identità digitale

Spid, la PA che ci serve in tempi di covid (e oltre)

A causa delle chiusure forzate di molti uffici e aziende, dei divieti di riunione e delle limitazioni agli spostamenti, SPID evidenzia ulteriormente la propria utilità. E non solo per l’accesso agli incentivi governativi. Il punto sugli usi cruciali in questa fase

Pubblicato il 28 Apr 2020

Barbara Maria Barreca

Dottore commercialista e Valutatore di impatto Sociale

Luca Benotto

Dottore Commercialista

spid2

Nel periodo emergenziale da coronavirus, a causa delle chiusure forzate di molti uffici ed aziende, dei divieti di riunione e delle limitazioni agli spostamenti, o in genere di inopportunità di contatti ravvicinati per il disbrigo di pratiche, SPID si presenta più utile del solito. E non solo perché è il modo più facile per accedere agli incentivi del governo a cittadini, imprese.

Ma anche perché rappresenta in toto quella pubblica amministrazione che vorremmo, soprattutto per facilitare la ripresa economica: meno burocratica e “cartacea” possibile; in grado di usare gli strumenti digitali per ridurre i costi propri e quelli delle aziende. E per rendere più efficiente l’intero sistema.

SPID per la richiesta dei bonus INPS

Il primo e più evidente aspetto emerso in questi giorni è stato l’accesso al sito dell’INPS necessario per richiedere le agevolazioni “bonus baby sitter” e “bonus 600 euro per lavoratori autonomi”; nonostante l’introduzione (temporanea) di un “pin semplificato” valido per le richieste da parte di chi non si fosse registrato precedentemente al sito INPS, moltissimi aventi diritto si sono trovati con vecchie credenziali con pin dimenticato o smarrito (non dimentichiamo che i cittadini devono modificarlo ogni 6 mesi), magari avendo nel frattempo cambiato i recapiti necessari al recupero dello stesso. Non va poi dimenticato che, nonostante le promesse arrivate da alti livelli di governo, i commercialisti, tipica figura professionale di supporto a professionisti e imprese, non sono abilitati alla presentazione di queste domande. Soltanto i patronati, la cui platea di riferimento solitamente è costituita da pensionati, possono intervenire sull’argomento in qualità di unici intermediari autorizzati.

In questo scenario SPID ha risolto agilmente i problemi di accesso al sito dell’INPS permettendo la tempestiva richiesta dei sussidi agli aventi diritto e, notizia recente, la correzione della domanda nel caso di errore nella categoria del sussidio o nell’indicazione dell’IBAN.

Probabilmente si deve a questo bonus gran parte del boom registrato da Spid negli ultimi due mesi (un milione di attivazioni, ora a quota 6,5).

SPID per l’accesso alla Centrale Rischi della Banca d’Italia 

Un altro fondamentale utilizzo di SPID, forse un po’ meno evidente in questa emergenza ma che a parer nostro è sin più utile nel medio termine, è la possibilità di utilizzare SPID per richiedere l’accesso alla Centrale Rischi della Banca d’Italia per sé o in quanto legale rappresentante di società, in modo da poter verificare l’assenza di posizioni finanziarie segnalate in sofferenza prima del 29/02/2020, condizione prevista dal Decreto Liquidità per poter accedere ai finanziamenti garantiti (qui una guida alla richiesta dei propri dati in Centrale Rischi).

Siamo infatti a conoscenza di diversi casi nei quali l’Istituto Bancario non ha concesso il finanziamento sino a 25.000 euro, garantito al 100% dal Fondo Centrale di Garanzia, in presenza di preesistenti sofferenze conclamate nei confronti del sistema bancario, magari per importi modesti.

Va tenuto presente che la banca conosce analiticamente soltanto le informazioni che essa stessa trasmette alla Centrale Rischi, in quanto quelle che riceve da quest’ultima (il cosiddetto “flusso di ritorno”) è costituito esclusivamente da informazioni aggregate prive di dettaglio.

E’ quindi a nostro avviso fondamentale che l’imprenditore, piccolo o grande che sia, richieda e monitori periodicamente la propria situazione in Centrale Rischi al fine di non trovarsi nel momento del bisogno con pericolose segnalazioni magari errate o facilmente evitabili. Soprattutto in questo momento di emergenza, l’informazione di dettaglio sull’eventuale sconfino dimenticato è il fondamentale punto di partenza per sanare situazioni problematiche.

SPID come modalità di autenticazione per la richiesta di dispositivi di firma digitale

La firma digitale (impropriamente nota come smart card o chiavetta di firma digitale) è uno strumento che, per quanto obbligatorio per alcuni adempimenti di legge che interessano molte imprese e professionisti (firma del bilancio delle società, pratiche comunali, processo telematico, etc.), viene raramente utilizzato al di fuori di questi ambiti. Eppure, firmare digitalmente contratti in maniera sicura e con piena validità legale potrebbe favorire il mantenimento di efficaci relazioni lavorative riducendo al tempo stesso la necessità di contatti personali in periodo di distanziamento sociale.

In ogni caso, come fatidicamente previsto dalla legge di Murphy (“Se qualcosa può andar male, lo farà”), molti soggetti, obbligati in questi giorni alla firma digitale del progetto di bilancio 2019 in formato xbrl, si trovano, in questo momento di restrizioni al movimento ed uffici chiusi, con dispositivo di firma digitale inaccessibile, smarrito o scaduto. Nell’attesa che trovi pratica attuazione la possibilità di utilizzare SPID come strumento di firma qualificata, già oggi SPID può essere utilizzato come modalità di riconoscimento (funzionante in modalità completamente automatica) con i principali fornitori di dispositivi di firma digitale, senza richiedere accesso ad uffici o complessi e non sempre disponibili appuntamenti per il riconoscimento via webcam. Senza dimenticare che, nei casi di particolare urgenza, è possibile richiedere il rilascio di sistemi di firma remota online che producono file p7m utilizzabili per tutti gli adempimenti di legge e che sono attivabili in brevissimo tempo senza la necessità di spedizione del dispositivo fisico.

In conclusione

Spid si sta rivelando prezioso, quindi. Meno male che la PA è diventata più digitale negli ultimi anni: chissà come avremmo fatto in tempi di epidemia a gestire le pratiche in forma cartacea, via raccomandata, e senza strumenti digitali di verifica dei requisiti.

Non ci dobbiamo accontentare, però. Il lancio monco dell’app Io denuncia con chiarezza adamantina il ritardo della PA su questo fronte. Abbiamo bisogno – cittadini, imprese, professionisti – mai quanto adesso di una PA agile. Leva di sviluppo, anziché fardello. Bene avere Spid, adesso. Ma sfruttiamo il momento come opportunità per un’accelerazione più forte e cogente degli strumenti digitali. Ora abbiamo una motivazione più forte del solito per non poterci permettere ritardi.

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