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Se ChatGpt è una minaccia alla complessità del linguaggio



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Un confronto stimolante tra il linguaggio minimalista del drammaturgo Jon Fosse e l’uso del linguaggio nel nostro rapporto con ChatGPT. Un’analisi delle sfide poste dal progresso dell’intelligenza artificiale sul nostro quotidiano e la necessità di preservare una educazione alla manipolazione della parola sin dalle sue fondamenta

Pubblicato il 4 dic 2023

Gianna Angelini

Direttrice scientifica di AANT



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A poche settimane dall’assegnazione del Nobel per la Letteratura 2023 al norvegese Jon Fosse, mi viene in mente che una riflessione sull’evoluzione della parola, in seguito all’esplosione dell’utilizzo di ChatGpt, non sia del tutto fuori luogo. Perché l’assegnazione nel 2023 del Nobel ad un minimalista del linguaggio, nella cui motivazione si legge “Per la sua drammaturgia e la sua prosa innovative che danno voce all’indicibile” merita, secondo me, un certo approfondimento.

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