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Questa edizione tiene insieme le due facce del momento AI: l’euforia (e il timore di una “bolla”) e la domanda decisiva su chi, in Europa, riuscirà davvero a catturare valore tra compute, ecosistemi industriali, sicurezza e tempi di esecuzione.
Scendiamo poi nel concreto: cosa significa, per le aziende, scegliere modelli “aperti” (open-weight) e costruire governance e controllo quando l’AI entra nei processi. E, mentre la digitalizzazione accelera, arrivano segnali d’allarme dal fronte pagamenti: il report congiunto EBA-BCE fotografa frodi in crescita e nuove dinamiche di truffa che impattano consumatori e imprese.
Sul lato infrastrutture, il Digital Networks Act riapre il dibattito su investimenti e concorrenza, con il timore di un ritorno a un mercato più concentrato.
L’Italia emerge come banco di prova europeo sulla sovranità dei dati e sulla corsa ai data center, con la partita ambientale ed energetica al centro (efficienza, rinnovabili, recupero del calore, rete).
Infine, i nodi culturali e di diritto: chi è l’autore quando crea la macchina, chi “decide” le notizie con gli algoritmi, come proteggere la sostenibilità economica degli editori, e come cambiano relazioni, PA e trasparenza GDPR quando l’AI diventa quotidiana
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Il dibattito sulla bolla AI nasconde una questione strategica: chi sarà pronto dopo la correzione? L'Europa può trasformare il rallentamento del mercato in vantaggio competitivo puntando su qualità, auditabilità e AI settoriali. Marietje Schaake analizza rischi e opportunità di una transizione che richiede coordinamento istituzionale rapido | | | |
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I modelli AI open-weight offrono alle aziende l'opportunità di implementare intelligenza artificiale localmente. Strumenti come ollama e Open WebUI, uniti a hardware accessibile, permettono esecuzioni performanti. I costi partono da sessantamila euro per server con due GPU, rendendo concrete strategie AI indipendenti dai servizi cloud delle big tech | | | |
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Un report congiunto EBA-BCE fotografa un paradosso: sistemi più sicuri, ma frodi in aumento a 4,2 miliardi nel 2024. Tassi bassi e stabili, ma importi medi diversi tra strumenti e crescita delle truffe “relazionali” spiegano perché la perdita complessiva sale. | | | |
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Il Digital networks act arriva con l’obiettivo dichiarato di aumentare gli investimenti, ma rischia di spingere l’Europa verso un mercato più concentrato, riducendo concorrenza e pluralismo infrastrutturale e indebolendo il ruolo delle autorità nazionali | | | |
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La sovranità dei dati rappresenta oggi una questione di capacità amministrativa e competitività economica. L'Italia può diventare riferimento europeo nel settore dei data center attraverso governance multilivello, infrastrutture qualificate e applicazione rigorosa delle normative europee vigenti | | | |
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10 MARZO 2026 | ROMA
Sovranità Cloud: Italia digitale alla prova
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