innovazione digitale

La scuola nella società digitale, così educhiamo alla complessità

L’importanza della formazione, della contestualizzazione degli apprendimenti, la necessaria riscoperta della progettazione e dell’argomentazione contro le soluzioni semplici ma false e le narrazioni fantastiche. Ecco quale deve essere il ruolo della scuola, anche con l’ausilio del web, per educare a una società complessa

Pubblicato il 13 Lug 2018

Franco Torcellan

Associazione RED - Laboratorio di Ricerca Educativa e Didattica “Formare Trasformare Innovare”

innovazione digitale a scuòla

Negli ultimi cinque anni abbiamo assistito ad un massiccio intervento ministeriale di spinta all’innovazione didattica e alla digitalizzazione della scuola. Si sono succeduti due piani nazionali di formazione (PNSD – Piano Nazionale Scuola Digitale) seguiti da una formazione altrettanto consistente su finanziamenti europei (PON 2014-2020).

Si tratta forse dell’azione formativa più ampia e complessa attuata nel sistema scolastico italiano in quanto a mole di finanziamenti e a complessità operativa. Un’azione che risponde, tuttavia, alla complessità dell’attuale società digitale, in cui l’intento primario della scuola deve essere quello  di educare l’allievo a vivere in un contesto dai caratteri molteplici, integrati e contraddittori (reale, virtuale, fantastico), acquisendo continuamente nuove competenze e ristrutturando quelle già possedute. Un obiettivo che, come vedremo, dovrebbe essere declinato in una didattica del digitale e col digitale quotidiana e sostenibile, praticabile in ogni scuola per la formazione dell’uomo e del cittadino e non tanto o non solo in grandi e complessi progetti speciali ad alto impiego di risorse.

Aspetti positivi e limiti della formazione

Non tenterò qui nessun bilancio, esprimerò solo qualche riflessione: la questione è troppo ampia e le analisi che sono state abbozzate sono state viziate anche dal disagio dovuto ad uno status del personale della scuola travagliato da problemi che affliggono il sistema scolastico da tempi lontani, unitamente a questioni di natura politica che sviano verso approcci ideologici e che portano persino su un terreno di simpatie e antipatie personali.

È palese che il compito era arduo e che la tempistica era troppo stretta, le differenze tra scuole ed anche all’interno delle stesse sono peraltro evidenti e quindi l’impatto delle azioni è stato diverso, a volte positivo, a volte meno, a volte scarso. Va rilevato comunque che se non si fosse partiti con tale decisione e con obiettivi ambiziosi, non si sarebbe potuto avviare un processo di innovazione: azioni timide non avrebbero permesso di far uscire competenze ed esperienze di un nucleo di docenti e formatori preparati e spinti da entusiasmo per una professione fortemente attaccata nel prestigio.

La formazione è l’azione che più presenta aspetti positivi e al contempo manifesta alcuni limiti. Sicuramente il gradimento per un sistema di interventi ampio, articolato per categorie di soggetti professionali ed aree disciplinari e distribuito nel territorio è stato alto. La formazione attraverso azioni di laboratorio con sperimentazioni dirette ha fatto sorgere interesse e voglia di provare. Anche i percorsi brevi di formazione che hanno caratterizzato il PNSD (una novità) si sono rivelati molto fruibili.

Si sono evidenziati però due problemi: uno in corso di realizzazione dell’azione formativa e uno a seguire la stessa.

Formazione vs. diffusione di pratiche didattiche

C’è da chiedersi se la formazione è stata una vera formazione o un’azione, pur meritoria ed utile, di diffusione di pratiche didattiche.

Sono convinto che questa azione sia assolutamente necessaria nella scuola: per anni gli insegnanti hanno vissuto isolati senza condividere le loro esperienze professionali. Progetti nazionali e regionali promossi da INDIRE – ANSAS, unitamente alle opportunità fornite dal web hanno cominciato a diffondere prassi di documentazione tendenti a proporsi come narrazioni di comunità. La dimensione social del web ha spinto i docenti più innovativi a proporsi come formatori e a creare situazioni di dibattito professionale prima mai visti.

Tutto ciò è stato estremamente positivo, ma non può essere il finale di partita. Le pratiche presentate non hanno in molti casi sopportato alcuna valutazione che ne certifichi la qualità: è importante discuterle e riprovarle, ma è necessario che esse vengano analizzate e che ne vengano valutati gli impatti sul miglioramento dei processi di insegnamento/apprendimento. Questo non potrà che incentivare la loro diffusione e il loro accoglimento anche da parte di soggetti che qualche scetticismo l’hanno manifestato.

