiara di avere competenze di base (36,6%) o basse (31,4%);
  • nell’ambito della popolazione “occupabile” (occupati e disoccupati) il 17% non ha mai utilizzato Internet (15% degli attuali occupati e 22% degli attuali disoccupati), contro il 4% di Germania e Francia;
  • altro dato preoccupante sul fronte dell’organizzazione del lavoro è la bassissima percentuale (14,1%) degli occupati che utilizzano la rete in “modalità nomade”, fuori dalla sede di ufficio. Ultima in Europa, l’Italia deve confrontarsi con percentuali più che doppie da parte di Francia (42,3%) e Germania (39,1%);
  • nel confronto con i maggiori paesi europei (Germania, Francia, UK) le percentuali di chi non utilizza Internet in Italia sono elevatissime per tutte le fasce d’età, a parte quella da 16 a 24 anni dove la differenza è più contenuta. Ad esempio, nella fascia da 35 a 44 anni il rapporto è tra il 15,4% dell’Italia e l’1% della Germania, e nella fascia 65-74 il rapporto è tra il 70,7% italiano e il 38% tedesco;
  • il livello di istruzione è un fattore di penalizzazione maggiore per il nostro Paese, dove solo il 42,3% di chi ha al massimo una licenza di scuola secondaria inferiore utilizza internet regolarmente, contro, ad esempio, il 60,5% della Francia.

Insomma: la carenza di competenze digitali è avvertita come un problema e questa carenza è molto pronunciata in tutti gli strati della popolazione, a differenza degli altri paesi europei. E trascina in basso le percentuali di penetrazione dell’utilizzo della rete nelle imprese, nell’organizzazione del lavoro, nelle attività economiche, nelle attività quotidiane.

Da questi dati, evidenti, troppo evidenti, è necessario partire.

I fattori di ritardo

Dall’analisi di quelli che la Commissione Europea ha identificato come fattori di svantaggio (l’età superiore ai 65 anni, la posizione di “ritirato dal lavoro”, il basso livello di istruzione) si evidenzia inoltre come in Italia la carenza di competenze digitali non sia correlabile soltanto a questi fattori.

È certamente vero che la percentuale di chi utilizza internet regolarmente è molto bassa tra gli over 65 (22,4%), i “ritirati dal lavoro” (31,9%), coloro che hanno al massimo la licenza della scuola dell’obbligo (42,3%), ma lo è anche, nei confronti europei, per chi non ha nessun fattore di svantaggio. In più, siamo in presenza di un ritardo generalizzato e diffuso che non tocca soltanto chi è “escluso”, chi non utilizza la rete, ma tutti, con scarse, e poco significative, distinzioni.

Solo così si spiega, ad esempio, la distanza che separa nell’e-commerce gli utenti italiani di internet della fascia di età 34-44 (41%) dalla media dei coetanei europei (68%), come anche nei servizi bancari (49,6% contro 63%).

Nulla, nell’articolazione della popolazione, dei livelli di istruzione, della situazione occupazionale, può spiegare il ritardo legandolo ad un fenomeno o a una caratteristica specifica. Dall’analisi che ho cercato di realizzare poco più di un anno fa (e credo ancora attuale), emerge che l’analfabetismo digitale italiano ha le radici nella disattenzione politica verso la cultura e le competenze, verso la scuola e il valore del sapere, e si alimenta di più fattori di ostacolo, dalla presenza di interessi economici contrari al blocco esercitato da una classe dirigente (economica, sociale, politica) in prevalenza analfabeta digitale, dalla disabitudine generalizzata nel nostro Paese alla gestione del cambiamento e alla progettazione di medio-lungo termine, necessaria per uno sviluppo sul fronte delle competenze, alla prevalenza della cultura umanistica su quella scientifica e tecnologica, considerata ancora accessoria e per specialisti, alle caratteristiche del mercato del lavoro e alla prevalenza di micro e piccole imprese, dove senza un ecosistema di accompagnamento è difficile produrre cambiamenti culturali diffusi.

Per affrontare la situazione italiana ancora oggi occorre concepire una strategia che tenga conto di tutti questi elementi.

Trend

Naturalmente il trend dei dati è positivo, generalmente, per tutti gli indicatori maggiormente correlati con le competenze digitali e con l’utilizzo della rete. Ma la tendenza è tale che non incide sulla posizione di ritardo dell’Italia rispetto ai maggiori Paesi europei.

