infrastrutture digitali

Il 5G per la ripresa italiana: portata e innovazioni delle nuove reti

Il 5G non è solo telefonini, ma anche e soprattutto applicazioni commerciali e industriali e significa potenzialità per ogni settore della società: dall’agricoltura all’energia, istruzione, logistica. Perciò è essenziale dedicare a questo settore tutta l’attenzione che merita, anche nell’ambito del NextGenerationEu

Pubblicato il 03 Feb 2021

Nicola Blefari Melazzi

Professore Università di Roma Tor Vergata e Direttore CNIT

Connettività 5G: le applicazioni reali che stanno cambiando il mercato e la vita di tutti

Per molti versi il 5G è paragonabile all’elettricità. Come l’elettricità ha suscitato paure alla sua introduzione; nel 1889 a Boston si parlava dell’elettricità come di un demone scatenato e senza freni che avrebbe causato incidenti e malattie e che era molto meno sicuro del gas per illuminare le strade, unica cosa per cui si pensava fosse utile. Ma, in modo più interessante, possiamo paragonare il 5G (e le reti a larga banda in genere) all’elettricità in quanto tecnologia e infrastruttura abilitante che può e sarà usata per tantissimi servizi, molti dei quali oggi non conosciamo. A Boston si pensava all’elettricità solo per l’illuminazione, di certo non per caricare le batterie delle auto elettriche.

Le reti sono ormai necessarie come l’elettricità per tantissimi servizi e non possiamo nemmeno prevederli tutti. Se negli Stati Uniti l’asta 5G in corso è arrivata a 70 miliardi di dollari e ancora continuano i rilanci un motivo ci sarà.

Per questo motivo è essenziale dedicare a questo settore tutta l’attenzione che merita, anche nel quadro di NextGenerationEU. Questi finanziamenti sono un’opportunità di crescita legata alla nostra, italiana, capacità di produrre progetti innovativi e di realizzare infrastrutture, nuovi servizi abilitanti e applicazioni.

Servono progetti con visione e di grande respiro ma serve anche capacità di saper spendere i soldi e di saperli spendere bene. L’Italia è penultima in Europa per percentuale di uso dei fondi strutturali UE (poco superiore al 30%) e non sembra ad oggi aver prodotto nel settore progetti significativi. Eppure, proprio questo ambito potrebbe fare la differenza. Vediamo perché.

Portata e innovazioni del 5G

Il 5G non è solo un’evoluzione in termini prestazionali delle generazioni precedenti, ma introduce degli elementi rivoluzionari. Infatti, da un lato 5G continua il percorso di miglioramento prestazionale della rete in termini, ad esempio, di velocità di trasmissione, di latenza[1], di densità degli utenti serviti per area geografica e di consumo di energia. D’altra parte, segna una linea di demarcazione netta rispetto alle reti del passato, perché diversi importanti funzioni della rete sono realizzate in software invece che in hardware. In altre parole, invece di usare apparati di rete costituiti da hardware dedicato come oggi, si usano sempre più dei normali computer dotati di software opportuno; la rete diventa quindi un insieme di programmi software, è più efficiente e potrà essere aggiornata con più facilità. Inoltre, la rete si integra pienamente con il cloud, cioè con il modello che prevede la fornitura di servizi, come la memorizzazione o l’elaborazione di dati, solo quando necessario e nella misura desiderata dagli utenti, sfruttando risorse comuni, invece che sistemi localizzati presso gli utenti.

Ora, per spiegare meglio la portata e il significato di 5G dobbiamo aggiungere che una rete cellulare è costituita da due parti:

  • una parte radio, che va dal nostro cellulare (o da un qualunque dispositivo 5G) alla stazione radio base (le antenne che vediamo sulle torri e sui tetti);
  • una parte fissa, che connette tra loro le stazioni radio base e queste al resto della rete fissa e di Internet.

In tal modo, l’informazione, cioè i bit generati da un telefonino possono arrivare via radio alla più vicina stazione radio base e da lì andare a un’altra stazione radio base e poi verso un altro cellulare oppure verso un terminale collegato ad altre reti, ad esempio un telefono fisso in una casa. La parte fissa di 5G contiene anche importanti funzionalità, quali l’autenticazione degli utenti, la loro gestione e tariffazione e la fornitura di servizi più o meno sofisticati in aggiunta al mero trasferimento dei bit generati dagli utenti.

