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Cantieri intelligenti: la rivoluzione dell’AI in edilizia



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Il cantiere diventa intelligente grazie all’AI. Algoritmi predittivi, robot autonomi e sensori IoT ottimizzano tempi, costi e sicurezza. Il mercato crescerà del 26,9% annuo ma servono formazione e visione strategica

Pubblicato il 16 dic 2025

Paolo Brugioni

CEO di Store Builder



ai nelle costruzioni

L’intelligenza artificiale sta trasformando profondamente il settore delle costruzioni. Superata la fase di sperimentazione, la tecnologia coinvolge ora gestione dei progetti, sicurezza, sostenibilità e modelli operativi.

Il cantiere diventa un ecosistema connesso dove dati, algoritmi e competenze umane si integrano per costruire in modo più efficiente e responsabile.

Il cantiere intelligente: una trasformazione culturale dell’edilizia

Negli ultimi anni il mondo delle costruzioni ha iniziato a cambiare pelle. Non si tratta solo di un’evoluzione tecnologica, ma di una vera trasformazione culturale: il cantiere diventa “intelligente“, connesso, capace di imparare e di anticipare i problemi prima ancora che si manifestino.

È una rivoluzione che parte dai dati e si realizza grazie all’intelligenza artificiale, oggi il cuore pulsante di una nuova stagione per l’edilizia globale. I numeri raccontano un fenomeno in rapida espansione. Secondo le stime di Grand View Research (“Artificial Intelligence in Construction Market 2024-2030”), il mercato mondiale dell’AI applicata alle costruzioni, stimato in 2,93 miliardi di dollari nel 2023, raggiungerà quasi 17 miliardi entro il 2030, con un tasso di crescita del 26,9% l’anno. Non è difficile capirne il motivo:

Come l’AI ridisegna la gestione dei progetti di costruzione

l’intelligenza artificiale sta ridisegnando i modelli di gestione dei progetti, riducendo sprechi e ritardi, migliorando la sicurezza e l’efficienza operativa.

Ma sta anche generando una nuova consapevolezza collettiva, un modo diverso di guardare al costruire: più integrato, più connesso, più sostenibile.

Algoritmi e machine learning al servizio dei professionisti

Oggi gli algoritmi non sono più strumenti sperimentali, ma veri e propri partner di progetto. Analizzano dati storici e in tempo reale per prevedere tempi, costi e rischi, ottimizzano le risorse e suggeriscono alternative più sostenibili.

Nei cantieri più avanzati, robot autonomi e droni effettuano rilievi tridimensionali e trasmettono informazioni a piattaforme di controllo che, grazie al machine learning, riconoscono deviazioni millimetriche dei progetti o anomalie strutturali.

L’AI, in questo senso, non sostituisce l’esperienza umana ma la potenzia, la libera da compiti ripetitivi e consente ai professionisti di concentrarsi sulle decisioni strategiche, sulle scelte che fanno la differenza.

L’adozione dell’AI nel settore: a che punto siamo

I dati del Global Construction Monitor 2025 (RICS_2025) mostrano però che il cammino è ancora lungo. Quasi la metà delle imprese a livello globale non ha ancora introdotto soluzioni basate su AI, e un altro 34% è in fase pilota. Solo l’1% può dire di aver integrato l’intelligenza artificiale in modo esteso.

Eppure, il trend è inequivocabile: il 56% degli investitori del settore prevede di aumentare i fondi destinati all’AI nel corso di quest’anno. In altre parole, l’interesse si sta trasformando in investimento reale, e l’innovazione sta diventando un prerequisito competitivo per chi opera nel settore.

Gestione progetti e risk management: dove l’AI fa la differenza

L’area in cui l’impatto è più evidente è quella della gestione dei progetti, che nel 2023 ha rappresentato oltre il 36% del mercato. Qui l’AI analizza grandi quantità di dati per fornire insight predittivi su tempi e costi, aumentando la produttività e riducendo gli imprevisti.

