sostenibilità

Comunità energetiche e modelli di gestione intelligente dell’energia: norme, sviluppi e tecnologie

Decarbonizzare e digitalizzare il sistema energetico è una priorità per il nostro Paese, in sinergia con gli obiettivi europei. Le comunità energetiche rinnovabili offrono un modello capace di integrare produzione e utilizzo dell’energia in modo intelligente e condiviso. Le potenzialità di questo nuovo paradigma

Pubblicato il 10 Ago 2022

modello di sviluppo sostenibile - sostenibilità

In un contesto di crescente instabilità energetica, esistono dei modelli di sviluppo su piccola scala in grado di accrescere l’autonomia dei territori dalle fragili dinamiche geopolitiche e che guidano il mercato dell’energia per creare sistemi distribuiti e decentralizzati per la produzione, gestione e condivisione dell’energia.

La comunità energetica rinnovabile (CER) è un soggetto giuridico autonomo basato sulla partecipazione aperta e volontaria di imprese, persone fisiche, enti o amministrazioni comunali, che può aiutare la nostra società nel suo percorso di transizione energetica. Si tratta di un soggetto autonomo che deve essere effettivamente controllato da azionisti o membri situati nelle vicinanze degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. L’obiettivo delle CER è fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai suoi azionisti o membri.

Le comunità energetiche per un futuro sostenibile: ecco come essere parte del cambiamento

Il tema è stato introdotto per la prima volta dall’Unione Europea nel 2018 con la direttiva comunitaria RED II, Renewable energy directive 2018/2001 Una seconda normativa europea, la IEM 2019/944, pubblicata a giugno 2019, ha poi introdotto la definizione di CEC – Citizen Energy Community ossia Comunità energetica di cittadini.

La normativa italiana

L’Italia si è avviata al recepimento delle normative UE nel febbraio 2020 con il Decreto Milleproroghe e poi con il documento di consultazione 112/20 elaborato da Arera e adottato nell’aprile 2020. L’iter normativo italiano è proseguito con la pubblicazione della Delibera ARERA 318/2020 (agosto 2020) e con il Decreto attuativo del MISE di settembre 2020 sull’autoconsumo collettivo e sulle energy community. Infine, è arrivato il recepimento della Direttiva RED II con il D.Lgs. 8 novembre 2021, n. 199, entrato in vigore il 15 dicembre. La finalità della normativa è quella di accelerare il percorso di crescita sostenibile dell’Italia e di transizione energetica, in coerenza con gli obiettivi europei di decarbonizzazione al 2030 e al 2050.

L’ultimo decreto italiano ha ampliato il perimetro per le CER, passando dalla cabina secondaria a quella primaria: ciò significa che le comunità energetiche possono aggregare diversi piccoli comuni fino a interi quartieri metropolitani. Anche le categorie di soggetti ammessi si è estesa: non soltanto famiglie, PMI ed enti locali, ma anche enti religiosi, di ricerca e del terzo settore. Altre novità riguardano la potenza massima del singolo impianto, che passa da 200 a 1000 kWp e gli impianti elegibili, FER se allacciati dopo il 15/12/2021 e quelli esistenti fino al 30% della potenza complessiva della comunità. Infine, tra i servizi erogabili dalla CER, viene aggiunta la building automation, l’efficienza energetica e la ricarica dei veicoli elettrici.

Inoltre, il PNRR il 13 luglio 2021 ha approvato un intervento che destina oltre 2 miliardi di euro allo sviluppo delle Comunità energetiche nei Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti con l’obiettivo di installare 2.000 MW di nuova capacità di produzione di energia elettrica.

Scenari di sviluppo delle CER

Secondo lo studio del 2020 dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, commissionato da Reed Exhibitions Italia prima dell’adozione del PNRR, la diffusione di comunità energetiche in Italia può concorrere positivamente al raggiungimento degli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC): “Si prevede che nei prossimi 5 anni porterà con sé l’installazione di 2,7 – 4,6 GW di nuovo fotovoltaico installato, e il contributo sul target al 2026 (33,25 GW) sarà del 25-45%”, si legge nello studio.

