Nonostante l’articolo 3 della Costituzione italiana sancisca l’uguaglianza tra persone e l’Articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea la parità di genere, un divario significativo persiste tra uomini e donne, specialmente nelle discipline STEM.
Questo divario digitale di genere affonda le radici in stereotipi culturali che limitano le aspirazioni femminili fin dalla tenera età.
Indice degli argomenti
Stereotipi e sottovalutazione delle competenze femminili
Le statistiche rivelano che, malgrado un livello di istruzione mediamente superiore, l’approccio delle donne alle STEM rimane limitato, spesso a causa di una mancata condivisione familiare nell’incoraggiare tali studi. Già in età prescolare, le bambine tendono a sottostimare le proprie capacità in matematica e scienze.
Ruolo di famiglia, scuola e istituzioni per l’equità
È compito di famiglia, scuola e istituzioni promuovere attivamente l’accesso e il successo delle bambine nelle discipline STEM, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 sull’empowerment femminile e lo sviluppo sostenibile. La politica deve garantire a ognuno il diritto di sviluppare la propria personalità e la propria dignità, superando le disparità di genere anche nel contesto digitale.
Dignità, rimozione degli ostacoli e lotta alla violenza di genere
Dignità significa superare la concezione che la cura dei figli, degli anziani e dei fragili spetti unicamente alle donne, eliminare le morti sul lavoro, contrastare le violenze contro le minoranze e, con particolare forza, la violenza di genere, una piaga inaccettabile per una società civile.
Ma dignità è anche riconoscere pienamente il valore delle competenze femminili in ogni ambito, inclusi quelli tecnico-scientifici tradizionalmente dominati dagli uomini. Il gender gap nelle STEM rappresenta non solo una questione di diseguaglianza professionale, ma anche una forma di esclusione strutturale che nega alle donne il diritto a partecipare allo sviluppo tecnologico e sociale in condizioni di parità. Ridurre questo divario significa rimuovere ostacoli culturali e sistemici, promuovere un modello di cittadinanza in cui la competenza e il merito non abbiano genere, e creare le condizioni affinché le donne possano raggiungere l’autonomia economica e una piena autodeterminazione, strumenti fondamentali per prevenire e combattere ogni forma di violenza e discriminazione.
Empowerment femminile e sviluppo sostenibile nell’era digitale
L’Agenda 2030 evidenzia lo stretto legame tra l’empowerment femminile e lo sviluppo sostenibile, raccomandando un approccio trasversale.
Nonostante un livello di istruzione spesso più elevato, il tasso di occupazione femminile rimane basso a causa della disomogenea ripartizione del lavoro di cura, con conseguenti carriere discontinue e retribuzioni inferiori, impattando negativamente sulla loro autonomia economica e previdenziale.
Conseguenze del gender digital divide sul mondo del lavoro
Questa limitazione si traduce in percorsi professionali meno lineari e retribuzioni inferiori per le donne, specialmente nelle professioni STEM, generando significative difficoltà economiche. È imperativo riconoscere e decostruire gli stereotipi di genere, promuovendo la parità di accesso alla tecnologia e alle opportunità di carriera, valorizzando i successi femminili e rendendo evidente la persistente disparità numerica.
Il gender digital divide non solo ostacola l’inserimento e la permanenza delle donne in settori ad alta innovazione, ma limita anche la capacità del sistema economico di beneficiare di una forza lavoro diversificata e altamente qualificata.
Le donne, pur avendo livelli di istruzione spesso superiori, restano escluse dalle posizioni strategiche che richiedono competenze digitali avanzate, con un impatto diretto sull’innovazione e sulla competitività del Paese. La mancanza di modelli femminili nei ruoli apicali rafforza l’autoesclusione e la sfiducia, alimentando un circolo vizioso che va spezzato attraverso politiche attive, mentoring, percorsi formativi mirati e ambienti di lavoro inclusivi.
Definizione e manifestazioni del gender digital divide
Il gender digital divide rappresenta la disuguaglianza di accesso e partecipazione tra uomini e donne nel mondo digitale, manifestandosi in diversi ambiti: alfabetizzazione digitale, accesso a dispositivi e connessioni internet, e sottorappresentazione femminile nelle discipline STEM. Affrontare questa sfida richiede un impegno sistemico per creare un ambiente di pari opportunità per tutti.
Dati recenti sul divario digitale di genere a livello globale
Nel 2024, i dati della Commission on the Status of Women hanno rivelato che le donne hanno il 18% in meno di probabilità di possedere uno smartphone e sono meno propense ad utilizzare internet. Nel 2023, si contavano 259 milioni di uomini online in più rispetto alle donne.
Nel settore tecnologico globale le donne sono sottorappresentate e percepiscono retribuzioni inferiori del 21%. Solo il 28% dei laureati in ingegneria e il 22% dei lavoratori nel campo dell’intelligenza artificiale sono donne, evidenziando disuguaglianze sia nella formazione che nelle opportunità professionali.
Impatto del divario digitale sulle comunità vulnerabili
Il divario nell’accesso agli strumenti digitali e alle opportunità è particolarmente critico nelle comunità più vulnerabili. Donne e ragazze con bassa alfabetizzazione, basso reddito, residenti in aree rurali o remote, migranti, con disabilità e anziane subiscono in modo sproporzionato questa disuguaglianza, con ripercussioni negative sull’accesso a informazioni vitali, servizi finanziari e pubblici online, istruzione, autonomia economica, salute e opportunità lavorative.
Stem, equità e dignità: un’educazione senza pregiudizi
Un approccio fondamentale è garantire una formazione completa e priva di pregiudizi di genere fin dalle prime fasi educative. L’accesso alla rete è sempre più considerato un diritto fondamentale, abilitatore di libertà d’espressione, istruzione, lavoro, salute e accesso ai servizi pubblici, essenziale per la cittadinanza digitale. Il Codice delle Comunicazioni Elettroniche mira a garantire un servizio universale con connessione a banda larga accessibile a tutti, promuovendo connettività, tutela degli utenti e concorrenza.
Tuttavia, sfide persistono nella definizione di “adeguato” e “accessibile”, nel superare il divario digitale, garantire la qualità del servizio e la neutralità della rete, richiedendo un quadro normativo flessibile all’evoluzione tecnologica. Il Codice è uno strumento chiave, ma la sua piena attuazione e adattamento sono cruciali per realizzare questo diritto per tutti.
Gender digital divide, STEM e prevenzione della violenza di genere
La disuguaglianza nell’accesso alle professioni STEM non solo limita il valore delle donne nella società, ma le espone anche alla violenza di genere, spesso radicata e diffusa. Garantire professioni STEM significa garantire compensi adeguati, indipendenza economica, dignità e contrastare la violenza contro le donne in tutte le sue forme, attraverso la cultura, l’educazione e l’esempio. La politica deve tutelare l’emancipazione femminile anche nella dimensione STEM, in linea con l’articolo 2 della Costituzione che riconosce i diritti inviolabili di uomini e donne e richiede solidarietà politica, economica, sociale e digitale, combattendo la disparità di genere strettamente connessa alla violenza di genere.












