Codice amministrazione digitale

Potenziare l’Agid altrimenti il nuovo Cad avrà gambe fragili

L’Agid ha sempre più competenze e attribuzioni che ne fanno il perno dei processi di digitalizzazione del Paese. Ma la pianta organica, le competenze, le professionalità sono sufficienti a sostenere la mole di lavoro da fare?

Pubblicato il 15 Set 2016

Paolino Madotto

manager esperto di innovazione, blogger e autore del podcast Radio Innovazione

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Scorrendo il nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale, nella formulazione che è presente in rete, si nota come l’Agid abbia un ruolo imponente nella guida, definizione degli standard, gestione di importanti servizi e monitoraggio delle amministrazioni, program management dei grandi progetti della PA.

In relazione agli impegni istituzionali dell’Agenzia la convenzione del 2014 tra ministero e AgID prevede all’art. 3:

“il supporto al Ministro nella redazione del Piano triennale dell’Information and Communication Technology (ICT) nella Pubblica Amministrazione, monitorandone annualmente lo stato di implementazione e confrontando i propri obiettivi con quelli dell’Agenda Digitale Europea;

– il supporto al Governo all’attuazione dell’Agenda Digitale Italiana, monitorandone annualmente lo stato di implementazione e confrontando i propri obiettivi con quelli dell’Agenda Digitale Europea;

– il coordinamento informatico dell’amministrazione centrale, regionale e locale, predisponendo il “Modello strategico di evoluzione del Sistema Informativo della Pubblica Amministrazione”, da approvarsi dal Comitato, ai sensi dell’art. 3 dello statuto, e curandone l’attuazione;

– l’emanazione di pareri interpretativi, su richiesta delle amministrazioni, sulle disposizioni del CAD e sulle disposizioni in materia di ICT, evidenziando al Ministro eventuali esigenze di modifiche normative per disposizioni che appaiono ostacolare l’attuazione della Agenda Digitale Italiana o deviare la corretta evoluzione del Sistema Informativo della Pubblica Amministrazione secondo il modello di riferimento approvato dalla Commissione SPC (Sistema Pubblico di Connettività);

– l’emanazione di indirizzi, regole tecniche, linee guida e metodologie progettuali in materia di tecnologie informatiche, promuovendo l’omogeneità dei linguaggi, delle procedure e degli standard, anche di tipo aperto, anche sulla base degli studi e delle analisi effettuate a tale scopo dall’Istituto superiore delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione, in modo da assicurare anche la piena interoperabilità e cooperazione applicativa tra i sistemi informatici della pubblica amministrazione e tra questi e i sistemi dell’Unione europea;

– l’omogeneità dei sistemi informativi pubblici, mediante il necessario coordinamento tecnico, destinati a erogare servizi ai cittadini e alle imprese, garantendo livelli uniformi di qualità e fruibilità sul territorio nazionale, nonché la piena integrazione a livello europeo;

– l’attività di progettazione e coordinamento delle iniziative strategiche e di preminente

interesse nazionale, anche a carattere intersettoriale, per la più efficace erogazione di servizi in rete della pubblica amministrazione, per i cittadini e per le imprese; l’elaborazione delle linee guida finalizzate al consolidamento delle infrastrutture digitali delle pubbliche amministrazioni ed alla razionalizzazione dei relativi CED;

il contributo alla diffusione dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, allo scopo di favorire l’innovazione e la crescita economica, sociale e culturale;

la vigilanza sulla qualità dei servizi e sulla ottimizzazione della spesa in materia informatica, anche in collaborazione con CONSIP S.p.a e SOGEI S.p.a.;

-la promozione e diffusione di iniziative di alfabetizzazione digitale rivolte ai pubblici dipendenti, ai cittadini e alle imprese, promuovendo il ricorso a tecnologie didattiche innovative, nell’ambito delle dotazioni finanziarie disponibili;

-la promozione delle politiche di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico nazionale, ivi compresa la definizione della strategia in materia di open data, lo sviluppo e la gestione del portale nazionale dei dati aperti (dati.gov.it)

-il monitoraggio, anche a campione, dell’attuazione, sotto il profilo dell’efficacia, economicità e qualità, dei piani di ICT delle pubbliche amministrazioni, proponendo eventuali misure correttive e segnalando casi di difformità rispetto agli standard di riferimento;

