strumenti strategici

Reporting ESG: motore di innovazione e competitività



Indirizzo copiato

Gli ESG assumono un’importanza crescente e diventano sempre più strumenti strategici per le imprese. Stanno aprendo le porte a nuovi modelli di leadership, di gestione del rischio e della pianificazione finanziaria. Non rappresentano soltanto opportunità, portano con loro anche pericoli. Dal 2024 cambieranno le norme sul reporting

Pubblicato il 6 dic 2023

Giuditta Mosca

Giornalista, esperta di tecnologia



reporting esg
(Immagine: https://unsplash.com/edwardhowellphotography)

A partire dal mese di gennaio del 2024 le imprese dovranno adeguarsi a nuovi standard pensati per rendere il reporting più trasparente segnatamente rispetto all’impatto ambientale, sociale e di governance (ESG). Molte aziende dovranno rivedere il modo in cui raccolgono i dati ma i vantaggi sono di diversa natura.

Avendo dati più precisi i vertici aziendali potranno migliorare le prestazioni ESG e questo avrà ricadute positive sul mercato di riferimento, conferendo così maggiore competitività e, di conseguenza, longevità alle stesse imprese. Sfide e opportunità si alternano.

Panoramica sui principali standard di Reporting ESG per le aziende

Gli standard di reporting sono diversi, sono nati in epoche recentissime e guardano a platee aziendali definite:

  • European Sustainability Reporting Standards (ESR), sono gli standard adottati dalla Commissione europea a luglio del 2023 che presto saranno legge in tutti gli Stati Ue e che richiedono alle aziende – anche a quelle non europee che hanno degli interessi di un certo grado in Europa – di presentare, insieme ai rendiconti finanziari, rapporti annuali sulla sostenibilità
  • Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), direttiva Ue adottata nel 2023 che impone alle imprese di presentare relazioni annuali sulla sostenibilità
  • Global Reporting Initiative (GRI) Standards, forniscono elementi per la rendicontazione ESG.

Ciò che questi standard hanno in comune è l’opportunità che rappresentano. Le imprese possono identificare le aree di rischio e le opportunità di miglioramento nelle proprie performance, adeguarsi alle normative e godere dei vantaggi che gli ESG danno sia nel rapporto con i clienti, sia nel rapporto con gli investitori.

Implementare un sistema di Reporting ESG in azienda

È un percorso che può essere definito modulare che inizia con il sapere quali elementi tenere in considerazione. Le indicazioni fornite dalle norme e dalle certificazioni ESG sono ovviamente di aiuto nell’identificare i fattori chiave che, a prescindere, devono ruotare attorno:

  • al settore in cui opera l’azienda e le sue coordinate geografiche
  • ai valori dell’azienda e a quelli che sono gli obiettivi effettivamente realizzabili
  • agli interessi degli stakeholder, ovvero dei dipendenti, dei clienti, degli investitori ma anche del Paese (o della Regione) nel quale l’azienda ha sede
  • a come gli stakeholder usano i dati del reporting ESG per le decisioni di acquisto, le analisi comparative con i concorrenti e per gli investimenti.

Il reporting ESG è sì un processo di gestione delle performance ma, ancora prima, è un’occasione per organizzare (o riorganizzare) alcuni flussi cruciali delle imprese, perché i punteggi ESG hanno valore strategico.

I vantaggi del Reporting ESG per le aziende B2B

I vantaggi che il reporting ESG apporta alle aziende B2B sono diversi, i principali possono essere riassunti così:

  • monitoraggio delle performance: il reporting ESG consente di misurare e valutare le performance delle aziende in termini di sostenibilità
  • miglioramento del posizionamento: un rating ESG elevato contribuisce a migliorare la posizione di un’impresa sul mercato e, quindi, ha anche ricadute commerciali
  • produttività: avere piena coscienza dei processi che portano ad avere un buon rating ESG migliora la produttività e l’efficienza in genere
  • migliore reputazione: le politiche ESG riducono il rischio reputazionale delle imprese. Quelle che agiscono in favore dell’ambiente e della socialità si distinguono per serietà e affidabilità
  • opportunità di investimento: gli investitori prediligono le imprese con elevati rating ESG e questo può coincidere anche con investimenti a condizioni migliori per le aziende

Le aziende B2B che attuano politiche ESG hanno anche il merito di compartecipare alla creazione di una filiera virtuosa.

Il Reporting ESG come strumento strategico

Il reporting ESG e i rating ESG assumono valore strategico perché le performance sono anche un modo per tutelare l’impresa e gli stakeholder.

Si possono fare molti esempi, tra questi:

  • un’impresa che si impegna per ridurre le emissioni nocive attira clienti e finanziatori
  • un’impresa che partecipa a una filiera a bassa impronta di carbonio o rispettosa dei diritti dei lavoratori, esercita un appeal particolare sul mercato.

Ci sono altri fattori che entrano in gioco e sono tutti salutari per le organizzazioni che approntano politiche e obiettivi ESG. Mettere gli stakeholder al centro per capire cosa è importante per loro pone il business in una posizione privilegiata e gradita.

Nel medesimo tempo, le aziende dimostrano di non temere i competitor. Mostrando nero su bianco quali sono gli obiettivi e le politiche ESG, un’impresa dichiara in modo esplicito di volere rimanere competitiva sul mercato per un lungo periodo.