Questa descrizione, molto semplificata, ci consente di capire i due principali elementi di novità di 5G: una parte radio nuova, che si chiama appunto New Radio, e che migliora le prestazioni radio; si tratta di una evoluzione delle generazioni precedenti. La parte rivoluzionaria è invece la “softwarizzazionedella rete e la sua integrazione con il cloud. Questo cambiamento è epocale e ha implicazioni di grande rilevanza, anche in termini di competenze richieste ai tecnici del settore.

A quali bisogni risponde 5G?

La nuova rete è stata progettata per rispondere a tre principali esigenze:

  • Aumento della capacità di trasportare informazione, sia in termini di velocità di trasmissione per singolo utente sia in termini di numero di utenti che possono essere serviti in una certa area geografica. Nel 1950 la popolazione mondiale era di 2,5 miliardi di persone, oggi di 7,7 miliardi. Si tratta di un aumento impressionante a partire da un tempo, gli anni 50, non remoto, un tempo in cui i nostri genitori o nonni erano già in vita. Questi quasi 8 miliardi di persone hanno bisogno di più cibo, più medicine, più trasporti ma anche di più capacità di comunicazione, con prestazioni migliori che in passato. Le reti esistenti non sono in grado di fornire questa capacità. Le generazioni cellulari precedenti sono state costruite in un periodo di 40 anni e si sono dimostrate essenziali durante la pandemia da coronavirus. Per costruire in modo compiuto la nuova infrastruttura ci vuole tempo e quindi non si può aspettare. È importante infine sottolineare che la rete 5G, insieme alle reti fisse a larga banda, fornirà la connettività necessaria alla trasformazione digitale del Paese. Senza infrastrutture di telecomunicazione la trasformazione digitale non è semplicemente possibile, né è possibile abilitare pienamente altre tecnologie, come Intelligenza Artificiale o blockchain (ha senso pensare di installare un telepass senza avere le autostrade?).
  • Migliore efficienza e riduzione dei costi. Sia la parte radio che quella fissa di 5G sono state progettate per essere più efficienti nel trasportare informazione e consumare meno energia. La softwarizzazione di rete svolge un ruolo fondamentale per ridurre i costi, diminuendo sia i costi di esercizio che di installazione e aggiornamento. 5G avrà un più vasto ecosistema, che include più attori e più complesse relazioni e opportunità commerciali ed ha caratteristiche di maggiore eterogeneità e dinamicità e concorrenza. Anche i settori applicativi saranno attivamente coinvolti nella creazione e fornitura di servizi per gli utilizzatori finali, collaborando alla progettazione e gestione delle applicazioni e alla relativa catena del valore. La rete avrà impatto praticamente in ogni settore: agricoltura, commercio, energia, finanza, manifattura/industria, media, salute, sicurezza/safety, trasporti.
  • Nuovi servizi. L’insieme dei due abilitatori, nuova radio e rete software, rende possibili nuove classi di servizi per utenti umani e non-umani: comunicazioni ad alta velocità e densità; ad esempio: gruppo di persone in un treno ognuna delle quali usufruisce di servizi a realtà aumentata/virtuale; comunicazioni ad alta affidabilità e a bassa latenza; ad esempio: controllo di macchine utensili in una fabbrica, chirurgia robotica a distanza, veicoli autonomi; comunicazioni tra cose; ad esempio: connessione in rete di un grande numero di sensori e di dispositivi attuativi, come in una smart city.

Queste tre classi sono però solo le prime definite dagli organismi di standardizzazione; in realtà è difficile prevedere tutto quanto sarà possibile realizzare.

5G: ostacoli e sfide da superare

Una rete di telecomunicazioni è una infrastruttura fondamentale ma complessa, che incide in modo importante su molteplici aspetti della vita dei cittadini. Realizzarla e sfruttare appieno il suo potenziale comporta quindi il superamento di diversi ostacoli, affrontando sfide di ampia portata.