E, se supponiamo costante il trend positivo registrato nel 2015, ad esempio, per la riduzione della popolazione che non ha mai utilizzato Internet, l’Italia potrebbe arrivare solo nel 2020 al 10,8% attuale della Francia, e non sarebbe ancora sufficiente per recuperare il ritardo. Dopo cinque anni, un’enormità. Che non possiamo permetterci.

Verso una strategia organica nazionale

Come ho cercato di suggerire recentemente in un articolo su questa testata, è necessaria una strategia organica che metta insieme, coerentemente, azioni sulle infrastrutture di rete, di servizi, azioni di accelerazione (come il switch-over digitale su alcuni servizi), ma anche interventi profondi e di sistema sul fronte della cultura organizzativa, sull’e-leadership di imprenditori e manager, sulle competenze digitali di tutta la popolazione, politici inclusi. Interventi profondi, capillari, che uniscano regia, programmazione degli organi centrali e proattività delle comunità e dei territori.

Nell’ambito delle competenze digitali, la strategia del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) elaborata dal Miur e quella definita dalla Coalizione italiana per le competenze digitali coordinata da AgID sono già degli ottimi esempi.

Ancora, però, non sufficienti per il salto che è necessario per recuperare il ritardo. E questo per alcune ragioni che si possono così sintetizzare:

  • il PNSD opera essenzialmente nell’ambito della Scuola, per cui rimangono fuori le problematiche universitarie e gran parte dei temi correlati alle competenze richieste dal mercato del lavoro;
  • la Coalizione affronta l’intero problema delle competenze digitali, per cui dovrebbe avere una naturale correlazione con il PNSD, che però non è ancora evidente;
  • la Strategia della Coalizione prevede nel 2016 il coordinamento e la sinergia di tutte le iniziative a livello nazionale e territoriale, ma la situazione attuale vede ancora le Regioni, e gli altri importanti attori pubblici su questo fronte, ancora in azione con scarse correlazioni tra loro;
  • nonostante l’attenzione del governo rispetto ai temi del digitale (testimoniata anche da diversi punti della legge delega di riforma della PA), non sembra ci sia ancora la consapevolezza del ritardo enorme e della necessità di una strategia organica con forte commitment governativo.

La Coalizione, che include naturalmente il Miur come uno dei membri principali, può essere il soggetto capace di realizzare una strategia nazionale sulle competenze digitali con interventi allo stesso tempo diversificati (dai programmi Rai ai presìdi territoriali permanenti, a tutto il sistema educativo), coordinati, capillari, con grande protagonismo dei territori e dei diversi attori. La strategia definita per il 2016, e attualmente in consultazione pubblica, identifica linee di azione che dichiaratamente puntano alla sinergia e all’integrazione nell’ambito delle competenze digitali, identificando un quadro complessivo sulle competenze digitali e dei modelli di riferimento come Digcomp ed e-CF 1 delineando azioni di sviluppo delle competenze digitali come elementi centrali del piano di diffusione dei programmi infrastrutturali di crescita digitale (come Spid, PagoPa), puntando all’ottimizzazione e al coordinamento degli interventi della programmazione nazionale e regionale sui fondi europei, costruendo luoghi fisici e in rete per la condivisione, lo scambio e la capitalizzazione delle esperienze.

Ma l’aspetto che più connota questa come iniziativa di sistema è la scelta di dare enfasi alla misurazione dei risultati, non come azione di controllo a valle, ma come spinta culturale a concepire la misurazione come elemento essenziale per il miglioramento. Spinta che ha portato all’identificazione di indicatori per tutti gli 80 progetti presenti a dicembre sulla piattaforma web di condivisione. Ed è su questo percorso che una delle milestone prevista nel 2016 può essere da base per una reale discontinuità: la definizione di obiettivi annuali per i principali indicatori, la definizione conseguente di una roadmap di miglioramento.

È la base per il principio di accountability, è la condizione per confrontarsi realmente con una situazione che si vuole profondamente cambiare, per propagare gli obiettivi nei piani di performance delle pubbliche amministrazioni, disegnando un programma ambizioso chiamato a misurarsi con i fatti, con i dati. E se è necessario che il governo riconosca questa come priorità strategica, è altrettanto necessario che si comprenda che il risultato si ottiene solo con il concorso di tutti, perché si tratta di una delle principali emergenze, una delle salutari ossessioni che dobbiamo avere.

1 Da settembre 2013 il framework e-CF è diventata norma UNI 11506:2013 “Attività professionali non regolamentate – Figure professionali operanti nel settore ICT – Definizione dei requisiti di conoscenza, abilità e competenze”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 2