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PNRR, come funziona la piattaforma PaDigitale2026: ecco come accedere ai bandi per i fondi

La piattaforma PaDigitale2026.gov.it è stata realizzata dal Ministero per l’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale per gestire l’accesso ai bandi del PNRR per l’erogazione dei fondi previsti dal piano: vediamo in cosa consiste e quali documenti servono

Pubblicato il 04 Mar 2022

Andrea Tironi

Project Manager - Digital Transformation

missione1 – PNRR – antifrode

Ua piattaforma per i bandi PNRR associati al digitale realizzata dal Ministero per l’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale: è PaDigitale2026.gov.it. La roadmap prevede l’uscita dei bandi nella primavera 2022 e del resto, iniziano ad arrivare alcune informazioni che spiegano cosa servirà alla PA per partecipare all’erogazione dei fondi.

PNRR, ci siamo: ecco le missioni e tutti i fondi

PNRR, a cosa servono i fondi per la digitalizzazione della PA

Vediamo quali sono i punti cui i fondi sono dedicati.

Abilitazione e facilitazione migrazione al Cloud (1 miliardo di euro)

Prevede come prossimi passi la classificazione dei dati delle PA (entro Luglio 2022) su piattaforma resa disponibile dall’ACN (Agenzia CyberSicurezza nazionale) e successivamente invio del piano di migrazione al Cloud entro Febbraio 2022 al MITD.

Esperienza dei servizi pubblici (613 milioni)

Gli obiettivi di questo punto sono da comprendere nelle prossime settimane/mesi dal punto di vista concreto.

Adozione PagoPA e app IO (750 milioni)

E’ probabile che richieda il completamento dell’adozione della piattaforma pagoPA (pagamenti digitali) ed IO per tutti i servizi.

Adozione identità digitale (285 milioni)

E’ probabile chieda il raggiungimento del 100% dei servizi accessibili con SPID e CIE (eventualmente anche con CNS)

Digitalizzazione degli avvisi pubblici (245 milioni)

Adesione alla piattaforma delle notifiche (PDN) per tutti gli enti, per ridurre i costi di notifica e migliorare il tempo e il processo di notifica.

Come funzionano i bandi del PNRR

I passi da effettuare coinvolgono alcune piattaforme abilitanti come SPID, CIE e l’indice delle PA (ovvero IPA). Per partecipare agli avvisi sarà infatti importante che il legale rappresentante registrato su IPA si autentichi alla piattaforma con CIE o SPID, ovvero con identità digitale. Successivamente dovrà scegliere l’amministrazione di riferimento da una lista preselezionata dopo aver inserito una mail istituzionale.

Dopo la scelta, potrà visualizzare (e confermare o rettificare) i dati visualizzati dell’amministrazione scelta. Infine, completerà la registrazione. Visto che il legale rappresentante tipicamente sarà il firmatario della richiesta di finanziamento (ma solitamente non è il compilatore della richiesta stessa) è stato previsto di aggiungere dei collaboratori alla compilazione della domanda, in modo da evitare l’uso conto terzi di identità digitali.

I collaboratori saranno le figure più operative. Sebbene non specificato molto probabilmente l’aggiunta di collaboratori sarà effettuata mediante codice fiscale, permettendo loro di accedere al portale con SPID e CIE. Il legale rappresentante dovrà comunque essere l’unico firmatario della richiesta di finanziamento e dovrà effettuare questa firma (in forma cades – p7m) direttamente. Non è previsto che possa firmare la richiesta un collaboratore.

Il CUP

Per ricevere l’assegnazione formale del finanziamento sarà necessario richiedere un Codice unico di progetto (CUP). Il CUP è lo strumento cardine per il funzionamento del Sistema di Monitoraggio degli Investimenti Pubblici (MIP). Richiedere un CUP è obbligatorio per tutte le iniziative realizzate utilizzando risorse provenienti da bilanci di enti pubblici o di società partecipate, direttamente o indirettamente. Solitamente si parla di lavori, nel caso specifico viene richiesto anche per attività di digitalizzazione, quindi si spendono due parole a riguardo per chi non conoscesse il tema.

Il CUP è costituito da una stringa alfanumerica di 15 caratteri, come ad esempio: G17 H03 0001 30001. Il CUP è richiedibile mediante la piattaforma ad hoc realizzata dal CIPESS (Dipartimento per la programmazione ed il coordinamento della politica economica), grazie ad un percorso guidato. Il CUP è rilasciato al termine dell’inserimento di alcuni dati riguardanti il progetto d’investimento pubblico all’interno del Sistema. Tali informazioni, dette “corredo informativo”, comprendono essenzialmente la descrizione del progetto e l’individuazione delle sue caratteristiche salienti quali:

  • natura e tipologia (realizzazione di lavori pubblici, acquisto di beni, concessione di incentivi ad unità produttive, ecc),
  • settore d’intervento,
  • localizzazione territoriale specifica,
  • copertura finanziaria,
  • settore di attività economica prevalente del soggetto beneficiario dell’investimento pubblico.

Le informazioni raccolte confluiscono in due banche dati interne al Sistema CUP:

  • Anagrafe progetti, che contiene per ciascun progetto d’investimento pubblico il CUP e il relativo corredo informativo,
  • Anagrafe soggetti, che contiene per ciascun soggetto responsabile i dati relativi ad ogni utente registrato al Sistema CUP

Fondi PNRR, quali documenti servono

Riassumendo quanto detto, per le prima fasi di finanziamento associate ai fondi di padigitale2026.gov.it servono:

  1. Ipa compilato correttamente con i dati del legale rappresentante
  2. legale rappresentante con SPID o CIE
  3. legale rappresentante con firma digitale (cades – p7m)
  4. collaboratori da aggiungere (anche loro con SPID o CIE)
  5. capacità di recuperare codici CUP

Questo è solo il primo passo per l’avvio dell’utilizzo dei fondi individuati dal sito padigitale2026.gov.it, del resto è molto positivo che si inizi a parlarne e vengano anticipati i passi in modo che le amministrazioni possano prepararsi per tempo. Sarà poi importante capire se:

  1. si potrà utilizzare un solo CUP (cumulativo?) per i vari finanziamenti di padigitale2026.gov.it, visto che si parlava di una sola partecipazione per N iniziative, perlomeno qualche mese fa
  2. il calendario puntuale di avvio lavori e fine lavori per erogazione del finanziamento
  3. gli obiettivi da raggiungere (se il modello è quello del fondo innovazione) ovvero gli interventi ammissibili
  4. i tempi utili (che visti i bandi in essere in altri ambiti, non saranno particolarmente lunghi)

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