geopolitica e digitale

Intelligenza artificiale, i rischi di guerra tra popoli: ecco gli scenari peggiori

Le implicazioni politiche della diffusione dell’IA e della conseguente, inevitabile, crisi occupazionale sono state finora sottovalutate. L’assenza di un Piano B a occidente, i rischi di nazionalismo e guerre commerciali a oriente: uno scenario apocalittico

Pubblicato il 07 Set 2018

Enrico Verga

Senior strategist (consultant) & Member of Artificial Intelligence Task Force in AgID

ai-nazionalismi

Che l’innovazione digitale, l’industria 4.0, i big data e le IA siamo parte del futuro prossimo è un dato di fatto. Nomi, termini e concetti che sono tutti parte di un ecosistema nuovo, foriero di grandi sviluppi. Il problema, tuttavia, è che ad ogni sviluppo, nella storia dell’umanità, è corrisposto un periodo più o meno lungo di sofferenza per la popolazione; specialmente per i ceti medio-bassi.

Dai Sabot nelle prime macchine delle manifatture europee, alle proteste dei metalmeccanici della Fiat contro i primi robot, i casi di lotte di classe non mancano (generalmente tutti persi da chi cercava di fermare l’innovazione).

Innovazione, quello che i governi non fanno

Non sono contro l’innovazione, al contrario, la trovo utile in molti aspetti della vita quotidiana; tuttavia osservo con crescente preoccupazione che i governi (il colore politico è indifferente) stanno fallendo ad analizzare e creare scenari di protezione sociale per la popolazione.

Partiamo da alcune considerazioni occidentali. La percezione che l’innovazione potrà creare maggiore disoccupazione in molti settori è corretta. Di solito si parla di produzione; tuttavia l’industria manifatturiera non sarà l’unica ad essere interessata. Uno degli assiomi principali che sono alla base dell’automazione è la sostituzione di lavoratori umani per tutte quelle operazioni che sono ripetitive. Le IA possono aggiungere una variabile in più. Tutte quelle operazioni che oltre ad essere ripetitive implicano un’abilità di analisi e personalizzazione della risposta (o del prodotto).

Le analisi che trattano questo tema sono andate via via crescendo a partire dal 2015-2016.

Le (devastanti) ricadute civili dell’automazione

Se l’automazione in sé non è il male del mondo, le sue ricadute sulla società civile possono tuttavia essere devastanti.

Uno dei fattori che destano maggiore preoccupazione è che la forte diffusione, in differenti sistemi e industrie, di unità automatizzate (che si tratti di effettori fisici come i robot oppure unità digitali come le IA) crea la ridondanza del fattore umano. La letteratura in merito si è divisa di recente. Tra chi sostiene che l’innovazione porterà a molti nuovi posti di lavoro vi sono, difficile pensare altrimenti, tutte le aziende che vendono software e hardware “innovativi”. Si aggiungono ad esse tutte le think tank, università, centri studi, singoli economisti e sociologi che hanno qualche forma di interesse o interazione con le aziende menzionate prima.

Il precedente: la globalizzazione

Se osserviamo il leitmotiv sul capitalismo standard non viene difficile trovare un precedente. Durante l’era della globalizzazione (di fatto l’esportazione del debito americano all’estero) le grandi multinazionali occidentali (prime tra tutte quelle americane) scaricarono la produzione manifatturiera in paesi dove il costo del lavoro era basso (reso basso da una serie di visioni “leggere” sul concetto del lavoro, diritti degli operai etc..).

La tendenza è andata avanti per decenni. Di fatto, da fabbrica del mondo (nell’immediato dopo guerra) l’America  si è scoperta essere un guscio vuoto dal momento che l’effettiva produzione avveniva in Cina, India, Thailandia o altre regioni asiatiche. Questa strategia ha creato, nel breve periodo – “il battito di un trimestre” si potrebbe dire – ottimi risultati.

Le esternalizzazioni primarie delle aziende venivano equamente suddivise tra occidente moderno e oriente sotto sviluppato.

