Nel turbine silenzioso dell’innovazione, la eSIM ha tutte le carte in regola per dare una piccola spinta trasformativa all’industria delle telecomunicazioni, pur restando quasi “invisibile” all’occhio del consumatore.
Se da un lato la promessa è quella di un mercato connesso, flessibile e plurale, dall’altro emergono nodi tecnici, regolatori e culturali che frenano un’adozione di massa degna delle sue potenzialità.
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Numeri e previsioni sull’adozione eSIM a livello globale
In primo luogo, è difficile negare il fascino dei numeri. Secondo GSMA Intelligence, la diffusione delle eSIM è destinata a decollare: si stima che entro la fine del 2025 saranno circa 1 miliardo le connessioni smartphone abilitate eSIM, per salire a 6,9 miliardi entro il 2030, pari a circa tre quarti delle connessioni smartphone globali. È una traiettoria che, se confermata, riscriverebbe il concetto stesso di abbonamento e roaming, con profili digitali scaricati (e cambiati) on‑demand, senza più plastica né sportelli.
Adozione eSIM: differenze geografiche e traiettorie di crescita
Il mercato delle eSIM sta crescendo, ma con velocità diverse a seconda delle geografie. Nord America ha accelerato più rapidamente, mentre in Europa, inclusa l’Italia, la progressione è più graduale, forse meno incisiva di quanto ci si sarebbe aspettati qualche anno fa. Non è una corsa lineare, ma una transizione che procede per step: la tecnologia si sta radicando e la consapevolezza cresce e la piena maturità potrebbe essere dietro l’angolo.
Maturità tecnologica e ostacoli all’adozione eSIM
Da un punto di vista tecnico, l’interoperabilità tra piattaforme di provisioning diverse e i nuovi standard sembra aver ormai abilitato quasi pienamente i nuovi modelli di eSim e sistemi di gestione dei profili remoti.
Il tema è quando e come il fenomeno scalerà. Major player e MVNO hanno già inserito l’eSIM nei loro cataloghi, anche se forse per il mass market serve forse ancora qualche ritocco tecnico e organizzativo: gli operatori stanno affinando i sistemi digitali (vendita, CRM, assistenza) per sfruttare l’agilità dell’eSIM senza alimentare il churn o generare revisioni di channel mix e di processo troppo accelerati; i virtuali probabilmente attendono API sempre più plug‑and‑play e parchi device pienamente compatibili. Nel frattempo, la consapevolezza dei clienti in Italia è in crescita (fino a poco fa potevamo forse potevamo azzardare la parola “disinformazione”) e le piattaforme di provisioning remoto maturano ogni mese: elementi che lasciano intendere come la standardizzazione e l’adozione “mainstream” siano ormai imminente.
Il cauto atteggiamento degli operatori e l’entusiamo del mondo IoT verso l’adozione delle eSIM
Ad onore del vero, va detto però che sul versante degli operatori, la reazione è stata di cautela più che di entusiasmo ribelle. Molti analisti riportano che, sebbene i principali executive del settore riconoscano il potenziale di riduzione dei costi logistici, di miglioramento della Customer Experience e di un minore impatto ambientale, per il segmento consumer l’eSIM non è ancora una priorità strategica nel breve periodo.
Al contrario, il mondo enterprise e IoT ha già fatto passi avanti, approfittando della sicurezza offerta dai “chip virtuali” e della gestione centralizzata dei profili.
Super app e MVNO: nuovi protagonisti dell’adozione eSIM
Ma è proprio nella convergenza con realtà “non‑telco” che la eSIM dispiega il suo fascino rivoluzionario. Prendiamo il caso Revolut: la fintech UK ha lanciato un servizio sfruttando la propria piattaforma di eSIM per offrire piani senza contratto, roaming incluso e gestione integrata nell’app “super‑app”.
