didattica oltre la pandemia

Tecnologie a scuola, una (tras)formazione continua: come cambia il ruolo di docenti e studenti

La scuola si sta trasformando, bisogna aiutarla a sviluppare una visione in cui le tecnologie favoriscano un approccio globale di formazione continua per tutti i soggetti che vi operano, in modo che questa diventi un modello di crescita e sviluppo per la società. Ecco come cambiano i ruoli al suo interno

Pubblicato il 01 Dic 2020

Stefania Piantoni

psicopedagogista logopedista esperta di formazione on line e di organizzazione e processi

scuola

Come sarà la scuola del futuro? Quale sarà la funzione delle tecnologie educative e come cambierà il ruolo di docenti e studenti?

In questi ultimi mesi, con l’accelerazione determinata dal lockdown, l’incremento esponenziale nell’utilizzo degli strumenti digitali anche nella scuola ha generato un improvviso salto in avanti un po’ troppo accelerato, che ha catapultato, insegnanti e studenti in una dimensione completamente virtuale.

Non è stato facile anche perché esiste una forte disomogeneità nella applicazione delle metodologie didattiche legate alle tecnologie da parte degli insegnanti, ma anche perché la dotazione tecnologica delle scuole italiane è andata formandosi nel tempo in modo disomogeneo.
Non vogliamo qui approfondire il tema degli investimenti nella scuola ma comunque sottolineare la necessità di investire sull’istruzione molto più di quanto sia stato fatto finora, per sviluppare una scuola uniforme e orientata al bene comune che superi la disuguaglianza digitale.

Scuola, dalla pandemia un assaggio di futuro

La pandemia ci ha permesso di avere un assaggio della scuola del futuro, solo un assaggio perché le tecnologie stesse stanno evolvendo rapidamente e con esse anche il loro impatto sulle metodologie didattiche. Sappiamo che la trasformazione in atto sposta il focus dai contenuti ai processi di apprendimento. Inoltre la diffusione capillare degli smartphone, consente l’accesso ai contenuti, in un continuum in grado di abbattere, potenzialmente, le barriere tra classe, casa e ogni altro luogo connesso. Il mix di processi di apprendimento decentrati e di tecnologie che integrano l’utilizzo sinergico di vari device ha favorito la cross-medialità cioè, la possibilità di fruire e trasmettere contenuti, utilizzando diversi dispositivi in base alle loro caratteristiche peculiari e alle loro migliori potenzialità. Queste informazioni ci consentono di individuare in tre punti la direzione verso cui le nuove forme della didattica si stanno orientando:

  • flessibilità: i tempi e i luoghi di apprendimento non possono essere solo le aule e gli orari delle classi; il tempo e lo spazio sono le nuove barriere architettoniche che possono impedire il libero accesso alla formazione;
  • condivisione: la società in cui viviamo è caratterizzato da una rete peer-to-peer di accesso all’informazione e alla conoscenza;
  • connettività: l’apprendimento basato sul paradigma delle reti, ha prodotto la teoria dell’apprendimento all’avvento dell’era digitale, noto come connettivismo.

Non sappiamo ancora esattamente come lo sviluppo del mobile, l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata, l’internet delle cose, le stampanti 3D, la robotica intersecheranno la ricerca di nuove forme per la didattica. Anche perché la convergenza e la cross-medialità consentono la costruzione e l’integrazione dei diversi strumenti, combinati di volta in volta, in modo flessibile e personalizzabile.

Scuola e robotica educativa

In realtà già intravvediamo le diverse possibili applicazioni, ad esempio, nella Realtà Aumentata che consente di interagire con l’ambiente fisico attraverso elementi virtuali ed interagire con le rappresentazioni grazie ad un sistema di grafica interattiva aprendo prospettive efficaci per un uso marcatamente educativo.

Infatti, per la didattica risulta molto efficace, poter figurare qualcosa di molto piccolo come una molecola, o di molto grande come un ambiente, un edificio, un animale o un territorio. Con queste tecniche è possibile facilitare lo studio di concetti astratti propri della geometria attraverso la creazione di forme che possono essere agevolmente manipolate e osservate da qualsiasi angolazione, migliorando così la loro visualizzazione spaziale. E con riferimento alla cross-medialità, è possibile sviluppare servizi, su dispositivi mobili che incrociano tecnologie di georeferenziazione con la realtà aumentata.

La robotica educativa è un approccio alla robotica, al funzionamento dei robot, alla programmazione informatica e all’apprendimento di materie tecniche come la scienza e la matematica. Con la robotica educativa si ragiona e si sperimenta, si programma e si costruisce. Spiegare ad un automa come compiere azioni intelligenti è una opportunità per ragionare e conoscere meglio i meccanismi del ragionamento.

