scenari

Urbanistica di genere, tecnologie anti-discriminazioni: il progetto FirstLife



Indirizzo copiato

La piattaforma FirstLife dell’Università di Torino utilizza tecnologie civiche digitali per supportare l’urbanistica di genere, permettendo mappature partecipative che valorizzano i bisogni delle donne e delle minoranze nei progetti urbani

Pubblicato il 27 giu 2025

Monica Cerutti

Dipartimento di Informatica Università di Torino

Chiara Sonzogni

Dipartimento di Informatica Università di Torino



urbanistica di genere (1) Slow marketing

L’urbanistica di genere rappresenta un cambio di prospettiva fondamentale nella progettazione delle città. Si pone l’obiettivo di creare ambienti urbani che siano sensibili alle esigenze di tutte le persone, in particolare delle donne e delle minoranze di genere, che spesso non vengono adeguatamente rappresentate nella pianificazione urbana tradizionale.

La piattaforma FirstLife è uno degli strumenti più innovativi che facilita questo processo, offrendo un’opportunità unica di partecipazione e coprogettazione per tutti.

Ripensare l’ambiente urbano alla luce delle esigenze femminili

Ripensare l’ambiente urbano alla luce delle esigenze e della sensibilità femminile, o più in generale delle fasce della popolazione sottorappresentate, è un’esigenza che si sta facendo spazio tanto nella coscienza della cittadinanza quanto nelle agende politiche delle istituzioni che vogliano valorizzare le attività dei territori e delle comunità locali, fino a qualche tempo fa relegate nel sottobosco delle iniziative autonome. All’interno di questo scenario, l’Università può e deve giocare un ruolo importante, mettendo a disposizione risultati e strumenti della ricerca.

È in questo quadro che si inserisce la missione del gruppo Territori e Comunità Digitali di Social Computing del Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino: fornire tecnologie civiche digitali che supportino le attività di rete e di partecipazione attiva della cittadinanza, all’insegna di un approccio etico e democratico. Nello specifico la piattaforma civica di georeferenziazione FirstLife, uno strumento che aiuta sia a coprogettare che a mettere in rete risorse materiali e immateriali, ha dedicato un’istanza (verticalizzazione tematica della piattaforma) proprio all’urbanistica di genere, che è diventato il fil rouge di un percorso che, a partire da Torino, ha l’obiettivo di accompagnare diverse esperienze caratterizzate da un nuovo modo di pensare alla città delle e per le donne, estendendo l’approccio anche alle minoranze di genere.

L‘urbanistica di genere come nuovo paradigma urbano

L’urbanistica non è mai neutra. Ogni scelta su come progettare strade, piazze, trasporti e servizi riflette una visione del mondo. Per decenni, quella visione ha rispecchiato in larga parte i bisogni e i tempi di una sola parte della popolazione: l’uomo lavoratore adulto, economicamente attivo, autonomo.

L’urbanistica di genere nasce proprio per mettere in discussione questo modello e portare nel dibattito urbano i vissuti, i bisogni e le esperienze delle donne e delle soggettività marginalizzate.

Non si tratta solo di “aggiungere” la parità nei progetti urbani, ma di cambiare sguardo: partire dal quotidiano, dalla cura, dalla mobilità reale, dalla percezione della sicurezza, dai tempi di vita.
Negli anni ‘70 i movimenti femministi iniziarono a criticare l’inadeguatezza degli spazi urbani rispetto ai bisogni delle donne.

Negli anni ’90, città come Vienna iniziarono a sperimentare concretamente un approccio di genere alla pianificazione urbana, per poi applicare il gender mainstreaming in altri ambiti di azione e governo, introducendo percorsi pedonali sicuri, spazi multifunzionali e servizi di prossimità. Il gender mainstreaming, come approccio trasversale di genere a tutte le politiche, si era affermato come concetto, insieme a quello di empowerment femminile, alla Conferenza mondiale di Pechino dell’ONU del 1995, di cui quest’anno sono stati celebrati i trent’anni.

Tra gli esempi successivi più rilevanti ed interessanti ci sono sicuramente le città di Umeå (Svezia) e Barcellona. Il caso di Umeå ha come progetto bandiera l’iniziativa Gendered Landscape che raccoglie la maggior parte dei progetti implementati dalla Città nei suoi 30 anni di politiche di genere, facendone emergere i vantaggi utilizzati nelle programmazioni successive. Barcellona ha impostato le sue politiche sulla mappatura del tessuto associativo locale per la redazione del Plan por la justicia de género con un approccio partecipativo, interattivo e intersezionale.

L’urbanistica di genere in Italia

In Italia solo in questi ultimi anni si è iniziato a parlare di urbanistica di genere. In precedenza l’attenzione si è concentrata soprattutto sull’offerta dei servizi per rispondere alle problematiche di conciliazione dei tempi di lavoro e di cura, e che forse oggi dovremmo chiamare più correttamente di condivisione.

A fare da apripista in questa direzione è stata la legge 8 marzo 2000, n. 53, “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città”, conosciuta come la legge sui congedi parentali. In particolare sono state introdotte norme che prevedono il coordinamento dei tempi di funzionamento delle città e all’uso del tempo ai fini di solidarietà sociale, come il Piano territoriale degli orari, strumento unitario per finalità ed indirizzi, articolato in progetti anche sperimentali, relativi al funzionamento dei diversi orari dei servizi urbani e alla loro graduale armonizzazione e coordinamento, finalizzati a tenere conto delle esigenze delle cittadine e dei cittadini che risiedono, lavorano ed utilizzano il territorio di riferimento.
Con l’urbanistica di genere si è tornato a parlare anche dei tempi delle città, e sono state avviate interessanti progettualità a partire dalla città di Bologna e dalla Regione Emilia Romagna.
Parallelamente si sono imposti gli strumenti digitali come “facilitatori” nella partecipazione e coprogettazione e anche per l’urbanistica di genere possono determinare un salto di qualità.

Le tecnologie civiche digitali nell’urbanistica di genere

Tra gli strumenti facilitatori ci sono proprio le tecnologie civiche digitali.
Il loro utilizzo può significare:

  • coinvolgere le persone nei processi di progettazione urbana, secondo un approccio bottom up, rendendo più semplice la partecipazione se l’accesso è sufficientemente user friendly, e di conseguenza estendendo l’opportunità di effettiva coprogettazione;
  • valorizzare saperi locali e quotidiani, spesso invisibili nelle grandi pianificazioni. A questo riguardo sappiamo quanto poco visibili siano stati finora gli apporti della popolazione femminile e delle minoranze di genere;
  • restituire i risultati in forma trasparente, dialogica, accessibile e unitaria, superando situazioni di frammentazione che sovente caratterizzano fotografie parziali delle realtà;
  • permettere un aggiornamento dinamico dei dati che vengono raccolti, senza la necessità di partire ogni volta da capo, come avviene nelle mappature partecipate realizzate con strumenti tradizionali.

In questo senso, l’incontro tra urbanistica di genere e tecnologie civiche digitali rappresenta un’occasione concreta per il gender mainstreaming con l’obiettivo di costruire città più giuste, più ascoltanti, più umane,

Un esempio è proprio FirstLife, la piattaforma digitale di georeferenziazione sviluppata dal Dipartimento di Informatica di UniTo che permette di mappare bisogni, proposte, narrazioni, spazi vissuti attraverso un’interfaccia collaborativa e accessibile.

FirstLife, caratteristiche della piattaforma civica

La piattaforma digitale FirstLife, scientificamente definita come social network civico, è costituita da una bacheca con funzionalità social (wall) sincronizzata con una mappatura interattiva.

Permette di pubblicare contenuti testuali e fotografici georeferenziati, consentendo la costruzione di geografie dei contenuti: rappresentazioni geografiche su mappa delle parole e delle immagini pubblicate nel wall. Libero da interessi commerciali e da qualsiasi logica logaritmica, FirstLife è uno strumento open source che permette a chiunque di interagire in un ambiente digitale inclusivo, senza pubblicità e alimentato da contenuti di pubblico interesse e pubblica utilità. FirstLife non esiste come unico ambiente digitale, ma come un ecosistema di piattaforme tematiche, in quanto è personalizzabile in alcune funzioni, una su tutte la legenda della mappa e le categorie degli elementi. Sviluppata e messa a disposizione dei territori e delle comunità locali nel 2016 dal gruppo Social Computing del Dipartimento di Informatica di UniTo, FirstLife è nel tempo evoluta raccogliendo diverse sollecitazioni nel costruire soprattutto un’interfaccia sempre più semplice e di immediata comprensione, oltre a nuove funzionalità che hanno migliorato le possibilità di interazione.

Al momento la piattaforma ha all’attivo diverse decine di mappature. Tra queste anche quella dedicata all’urbanistica di genere nata dall’incontro con l’Associazione Toponomastica Femminile e lanciata, in una prima versione semplificata, nel 2021 in occasione della Notte della Ricerca, con l’obiettivo di mappare i sedimi pubblici urbani (vie, piazze, strade, giardini, ecc.) intitolati a figure femminili della città di Torino.

Il progetto toponomastica femminile a Torino

Ciò che ha stimolato il gruppo di ricerca e l’associazione Toponomastica Femminile (d’ora in avanti TF) a costruire una mappatura digitale è stata la possibilità di mettere a disposizione della cittadinanza uno strumento di facile consultazione e restituzione dei risultati di una delle prime attività di TF: il censimento nazionale dei luoghi pubblici intitolati a figure femminili. Nata dal basso, da un gruppo Facebook e su iniziativa di Maria Pia Ercolini, TF ha contribuito a portare a galla uno stato di fatto piuttosto sconfortante: in media nelle città italiane solo il 4% dei sedimi sono intitolati a donne. Un dato atteso che cela un aspetto discriminatorio della nostra cultura: la difficoltà a valorizzare e riconoscere la figura femminile come protagonista della storia.

Come ha dimostrato l’attività di divulgazione durante la Notte della Ricerca del 2021, il fatto di poter rappresentare e rendere facile e accessibile l’informazione attraverso uno strumento digitale user friendly ha riscosso successo, tanto da dare vita ad altre, puntuali, eppure significative attività: come percorsi di sensibilizzazione nelle scuole e partecipazione ad altri eventi pubblici, di coinvolgimento della cittadinanza, come nel caso del festival di Cambiano come Montmartre del settembre 2022. In quell’occasione, è stata proposta un’attività di engagement della cittadinanza coinvolta nella mappatura delle vie intitolate a donne del proprio comune e stimolata nella proposta di nuove intitolazioni. I risultati dell’attività sono stati riportati sulla piattaforma FirstLife dedicata che ha iniziato così ad espandere la propria geografia.

Risorse in Rete, il progetto per le donne di Torino

Nel 2023 il gruppo di ricerca ha intercettato le esigenze di un’altra associazione torinese, Torino Città per le Donne (ToxD) impegnate nel progetto “Risorse in Rete – Conoscere e mobilitare le risorse civiche per le donne a Torino” (realizzato con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo) con l’obiettivo di conoscere, raccontare, dare visibilità e far incontrare le organizzazioni della società civile torinese che si occupano di parità di genere. La ricerca ha portato, citando ToxD, “all’individuazione di 73 organizzazioni e 4 reti/soggetti strategici cittadini che si occupano del tema adottando lenti interpretative, approcci e ambiti operativi differenti e complementari”. L’output è stato quello di una prima narrazione organica e collettiva attraverso una guida cartacea che però, fin da subito, si è scontrata con il limite di essere una fotografia congelata di un movimento in costante evoluzione. Da qui la scelta di usare FirstLife come strumento di mappatura, attraverso l’istanza dedicata https://risorseinretetoxd.firstlife.org/wall, per costruire una mappatura delle organizzazioni e dei soggetti strategici, supportando contemporaneamente le attività di messa in rete delle informazioni e delle risorse, sul modello di quello che è stato realizzato a Barcellona. FirstLife infatti non viene fornito semplicemente come strumento, ma diventa anche attivatore di percorsi di animazione territoriale, che includono momenti formativi, di dialogo e di co-design tanto della piattaforma quanto dei processi di facilitazione all’uso e all’aggiornamento della stessa.

Il crowdmapping femminile del Comune di Castenaso (2024)

È proprio in questo ambito dell’animazione territoriale e dei processi di co-progettazione che la piattaforma https://urbanisticadigenere.firstlife.org/wall fa un altro importante passo in avanti. Nel 2024 prende il via la collaborazione con il progetto Verso un crowdmapping femminile del Comune di Castenaso (BO) e del Collettivo Verso destinato a mappare e ripensare gli spazi urbani in ottica di genere, a partire da una domanda chiave: come vive una donna nella propria città? Il gruppo di ricerca fornisce lo strumento e coglie nel progetto l’opportunità di affinare le caratteristiche della piattaforma grazie al percorso di co-progettazione con i gruppi di donne partecipanti al crowdmapping, vale a dire al processo collettivo di creazione di mappe del proprio territorio.È proprio da questa collaborazione con le cittadine che la legenda della mappa viene ripensata e co-disegnata diventando calzante ed esaustiva per analizzare criticamente il territorio e rappresentarlo nelle sue sfaccettature: luoghi, servizi, proposte, attività formative, di ascolto e supporto; una fase fondamentale e propedeutica al secondo importante step di progetto: il dialogo con le istituzioni affinchè le idee emerse possano trasformarsi in progettualità e azioni di cambiamento concrete.

Questo processo di raccolta e acquisizione di informazioni e di collaborazione tra cittadinanza e istituzioni ha evidenziato quanto il digitale possa avere un ruolo chiave fungendo da ponte tra le comunità, amplificando la realtà fisica e diventando uno strumento per costruire comunità piuttosto che un semplice strumento.Uno strumento come FirstLife, sviluppato per permettere la costruzione di mappe digitali partecipative dinamiche e aggiornabili può diventare un reale e pratico supporto per decisori politici e tecnici, come è emerso dal progetto con la cittadinanza di Castenaso. Infatti, come raccontato dall’Assessora Lauriana Sapienza «a partire dall’esperienza di mappatura con FirstLife, il Comune ha fatto un ulteriore passo per rafforzare la rete di solidarietà femminile, e sta lavorando all’attivazione di due luoghi fisici, nati proprio dopo l’esperienza digitale», dimostrando come le due sfere siano la faccia della stessa medaglia e possano influenzarsi a vicenda. Questi due luoghi saranno il Punto digitale facile dove aggiornare la mappa interattiva e costruire momenti di confronto pubblico e l’Officina di comunità intesa come luogo collettivo per trasformare il materiale digitale in materia prima e costruire progetti e iniziative comuni.

Emerge così il concetto di bene comune digitale come risorsa per attivare, attraverso un approccio intersettoriale, un dialogo tra tecnici, cittadinanza e associazioni, per monitorare e apprendere attraverso la sperimentazione e per costruire un’urbanistica partecipata e consapevole.

Ricerche e pubblicazioni sull’urbanistica di genere

La maturazione della piattaforma FirstLife dedicata all’urbanistica di genere ha permesso di delineare meglio l’obiettivo: superare la frammentazione delle informazioni e delle pratiche che, a livello nazionale, ma non solo, stanno contribuendo a valorizzare la trasversalità della politica di genere integrandola, fin dal principio, con l’urbanistica. È così che, parallelamente alla mappatura di luoghi, servizi, realtà territoriali, il gruppo di ricerca ha iniziato a mettere in rete ricerche, buone pratiche, testi e libri che, a livello nazionale e internazionale, stanno contribuendo allo sviluppo della tematica, facendo emergere metodi e strumenti utili per integrare azioni bottom-up e top-down e supportare politiche e azioni concrete di una pianificazione urbana sensibile all’ottica di genere.

FirstLife come strumento per città inclusive

La piattaforma FirstLife si sta attestando come strumento etico e democratico che aiuta a superare la frammentazione delle risorse e a valorizzare le iniziative a cui, troppo spesso, non viene data visibilità soprattutto quando nascono in seno a comunità e gruppi sottorappresentati e a minoranze. Inoltre sta dimostrando di essere un ambiente digitale fertile, in cui attivare dialoghi orizzontali e relazioni fisiche tra soggetti che, seppur mossi da valori e motivazioni comuni, sono spesso troppo distanti. La tecnologia è così un alleato nella lotta alle discriminazioni.

Per questo possiamo affermare che la piattaforma dedicata all’urbanistica di genere sia uno strumento fondamentale per permettere ai diversi attori territoriali di affrontare insieme la discriminazione anche a livello urbano, perché la relazione tra la condizione femminile e l’organizzazione degli spazi è complessa e perché la libertà di movimento e di affermazione delle donne, così come di altri generi sottorappresentati, incide sul benessere dell’intera comunità.

L’obiettivo è quindi quello, attraverso il digitale, di diffondere pratiche, iniziative e ricerche e coinvolgere altre comunità interessate adavviare percorsi ispirati a quelli mappati, perché solo attraverso la condivisione di conoscenze lo sforzo collettivo verso la costruzione di ambienti più sicuri, accessibili e a misura di tutte e tutti, non sarà vano.

Lavorare per città più inclusive non significa solo migliorare lo spazio fisico, ma trasformare le relazioni di potere che lo abitano.

E questo richiede un approccio intersezionale, dialogico, sensibile ai contesti e capace di integrare politiche pubbliche, saperi femministi e strumenti digitali.

Il gruppo Territori e Comunità Digitali sta lavorando ad accogliere altre applicazioni di urbanistica di genere sulla piattaforma FirstLife, che presto diventeranno pubbliche, così come è disponibile a valutare nuove proposte.

guest

0 Commenti
Più recenti
Più votati
Inline Feedback
Vedi tutti i commenti

Articoli correlati