È una sfida esplicita ai grandi incumbent (che tra l’altro in UK registrano un calo di clienti in favore degli MVNO, ormai sul punto di servire un quarto dei consumatori entro il 2028).
Integrazione dell’eSIM nelle super app e fidelizzazione
È proprio quando l’eSIM incontra la “super‑app” che il quadro si fa davvero intrigante. Immaginate una piattaforma che già custodisce banche dati di miliardi di utenti, che conosce le loro abitudini di spesa, i loro gusti, le modalità di interazione preferite e che soprattutto gode già di forte brand equity e loyalty: basta un clic per passare dal pagamento del caffè all’acquisto di un abbonamento dati, senza nemmeno aprire la schermata delle impostazioni di rete. È questa la forza di un MVNO “incastonato” in una super‑app: non parte da zero, non deve convincere l’utente a scaricare una nuova applicazione o a imparare un flusso di onboarding, ma sfrutta relazioni di fiducia già radicate, dati di profilazione granulari e meccanismi di ingaggio continui.
Operatori tradizionali vs MVNO: due approcci all’adozione eSIM
Al contrario, un operatore tradizionale ha nel core business la gestione di reti complesse, vincoli regolatori stringenti e infrastrutture che, pur indispensabili, rendono ancora oggi ogni innovazione un progetto con un time-to-market importante, a volte costoso e soggetto a rilevanti cicli approvativi interni, oltre che al superamento di “legacy”. Nel mondo MVNO, invece, il modello dei costi fissi è molto più snello: per un virtual provider i costi fissi rappresentano una percentuale molto più bassa del totale rispetto a quella di un operatore integrato. Questa differenza può spiegare perché un MVNO possa lanciare e scalare nuovi piani tariffari, offerte da viaggio o bundle fintech‑telco in tempi record, testando e raffinando l’offerta in funzione dei dati reali di utilizzo.
Rischi e opportunità dell’adozione eSIM per gli incumbent
Diventa allora lecito chiedersi: tutto ciò è una minaccia o un’opportunità per i grandi operatori? La risposta è duplice. Da un lato, la facilità di switching offerta dall’eSIM, se poco comunicata e regolamentata, può favorire un incremento del churn e la perdita di clienti fedeli, specialmente in mercati dove una percentuale decisamente residuale di utenti è stato informato della disponibilità del servizio dal proprio operatore. Dall’altro, la stessa tecnologia apre la strada a partnership B2B2C inedite, dove gli incumbent possono diventare fornitori wholesale di connettività integrata nelle app di banking, nel mondo energy o in super‑app verticali, trasformando il rischio di disintermediazione in un canale di crescita e diversificazione (e sappiamo quanto il segmento wholesale sia sempre più rilevante).
Adozione eSIM e trasformazione dell’ecosistema telco
Guardando all’intera filiera telco, emerge con chiarezza che non sono le singole innovazioni (dal profilo scaricabile in un istante alla SIM virtuale attivabile con un semplice tap) a decidere il vero destino degli operatori. Piuttosto, è la somma di queste innovazioni “invisibili” che, accumulate, possono ridisegnare logiche di pricing, dinamiche competitive e alleanze cross‑settore. Se il percorso verso una diffusione ubiqua della eSIM resta in salita, la posta in gioco è più alta: un ecosistema di servizi convergenti, più sostenibile e gratificante per l’utente, e la fine dell’era in cui la SIM era bordo di plastica, scatole e penne per la rimozione del carrellino.
In questa partita, vince chi saprà coniugare la spinta tecnologica con la cura dell’esperienza utente e la capacità di dialogare con nuovi stakeholder. Perché, in fondo, l’evoluzione più grande non è già nella tecnologia ma nella visione di un mercato in cui la connettività si acquista con un click e si rinnova all’istante, senza vincoli né imprevisti. È lì, nell’orizzonte dei nostri smartphone, delle nostre auto e dei nostri oggetti connessi, che si gioca la vera rivoluzione telco







