Il vademecum

Startup e PMI, tutti gli incentivi: la guida completa

Nella giungla di incentivi per startup, PMI e anche grandi aziende, ecco un vademecum per far chiarezza su quali siano le agevolazioni più adatte per sostenere la propria attività a seconda della tipologia d’azienda, del settore operativo e del territorio in cui si vuole investire

Pubblicato il 13 Mag 2019

Daniele Tumietto

Dottore commercialista

business angel_startup

Incentivi per startup e PMI: le proposte di sostegno contemplate dallo Stato riguardano numerosi ambiti di azione, categorie e tipologie di aziende. In questa guida vengono riassunte le principali agevolazioni per permettere di comprendere se un’impresa o attività può essere oggetto di finanziamenti, per fornire un aiuto nel selezionare l’incentivo giusto a seconda di ciò che davvero serve, del territorio in cui si opera e della dimensione della tua azienda.

Finanziamenti agevolati per l’avviamento di startup

Un aiuto alle startup per permettere loro di svilupparsi all’interno del tessuto economico italiano. Di seguito vengono presentati tutti i finanziamenti e le agevolazioni per i diversi tipi di aziende appena avviate.

Le micro imprese e Pmi di giovani (18-35 anni) o donne

In questo caso viene previsto un finanziamento a tasso zero pari al 75% della somma necessaria. Somma che comunque non può superare i 1,5 milioni di euro. Con nuova costituzione si intendono imprese che hanno una vita non superiore al primo anno. I settori di provenienza sono diversi, dalla produzione industriale al sociale.

Iniziative di autoimprenditorialità giovanile

Si tratta in questo caso di aziende individuali o con al massimo nove soci. Sono ammesse ai finanziamenti solo cooperative o società di persone. Con il termine giovani, in questo caso s’intendono i NEET ovvero 18-29 anni d’età che hanno fatto domanda per la Garanzia Giovani. Il o i fondatori non devono lavorare o essere studenti, ma disoccupati. L’importo del finanziamento a tasso zero varia da un minimo di 5.000 euro ad un massimo di 50.000 euro.

Anche in questo caso le imprese non devono essersi formate da più di un anno.

Agevolazioni per attività nate da chi percepisce il reddito di cittadinanza

Nel caso di attività nate da chi percepisce il reddito di cittadinanza, l’organo della PA competente si limita ad anticipare 4 mensilità (da 780 euro l’una) in un’unica soluzione. Un discorso a parte e più complesso va fatto per startup innovative, a cui dedicheremo un paragrafo specifico.

Finanziamenti e agevolazioni per le startup innovative

Per le startup innovative gli incentivi statali non si limitano ad un semplice finanziamento agevolato, ma prevedono un raggio molto più ampio di intervento. Per poter ricevere le agevolazioni le startup innovative devono possedere almeno una delle seguenti caratteristiche:

  • Essere imprese tecnologiche o comunque innovative. Ad esempio, creare processi che fanno parte dell’Industria 4.0.
  • Vendono prodotti o servizi che appartengono all’economia digitale.
  • Sono degli spin-off della ricerca pubblica o privata.Se si sono formate da meno di 60 mesi e hanno costi/piani d’impresa di un valore compreso tra 100 mila euro e 1,5 milioni di euro entrano nel programma Smart&Start.
  • Finanziamento a tasso zero che varia dal 70%-80% del piano d’impresa per un massimo di 8 anni. Se la startup opera nel Meridione, ha anche diritto ad un contributo ulteriore pari al 20% del finanziamento iniziale.
  • Se è costituita da meno di 12 mesi, puoi usufruire anche di un servizio di tutoring sul come fare impresa. Per le startup innovative con meno di 60 mesi, che sono però società di capitali non quotate con un fatturato < 5 milioni di euro.
  • Procedure di costituzione e amministrativi semplificate e totalmente digitalizzate.
  • Accesso al fondo di credito delle PMI, il Fondo di Garanzia.
  • Possibilità di avvalersi dell’equity crowdfunding, ovvero la raccolta di finanziamenti tramite piattaforme di crowdfunding dove i finanziatori diventano soci dell’azienda.
  • Accesso al programma Smart&Start di cui sopra.
  • Retribuire i dipendenti con mezzi alternativi, come ad esempio il work of equity, ovvero tramite cessione di quote o azioni della società in cambio del lavoro svolto.

