Digital transformation

L’incubatore 2I3T: “Tutte le nostre strategie per il trasferimento tecnologico”

2I3T è l’incubatore di imprese dell’università di Torino: i numeri, il progetto CTE Next, il ruolo tra gli incubatori italiani, le migliori startup incubate sull’innovazione digitale

Pubblicato il 24 Feb 2022

Giuseppe Serrao

Direttore dell’incubatore 2i3T - Università degli studi di Torino

consiglio europeo innovazione

2I3T, acronimo di “Imprese Innovative Trasferimento Tecnologico Torino”, è l’incubatore di imprese dell’università degli studi di Torino. Opera sul trasferimento tecnologico da tutte le aree scientifiche dell’ateneo, dalle hard sciences, che appaiono più vicine al concetto di innovazione, alle scienze umane, settori in cui la componente digitale sta evolvendo rapidamente e sviluppando nuove soluzioni che arricchiscono l’offerta delle imprese culturali e creative, anch’esse centrali nel benessere della comunità.

La trasformazione digitale è sempre più componente trasversale dei progetti innovativi seguiti dall’incubatore e consente la creazione di prodotti e servizi ad alto valore aggiunto che generano a loro volta meccanismi di miglioramento continuo per le aziende, gli enti e di cittadini.

Contratti di investimento: come evitare di perdere il controllo della startup per un pugno di euro

Oltre al classico, ben consolidato percorso scouting, selezione di idee imprenditoriali, business plan, costituzione di impresa, supporto ai neoimprenditori, 2I3T si è impegnata a trovare soluzioni innovative per supportare la maturazione e lo sfruttamento di risultati della ricerca in un’ottica di sviluppo industriale.

L’incubatore lavora secondo un modello che viene definito della Quadrupla Elica, che ricomprende il contesto sociale in un ruolo di co-progettazione unitamente agli altri attori dell’ecosistema dell’innovazione, favorendo e realizzando in questo modo processi di collaborazione trasversale e di condivisione proattiva dei saperi e delle esperienze.

La partecipazione degli utenti finali nell’orientare l’analisi delle soluzioni alternative costituisce ormai fattore moltiplicativo fondamentale dell’impatto della tecnologia e dell’innovazione sulla società e in questa logica l’Incubatore 2i3T organizza eventi e contest, come ad esempio “Made in Research”, destinati a sviluppare approcci a problemi basati sul co-design per definire idee e soluzioni alimentate dalla presenza attiva, organizzata e strutturata di più attori.

I numeri di 2i3T

Ad oggi 2i3T, nato nel 2007, è prossimo al traguardo delle cento imprese costituite: un passaggio importante per l’incubatore che si proietta nel nuovo anno con molteplici sfide nei diversi settori in cui opera, tra cui il principale è sicuramente quello costituito dai 27 dipartimenti multidisciplinari dell’ateneo di Torino.

La maggior parte delle imprese create nell’ambito dei percorsi di incubazione di 2I3T sono in piena attività, con risultati spesso importanti. Alcune di queste, in ambito Biotech e Life Science, sono state in grado nel corso degli ultimi anni di attrarre importanti finanziamenti per oltre 27 milioni di euro, di cui 21 milioni ottenuti da Euremab, 1 milione da Corion Biotech, 850 mila da Addax Biosciences e 250 mila I-Tes: molti sono i casi di successo per cui si può affermare che il marchio “incubata da 2I3T-UniTO” si sta facendo apprezzare nel mondo delle spin-off/start-up anche fuori dai confini regionali.

La partnership nel progetto CTE NEXT, la “Casa delle Tecnologie Emergenti”

Anche nell’attività istituzionale 2i3T si dimostra attore della trasformazione digitale del proprio territorio partecipando attivamente in qualità di partner a CTE NEXT, ovvero la “Casa delle Tecnologie Emergenti”, un progetto strategico quadriennale della Città di Torino a cui 2i3T collabora per l’accelerazione di startup e per il trasferimento tecnologico verso le piccole e medie imprese.