Paura dei campi elettromagnetici

I sentimenti negativi verso 5G sembrano essersi molto attenuati, recentemente; perfino operatori e altri attori del settore che per un periodo hanno avuto ritrosia a usare il termine 5G, hanno iniziato campagne pubblicitarie o non ricorrono ad eufemismi per descrivere la nuova rete. A questo sta contribuendo sia la mancanza di campagne attive contro i cellulari da parte di alcuni gruppi, sia le informazioni di contrasto alle fake news rilasciate da diverse enti, tra cui il CNIT, sia l’arrivo sul mercato dei telefoni 5G, Android ed Apple iOS. Ad ogni modo, bisogna sempre ricordare che:

    • OMS e ISS ribadiscono l’assenza di effetti negativi sulla salute;
    • 5G non ha elementi di differenza significativi rispetto alle generazioni precedenti da questo punto di vista, quindi semmai bisognerebbe spegnere tutte le emissioni elettromagnetiche e non solo 5G;
    • perché si ha paura delle stazioni radio base e non dei telefonini, visto che questi sono più vicini a noi?
    • Se si vogliono diminuire le emissioni sia delle stazioni radio base sia dei telefonini, bisogna installare più antenne (magari in cooperazione con gli enti locali, e magari farle più belle). E’ quindi importante facilitare il più possibile l’installazione di nuovi siti di antenna, dialogando con i cittadini. Le paure vanno capite e affrontate con il dialogo e lo studio e non con sufficienza. Ma il potenziale del 5G è grande e limitarne l’uso significa limitare una delle cose più belle e importanti degli esseri umani: la comunicazione. Otre a questo bisogna anche intervenire sulle lungaggini amministrative e burocratiche che ancora ostacolano l’implementazione della rete.

Sicurezza e privacy

Una rete software è più vulnerabile di una rete hardware, per ovvi motivi. Inoltre, 5G prevede che più attori siano coinvolti nella fornitura dei servizi e nella gestione della rete e che la stessa rete fisica possa essere divisa in tante reti virtuali (slicing, vedi dopo); in tal modo, diversi operatori, ma anche terze parti e sviluppatori di servizi, oltre che diversi utenti, usano le stesse risorse; anche la distribuzione di responsabilità diviene più articolata. Ancora, come si è detto, 5G abilita nuove classi di servizi, in ogni settore della società. Infine, 5G mette in rete anche le cose oltre che le persone, punto questo molto rilevante, per il numero dei dispositivi connessi, per la loro diffusione, eterogeneità e anche in molti casi per la loro limitatezza di risorse: ad esempio non è pensabile dotare un semplice sensore di temperatura di un sofisticato software di protezione.

Da tutto ciò consegue che 5G aumenta la cosiddetta superficie di attacco sia in termini di quantità, cioè numero delle risorse attaccabili, sia in termini di gamma delle risorse attaccabili, sia in termini di qualità delle risorse attaccabili. I servizi offerti includeranno applicazioni critiche, non solo la voce e i dati e i video dei cittadini, ma servizi di medicina, di trasporti, di energia, di supporto all’industria e creeranno e useranno una crescente quantità di dati di interesse privato, pubblico e commerciale. Ne segue che la sicurezza della rete diventa un elemento di rilevantissima importanza, contribuendo alla sicurezza nazionale; la rete e le sue applicazioni devono quindi essere adeguatamente protette. Allo stesso modo la quantità e qualità di dati generati rende ancora più pressante l’esigenza di proteggere questi dati in modo che non arrivino a terzi non autorizzati e di garantire la privacy dei cittadini, tra l’altro superando le procedure basate su richieste di consenso che si rivelano ormai non sufficienti o non più adeguate. 5G offre procedure di sicurezza più evolute rispetto alle generazioni precedenti, che si possono anche adattare meglio in funzione di specifiche esigenze, ma sicurezza e privacy sono un punto potenzialmente più critico e delicato della paura dei campi elettromagnetici.

Applicazioni di 5G

L’esempio della telemedicina è particolarmente significativo: gli ospedali non sono più sufficienti adesso e difficilmente lo saranno in futuro, se continuiamo a usarli come oggi; devono essere usati per le fasi acute delle malattie, usando la telemedicina per fare prevenzione e assistenza domiciliare. Altri esempi importanti sono i trasporti, la logistica, industria 4.0, la sicurezza/protezione civile, la riduzione del digital divide. L’interesse verso 5G non è solo nei nuovi telefoni e nella parte radio, ma soprattutto in ciò che sta dietro tale interfaccia, rete fissa e cloud, e nelle funzionalità che risiedono negli strati superiori a quello fisico. Però, per sfruttare le potenzialità di entrambi gli abilitatori di 5G, nuova radio e rete software, è necessario sviluppare servizi ed applicazioni. Bisogna replicare, possibilmente in modo significativo anche in Italia, quanto è avvenuto con l’esplosione delle applicazioni web prima e delle applicazioni mobili poi (le app), estendendole e inventandone di nuove, grazie alle funzionalità di 5G.