Sgravi fiscali per chi investe in startup innovative e PMI innovative

Arriva lo sconto fiscale del 30%, ora aumentato al 50%, sugli investimenti fatti da persone o aziende in startup innovative e PMI innovative. Il decreto che attua quanto contenuto nella Legge di Bilancio per il 2017, da il via libera alla detrazione d’imposta sugli investimenti fatti dal 2017 in poi, fino a un milione di euro (per persone fisiche) e 1,8 milioni di euro (persone giuridiche). Per quanto riguarda le disposizioni normative, che attuano quanto previsto nella Legge di Bilancio per il 2017, si attende solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto per le PMI, mentre quello per le startup è già stato pubblicato.

Le disposizioni introdotte prevedono che per ottenere gli incentivi, bisogna conservare per tre anni le quote ottenute con l’investimento effettuato, pen la perdita dei benefici.

Inoltre le aziende possono scegliere anche di distribuire gli investimenti effettuati su più periodi fiscali, con il solo limite massimo di tre anni.

Agevolazioni per le PMI

Per le PMI sono previste agevolazioni per investimenti su macchinari, impianti, tecnologie; credito imposta per investimenti nel mezzogiorno; voucher per consulenza sull’innovazione; incentivi per brevetti e marchi; voucher internazionalizzazione. Il tessuto imprenditoriale europeo e soprattutto quello italiano è formato in prevalenza da PMI. I servizi e gli incentivi per le PMI offerti dal Mise, come avremo modo di vedere, abbracciano vari aspetti, dagli investimenti per macchinari all’innovazione 4.0.

In questa fase introduttiva vorremmo evidenziare due fattori: la gestione del capitale/risorsa umana e l’industria 4.0. Le risorse umane costituiscono una delle chiavi di svolta per il successo di un piano aziendale, soprattutto per le PMI dove il numero di dipendenti è minore. Ne consegue che se il costo del lavoro è troppo alto e/o se i dipendenti non sono adeguatamente formati una PMI rischia di non farcela. Da considerare inoltre che il tasso di fallimento delle PMI negli ultimi anni è stato di 1 su 5.

Con l’ultima manovra di Bilancio il credito d’imposta è stato tolto per gli anni 2021/2023, ma sino al 31/12/2020 è rimasto in vigore.

Agevolazioni per investimenti in macchinari, impianti, tecnologie

Le agevolazioni riguardano sia i macchinari e gli impianti adibiti alla produzione sia l’acquisto di materiali tecnologici (hardware, software e tecnologie digitali). L’incentivo economico è pari al valore degli interessi di un investimento su base quinquennale, con interesse annuo pari a:

  • 2,75% se si parla di beni ordinari.
  • 3,575% se invece l’azienda decide di investire in tecnologie o in sistemi di tracking e pesatura dei rifiuti.

Possono richiedere questo contributo tutte le micro imprese e PMI che fanno parte di settori diversi, tra cui bancario, assicurativo e collegato all’esportazione.

Agevolazioni per investimenti in macchinari e tecnologie innovative

Le agevolazioni si riferiscono a quelle PMI che operano nelle aree meno sviluppate dal punto vista manifatturiero e vogliono intraprendere investimenti innovativi per trasformare le loro imprese in Smart Factory. Si parla di quell’insieme di processi e tecnologie d’integrazione (vedi ad esempio l’IOT) tipici dell’Industria 4.0. Anche in questo caso si parla di un contributo economico pari al 75% delle spese:

  • Per le micro e piccole imprese manifatturiere si parla di 35% di contributo e il resto di finanziamento agevolato.
  • Per le medie imprese 25% di contributo e il restante è finanziamento agevolato.

Credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno

Si parla in questo caso specifico di investimenti in innovazione per il Meridione ed in particolare in una strategia nazionale di specializzazione intelligente.

L’investimento richiesto deve essere ≥ 500 mila euro (si considera la somma lorda) e può essere richiesto da tutte le PMI, fatta eccezione di quelle che operano nell’agricoltura, nella silvicoltura e nella pesca (Sezione A del codice Ateco). Il credito d’imposta concesso varia in base alle dimensioni dell’azienda: micro, piccola o media.

