CULTURA DIGITALE

Malpezzi (PD): “Un digital leader in ogni scuola”

Pubblicato il 18 Set 2014

Malpezzi (PD): “Un digital leader in ogni scuola”

Credo che le nostre politiche sulla scuola debbano porsi l’obiettivo di affrontare con una visione d’insieme il tema del cambiamento nella scuola. E questo per costruire oggi la scuola del futuro, con un quadro organico, una strategia di sistema che abbia la stessa ambizione della riforma dell’autonomia di venti anni fa, ma naturalmente con modalità e approcci diversi, perché la realtà nel frattempo è molto cambiata.

Un quadro organico che includa interventi su più fronti, tra cui

· il sistema classe, affermando in modo chiaro e definitivo la necessità di una didattica innovativa, laboratoriale, che si applichi quotidianamente in tutte le classi, e che orienti la costruzione e la ristrutturazione degli spazi scolastici;

· l’ambiente di apprendimento, in cui il digitale è un supporto necessario, ma rimane strumento, superando il dibattito tra chi vuole meno o più tecnologia;

· il livello organizzativo, potenziando l’autonomia sia attraverso un corpo docenti preparato a lavorare in rete (e formato con un approccio peer-to-peer) sia pensando ad una figura di sistema, un “responsabile digitale”, un tutor che abbia il compito di sostenere l’innovazione didattica nelle classi, anche condiviso tra più scuole, sia con un sistema di valutazione orientato al miglioramento, elemento di positività per le scuole e per i singoli insegnanti, che venga percepito come tale, in una sorta di “riconciliazione” prima di tutto culturale.

In tutto questo costruire e avviare un sistema di competenze per insegnanti e dirigenti scolastici è un passo necessario anche verso un’ottica di formazione permanente, oltre che per spingere verso un cambiamento soprattutto culturale, legato più all’apertura mentale che all’età (purtroppo in media molto alta) dei docenti.

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Attilio A. Romita
Attilio A. Romita
11 anni fa

Una affermazione della On. Malpezzi che completamente condivido: “l’ambiente di apprendimento, in cui il digitale è un supporto necessario, ma rimane strumento, superando il dibattito tra chi vuole meno o più tecnologia;”. Altrettanto condivido il fatto che debba essere fatta un’opera di alfabetizzazione digitale per gli insegnanti.
Meno condivisibile è la necessità del “responsabile digitale” o meglio direi che è giusto che esista un “assistente digitale”, che si deve porre a fianco dei docenti per aiutare a risolvere i 1000 ed 1 problemi che la tecnologia può far nascere, ma che non deve essere “percepito” come un intruso che voglia cambiare i sacri dettami della didattica che, anche dal mio punto di vista di vecchio informatico, dovrebbe essere aggiornata negli strumenti. Anche dalla lettura degli altri commenti emerge il fatto che esiste in molti una voglia di aggiornamento, che molti hanno fatto corsi senza esiti pratici e che per loro nulla è cambiato.
Per usare un linguaggio un po mafioso direi che servono più “consigliori” e meno “don” contrapposti.
Leggi anche http://www.attilioaromita.com/2014/03/la-cittadinanza-digitale-e-la.html#more

VINCI
VINCI
11 anni fa

Buongiorno ho partecipato ai Corsi Livello C. Sono passati 12 anni e non è cambiato nulla anzi ora invece di sfruttare le mie competenze faccio 14 ore a disposizione. Veramente un bel modo di sfruttare le competenze.

Giancarlo Dessì
Giancarlo Dessì
11 anni fa

Qualcuno ricorda il Piano Monfortic (Piano Nazionale di Formazione sulle Competenze Informatiche e Tecnologiche del Personale della scuola). Sono passati 12 anni. Che fine hanno fatto i circa 13500 docenti (uno per scuola) formati nel percorso di livello B (l’equivalente del “digital leader” che oggi propone la Malpezzi) e i 4500 docenti e/o tecnici (uno per scuola o reti di scuole) formati nel percorso di livello C?
Non bastano idee e propositi, servirebbe anche la volontà di rendere operative le idee realizzate e gli investimenti fatti. Senza necessariamente rispolverare ogni 10-12 anni vecchie idee mai applicate se non a livello di spesa improduttiva.
Livello A: percorso formativo di base rivolto ai docenti con scarsa o nessuna competenza nell’uso delle TIC (destinatari 160 mila docenti)
Livello B: percorso formativo teso a costituire una figura di docente “consulente” esperto nelle metodologie e nelle risorse didattiche offerte dalle TIC (destinatari 13500 docenti)
Livello C: percorso teso a costruire le competenze necessarie ad una figura di responsabile delle infrastrutture tecnologiche della scuola o di reti di scuole (destinatari: 4500 docenti o tecnici di laboratorio).
Vogliamo costruire una nuova cattedrale nel deserto per lasciarla incompiuta?

gioacolo
gioacolo
11 anni fa

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doma
doma
11 anni fa

Prima di tutto credo sia garantire la connettività delle scuole. Secondo la scelta, coordinata a livello europeo sarebbe meglio, dei sistemi open source anche se, sempre di più, i programmi si trovano in rete. Terzo installare queste benedette LIM ma non del tipo a proiettore che è scomodo e superato. Poi c’è il discorso degli incentivi ai docenti, ma questo è un altro discorso. Se non si inizia da questo, sono tutti discorsi inutili.

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