Bisogno di più studenti e lavoratori nell’ITC

L’Italia è penultima in Europa come percentuale di laureati e ultima come laureati in ITC. I pochi che abbiamo tendono sempre più a emigrare, principale problema, questo, del Sud e speriamo non dell’Italia intera. Competenze digitali saranno richieste a circa 1,5 milioni dei lavoratori previsti in ingresso nei prossimi 5 anni, pari al 56% delle opportunità di lavoro (fonte Unioncamere). Questa è un’emergenza nazionale: bisogna fare di più per stimolare lo studio nel settore sia per tecnici che per laureati.

Creazione di ecosistemi per PMI e PA

Bisogna creare degli ambienti tecnologicamente evoluti, soprattutto in distretti industriali e artigianali, soprattutto per PMI e PA. In Germania le grandi aziende automobilistiche stanno creando reti 5G private con annessi servizi cloud. Da noi chi ha la capacità di poterlo fare?

Opportunità per il nostro Sud, per i piccoli centri

Come reso evidente dalla pandemia, non è ormai più sempre necessario vivere nei grandi centri e abitare in regioni ad alto sviluppo per svolgere lavori ad alta qualificazione e cogliere le opportunità dei mercati mondiali e della tecnologia. Questa di 5G è una opportunità per facilitare l’accesso a risorse globali, lo sviluppo delle proprie potenzialità; consentire che intelligenze, esperienze, professionalità e imprenditorialità diversamente localizzate sul territorio nazionale possano tutte contribuire al rilancio del Paese, evitando emigrazione. Bisogna però operare bene e non perdere questa possibilità, rischiando al contrario di aumentare il divario di infrastrutture non solo fisiche ma anche digitali tra diverse regioni del Paese. Questo non significa necessariamente che ci si sposterà dalle città, ma che quando lo si fa, anche per brevi periodi, si deve poter contare su un adeguato livello di servizi di connettività e soprattutto che chi sceglie di rimanere nei piccoli centri o deve farlo non sia emarginato.

Ricerca, sviluppo e innovazione nelle TLC

L’Italia aveva una posizione di leadership nel mondo delle TLC, che ha progressivamente perso. Ad esempio, quando c’era SIP, lo CSELT era un prestigioso centro di ricerca, grande anche in dimensione. Un Paese moderno non può semplicemente fare a meno di una forte R&S nel settore. Già diversi gruppi sono al lavoro nel mondo sulla ricerca per il 6G; non si può rimanere indietro ma bisogna anzi recuperare il tempo perduto. Sempre ad esempio, se si va verso la rete unica, si dovrebbe avere il dovere morale e sociale di tornare non solo a quel livello di finanziamenti nella ricerca del settore ma molto aumentarli.

Gli altri aspetti del 5G che bisogna conoscere

Una volta chiariti gli elementi di base di questa tecnologia, se ne possono esaminare anche aspetti più di dettaglio, ma sempre di importanza.

Un primo aspetto è che, con 5G, il cloud deve “distribuirsi” avvicinandosi ai bordi della rete e agli utenti per migliorare le prestazioni in termini di latenza, di velocità di trasmissione e di personalizzazione. Si parla quindi di edge cloud, cloud di bordo. Sembrerà strano, ma qui l’aspetto limitante è la velocità della luce, che è troppo lenta. Vogliamo fornire servizi con tempi di latenza talmente bassi che fare arrivare le informazioni da un data center di un cloud che si trova a migliaia di chilometri o anche centinaia richiede troppo tempo. Bisogna perciò avvicinare questi server agli utenti ponendoli ai bordi della rete. Inoltre, per motivi legati ai protocolli di telecomunicazione usati, anche la velocità di trasferimento peggiora allontanando i server, aspetto questo non molto intuitivo. Quindi, invece di avere pochi grandi data centers, un grande cloud, dovremo avere tante piccole “nuvole”, sparse ai bordi della rete, che bisognerà poi coordinare e proteggere adeguatamente. D’altra parte, ciò consentirà di personalizzare meglio i servizi, progettando piccoli cloud al servizio di utenze specifiche.