Voucher per chi sceglie una consulenza sull’innovazione

Se una PMI sceglie di affidarsi a una società o a un singolo consulente per innovarsi, ha diritto all’assegnazione di un voucher. Il voucher copre una parte delle spese sostenute per la consulenza:

  • Se hai una micro o piccola impresa il voucher coprirà il 50% delle spese fino ad un massimo di 40 mila euro.
  • Per una media impresa il 30% fino ad un massimo di 25 mila euro.
  • Se decidi di fare rete con altre PMI per un progetto comune la copertura sarà del 50% fino ad un massimo di 80 mila euro.

Similmente alle startup innovative, anche per le PMI innovative sono previsti dei benefici e degli incentivi che vanno al di là del semplice contributo economico: fiscalità semplificata, accesso al credito facilitato e molto altro. Inoltre se si opta per quotare la PMI su un mercato regolamentato appartenente all’Unione Europea, entro la fine del 2020, si ha diritto a chiedere un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute fino ad un massimo di 500 mila euro. Limite definito per tutti i soci che hanno sostenuto i costi di quotazione.

Il Fondo di Garanzia, infine, ha la funzione di fare da garante alle PMI per qualsiasi operazione finanziaria inerente con l’attività d’impresa. La garanzie sono concesse a titolo gratuito e solo alle imprese che sono considerate sane dal punto di vista finanziario ed economico.

Pmi: incentivi per i brevetti e i marchi

Per quanto riguarda il possesso o la registrazione di un brevetto, le PMI possono ottenere degli sgravi sui costi se persiste una delle seguenti condizioni:

  • Brevetto rilasciato dopo il 1 gennaio del 2013.
  • Accordo o clausola di opzione di acquisto di un brevetto.
  • Se l’azienda è neo costituita ed è uno spin-off di ricerca, oltre all’accordo per il brevetto, l’università deve partecipare nel capitale sociale con una quota non inferiore al 10%.

Il contributo in denaro consiste nell’80% delle spese sostenute, fino al 100% per le aziende spin off. Tale contributo non può in ogni caso superare 140 mila euro. Per i marchi sono previsti due regimi diversi, uno dedicato a quelli storici. I marchi storici sono quelli relativi a micro imprese e PMI aventi sede legale e operativa in Italia che si sono registrate prima del 1967. Gli incentivi vengono conferiti se l’impresa compie delle azioni per valorizzare o rivalutare il marchio storico. Nello specifico se acquista servizi o beni con il preciso intento di rivalutare il marchio. Per prima cosa viene fatta una valutazione del marchio ed in base a questa si decide l’ammontare della somma da conferire. Tale somma non può essere superiore a 65 mila euro e non più dell’80% sul totale delle spese sostenute per le operazioni di valorizzazione. Per gli altri marchi si distingue tra quelli europei e quelli internazionali di PMI che hanno comunque sede in Italia. Nel primo caso vengono concesse agevolazioni per una somma massima di 6 mila € e non superiore all’80% delle spese sostenute. Per i marchi internazionali, invece, l’80% di un massimo di 6 mila € se il marchio si riferisce ad un solo paese extracomunitario, mentre 7 mila € per più paesi.

Voucher per l’internazionalizzazione

Il voucher per le imprese che intendono intraprendere investimenti all’estero viene conferito sia alle PMI sia alle startup innovative. Solo per le PMI, però, sussiste un limite di fatturato. Le PMI devono aver conseguito un utile in bilancio di almeno 500 mila euro, durante l’ultimo esercizio.

Il voucher è un finanziamento a fondo perduto e si distingue in:

  • Early stage, in questo caso il contributo è di 10 mila euro se c’è stata una spesa netta di almeno 13 mila euro.
  • Advanced stage, finanziamento di 15 mila euro se c’è stata una spesa netta di almeno 25 mila euro.

