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Sequestro nomi a dominio: l’arma anti-pirateria che manca all’Italia



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Il sequestro nomi a dominio rappresenta un’evoluzione rispetto al blocco DNS. Mentre quest’ultimo limita l’accesso solo agli utenti italiani, il sequestro rende il dominio irraggiungibile globalmente, con un impatto più incisivo sulle attività illecite online

Pubblicato il 13 mag 2025

Niccolò Lasorsa Borgomaneri

Avvocato presso studio legale Marsaglia

Marco Signorelli

Director of Strategy & Operations di DCP



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Negli ultimi anni, il contrasto ai siti Internet che violano diritti di proprietà intellettuale o che svolgono attività illecite si è evoluto grazie a una serie di strumenti giuridici e tecnici che coinvolgono sia le autorità giudiziarie che amministrative. In Italia, il principale strumento adottato è il blocco della risoluzione DNS dei nomi a dominio e, in taluni casi, il blocco dell’instradamento della comunicazione dati verso specifici indirizzi IP. Tuttavia, queste misure indicate spesso come “blocco IP e DNS”, sebbene utili, presentano evidenti limiti in termini di efficacia e possibilità di elusione.

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