-il ruolo di autorità di riferimento nazionale nell’ambito dell’Unione europea ed in ambito internazionale nelle materie attribuite, in accordo con le amministrazioni competenti, e la partecipazione all’attuazione di programmi europei al fine di attrarre, reperire e monitorare le fonti di finanziamento finalizzate allo sviluppo di politiche per l’innovazione;

-l’adozione di indirizzi e la formulazione di pareri facoltativi alle amministrazioni, sulla base dell’attività istruttoria svolta da Consip S.p.a, ai sensi dell’art. 4, comma 3- quinquies del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n.135, sulla congruità tecnica ed economica dei contratti relativi all’acquisizione di beni e servizi informatici e telematici, anche al fine della piena integrazione dei sistemi informativi;

-la promozione della definizione e dello sviluppo di grandi progetti strategici di ricerca e innovazione connessi alla realizzazione dell’Agenda digitale italiana ed europea, anche secondo il programma europeo Horizon2020, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle comunità intelligenti, la diffusione della rete a banda ultralarga, fissa e mobile, tenendo conto delle singole specificità territoriali e della copertura delle aree a bassa densità abitativa, e i relativi servizi, la valorizzazione digitale dei beni culturali e paesaggistici, la sostenibilità ambientale, i trasporti e la logistica, la difesa e la sicurezza, nonché al fine di mantenere e incrementare la presenza sul territorio nazionale di significative competenze di ricerca e innovazione industriale e imprenditoriale;

-la promozione, anche a richiesta delle amministrazioni interessate, di protocolli di intesa e accordi istituzionali finalizzati alla creazione di strutture tecniche condivise per settori omogenei o per aree geografiche, alla risoluzione di contrasti operativi e al più rapido ed effettivo raggiungimento della piena integrazione e cooperazione applicativa tra i sistemi informativi pubblici, vigilando sull’attuazione delle intese o degli accordi medesimi;

-la presenza italiana ai lavori della DG Communications Networks, Content and Technology della Commissione Europea (DG Connect), in accordo con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e con il Ministero dello sviluppo economico, nonché a progetti e iniziative dell’Unione europea e di altre Istituzioni internazionale in ambito di innovazione, agenda digitale e Internet Governance;

la direzione e l’organizzazione delle attività del CERT (Computer Emergency Response Team) della Pubblica Amministrazione

-ogni azione volta a migliorare la diffusione delle tecnologie e servizi digitali per la crescita economica e sociale del paese, secondo i pilastri dell’Agenda Digitale Europea

Le aree strategiche dell’agenzia sono:

Area strategica 1 – Modello strategico di evoluzione del sistema informativo della PA

Il “Modello strategico di evoluzione del sistema informativo della pubblica amministrazione”, approvato dal Comitato come definito dall’articolo 3 dello Statuto, prevede la produzione di documentazione progettuale e normativa che nello scenario attuale e a medio e lungo termine, identifica banche dati e infrastrutture materiali ed immateriali di interesse nazionale oltre che i progetti in corso per garantirne l’attuazione.

Area strategica 2 – Piattaforme abilitanti e infrastrutture

Per sostenere, nell’ambito di una visione unitaria, il sistema informativo della PA ed erogare servizi in maniera più rapida, efficiente e aperta all’innovazione di mercato, l’Agenzia in linea con gli obiettivi comunitari di realizzazione di un mercato unico e per porre i concreti presupposti di interoperabilità con i sistemi informativi transfrontalieri, definisce, progetta e gestisce, ricorrendo al necessario apporto da parte del mercato, infrastrutture e piattaforme abilitanti, in accordo con le previsioni del CAD e il modello di riferimento strategico del sistema informativo della PA.

Area strategica 3 – Politiche di digitalizzazione e innovazione dei processi economici, culturali e sociali

L’Agenzia contribuisce alla diffusione dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per favorire l’innovazione e la crescita economica, sociale e culturale; promuove la rimozione di ostacoli tecnici, operativi e di processo che si frappongono alla piena ed effettiva attuazione del diritto all’uso delle tecnologie sancito dal CAD. L’agenzia deve, da una parte promuovere l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione da parte dei cittadini, in modo orientato anche alla partecipazione e all’inclusione sociale, e, dall’altra, favorire la diffusione delle tecnologie e dei servizi digitali nelle imprese, nell’ottica della crescita e dello sviluppo economico“.