Finanziamenti per tutte le imprese

In quest’ultimo capitolo analizzeremo i servizi e gli incentivi previsti per tutte le imprese (indipendentemente dalla dimensione) e dedicheremo una parte alle aziende che si occupano di energia e alle PA. Per quanto riguarda i servizi, le grandi imprese necessitano di:

  • Servizi per l’innovazione e la formazione del management, similmente alle PMI.
  • Operazioni di corporate finance, in particolare di finanza straordinaria.
  • Servizi specifici per le aziende distributrici di energia, per aiutarle a creare progetti e piani che gli permettano di ottenere gli incentivi.

Di seguito vedremo le agevolazioni e gli incentivi pensati per tutte le imprese, indipendentemente dalle dimensioni.

Benefici per le aree soggette a crisi industriale

L’incentivo economico viene assegnato ad imprese che operano o si trovano in aree disagiate e scarsamente industrializzate. Il finanziamento consta nel conferire un finanziamento agevolato pari al 50% degli investimenti sostenuti dall’impresa. La concessione del finanziamento agevolato dipende da:

  • Il soggetto che lo richiede deve essere credibile.
  • Deve essere condotta un’analisi di fattibilità tecnica e finanziaria dei progetti che l’impresa vuole avviare.
  • Analisi di mercato per capire se il progetto o i progetti costituiscono un vantaggio competitivo e porteranno profitti all’azienda. Imprese e progetti di ampio respiro

Con l’accezione grandi progetti vengono intesi:

  • I progetti di sviluppo strategico.
  • Grossi accordi per l’innovazione.

I progetti di sviluppo strategico servono a rafforzare l’impianto produttivo del Paese e per ricevere gli incentivi devono avere un costo di almeno 20 milioni di euro o di almeno 7,5 milioni di euro per il settore agricolo. Gli incentivi non riguardano solo finanziamenti agevolati a tassi ridotti, ma anche contributi direttamente sulle spese di bilancio come:

  • Contributi in conto interessi e impianti.
  • Contributi diretti alla spesa.

In questo caso l’importo è variabile e viene determinato di volta in volta.

Per progetti specifici diretti ad innovare l’azienda, che riguardano investimenti in ricerca e sviluppo, tra i 5 e i 40 milioni di euro sono previsti dei finanziamenti agevolati che, anche in questo caso, vengono definiti di volta in volta. Sempre per quanto riguarda l’innovazione e l’Industria 4.0, ci sono degli incentivi per le aziende che scelgono di far fare formazione ai propri dipendenti. Imprese che contestualmente investono in capitale umano e nell’innovazione. Queste imprese beneficiano di un credito d’imposta relativo alle ore e al numero di dipendenti partecipanti ai corsi di formazione considerati validi per legge. L’ammontare ricevuto dipende dalla dimensione dell’impresa beneficiaria:

  • Per le piccole imprese il credito equivale al 50% delle spese sostenute e non può essere superiore ai 300 mila euro per beneficiario del corso.
  • Per medie imprese il credito equivale al 40% delle spese sostenute e non può essere superiore ai 300 mila euro.
  • Per grandi imprese il credito equivale al 30% delle spese sostenute e non può essere superiore ai 200 mila euro.

Internazionalizzazione

Per quanto riguarda le imprese che investono all’estero vengono normate quattro situazioni differenti:

  • Incentivi per l’export – viene concesso un credito all’esportazione sia nei confronti del fornitore che dell’acquirente. In altre parole viene destinato un contributo agli interessi, dove questi ultimi sono fissati al tasso CIRR previsto dall’OCSE. Ciò permette alle aziende italiane che esportano di dilazionare fino all’85% del costo del bene venduto a tassi competitivi, mentre la parte restante viene pagata in contanti.
  • Incentivi per le imprese che aprono una sede in un paese extracomunitario o che acquistano delle quote di una società non europea – In questo caso la Simest acquista una quota del capitale sociale dell’impresa estera fino ad un massimo del 49% dell’impresa stessa e comunque tale quota non può essere superiore a quella detenuta dall’impresa italiana. La partecipazione della Simest dura al massimo 8 anni. La Simest è per prima cosa una fonte di finanziamento complementare che permette all’azienda italiana di ridurre il costo del finanziamento sulla quota di partecipazione. La Simest aiuta l’impresa a posizionarsi sul mercato estero e se tale mercato è di particolare interesse è possibile richiedere anche la partecipazione al Fondo di Venture Capital.
  • Promozione del made in italy –  Riguarda sia i piani promozionali (come la partecipazione a fiere e la creazione campagne di comunicazione sui mercati esteri), sia attività di consulenza e formazione da parte dell’ICE, che piani per la salvaguardia della proprietà individuale.
  • Finanziamenti a tasso agevolato pari al 10% del tasso di riferimento EU – Per favorire piani di internazionalizzazione da parte delle imprese italiane, con occhio di riguardo verso le PMI.