CTE NEXT intende trasformare Torino in un centro di trasferimento tecnologico diffuso sulle tecnologie emergenti in settori individuati come strategici per il territorio torinese: mobilità intelligente, industria 4.0 e servizi urbani innovativi. Sarà centrale anche lo sviluppo di tutte le implementazioni della connettività 5G come IoT, Big Data, Intelligenza Artificiale e Blockchain.

CTE Next andrà a integrarsi con Torino City Lab e sarà un ulteriore e fondamentale tassello nella visione di una Torino che possa davvero tornare a vedere nell’impresa e nella manifattura le sue principali leve di sviluppo.

La visione sui fondi del PNRR e del Next Generation EU

Nel PNRR una parte consistente di fondi, più di 10 miliardi, sono destinati all’università e al trasferimento tecnologico, attività centrale dell’incubatore che svolge e sviluppa le operazioni di collegamento tra la ricerca accademica e la creazione di nuove imprese.

La nostra visione è che le risorse messe a disposizione dovrebbero essere allocate in maniera diretta, rapida ed efficace per sostenere lo sviluppo sia dell’ecosistema dell’innovazione nel suo complesso sia, nello specifico, per ampliare il set di opportunità messo a disposizione delle startup: ci auguriamo che questa straordinaria circostanza sia valorizzata al meglio per produrre significativi risultati sul medio-lungo termine.

A differenza degli Stati Uniti, dove le risorse per il rilancio sono state molto concentrate nel 2021, i 209 miliardi di euro della quota italiana del piano Next Generation Eu verranno erogati gradualmente nel corso di sei anni attraverso piani d’azione che dovranno essere estremamente precisi sul lungo termine.

Siamo consapevoli che si focalizzeranno in alcune aree di innovazione strategica sulle quali insiste anche il processo di trasferimento tecnologico attuato dall’Incubatore 2i3T: energie pulite e rinnovabili, efficienza energetica degli edifici, trasporti sostenibili, digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, sviluppo del cloud, istruzione e formazione per le soft e le digital skills, agricoltura sostenibile e di precisione.

A tutto ciò, e ancora con gli effetti della pandemia in corso, risulta centrale l’evoluzione delle cosiddette scienze della vita che proprio nel caso del Covid hanno dimostrato quanto sia centrale il ruolo del trasferimento tecnologico e dell’open innovation nel collegare sempre più rapidamente i risultati della ricerca accademica ad output industriali.

Il ruolo di 2i3T tra gli incubatori italiani

2i3T ha creato fino a oggi 96 startup – attive in scienze della salute (35%), energia e ambiente (17%), agroalimentare (17%), innovazione tecnologica e digitale (15%) e innovazione sociale (15%) – e ancora 42 brevetti, 37 partnership industriali e finanziarie, centinaia di posti di lavoro ad alta intensità di conoscenza e oltre due milioni di fatturato generato (con soltanto il 15% di fondi provenienti da risorse pubbliche, mentre la grande parte delle risorse necessarie al funzionamento dell’incubatore deriva da attività di fundraising).

A guidarlo, da luglio 2021 e per i prossimi tre anni, è la professoressa Fiorella Altruda, torinese, classe 1952, ordinario di “Genetica molecolare”, dal 2013 direttore del Molecular Biotechnology Center dell’università di Torino e dal 2015 presidente del Bioindustry Park di Colleretto Giacosa. È la prima donna a presiedere un incubatore di imprese in Italia.

Le due sedi di 2i3T sono a Torino, in via Nizza 52 (presso il Molecular Biotechnology Center di UniTO) e in via Quarello 15. I due poli di incubazione, che si estendono per oltre 1700 metri quadrati, sono dotati di laboratori e strumentazioni scientifiche all’avanguardia e di spazi dedicati a ospitare le imprese neocostituite.

L’ultima ricerca disponibile di Social Innovation Monitor (del 2019), che ha mappato 197 incubatori in Italia (con una concentrazione di circa il 60% nell’Italia settentrionale, il 23% al centro e il rimanente al Sud), rileva un trend molto dinamico nelle organizzazioni dedicate all’incubazione di impresa, pur nelle differenze territoriali, nelle forme societarie e nella varietà dei servizi offerti.

