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Disinformazione, non è (tutta) colpa dei social: gli ultimi studi



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Anche se si procede a una modifica degli algoritmi di raccomandazione, non si può escludere la tendenza degli utenti a ricercare contenuti conformi alle proprie convinzioni personali. Può essere perciò illusorio e fuorviante ritenere i social la fonte esclusiva dei pericoli di “inquinamento” comunicativo

Pubblicato il 7 ago 2023

Angelo Alù

studioso di processi di innovazione tecnologica e digitale



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Da tempo, i social media vengono annoverati tra i principali strumenti di propagazione incontrollata della disinformazione online in grado di diffondersi massivamente su larga scala grazie alla viralizzazione indicizzata di contenuti incompleti, fuorvianti e imprecisi.

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