Secondo disposizioni del MISE possono venire finanziati:

  • Studi di fattibilità per valutare l’ingresso in un mercato extra UE.
  • Programmi di inserimento sui mercati extra UE.
  • Programmi di assistenza tecnica: finanziamento delle spese sostenute per la formazione del personale operativo nelle iniziative di investimento in Paesi extra UE (comprende costi per personale, viaggi, soggiorni e consulenze).
  • Partecipazione a fiere, mostre e missioni di sistema in mercati extra UE.
  • Patrimonializzazione delle PMI esportatrici.

Agevolazioni per gli investimenti

Il fondo rotativo imprese (FRI) è la concessione di un finanziamento di medio-lungo periodo alle imprese, allo scopo di sostenere i programmi di ricerca da esse proposti. Il FRI è in altre parole un prestito a tasso agevolato, la cui quota rappresenta il 50% del finanziamento totale richiesto, può arrivare fino al 90% per i programmi di ricerca, sviluppo e di innovazione.

Il FRI viene rimborsato tramite un piano di rientro pluriennale, che non può superare i 15 anni, e il tasso agevolato è compreso tra lo 0,5%-0,8% annuo. L’ente che si occupa di erogare e gestire il fondo rotativo è la Cassa Depositi e Prestiti. Le imprese che possono richiedere il FRI sono quelle che appartengono ai settori:

  • Ricerca e sviluppo
  • Innovazione tecnologica
  • Industria
  • Turismo
  • Commercio
  • Agricoltura
  • Artigianato
  • Servizi

Sempre considerando gli investimenti aziendali viene previsto uno speciale credito d’imposta per la formazione in ambito industria 4.0. Il credito d’imposta ha l’obiettivo di rendere più sostenibili spese relative al personale dipendente impegnato nelle attività di formazione ammissibili, limitatamente al costo aziendale riferito alle ore o alle giornate di formazione, sostenute nel periodo d’imposta agevolabile.

Presente anche uno speciale iper ammortamento che consiste in una supervalutazione dei beni acquistati daun’impresa allo scopo di innovarla secondo logiche 4.0. Sono ricompresi: macchinari e tecnologie. Iperammortamento significa quindi aumento del costo dei beni imputato a bilancio, che comportano una maggiorazione della quota annua di ammortamento che risulta deducibile dalle tasse:

  • Fino al 170% del valore del bene per investimenti ≤ 2,5 milioni di euro.
  • Fino al 100% del valore del bene per investimenti compresi tra 2,5-10 milioni di euro.
  • Fino al 50% del valore del bene per investimenti compresi tra 10-20 milioni di euro. Questa è la soglia massima per poter richiedere l’iper ammortamento.

Incentivi economici per i progetti di Fabbrica

Intelligente, Agrifood e Scienze della vita : tali progetti devono possedere una forte componente di R&S e la somma investita deve essere compresa tra 5-40 milioni di euro.

L’incentivo consiste in un finanziamento agevolato, concordato di volta in volta. In questo caso, però, il 3% dell’investimento deve essere finanziato da PA interessate nel progetto.

Patent Box

Il patent box è un sistema opzionale di agevolazione fiscale per i redditi d’impresa generati da:

  • Software protetti da copyright.
  • Brevetti e disegni e modelli industriali di proprietà dell’azienda.
  • Altri aspetti, come processi, formule o informazioni, che possono godere di protezione giuridica.
  • L’utilizzo di uno o più tra i beni immateriali appena elencati, al fine della creazione di un prodotto o di un processo aziendale.

Possono richiedere l’agevolazione prevista dal Patent Box i soggetti titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dal tipo di contabilità adottata e dal titolo giuridico in virtù del quale avviene l’utilizzo dei beni.