Elementi di complessità e rischio del digitale a scuola e come superarli

A fronte di un forse inaspettato entusiasmo, va rilevato anche l’emergere di un atteggiamento di contrarietà che in certi casi raggiunge anche la tecnofobia (il rifiuto di utilizzare il digitale sulla base di affermazioni che si configurano come preconcetti e non come argomentazioni). Alcuni elementi pericolosi in effetti vanno evidenziati: l’aggressività delle aziende del settore che intravvedono grosse possibilità di guadagno, il sorgere di mode, l’attenzione eccessiva posta sui dispositivi invece che sulle metodologie e sulle tecniche didattiche, un’approssimazione nell’affrontare questioni pedagogiche, usi semplicistici di procedure, contenuti e strumenti il cui utilizzo viene presentato come disponibile a tutti senza necessità di studio approfondito.

A tutto ciò va ad aggiungersi il carico di responsabilità che grava sul personale scolastico per ciò che attiene la gestione delle relazioni nel web e la loro degenerazione in violazione della privacy, del diritto d’autore e in fenomeni di cyberbullismo.

Questi elementi di complessità e di rischio non devono indurre ad evitale l’utilizzo di tecnologie e degli ambienti digitali di apprendimento; essi costituiscono, invece, una sfida professionale da affrontare con scientificità e senso di comunità.

Tale comunità dovrebbe concretizzarsi in reti e poli professionali di scuole e stakeholder in cui si effettui il riesame delle esperienze e si conduca ricerca sul campo coinvolgendo soggetti autorevoli sul piano scientifico che al momento rimangono molto sullo sfondo degli interventi.

L’organizzazione di soggetti territoriali in cui le esperienze si incontrino e incontrino il mondo della ricerca scientifica, le aziende, le categorie degli imprenditori e le associazioni può permettere, oltre alla correlazione stretta ai bisogni e alle vocazioni dei territori, anche la prosecuzione della formazione nei modi richiesti dall’utenza stessa.

Formazione e contestualizzazione degli apprendimenti

Il secondo problema che emerge è infatti l’eccitazione di una domanda di ulteriore formazione. Questa volta però la richiesta è quella non di una introduzione alle tematiche del digitale, ma di una contestualizzazione degli apprendimenti conseguiti nella formazione nelle realtà di insegnamento.

La richiesta è infatti di supporto, tutoraggio e counseling a scuola, direttamente nelle sperimentazioni poste in essere. Tale bisogno esprime certamente una normale insicurezza dei neofiti, ma prefigura anche una azione molto corretta e cioè la valutazione sul campo dell’impatto degli ambienti di apprendimento digitali nella predisposizione di Unità di Apprendimento, provvedendo ad una documentazione puntuale dei processi, al confronto, al dibattito professionale e ad una analisi scientifica che verifichi i risultati conseguiti rispetto a quelli attesi con il coinvolgimento di soggetti qualificati.

E’ evidente che questa operazione deve trovare dei soggetti attuatori che non possono che essere delle reti di scuole che organizzino le risorse locali e si colleghino tra di loro rispetto ad esigenze ed interessi professionali, di ricerca e di sviluppo di specifici pacchetti di offerta formativa, e non secondo configurazioni meramente locali o amministrative.

Progettazione e argomentazione

Nel vasto panorama operativo individuato dalle azioni del Piano Nazionale Scuola Digitale si possono individuare due priorità, due problematiche su cui tutte le scuole dovrebbero agire ed interagire: la progettazione e l’argomentazione.

Il pensiero computazionale

Per quanto riguarda la prima bisognerà riportare il dibattito su un livello più ampio rispetto a quello in cui viene attualmente confinata: il pensiero computazionale.

Una riflessione sulle forme del pensiero è senz’altro utile ed interessante, ma il tema è anche contraddittorio: qualcuno nega anche la stessa esistenza di un pensiero computazionale.

Senza addentrarci in un dibattito complesso ed impossibile da sintetizzare in poche righe, va detto che la tematica forte è appunto quella della progettazione e non tanto il pensiero computazionale. E’ questo il grande processo in cui il pensiero computazionale rientra. E’ necessaria una visione olistica in proposito per non rischiare di perdere di vista la complessità che ci si pone di fronte.

Le diverse forme di progettazione

La progettazione oggi non è più quella lineare dell’industrialesimo e sicuramente va analizzata nelle sue diverse forme: quella ingegneristica, quella architettonica e quella urbanistica, territoriale ed ambientale, quella del ciclo del prodotto (compreso il suo riutilizzo, recupero e riciclo), quella gestionale e logistica, quella finanziaria, quella di organizzazione di eventi.