Un altro fronte in forte crescita è il risk management, con previsioni di incremento del 30% annuo fino al 2030: sensori IoT, droni e dispositivi indossabili raccolgono informazioni sulle condizioni operative e segnalano in tempo reale possibili situazioni di pericolo.

È una forma di intelligenza distribuita che protegge chi lavora e rende i cantieri più sicuri, migliorando la capacità di risposta e la prevenzione degli incidenti

Automazione e carenza di manodopera: la risposta dell’intelligenza artificiale

Allo stesso tempo, l’AI sta rendendo possibile l’automazione delle attività di cantiere e dei processi un tempo impensabili: macchine autonome per la posa dei mattoni o il getto del calcestruzzo, piattaforme che gestiscono carichi di lavoro e prestazioni in modo ottimizzato, compensano la carenza di manodopera qualificata.

È un’innovazione che risponde non solo a una necessità economica, ma anche sociale: creare condizioni di lavoro più sicure, meno usuranti, più inclusive.

Sostenibilità e transizione ecologica nel settore edilizio

Tutto ciò si traduce in maggiore efficienza, ma anche in sostenibilità ambientale ed economica. L’AI consente di ridurre consumi energetici e sprechi di materiali, di pianificare con precisione l’uso delle risorse e di monitorare l’impatto ambientale delle opere lungo tutto il loro ciclo di vita.

La costruzione diventa così parte attiva della transizione ecologica, contribuendo concretamente alla riduzione delle emissioni e alla rigenerazione urbana. È una nuova forma di responsabilità che unisce impresa e territorio, tecnologia e ambiente, innovazione e valore condiviso.

La sfida umana: competenze digitali e cultura d’impresa

Il cuore della trasformazione, tuttavia, non è solo tecnologico. È umano. La vera sfida è la capacità di leggere e utilizzare i dati, di progettare sistemi in grado di apprendere e adattarsi, di costruire una nuova forma di intelligenza collettiva che unisca persone, macchine e conoscenza. Le imprese che sapranno coniugare competenze tecniche, visione strategica e cultura digitale saranno quelle che guideranno il cambiamento. Il RICS Skills Survey 2025 lo conferma, puntualizzando come oltre il 70% delle aziende si consideri ancora “non pronta” a gestire in modo sistematico progetti basati su AI. È il segnale che la trasformazione non può prescindere da investimenti in formazione, e richiede contaminazione di saperi e una nuova alleanza tra uomini e macchine. Non basta introdurre nuove tecnologie: serve una nuova leadership, capace di accompagnare le persone nel cambiamento, di ispirare fiducia e di dare senso all’innovazione.

Verso un futuro integrato: AI, IoT e digital twin

La sfida non è solo tecnica, ma culturale. L’AI deve diventare un linguaggio condiviso, uno strumento al servizio di una visione più ampia: costruire meglio, riducendo l’impatto ambientale, valorizzando le competenze e migliorando la qualità della vita di chi progetta, di chi lavora e di chi abita gli spazi che realizziamo.

Credo che il futuro dell’edilizia passi dall’integrazione tra intelligenza artificiale, Internet of Things e digital twin, verso cantieri capaci di dialogare, prevedere, decidere. Ma soprattutto verso un settore che sappia unire efficienza e umanità, dati e creatività, progresso e responsabilità.

L’AI non è solo un insieme di algoritmi, ma un modo nuovo di pensare la costruzione, in un ecosistema che connette tecnologia, sostenibilità e persone. Il cantiere intelligente non è più una visione futuristica, ma una realtà che prende forma ogni giorno.

Un cantiere dove la conoscenza diventa energia, dove la sicurezza nasce dai dati e dove innovare significa costruire meglio, per l’ambiente, per l’economia e per le persone. È un cambiamento che richiede coraggio, visione e la capacità di guardare oltre l’immediato. Ma come ogni grande trasformazione, porta con sé una promessa: quella di edificare non solo infrastrutture più solide, ma un futuro più consapevole, più sostenibile e profondamente umano.

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