Secondo punto: il fatto che la rete sia software, virtualizzata, consente di suddividerla in diverse reti logiche, ognuna destinata a servire una certa classe di utenti con diverse caratteristiche prestazionali. Ognuna di queste reti logiche appare ai suoi utenti come una rete completa ad essi dedicata e separata dalle altre e con prestazioni differenziate dalle altre; si parla perciò di slices, cioè di fette di rete e questa funzionalità è nota come slicing. Sono definite tre slices corrispondenti alle classi di servizio di cui si è parlato prima, ma altre se ne possono progettare, da una fetta dedicata ad esigenze di protezione civile a una dedicata ai giochi on-line. Per inciso si nota che la rete 5G consente di garantire le prestazioni da estremo a estremo, quindi usando solo questa rete siamo sicuri che avremo un certo grado di servizio. È auspicabile che lo stesso avvenga anche per Internet in generale, e ci sono studi e iniziative in corso a tal fine.

Altra caratteristica degna di nota è la possibilità di realizzare delle reti private totalmente autonome, quindi anche con migliori caratteristiche di sicurezza, da dedicare ad esempio alla copertura di installazioni sensibili, di una fabbrica, di un porto, di un campus universitario o di un concerto rock. A tal fine è utile disporre di una porzione di spettro dedicato, sulla quale la rete possa funzionare, oppure si può ricorrere ai servizi di un operatore che potrebbe fornire queste infrastrutture completamente dedicate. Le reti private sono ritenute essere molto interessanti sia in questa fase iniziale sia in generale per i vantaggi che portano in termini di prestazioni ma anche di semplificazioni e di risparmi. Si pensi alla necessità di una fabbrica che vuole mettere in rete tutte le sue componenti produttive e i suoi apparati. Può farlo installando numerosi access point Wi-Fi o Bluetooth con conseguenti complicazioni e costo o più semplicemente con una cella 5G che copre l’intera area e che soprattutto fornisce prestazioni migliori.

Un ultimo elemento di interesse è dato dai Distributed Antenna Systems (DAS), cioè di sistemi per meglio distribuire il segnale proveniente dagli operatori in una certa area geografica, soprattutto indoor. Si usa cioè un sistema aggiuntivo di antenne e ripetitori per diffondere il segnale generato dagli operatori dove altrimenti non arriverebbe specialmente in luoghi chiusi. Si pensi a complessi immobiliari, grattacieli, centri commerciali, stazioni, metropolitane, aeroporti, ospedali, stadi. Alternativamente, i sistemi che distribuiscono il segnale in queste aree, invece di prenderlo per così dire dall’aria tramite un’antenna e riportarlo all’interno, possono essere connessi direttamente con la rete fissa degli operatori, diventando quindi una sorta di appendice o succursale degli operatori stessi. Lo scopo in questo caso può diventare non solo quello di far arrivare il segnale dove non c’è, ma anche fornire una maggiore capacità in aree con alta densità di utenti. Pensiamo a uno stadio: qui siamo all’aperto; immaginiamo che non ci siano problemi di copertura; il segnale 5G delle stazioni radio base vicine arriva. Però la capacità di rete cittadina, diciamo normale, non è sufficiente a servire 100.000 tifosi che vogliono mandare ai loro amici i video dell’ultimo goal. Quindi il gestore dello stadio attrezza lo stesso con un DAS che aggiunge alla copertura cellulare esterna ulteriore capacità realizzando all’interno dello stadio delle celle aggiuntive direttamente connesse, ad esempio via fibra ottica, alla rete fissa di un operatore. Lo stesso si può fare in una stazione, in un centro commerciale, nelle metropolitane.