2i3T, nato inizialmente in forma totalmente pubblica, si è evoluto in forma pubblico-privata nel 2019, risultata in questi anni fondamentale per la gestione flessibile delle attività: fa parte della ristretta categoria degli incubatori certificati – ai sensi dell’art. 25 comma 5 del D.L. 179/2012 – che conta in Italia attualmente 43 organizzazioni (Fonte: Registroimprese, febbraio 2021).

2i3T è uno degli incubatori nati per primi in Italia: lo studio SIM precedentemente citato indica a livello nazionale una vita media di sette anni contro i 13 anni di 2i3T.

Se si approfondiscono alcuni dati relativi al set dei 43 incubatori italiani certificati per un confronto e un posizionamento emerge come 2i3T presenti alcune caratteristiche peculiari: dal punto di vista del valore della produzione si pone nel quarto cluster di riferimento a livello nazionale con un valore di riferimento compreso tra i 2 e i 5 milioni di euro; questo risultato viene raggiunto con un investimento in capitale sociale iniziale estremamente contenuto di 50.000 euro (solo 10 su 43 hanno questa classe di capitalizzazione). 2i3T mostra in questo senso una buona performance tra classe di fatturato e capitale sociale rispetto alla media, in quanto di 15 soggetti con classe di fatturato uguale e/o superiore, 10 presentano classe di capitale maggiore di un milione di euro.

2i3T: le migliori startup sull’innovazione digitale

Presentiamo di seguito alcune startup di differenti settori incubate in 2i3T in cui la componente digitale diventa fattore abilitante, dalla sanità alla cittadinanza digitale.

Sanità Digitale

  • Fidelio Medical: è una “startup di eccellenza”, vincitrice del Premio Nazionale dell’Innovazione a Roma lo scorso dicembre nel settore “Life Sciences-MEDTech”, che intende portare sul mercato globale nuove soluzioni diagnostiche digitali brevettate per monitorare la carenza di ferro che colpisce una persona su tre, in particolare donne, bambini e persone con malattie croniche. L’obiettivo è di anticipare la diagnosi ed evitare di trascurare mesi di sintomi importanti con rischio di complicanze gravi come l’anemia, in particolare in gravidanza o in presenza di altri problemi di salute. Quello prodotto dal team di Fidelio Medical sarà il primo test multimarkers per carenza di ferro disponibile al di fuori dei laboratori di analisi e verrà implementato da un servizio digitale di monitoraggio e assistenza costruito a misura degli utenti finali. Conta su un team multidisciplinare, con esperienza pluriennale di sviluppo di dispositivi medicali e impresa, e qualificati partner come CardioVascularLab.
  • Intravides: proveniente dal dipartimento di neuroscienze “Levi Montalcini” di UniTO e dalla King Abdullah University of Science and Technology, Arabia Saudita, la startup sviluppa software avanzati per la chirurgia applicati a visori di realtà aumentata che consentono una visualizzazione olografica tridimensionale interattiva delle strutture anatomiche durante gli interventi. Oggi un numero limitato di sale operatorie dispone di sistemi di navigazione avanzati, che attualmente sono caratterizzati da un costo elevato e da una lunga curva di apprendimento. L’idea presentata da Intravides alla base del software “HoloSurgery” è quella di concepire una nuova epoca di comunicazione, trasmissione, visione ed elaborazione delle immagini mediche direttamente su visori, hands-free, sul campo operatorio. Holosurgery utilizza smartglass di mercato (Hololens 2 prodotto da Microsoft) e un software proprietario specificatamente progettato per l’utilizzo in questo contesto. Il primo mercato di interesse di Intravides è quello legato alla chirurgia vertebrale, segmento in cui il team opera da anni e di cui conosce l’importanza del planning chirurgico, delle immagini e della loro