Se le industrie manifatturiere inquinavano, per esempio, la produzione si spostava in oriente dove la gestione ambientale sollevava, per cosi dire, le industrie occidentali da molti fardelli (basta vedere il colore arcobaleno dei fiumi cinesi, l’acidificazione del terreno e la qualità dell’aria per comprendere il concetto). Dove le industrie rilocalizzavano a est, i dipendenti esodati in occidente venivano esternalizzati e diventavano un peso per il sistema sociale nazionale. La fragilità di una serie di politiche tra cui l’off-shoring della produzione si è svelata pienamente solo dopo il crollo del 2008.

L’IA e una nuova evoluzione industriale

È in questo scenario che si può vedere un nuovo tipo di evoluzione industriale che ha il suo fulcrum rotatorio intorno alle IA (e tutto il processo che esse possono gestire che implica gestione dati, produzione personalizzata, efficientamento dell’intero processo). Se evitiamo di sposare la tesi positivista sulle IA (e il loro seguito), possiamo prevedere che le IA possano, una volta applicate in ogni fattore dell’industria, colpire il mercato del lavoro in modo violento e negativo. Secondo Fortune, che riporta un’analisi di Pwc, si stima una perdita del 40%, dell’attuale forza lavoro americana, entro il 2030.

Numeri simili si possono tracciare nell’Unione europea e nelle altre nazioni occidentali avanzate.

Se escludiamo la manifattura, anche altri settori possono essere fortemente influenzati. Dai trasporti (prima o poi Elon Musk riuscirà a costruire un tir che si guida da solo) alla logistica sino al settore retail, molte industrie saranno infiltrate massicciamente dalle IA.

Già nel 2016 Amazon robotics (prima conosciuta come Kiva) aveva oltre 45.000 robot magazzinieri nei suoi centri gestionali. Se si considera che un singolo robot può gestire oltre 600 prese (acquisizione di un oggetto e posizionamento in un carrello di acquisto) contro le 100 di un umano il calcolo è presto fatto.

Non è una critica all’innovazione ma un semplice conteggio di quanti umani possono essere sostituiti.

IA e il rischio di una guerra (commerciale) mondiale

La critica che si può muovere ai governi occidentali è la mancanza di un piano B. Il massimo di impegno sino ad oggi profuso nella discussione “Robot vs umani” è la proposta (più di immagine che di sostanza) di tassare i robot, oppure le proteste di Elon Musk, Hawking e Gates sul rischio che le IA possano scatenare una guerra mondiale

Sorprendentemente questa ultima tesi, per quanto non è mia intenzione sollevare scenari alla Skynet, è più realistica di quanto si possa credere.

Dato per assunto che le IA possono alterare il mercato del lavoro e colpire, quanto meno all’inizio, tutti quei lavori ripetitivi (che di norma non richiedono un livello di istruzione elevato e quindi adatti per cassi sociali medio basse) che possono essere facilmente sostituiti, non è ancora dato comprendere quanto questo scenario può impattare l’industria.

Se facciamo mente locale all’epoca dell’offshoring delle produzioni in paesi meno sviluppati (principalmente in Asia) il rischio che le IA possano scatenare una guerra (più realisticamente si parla di guerra commerciale più che militare), è quanto mai corretto nei prossimi 10-20 anni.

Le analisi menzionate prima ci dicono che nei paesi occidentali il 30-40% dei lavori potranno essere svolti da macchine (o software a seconda che si parli di processi fisici o virtuali). Tale percentuale è più o meno corretta anche se si parla del mondo orientale.

Uno scenario apocalittico

Già oggi la Cina, dopo un boom di produzione a basso costo, sconta un aumento degli stipendi, un’infiltrazione di fenomeni virulenti (proteste per lo sfruttamento, sindacati, movimenti dei lavoratori) e in generale una iniziale presa di coscienza delle masse. Siamo ancora agli albori di una effettiva presa di coscienza dei lavoratori, e in vero, considerando la velocità di evoluzione delle industrie, difficilmente gli operai cinesi avranno il tempo mentale per maturare una visione completa sul loro ruolo nella società.

Ora se teniamo ferme le percentuali prima menzionate la Cina rischia di avere un surplus di forza lavoro. Se ricordiamo che la curva demografica cinese è destinata a scendere velocemente tra un paio di decenni, il rischio di una generazione perduta (che fa difficoltà a trovare un lavoro ben remunerato) è presente ma non cosi rischioso.