Vi è poi la progettazione del brand dei prodotti che passa per la reputazione dei soggetti che lo gestiscono e per la condivisione di storie (Andrea Fontana) in cui gli attori della produzione e della commercializzazione si incontrano e condividono valori e opinioni con i fruitori, creando la percezione di un mondo fantastico assolutamente “reale” in cui è piacevole vivere ed incontrarsi.

Lo sviluppo del pensiero computazionale è dunque indispensabile, ma in un quadro ampio che organizzi la complessità dei processi di progettazione così come sono strutturati nella realtà produttiva, economica e sociale. Risulta evidente che è fondamentale attivare quelle competenze imprenditoriali di cui si parla meno, ma che sono indispensabili per non relegare il pensiero computazionale in una dimensione di neo-bricolage.

L’argomentazione negata

Per quanto riguarda l’altra problematica, l’argomentazione, si potrà verificare come di fatto essa venga negata: assistiamo quotidianamente ad una sorta di comunicazione “finzionante”, che cerca continuamente consenso al di là del principio di realtà. Esistono molteplici e continui esempi di argomentazioni fasulle, di ragionamenti basati su asserzioni indimostrabili, su fonti e dati falsi, su pregiudizi aprioristici, su associazioni prive di significato, su una ricerca di condivisione empatica totalmente fuori dal tema in questione.

Inoltre, paradossalmente, assistiamo ad un bisogno di certezze assolute a fronte di un ormai altissimo grado di complessità che non può permettere spesso soluzioni totali e durature dei problemi. Ecco allora il rifiuto della scienza ufficiale (che affronta l’incertezza e vi convive), iniziato con l’avversione degli albergatori balneari per le previsioni del tempo non favorevoli (per chi vuole certezza di guadagno è difficile accettare il concetto stesso di previsione perché include la possibilità di errore) e che è arrivato al rifiuto dei vaccini a cui si attribuiscono l’insorgere di altre malattie che non possono, almeno attualmente, essere debellate.

Non si accetta la sconfitta e di fronte a problemi complessi, di non immediata e completa soluzione, ci si rifugia in spiegazioni semplici e appaganti (ma false), individuando un soggetto ben definito come colpevole (un alieno in cui materializzare il nemico).

Narrazioni fantastiche che funzionano come reali

Il digitale purtroppo ha agito negativamente su questa dimensione sociale, corroborando tali approcci devianti. Fake news e bufale sono l’elemento più evidente, ma esse si fondano su una più ampia sciatteria di analisi e di connessione delle informazioni che forniscono spazio allo svilupparsi e al diffondersi velocissimo attraverso i social network di narrazioni fantastiche che funzionano come reali (Andrea Fontana) e che appagano chi le fruisce e le condivide.

Anche se si può condividere l’idea che noi comunque viviamo nelle rappresentazioni che la nostra mente genera e che quelle sono la realtà, è evidente che dobbiamo controllare rappresentazioni che minano la nostra possibilità di sopravvivenza e che producono ingiustizie, sopraffazioni e violenza (per i giovani e la scuola è nota a tutti la pericolosità ad esempio del cyberbullismo).

Scuola e digitale per rieducare all’argomentazione

In questo generale affermarsi di una comunicazione volta alla persuasione verso affermazioni prive di una reale argomentazione, va rilevato come il digitale stesso metta a disposizione strumenti di contrasto.

E’ sicuramente compito della scuola ed in primis dei docenti procedere ad una ri-educazione alla argomentazione. Bisogna concentrarsi su quattro punti fondamentali:

  • la ricerca di informazioni e l’analisi della loro veridicità;
  • la raccolta e l’organizzazione delle informazioni in repertori organizzati e finalizzati di categorie;
  • la pianificazione e la realizzazione di elaborati a partire dai repertori di cui al punto precedente che rispondano a precisi compiti e soluzioni di problemi;
  • il debate delle tesi elaborate condividendo anche il repertorio di risorse su cui si è lavorato.

Le rete mette a disposizioni specifiche web application, disponibili anche “in abbonamento gratuito”, che possono essere utili a gestire le predette azioni. In buona misura, si tratta di piattaforme di content curation che assolvono alle funzioni di raccolta organizzata di materiali e risorse della rete, di loro confronto e connessione, nonché di pubblicazione di contributi di collazione e/o originali immersi in un contesto social in cui si possono avviare discussioni attraverso commenti, forum, collaborazioni per la ristrutturazione condivisa degli elaborati e dei repertori.

