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Resilienza organizzativa: come misurarla con la ISO 22336



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La norma ISO 22336:2024 trasforma la resilienza organizzativa in competenza misurabile attraverso KPI strutturati, cicli di monitoraggio continuo e azioni correttive basate su evidenze concrete per migliorare l’adattabilità aziendale

Pubblicato il 19 set 2025



resilienza organizzativa ISO 22336:2024

La ISO 22336:2024 segna un passaggio importante nella gestione aziendale: la resilienza organizzativa non è più vista come una dote astratta, ma come una competenza misurabile.

La norma introduce un modello basato su KPI, monitoraggio continuo e azioni correttive, trasformando la resilienza in un processo strutturato che richiede governance chiara, strategie definite e miglioramento costante.

Il modello operativo in quattro fasi

Per mettere in pratica questo approccio, la norma propone un modello operativo pensato per trasformare la teoria in azione concreta. Un modello articolato in quattro fasi fondamentali, che insieme creano un ciclo di apprendimento e miglioramento continuo.

La prima fase è il monitoraggio. In questa fase occorrerà identificare e tenere sotto controllo i parametri chiave (i cosiddetti indicatori) che riflettono la salute e la capacità di adattamento dell’organizzazione. Questi parametri non sono scelti a caso: devono essere strettamente collegati agli obiettivi strategici dell’azienda, così da rendere il monitoraggio utile e significativo.

Una volta raccolti i dati, si passa alla valutazione. In questa fase, si confrontano i risultati ottenuti con quelli attesi. Si cerca di capire se ci sono scostamenti, se qualche aspetto non sta funzionando come previsto o se emergono segnali di debolezza. Questo confronto non è un esercizio fine a sé stesso, ma serve a orientare le azioni future.

Se durante la valutazione emergono problemi o discrepanze, si entra nella terza fase: la correzione. Qui l’organizzazione interviene modificando processi, strategie o comportamenti per riallinearsi agli obiettivi. Non si tratta solo di tamponare emergenze, ma di mettere in atto cambiamenti consapevoli e strutturali.

Infine, la quarta fase è quella dell’integrazione. Qui le lezioni apprese e le azioni correttive vengono incorporate nel sistema aziendale, rafforzando la capacità dell’organizzazione di adattarsi e rispondere in modo più efficace alle sfide future.

Queste quattro fasi non si esauriscono in un unico ciclo, ma si ripetono nel tempo, dando vita a un processo dinamico e sempre in evoluzione. È proprio questo continuo lavorare su se stessi, questa capacità di apprendere e migliorarsi costantemente, che definisce la resilienza nel senso più autentico.

L’importanza strategica dei KPI nel sistema di misurazioni

All’interno di questo ciclo, i KPI giocano un ruolo essenziale. Non si tratta solo di numeri, ma di indicatori progettati per comprendere e anticipare il comportamento del sistema in situazioni critiche.

Per essere davvero utili, devono essere coerenti con gli obiettivi di resilienza, rilevati con costanza e letti nel loro contesto.
Un sistema di misurazione efficace non si limita a fotografare hic et nunc lo stato delle cose: deve sapere evidenziare segnali deboli, discrepanze tra strategia e operatività e suggerire margini di miglioramento.

Dall’analisi dei dati alle decisioni strategiche

Raccogliere i dati non basta. Il vero plus viene raggiunto quando questi dati diventano analisi critica e base per decisioni informate. Il confronto con benchmark interni, riferimenti di settore o altri standard della stessa ISO 22336 consente di individuare vulnerabilità, incoerenze e aree di rischio.
Le azioni correttive, per essere efficaci, devono basarsi su evidenze concrete. Che si tratti di modificare processi, rafforzare competenze o rivedere policy operative, l’obiettivo è sempre quello di generare trasformazioni tangibili.

Flessibilità e adattamento nel contesto dinamico

Così come il ciclo di cui abbiamo parlato è in moto perpetuo, anche l’organizzazione si adatterà ed evolverà al contesto in cui opera: cambiamenti normativi, nuove tecnologie, mutamenti culturali interni. Un sistema di misurazione davvero utile è quello che combina flessibilità e affidabilità, restituendo una visione aggiornata e coerente delle capacità adattive.

Implementazione pratica e governance della resilienza con la norma ISO 22336:2024

Adottare la ISO 22336:2024 significa ripensare la governance aziendale in modo che possa adattarsi. Serve partire da una definizione chiara degli obiettivi di resilienza, tradurli in KPI significativi e costruire un ciclo di monitoraggio, valutazione e miglioramento continuo.

Gli strumenti non sono sufficienti: servono ruoli chiari e responsabilità ben definite. Chi raccoglie i dati? Chi li interpreta? Chi decide le azioni da intraprendere? Chi verifica che abbiano davvero prodotto un cambiamento?

La resilienza deve diventare parte integrante della cultura gestionale aziendale. Solo così l’organizzazione può reagire rapidamente, adattarsi con intelligenza e anticipare strategicamente le proprie mosse.

Tutto scorre. Tutto si rigenera. Nulla si distrugge.

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