Un caso differente lo vediamo in India, la nazione che nel 2025 (circa) sarà la nazione con il numero più alto di giovani (su base assoluta) nel mondo. Come rileva l’Hinduistan Times il rischio maggiore dato dalle IA (e tutto l’ecosistema ad esse legate) è il danno che porteranno alle classi medio basse. I lavori a bassa specializzazione, che spesso richiedono un tipo di attività ripetitiva, sono quelli a maggior rischio di essere assorbiti dall’automazione.

Le percentuali di popolazione interessate da questa automazione sono importanti. Se consideriamo i 3 maggiori continenti (Latam, Africa, Asia,) ci sono almeno 3 miliardi di persone che potrebbero essere interessate da questo crollo del lavoro.

Cina e India da sole possono essere colpite da numeri che superano i 200 milioni.

Questo scenario, per certi aspetti apocalittico, necessiterebbe un piano B di contingenza da parte dei governi. Se già osserviamo una totale carenza di soluzioni da parte dei governi occidentali, viene molto difficile immaginare che i paesi dei Brics, il Latam o l’Africa, possano avere soluzioni alternative.

Una recrudescenza dei nazionalismi

Se per Africa o Latam esiste, al momento almeno, un rischio minore, data la mancanza di un governo centrale che possa agire in modo strutturato, lo stesso non vale per Cina e India.

Diviene importante porsi questa domanda: come agirebbe un politico spregiudicato per acquisire voti e quindi diventare primo ministro? In uno scenario di elevata disoccupazione Carl Smith insegna che dare la colpa ad un nemico esterno è il mondo più efficace per creare coesione interna. Per un esempio pratico si consideri le scelte di Trump sia in fase di promesse elettorali che dopo. Il biondo marito di Melania ha generato una serie di aspettative nelle classi medie (colletti bianchi e specialmente colletti blu e agricoltori) che si sono sentiti traditi dal partito globalista (in Usa i democratici, in Italia il PD, per fare un paragone). Oggi in Usa il concetto di America first è ormai un leitmotiv. Si può dire che allo stato attuale si è fortunati. Questo approccio nazionalistico (con i suoi pro e contro) è localizzato in una nazione che ha perso da tempo l’istinto di una guerra militare.

Cosa differente si può ipotizzare per nazioni dove il livello medio di povertà e voglia di un riscatto sociale potrebbe portare all’elezione di politici più rozzi e potenzialmente violenti. Già oggi Modi è un leader nazionalista piuttosto manifesto. Azzoppato dalle lotte intestine indiane non ha la capacità di manifestare una vera politica estera violenta. Un caso simile è il governo cinese. Anche qui non si può parlare, al momento, di un rischio di guerra, ma il concetto di invasione e guerra commerciale sono ormai associati alla politica estera cinese. Dove non è possibile un’invasione commerciale (come in Africa e Latam) si arriva a una guerra commerciale. Per guerra non mi riferisco all’attuale guerra dei dazi (che è solo la parte più visibile) ma una serie di attività che il governo cinese ha applicato, negli anni, per dare maggior potere di trattativa e sviluppo alle sue aziende. Pensiamo agli investimenti dati a pioggia alle grandi aziende di costruzioni civili nazionali. Oppure al supporto dato alle strategie di conquista dei porti (in Europa consideriamo il Pireo) o al dumping di prodotti semi lavorati (l’acciaio) o lavorati (il caso oil for product in Iran).

Le implicazioni politiche dell’IA: la teoria del caos

In tutto questo scenario andiamo ad inserire la variabile IA. La spinta alla automatizzazione (percepita come necessaria anche nelle grandi nazioni come Cina e India) dovrà, necessariamente, implicare un crollo dell’occupazione in molti settori di queste nazioni. Di qui il rischio che una popolazione affamata, che ha perso le illusioni, possa spingere per dei politici forti, è manifesto. Di rado, quando si parla di IA, si considerano le implicazioni. Una delle migliori teorie che potrebbe aiutare a comprendere il danno collettivo che le IA possono portare al sistema mondiale (se non saranno attivat soluzioni di supporto sociale da parte dei governi) è la teoria del Caos. La famosa farfalla che sbatte le ali a New York e scatena una tempesta a Hong Kong. Con uno scenario di scalabilità, tutto ancora da comprendere, rischiamo che la IA potrebbe essere una farfalla delle dimensioni di Mothra nel prossimo film di Godzilla.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 2