Gli strumenti del web

Possiamo reperire facilmente strumenti di selezione e annotazione dei contenuti del web (ad esempio, Diigo), web application per la gestione di citazioni dal web, (ad esempio, Sylvan Paper – Citelighter) strumenti di annotazione e discussione dei video (ad esempio, NowComment) aggregatori di risorse (ad esempio, Pearltrees), piattaforme per la produzione di mappe concettuali e mentali (ad esempio, Wise Mapping), strumenti di presentazione (ad esempio, Vcasmo), piattaforme per creare Personal Learning Enviroment (ad esempio, Symbaloo). Specifiche web application agevolano poi il debate anche a distanza (ad esempio, Kialo).

La promozione dell’innovazione nella scuola

Questa prassi è una delle prassi promosse dall’iniziativa di INDIRE “Avanguardie Educative” che ha come finalità la promozione dell’innovazione nella scuola aggregando scuole che vogliano far proprie esperienze innovative e collaborare alla loro promozione e alla ricerca sulle stesse. Tali prassi, molto diversificate, prevedono un forte utilizzo del digitale ma propongono delle condizioni organizzative e delle metodologie innovative e non il semplice uso di dispositivi, software e piattaforme.

L’intento complessivo non può che essere dunque, quello di educare l’allievo a vivere nell’attuale società dai caratteri molteplici, integrati e contraddittori (reale, virtuale, fantastico), acquisendo continuamente nuove competenze e ristrutturando quelle già possedute costruendo un bagaglio consistente di strumenti culturali per affrontare la complessità e vincere così l’ansia che alimenta spesso nei social (e non solo) discussioni solo apparenti perché limitate ad affermazioni drasticamente contrapposte, che rendono evidente la frustrazione di non saper accettare la realtà e, ancor più, di non saper elaborare soluzioni reali dei problemi.

Tutti gli interventi del PNSD

Il Piano Nazionale Scuola Digitale prevede non solo formazione, ma ben 35 azioni con interventi sulle infrastrutture (cablaggio e connettività), sull’edilizia scolastica, sulla gestione degli spazi educativi e sulla costruzione di ambienti di apprendimento, sull’identità digitale di studenti e docenti, sulla digitalizzazione della gestione amministrativa e della gestione dei dati, sullo sviluppo di competenze digitali nel framework europeo, sulla formazione di tutto il personale scolastico, sulla mobilità dei docenti per l’internazionalizzazione della scuola, sulla produzione e condivisione di contenuti digitali attraverso biblioteche scolastiche e risorse aperte.

Inoltre, il Piano ha istituito in tutte le scuole specifiche figure di riferimento integrate tra loro per la gestione dell’innovazione digitale:

  • l’Animatore Digitale con vasti compiti di promozione della digitalizzazione delle attività didattiche e della gestione degli Istituti in una dimensione territoriale volta a fare rete tra scuole e con altri soggetti con obiettivi convergenti in un complessivo contesto europeo (si vedano, in proposito, le specifiche “mobilità”, ad esempio il Progetto Erasmus+ KA1 dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto;
  • il Team per l’Innovazione Digitale che ha il compito di coadiuvare l’Animatore Digitale gestendo la crescita dell’Istituto, la formazione dei docenti e il coordinamento delle sperimentazioni;
  • figure di supporto alla gestione tecnica dei dispositivi e delle strutture per quanto riguarda le necessità quotidiane del funzionamento di infrastrutture e dispositivi.

Molte Regioni hanno poi contribuito con progetti specifici al piano di sviluppo digitale e con impegno di ulteriori risorse finanziarie.

Altri interventi per il digitale nelle scuole

Vanno tenuti presente anche altri interventi di vasta portata che hanno contribuito a promuovere, seppur indirettamente, il digitale, in particolare:

  • la piattaforma eTwinning che raccoglie una grande community di docenti, educatori ed operatori dell’istruzione per la collaborazione e lo sviluppo di progetti condivisi tra scuole europee;
  • le azioni volte al contrasto del bullismo e alla promozione della cittadinanza digitale;
  • l’Alternanza Scuola Lavoro obbligatoria che ha portato le scuole più a contatto delle innovazioni nel mondo del lavoro, delle nuove professioni e delle competenze richieste dalle imprese;
  • i progetti di Service Learning in cui discipline e impegno solidale si integrano in un circolo virtuoso che tende alla soddisfazione di un bisogno reale della comunità attraverso l’applicazione di saperi e di competenze, consentendo allo stesso tempo l’acquisizione di nuove conoscenze e la maturazione di nuove competenze sul campo.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 2