I robot incuriosiscono e stimolano ad apprendere qualsiasi disciplina che sia arricchita da percorsi di robotica educativa e creativa. Si parte dalla fase laboratoriale, dal concreto, progettando e costruendo, sbagliando e riprovando perché l’errore diventi la molla per imparare sempre meglio. È un metodo divertente che utilizza i robot per stimolare la curiosità e l’uso della logica nei bambini e nei ragazzi. Cosi come il coding che va inteso come una modalità di sviluppo del pensiero logico e non come un modo per diventare programmatori.

Come cambia il ruolo dei docenti

Se abbiamo accennato a come le tecnologie hanno aperto al mondo della scuola una molteplicità di strumenti, cosa succede ai docenti che sono inevitabilmente chiamati ad utilizzare tali tecnologie? Come cambia il loro ruolo?

Trasformare le lezioni in presenza in una sequenza di lezioni online è obsoleto non è la strada. Le nozioni sono ormai reperibili in pochi secondi in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento: qualsiasi studente può assistere a lezioni e conferenze su qualsiasi argomento di premi Nobel e massimi esperti mondiali del tema. L’insegnante è chiamato a ripensare il suo ruolo da erogatore della conoscenza ad animatore della conoscenza. Bisogna immaginarlo come una sorta di regista con un set di strumenti immerso nel processo di apprendimento che diventa adattabile e variabile in relazione ai contesti. Non più insegnanti di discipline ma educatori, méntori, guide, conduttori capaci di agevolare percorsi di interconnessione e indurre sempre maggior autonomia e autorganizzazione

Per evidenziare alcuni radicali mutamenti di paradigma nella professionalità dell’insegnamte-formatore, è utile riportare il paradigma proposto da Vindice Deplano nel suo articolo “Ipertesto concreto”. Il Formatore 1.0, è sostanzialmente il vecchio insegnante con una profonda conoscenza della materia. Pensa a se stesso come al centro del processo formativo: un esperto con in più una forte vocazione per la trasmissione della propria conoscenza e (non sempre) una certa capacità di comunicare. Il Formatore 2.0, ha spostato il focus dall’insegnamento all’apprendimento e da sé all’allievo. Anche se per una parte del suo tempo continua a insegnare, vede se stesso come un facilitatore e per questo punta sull’interattività, sull’esplorazione di nuovi metodi e delle tecnologie avanzate. E il Formatore 3.0? Ingloberà le competenze delle generazioni che lo hanno preceduto, ma declinerà il tema della facilitazione dell’apprendimento in un modo totalmente nuovo. Probabilmente sarà in buona parte un progettista di ambienti o, se si preferisce, un creatore di mondi orientati all’apprendimento. E, nello stesso tempo, pur continuando a esserne il regista, si spingerà sempre più lontano dal centro della scena. Fino a diventare, come le tecnologie che impiega, invisibile.

Il ruolo degli studenti

Anche il ruolo degli studenti, in questo scenario, si sta modificando. Va ricordato che essi vivono una realtà significativamente diversa da quella in cui sono cresciuti i loro insegnanti. E, a riprova della loro accresciuta capacità di autorganizzazione, c’è l’esperienza di un gruppo di ragazzi di quinta liceo, che vivono a Milano, i quali, hanno realizzato una piattaforma: pc4u.tech. Un sito molto semplice per fare incontrare gratuitamente domanda e offerta di tablet o pc usati. C’è un ambiente dedicato alle richieste e un ambiente dedicato alle donazioni dei dispositivi. I ragazzi seguono tutte le fasi del processo: ritirano i dispositivi presso il domicilio di chi dona, controllano il corretto funzionamento della macchina e, i computer ricondizionati, vengono consegnati agli studenti che ne hanno bisogno.

Come si diceva all’inizio, il Covid ha accelerato un processo rispetto a cui non si possono trarre conclusioni affrettate. Siamo di fronte ad un enorme puzzle, in cui le tessere devono ancora trovare il loro posto, è una realtà in movimento, una realtà da osservare attentamente per impadronirci degli strumenti, in modo che si possano riconoscere per tempo opportunità e minacce di cui è disseminato il percorso. La scuola si sta trasformando, bisogna aiutarla a sviluppare una visione, in cui le tecnologie, favoriscano un approccio globale di formazione continua per tutti i soggetti operanti nella scuola e fuori di essa, in modo che la formazione continua diventi un modello di crescita e sviluppo per la società stessa.

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