Incentivi e agevolazioni per le aziende distributrici di gas e energia elettrica

I principali incentivi per le aziende distributrici di gas ed energia elettrica riguardano:

  • Certificati bianchi.
  • Fondo nazionale per l’efficienza energetica.
  • Conto termico.

Con la recente approvazione del Decreto Crescita, per rendere più semplice e veloce l’applicazione del regime patent box, si prevede la possibilità per i contribuenti interessati di usufruire dell’agevolazione direttamente in dichiarazione, superando, quindi, l’attuale procedura che, invece, stabilisce, in determinati casi, la presentazione di un’apposita istanza all’Agenzia delle entrate finalizzata alla preventiva determinazione dell’ammontare del benefico (ruling).

Certificati bianchi

I certificati bianchi, anche chiamati Titoli di Efficienza Energetica, sono titoli negoziabili che vengono utilizzati per certificare i risparmi in termini di consumo di energia. In pratica certificano quanta energia è stata risparmiata tramite l’implementazione di un piano di efficienza energetica. I certificati bianchi sono assegnati alle aziende che promuovono piani di risparmio energetico:

  • Società per la fornitura di servizi energetici ( ESCO, acronimo di Energy Service Company).
  • Aziende distributrici di energia elettrica e gas.
  • Imprese che si sono dotate di un energy manager.
  • Imprese che hanno un sistema di gestione dell’energia certificato ISO 50001.

Il numero di certificati bianchi dipende dalla quantità di energia risparmiata, viene assegnato per ogni tonnellata equivalente di petrolio risparmiata (TEP), mentre il valore economico del singolo certificato dipende dalle contrattazioni di mercato (logiche di domanda e offerta). Le imprese obbligate al risparmio energetico hanno due modalità per adempiere al loro compito:

  • Attivare dei processi di efficienza energetica.
  • Acquistare certificati bianchi da altri soggetti ammessi al meccanismo di efficienza energetica.

Fondo nazionale per l’efficienza energetica

Il fondo nazionale per l’efficienza energetica si occupa di erogare garanzie o finanziamenti agevolati ai soggetti (aziende, ESCO, PA) che promuovono piani di risparmio energetico. Il 30% delle risorse del fondo sono dedicate alle garanzie, mentre il restante 70% alla concessione di finanziamenti agevolati. Inoltre il 20% sul totale delle risorse è riservato alle PA.

Le garanzie coprono fino all’80% dei finanziamenti per cui sono emesse, per un importo garantito tra 150 mila – 2,5 milioni di euro. Il tasso agevolato dei finanziamenti è lo 0,25% e riguarda al massimo il 70% del finanziamento erogato per importi compresi tra 250 mila – 4 milioni di euro.

Conto termico

Il conto termico è un contributo che serve ad agevolare la promozione ed attuazione di piani di efficienza energetica tramite da parte di piccoli impianti che utilizzano energie rinnovabili. L’importo erogato dipende dalla tipologia di intervento, che come abbiamo sottolineato proviene da un impianto di piccole dimensioni.

Le domande da porsi

Come abbiamo visto il pacchetto di agevolazioni proposto dal Ministero dello Sviluppo economico è ampio e molto articolato. Spesso però gli imprenditori devono purtroppo fare i conti con il rischio di perdersi in mezzo ad una giungla di burocrazia, procedure complesse e misure poco accessibili che si frammentano tra i vari Ministeri e tra società partecipate o controllate. Un corretto accesso agli strumenti agevolativi parte sempre da un assessment iniziale, in grado di valutare i seguenti elementi chiave:

  • È un progetto di ricerca sviluppo e innovazione?
  • È l’acquisto di un macchinario fine a se stesso?
  • È un investimento per aumentare la digitalizzazione della mia impresa?
  • Ho valutato l’impatto finanziario nella mia impresa?
  • Le ricadute economiche dell’investimento?
  • È un progetto che mi permetterà di avere un vantaggio competitivo?
  • Ho tutte l’expertise in house per realizzarle o devo reperire risorse esterne?
  • Ho pensato che prima di realizzare tutto il progetto, può essere importante realizzare un P.o.C. e successivamente un pilot?

Una volta identificate le parole e i termini chiave del progetto, si passa all’individuazione degli strumenti finanziari e fiscali agevolativi.

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Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
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