Le metriche chiave per il Reporting ESG: misurare la sostenibilità

Può sembrare controintuitivo ma, almeno idealmente, le metriche ESG devono essere rapportate al rischio. Ci sono diversi indicatori che si declinano ai settori nei quali le imprese sono inseriti, tuttavia, benché in linea generale, alcuni indicatori sono trasversali. Tra questi:

  • in ambito ambientale: emissioni di gas serra, consumi di energia e di risorse naturali
  • in ambito sociale: soddisfazione dei dipendenti, dei clienti e della comunità in cui l’impresa è inserita
  • in ambito di governance: diversità, retribuzioni, rispetto dei lavoratori

Sono tutte chiavi che supportano le imprese a quantificare alcuni aspetti della sostenibilità. Ce ne sono molte altre, che possono includere parametri quali i contributi che le aziende versano per la protezione ambientale, le iniziative in favore dei dipendenti o gli investimenti per l’efficientamento energetico.

Il rapporto di sostenibilità – e quindi i parametri chiave sui quali questo è redatto – è variabile e complesso, strettamente collegato ai requisiti strategici e al mercato su cui un’azienda opera.

Coinvolgere i dipendenti nel processo di Reporting ESG

I dipendenti sono parte integrante del successo di un’iniziativa ESG. I modi per coinvolgerli in modo attivo sono diversi:

  • formazione: i dipendenti devono sapere cosa si intende con ESG e quali ricadute positive hanno sull’azienda e, direttamente, sui rispettivi impieghi
  • coinvolgimento: poiché gli ESG non riguardano ogni compartimento aziendale, coinvolgere i dipendenti affinché facciano emergere problemi e propongano soluzioni è un atout
  • comunicazione: informare i dipendenti sugli obiettivi, le strategie per raggiungerli e l’impegno necessario al loro compimento fa sentire tutti parte del medesimo progetto
  • stimolo: i dipendenti devono essere stimolati a partecipare attivamente alla cultura che premia la sostenibilità. Sistemi di feedback, di raccolta di idee e di ascolto sono premianti.

Tutto ciò crea affezione tra i dipendenti che sposano le politiche ESG delle imprese, aumentando la loro soddisfazione e quindi le performance e la produttività delle imprese stesse.

Rischi e le opportunità del Reporting ESG

A giugno del 2021 un report Gartner ha sciorinato alcuni numeri che aiutano ad affrontare questo discorso:

  • il 69% degli istituti di credito valutano le opportunità di finanziamenti sulla scorta dei rischi ESG
  • l’85% degli investitori decidono anche in base ai fattori ESG
  • gli stakeholder preferiscono investire su aziende attente alle politiche ESG perché le ritengono più stabili e sicure.

Va da sé che aziende che, dal reporting ESG, si evince il grado di attenzione di un’impresa e – se ritenuto insufficiente – ciò può avere conseguenze sui finanziamenti, sulla fiducia del mercato e sui rapporti con gli stakeholder.

I rischi ESG diventano quindi dei veri e propri rischi di impresa.

L’importanza della leadership nel promuovere il Reporting ESG

Argomento vasto e capitale. Come detto, gli ESG non sono afferenti a un solo reparto aziendale, è un processo trasversale che richiede la collaborazione di tutti i settori.

È un’intersezione di dati che si snodano su più livelli. Per esempio, benché gli ESG non siano soltanto dati economici o finanziari, hanno un impatto diretto sui risultati economici e finanziari dell’impresa. Allo stesso modo, gli ESG non sono fatti di solo reporting ma vive di raccolta dei dati, di pianificazione e di previsioni.

La leadership non è solo coinvolta, lo è in modo continuo e perpetuo e deve prodigarsi per monitorare gli indicatori, concepire e attuare nuovi regolamenti interni, gestire la collaborazione tra reparti per raggiungere gli obiettivi i quali, tra l’altro, sono un cantiere perennemente aperto. Gli ESG sono un processo vitale per l’impresa, non sono soltanto idee, concetti e obiettivi da racchiudere in un report annuale.

La roadmap per un Reporting ESG: dalla pianificazione all’implementazione

Come detto, gli ESG e di conseguenza il reporting ESG sono esercizi organizzativi i quali, però, sono particolarmente complessi perché includono tutti i comparti aziendali, le loro necessità e le logiche produttive. Le aziende che attuano politiche ESG non smettono di avere il profitto tra gli obiettivi primari.

Le sfide possono essere superate soltanto con solide basi, anche tecnologiche. Infatti i problemi più rilevanti sono:

  • la necessità di unire dati provenienti da diversi settori aziendali, spesso incongruenti tra loro
  • l’assenza della cultura ESG e della gestione del rischio che questa comporta
  • la necessità di adeguarsi costantemente a normative in perenne cambiamento.

Una volta stabilite le priorità e le necessità, tenendo conto degli stakeholder, del mercato e del contesto territoriale in cui un’azienda opera, e una volta coinvolti manager e dipendenti nel processo che porta all’attuazione di politiche ESG, è opportuno valutare un software che possa guidare l’azienda passo a passo verso l’implementazione del reporting.

Una visione tanto capillare rischia di essere un labirinto, per questo motivo occorre ingaggiare profili esterni, professionisti di esperienza che possono aiutare le imprese a osservare gli ESG da distanza maggiore.

Il ruolo dei professionisti ESG nel supportare il Reporting nelle aziende

Sono essenziali così come lo è un elettricista per creare un impianto elettrico a norma. Gli ESG non sono mera conoscenza teorica, portano con loro problemi pratici che devono essere risolti tenendo conto del quadro normativo in vigore. Per questi motivi i professionisti sono rilevanti: portano esperienza e un punto di vista più ampio utile alla risoluzione di problemi specifici.

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Analisi
Social
Video
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati