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AI Act: gli impatti su investitori e startup



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L’Europa ha approvato una legge sull’IA per proteggere diritti e promuovere innovazione. Investitori e startup devono comprendere rapidamente le normative per evitare sanzioni. La Germania emerge come leader nell’IA con investimenti significativi, mentre l’Italia avanza con un nuovo disegno di legge per sostenere startup e innovazione tecnologica

Pubblicato il 5 set 2024

Paolo Anselmo

Presidente Associazione IBAN



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Un tema così recente, eppure già profondamente d’impatto, come quello dell’intelligenza artificiale necessita certamente di un quadro legislativo che ne delimiti il più possibile il perimetro di utilizzo. Sia all’interno dei singoli Stati che con una normativa a livello internazionale.

L’AI Act europeo

L’Europa in questo senso si è già mossa e lo scorso 13 marzo il Parlamento europeo ha approvato la legge sull’intelligenza artificiale, l’AI Act, che ha “l’obiettivo è di proteggere i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale dai sistemi di IA ad alto rischio, promuovendo nel contempo l’innovazione e assicurando all’Europa un ruolo guida nel settore. Il regolamento stabilisce obblighi per l’IA sulla base dei possibili rischi e del livello d’impatto”.

IA: norme e adempimenti per investitori e startup

Proprio alla luce di queste recenti novità normative l’avvocato Marilena Hyeraci ha ricordato nel corso del suo intervento la necessità per gli investitori di individuare quale sia la normativa applicabile e quali gli obblighi e gli adempimenti da rispettare per non rischiare di incorrere in sanzioni non soltanto economiche, ma anche reputazionali e soprattutto penali.

Anche per le startup che utilizzano l’intelligenza artificiale è importante compiere analisi e una mappatura su quale IA sia utilizzata, per arrivare a una classificazione precisa che ponga in modo appropriato tutele anche per quanto riguarda la proprietà intellettuale. Tante novità per un’espressione, intelligenza artificiale, che pure non è nata in questi ultimi anni. Come ha ricordato infatti il Professor Luca Mari della LIUC-Università Cattaneo infatti “intelligenza artificiale” come termine esiste da quasi 70 anni, anche se forse fino a poco tempo fa nessuno aveva veramente capito di cosa si stesse parlando.

Investitori e startup ora sono chiamati a una comprensione che sia la più completa e rapida in un contesto economico come quello attuale in costante mutamento.

Gli investimenti dei business angel

Qualche indicazione in più è arrivata da Umberto Bottesini, Managing Partner BlackSheep Fund, che ha specificato come si possa investire in AI generativa oppure in AI predittiva. Gli investimenti dei business angel dovrebbero guardare agli applicativi, cercando di individuare in fase di screening quali siano i più facili per mediare il rapporto tra uomo e macchina. Investitori più grandi invece possono guardare alla parte dei modelli, un tipo di business riservato a pochi, ma dall’enorme potenziale economico. In generale l’indicazione è quella di andare verso qualcosa che prende un piccolo problema e lo risolve dando una soluzione all’utente finale. Risposte quindi verticali e più specifiche.

Venture capital e intelligenza artificiale nel mondo: il caso della Germania

A livello mondiale, intanto, il venture capital è già sulle tracce dell’intelligenza artificiale da tempo. Se ne è parlato per esempio nel corso dell’ultima edizione del World Economic Forum e si è evidenziato come l’intelligenza artificiale (IA) sia emersa come una forza trasformativa che sta rimodellando industrie, economie e società in tutto il mondo. Il modo in cui il venture capital investe in questa nuova tecnologia nei diversi paesi varia notevolmente riflettendo diverse strategie, priorità e visioni per il futuro. In Europa, per esempio, un caso particolare è quello della Germania che sta rapidamente emergendo come potenza nell’innovazione dell’IA. Microsoft ha annunciato piani per iniettare 3,2 miliardi di dollari nell’infrastruttura di IA tedesca, con il Paese che intanto erogato il più grande finanziamento singolo dell’UE per la ricerca sui dati cerebrali dell’IA. Inoltre, sono stati svelati i piani della Germania per raddoppiare i finanziamenti per l’IA, con l’intenzione di competere con potenze tecnologiche globali come Cina e Stati Uniti.

Intelligenza artificiale, la situazione in Italia

In Italia, intanto, intorno alla metà di luglio, si sono registrati i primi passi per la conversione del disegno di legge del governo Meloni sull’intelligenza artificiale. Dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri, infatti, il disegno è approdato in Senato, per la precisione sui banchi dell’ottava commissione, chiamata a occuparsi anche di innovazione tecnologica.

Tra i vari elementi presenti nel disegno di legge l’introduzione di aggravanti per l’abuso di tecnologie di intelligenza artificiale per alcuni reati (come truffa o riciclaggio), l’indicazione di principi di massima del suo impiego in ambito professionale e risorse per creare un fondo da un miliardo a sostegno di startup e aziende innovative, affidato a Cdp venture capital.

La stessa Cdp nel corso della presentazione del piano industriale 2024-2028 ha specificato la suddivisione del miliardo di euro dedicato alla crescita del settore su tre ambiti specifici: 120 milioni di euro per il trasferimento tecnologico, anello di congiunzione tra ricerca universitaria e mercato; 580 milioni di euro di investimenti in startup con applicazioni settoriali per rafforzare gli attori già esistenti; 300 milioni di euro di investimenti in aziende mature pronte a scalare all’estero e diventare i futuri campioni nazionali.

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