Cittadinanza Digitale e Industry 4.0

  • StarTeam: è un’innovativa web application sviluppata da studenti della Scuola di Amministrazione Aziendale (SAA) di UniTO e da un gruppo di ricerca di psicologia del lavoro dell’università di Pavia per rendere più efficiente il contatto tra le aziende e i giovani candidati che posseggono le capacità e le competenze chiave più adatte per creare valore all’interno delle aziende stesse. StarTeam elabora una profilazione attitudinale che “arricchisce” le hard skill tradizionalmente presenti nel curriculum con un algoritmo che analizza le soft skill del candidato con l’obiettivo di garantire il massimo livello di compatibilità con la ricerca di personale da parte delle imprese o come piattaforma volta a orientare la scelta del percorso di studi professionalizzante o universitario. Dalle analisi svolte da StarTeam è emerso che le soft skill, oltre ad essere più difficilmente verificabili delle hard skill, rappresentano l’elemento distintivo in grado di influire maggiormente sui meccanismi di funzionamento dei team di lavoro e sulla gestione delle risorse umane. La piattaforma è parte integrante del progetto di PCTO sviluppato dall’Incubatore “Employability Framework” con diverse Scuole Superiori del Piemonte e sta restituendo risultati di grande interesse tanto da essere esteso prossimamente a tutte le province della Regione.
  • RedHab: si tratta dell’innovativa piattaforma di digital marketing e di tecnologia nel mondo dei social e si rivolge ai brand che hanno capito l’opportunità di comunicare con i loro clienti finali utilizzando le pagine social dei loro rivenditori “coprendo così l’ultimo miglio della comunicazione per entrare in contatto con un target altamente profilato sfruttando le community distribuite sul territorio per aumentare le vendite”. Le soluzioni ideate e progettate per la realizzazione e gestione di strategie di social media management hanno aiutato finora numerose aziende a raggiungere importanti obiettivi di branding e di mercato.
  • Elemento: nasce dalla ricerca di un team di fisici per semplificare la realizzazione e l’implementazione di un cloud personale e privato che sia avanzato come quello dei grandi provider di internet, ma altrettanto user friendly da diventare il nuovo standard anche per gli utenti meno esperti. La filosofia implementata è quella di un cloud in cui i dati sono in pieno controllo del loro proprietario e che, collaborando con decine, centinaia e migliaia di cloud simili, possa creare una rete nella quale i cloud stessi si scambiano reciprocamente potenza di calcolo. Grazie a questa caratteristica Elemento si presenta come soluzione ecologica, dove la potenza inutilizzata da qualcuno diventa l’opportunità di qualcun altro per velocizzare un’operazione pesante ed energeticamente dispendiosa, particolarmente adatta per aziende di diverse dimensioni ma anche per i singoli cittadini. Anche l’innovazione di Elemento è emersa al Premio Nazionale dell’Innovazione ed è stata selezionata nella ristretta rosa delle quattro migliori startup nazionali del settore ICT. I fondatori, Gabriele Gaetano Fronzé e Federica Legger, sono fisici di formazione e sviluppano quotidianamente soluzioni informatiche per esperimenti di fisica vantando collaborazioni pluriennali con il CERN e l’LHC e con la collaborazione LIGO-Virgo-Kagra per lo studio delle onde gravitazionali.
  • Metro-Polis e DataBloom. Il mondo di oggi è sempre più “multivariato” in quanto gli strumenti che abbiamo a disposizione generano masse di dati in rapida crescita e con velocità sempre più crescenti. I dati che vengono raccolti dalle aziende possono trasformarsi in un’enorme risorsa, soprattutto se interpretati in modo adeguato attraverso l’utilizzo di metodiche come Machine Learning e Artificial Intelligence. Metro-Polis e DataBloom propongono prodotti e servizi innovativi nel campo degli Advanced Analytics alle aziende che potrebbero non avere le competenze per cogliere appieno le opportunità offerte da questi nuovi paradigmi o le risorse per acquisire le infrastrutture informatiche e le risorse umane necessarie. Tali strumenti consentono di aumentare la competitività delle aziende stesse al fine di supportarle sia nel miglioramento della qualità dei loro prodotti, sia nell’ottimizzazione dei propri processi per poter giungere a un significativo miglioramento del know-how produttivo, dell’organizzazione del lavoro, della manutenzione predittiva, dell’ottimizzazione delle fasi di produzione e la conseguente riduzione dei costi.

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