Leggendo quanto previsto dagli obiettivi affidati all’Agenzia è evidente che sia necessaria sia una ottima selezione al personale in ingresso, sia una continua formazione. I temi dell’Agenda Digitale richiedono un particolare investimento in formazione al personale interno. In fatto di standard ad esempio questi sono in continua evoluzione, esistono programmi di certificazione internazionale che consentono di valutare le competenze acquisite dal personale.

Sono anche necessarie figure di alto livello con una pluriennale esperienza nella digitalizzazione della PA e delle imprese, la creazione di sistemi di knowledge management che consentano il trasferimento delle informazioni all’interno e un buon sistema per formare il personale delle altre amministrazioni.

Particolare attenzione dovrebbe essere messa nella gestione dei progetti sia costruendo un moderno sistema di monitoraggio e controllo in grado di verificare tempi e costi ma soprattutto formando personale in grado di conoscere come gestire i progetti, interfacciarsi con i fornitori, assumere contromisure per garantire la loro buona riuscita.

Dal DPC del 9 Gennaio 2015 risulta che la pianta organica del personale dell’Agenzia è di 130 unità, di cui 14 dirigenti. Accanto a questo personale risultano circa 36 collaboratori e consulenti per un totale di 166 persone compreso il personale di supporto, contabilità, figure diverse dal personale tecnico e dagli specialisti necessari a portare avanti gli obiettivi ambiziosi affidati all’AgID. Per quanta professionalità possano avere le risorse coinvolte attualmente appaiono sottodimensionate rispetto ai compiti.

Appare così evidente che l’approvazione del CAD metterà di fronte al governo la necessità di potenziare l’agenzia, aumentarne la dotazione di competenze e aumentare la sua capacità di acquisire competenze elevate dal mercato su temi che sarebbe troppo complicato acquisire e mantenere internamente.

Aumentare le attribuzioni in capo ad AgID è uno strumento utile per avere una unica struttura in grado di guidare il processo di digitalizzazione del Paese, probabilmente è necessario oggi un intervento organizzativo per dare un assetto di governance congruente con il mandato assegnatole sia in termini di dotazione del personale, sia in termini di struttura e organizzazione degli uffici.

Il governo dovrebbe aprire una riflessione su questo punto perché solo attraverso una agenzia commisurata agli impegni che le vengono chiesti si può pensare di portare avanti l’agenda digitale. E d’altra parte in questi anni spesso si sono accumulati ritardi sui progetti strategici, le aspettative che si sono generate sono andate deluse, le iniziative che sono state avviate si sono materializzate al di sotto delle previsioni.

Piacentini, il nuovo commissario del governo sul digitale ed esponente di prestigio di Amazon prestato al nostro Paese, si troverà di fronte questi problemi concreti. Il suo apporto maggiore sarà tanto più utile se il suo contributo di pragmaticità e concretezza anglosassone guiderà la governance del digitale, sul fronte delle “visioni strategiche” è stato detto e fatto molto. Molte delle iniziative presentate e lanciate dai governi negli ultimi 15 anni non hanno sempre difettato in scenari quanto nell’execution.

Per consentire all’Agenzia di far fronte a tutti gli impegni sarebbe necessario un incremento della sua dotazione organica in parte trasferendo personale presente in altre amministrazioni, in parte soprattutto con inserimenti esterni di qualità e professionalità elevata. Sarebbe anche necessario intervenire con l’acquisizione all’esterno di competenze professionali che possano temporaneamente seguire alcune attività portando all’interno del know how. Utilizzando soprattutto le buone pratiche presenti a livello internazionale, adottando e nel caso migliorando framework metodologici riconosciuti. Per fare questo è importante mettere al centro la governance, le risorse da impiegare, la “spinta” da immettere per sostenere la trasformazione di AGiD.

E’ bene avere ambizioni di digitalizzazione della PA e delle imprese e dargli gambe e capacità realizzative, è fondamentale intervenire per assecondare la mission affidata all’Agenzia.

L’Agid, per come è previsto dalle norme, è sempre più il centro della digitalizzazione in Italia, deve poter interfacciarsi con le società di consulenza che hanno le migliori competenze, con il mondo dell’impresa e dell’università, con le associazioni professionali che hanno una reale presenza nella società.

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