Altri esempi di servizi e applicazioni interessanti

5G è uno strumento abilitante. Vedremo in futuro applicazioni e servizi che oggi non possiamo nemmeno immaginare sia perché magari dipendenti da altre tecnologie sia perché la rete è una infrastruttura sulla quale si possono innestare usi non dipendenti dalla infrastruttura stessa. Però molte cose si possono già elencare. I settori che sembrano oggi di maggiore interesse sono:

  • Industria 4.0, Sanità (trasformazione digitale della cura della salute: ospedali non più sufficienti/necessari oggi e in futuro ma da usarsi solo per fasi acute/interventi; ricorso alla medicina predittiva, preventiva, personalizzata, post-intervento; assistenza domiciliare);
  • Trasporti/Logistica/Localizzazione e relativa sicurezza;
  • Sicurezza/Protezione civile/Infrastruttura Nazionale di Emergenza (resilienza per il Paese);
  • Smart Working (non solo teleconferenze e non si pensi a futuro distopico);
  • Istruzione (scuola e università, scuole di dottorato);
  • Smart cities;
  • Media, Gaming, AR, VR;
  • Fixed Wireless Access;
  • sensori per monitoraggio ambientale e infrastrutturale;
  • creazione di dati che abiliteranno altre tecnologie come l’intelligenza artificiale e i gemelli digitali.

Ulteriori esempi specifici sono nel campo dei prodotti consumer e riguardano realtà aumentata e virtuale, video in alta definizione senza ritardi, giochi interattivi, uso di applicazioni residenti nel cloud senza ritardi, ad esempio traduzione simultanea; dispositivi di utente indossabili e in genere cose connesse; comunicazioni tra dispositivi ad alta capacità non mediate da server di rete; miglioramento dell’esperienza di vendita a distanza e degli spettacoli.

Possiamo concludere con due punti generali:

  • il 5G non è solo i telefonini, ma anche e soprattutto applicazioni commerciali e industriali;
  • 5G significa potenzialità per ogni settore della società: agricoltura, costruzioni, commercio, emergenze/protezione civile, energia, finanza, istruzione, intrattenimento, industria, logistica, localizzazione, media, professioni, salute, sicurezza/safety, trasporti, turismo.

Conclusioni

Lo ripetiamo perché è importante: 5G significa evoluzione rispetto alle generazioni precedenti in termini di prestazioni (velocità, latenza, densità dei terminali, consumo di energia) grazie alla sua nuova radio, ma la sua vera importanza è la rivoluzione in termini di creazione e facilitazione di nuovi e diversificati servizi. Grazie alla sua rete software e piena integrazione con il cloud vengono abilitati nuovi scenari d’uso e utenti non umani, già oggi più numerosi di quelli umani.

Il CNIT può svolgere un ruolo importante in questo quadro. Il CNIT è un consorzio di 37 università pubbliche con 1300 afferenti e 100 dipendenti; ha l’agilità di un ente privato ma un controllo dei conti pubblico. Ha una capacità provata di immaginare, eseguire e gestire progetti di ricerca e sviluppo (attualmente ha 124 progetti attivi, tutti da bandi competitivi o da commesse private); ha una provata capacità di amministrare finanziamenti EU (nel programma quadro H2020 il CNIT ha vinto 57 progetti e ne ha coordinati 14, usando i fondi sempre al 100%); ha una struttura già esistente, da non creare ex novo. La rete di atenei pubblici del CNIT si estende sull’intero territorio nazionale ed è per sua natura un luogo neutrale e aperto. L’attività di trasferimento dell’innovazione generata dal sistema universitario verso le aziende costituisce già una missione prioritaria del CNIT. Il CNIT lavora per facilitare la cooperazione tra le università consorziate e per promuovere collaborazioni tra le stesse università ed altri enti di ricerca ed industrie nazionali ed estere, con particolare attenzione alla definizione, alla promozione e alla realizzazione di progetti innovativi e di dimensioni rilevanti. Non gode di finanziamenti pubblici fissi e non competitivi.

___________________________________________________________________________________

  1. La latenza è il tempo che ci mette un bit (o un segnale qualsiasi) per andare da origine a destinazione; possiamo dire che è il tempo di reazione della rete, da non confondere con la velocità di trasmissione che è quanti bit si riescono a trasmettere nell’unità di tempo. La latenza è importante per servizi con forti esigenze di tempo reale; ad esempio: il semaforo diventa rosso e lo devo comunicare alle automobili che stanno arrivando; non ho bisogno di mandare tanti dati, ma il bit che segnala che il semaforo è rosso deve arrivare subito. Stessa cosa per un bisturi o una macchina utensile comandati a distanza.

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Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
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PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
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Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
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PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
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PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
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PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
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PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
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