Lo studio identifica due possibili scenari, uno conservativo e uno accelerato: a seconda dello scenario si prevede che in 5 anni verranno coinvolti tra i 960.000 e il 1.630.000 utenti residenziali in configurazioni di comunità energetiche o di autoconsumo collettivo, mentre il numero di aziende in distretti industriali varierà tra le 3.000 e 6.000.

I benefici delle CER

La diffusione delle comunità energetiche porterà in Italia benefici in termini di incremento degli investimenti e diffusione sul mercato di tecnologie abilitanti le configurazioni: lo studio stima, a seconda degli scenari, tra i 2,2 e 3,8 miliardi di euro di investimenti nei prossimi 5 anni.

A questi benefici vanno aggiunti anche quelli ambientali: si prevede una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 0,9-1,6 MtonCO2eq/anno, equivalenti alla piantumazione tra i 25 e i 45 milioni di nuovi alberi.

Una terza ricaduta positiva si riscontra sul piano sociale: la diffusione delle CER permetterà di attivare nuove attività sociali, aumentare la coesione tra abitanti dello stesso territorio, e incentivare una gestione responsabile dell’energia.

Massimizzare i risparmi: efficienza energetica

Per prendere ancora più performanti i modelli di CER è utile che il mercato si diriga verso una formula che vi applichi soluzioni di efficienza energetica: iniziative di risparmio energetico e condivisione dell’energia hanno senso solo se prima abbattiamo i consumi degli edifici coinvolti, altrimenti continuerà a essere necessario produrre grandi quantità di energia, sia pure da fonti rinnovabili. Sul mercato sono disponibili molteplici tipologie di servizi di efficienza energetica, offerti da diversi provider.

Un tipo di soluzione è la sostituzione integrale o parziale, degli impianti di climatizzazione con impianti dotati di caldaie a condensazione o di generatori d’aria calda a condensazione. A questi interventi si può sommare la contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti: integrare una gestione intelligente delle performance energetiche dell’edificio attraverso sensori, intelligenza artificiale e Internet of Things, permette di regolare i consumi in modo autonomo, portando a un abbattimento dei consumi che può variare tra il 15% e il 40% a seconda dell’edificio, della tecnologia utilizzata e del provider scelto.

Questo tipo di soluzioni non sono utili solo a livello industriale – settore che sta dimostrando crescente interesse nell’abbassare consumi ed emissioni – ma anche a livello residenziale e ancor più in un contesto di comunità energetica rinnovabile: meno energia serve, meglio questa sarà impiegata.

Tecnologie applicate alle CER: energy management platforms

La tecnologia può fare un passo ulteriore se applicata alle comunità energetiche. Diverse aziende hanno messo a punto delle piattaforme hardware e software in grado di fornire molteplici servizi:

  • Monitoraggio in tempo reale delle performance energetiche, con visualizzazione della produzione di energia e dei consumi.
  • Reportistica ad hoc con analisi dei KPI energetici, ambientali ed economici.
  • Calcolo degli incentivi e ridistribuzione dei benefici economici tra i membri della comunità.

Si tratta, dunque, di sistemi di energy intelligence che, applicati ai contesti CER, diventano anche business intelligence perché aiutano nella rendicontazione dei benefici, il che è particolarmente utile per le comunità grandi: infatti, più sono i partecipanti e più è difficile applicare in modo rigoroso il criterio di ripartizione, che varia in base ai vari modelli di CER.

Conclusioni

Decarbonizzare e digitalizzare il sistema energetico è una priorità assoluta per il nostro Paese, in sinergia con gli obiettivi prefissati a livello europeo. Le comunità energetiche rinnovabili non saranno l’unica risposta a questa sfida; tuttavia, offrono un modello capace di integrare produzione e utilizzo dell’energia in modo intelligente e condiviso, promuovendo perimetri aggregativi entro i quali sviluppare interventi di efficienza energetica e mobilità sostenibile. Grazie alle piattaforme ICT di gestione delle CER sarà possibile integrare le comunità all’interno del nostro sistema energetico, sbloccando le potenzialità insite in questo nuovo paradigma.

Il recepimento delle Direttive Europee ha promosso le CER nel contesto nazionale, insieme al quadro del PNRR, sempre più Regioni hanno pubblicato bandi per incentivarne la nascita e lo sviluppo: l’auspicio è che nei prossimi anni vedremo fiorire sempre più esempi virtuosi.

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