L’intelligenza artificiale sta trasformando profondamente il settore delle costruzioni. Superata la fase di sperimentazione, la tecnologia coinvolge ora gestione dei progetti, sicurezza, sostenibilità e modelli operativi.
Il cantiere diventa un ecosistema connesso dove dati, algoritmi e competenze umane si integrano per costruire in modo più efficiente e responsabile.
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Il cantiere intelligente: una trasformazione culturale dell’edilizia
Negli ultimi anni il mondo delle costruzioni ha iniziato a cambiare pelle. Non si tratta solo di un’evoluzione tecnologica, ma di una vera trasformazione culturale: il cantiere diventa “intelligente“, connesso, capace di imparare e di anticipare i problemi prima ancora che si manifestino.
È una rivoluzione che parte dai dati e si realizza grazie all’intelligenza artificiale, oggi il cuore pulsante di una nuova stagione per l’edilizia globale. I numeri raccontano un fenomeno in rapida espansione. Secondo le stime di Grand View Research (“Artificial Intelligence in Construction Market 2024-2030”), il mercato mondiale dell’AI applicata alle costruzioni, stimato in 2,93 miliardi di dollari nel 2023, raggiungerà quasi 17 miliardi entro il 2030, con un tasso di crescita del 26,9% l’anno. Non è difficile capirne il motivo:
Come l’AI ridisegna la gestione dei progetti di costruzione
l’intelligenza artificiale sta ridisegnando i modelli di gestione dei progetti, riducendo sprechi e ritardi, migliorando la sicurezza e l’efficienza operativa.
Ma sta anche generando una nuova consapevolezza collettiva, un modo diverso di guardare al costruire: più integrato, più connesso, più sostenibile.
Algoritmi e machine learning al servizio dei professionisti
Oggi gli algoritmi non sono più strumenti sperimentali, ma veri e propri partner di progetto. Analizzano dati storici e in tempo reale per prevedere tempi, costi e rischi, ottimizzano le risorse e suggeriscono alternative più sostenibili.
Nei cantieri più avanzati, robot autonomi e droni effettuano rilievi tridimensionali e trasmettono informazioni a piattaforme di controllo che, grazie al machine learning, riconoscono deviazioni millimetriche dei progetti o anomalie strutturali.
L’AI, in questo senso, non sostituisce l’esperienza umana ma la potenzia, la libera da compiti ripetitivi e consente ai professionisti di concentrarsi sulle decisioni strategiche, sulle scelte che fanno la differenza.
L’adozione dell’AI nel settore: a che punto siamo
I dati del Global Construction Monitor 2025 (RICS_2025) mostrano però che il cammino è ancora lungo. Quasi la metà delle imprese a livello globale non ha ancora introdotto soluzioni basate su AI, e un altro 34% è in fase pilota. Solo l’1% può dire di aver integrato l’intelligenza artificiale in modo esteso.
Eppure, il trend è inequivocabile: il 56% degli investitori del settore prevede di aumentare i fondi destinati all’AI nel corso di quest’anno. In altre parole, l’interesse si sta trasformando in investimento reale, e l’innovazione sta diventando un prerequisito competitivo per chi opera nel settore.
Gestione progetti e risk management: dove l’AI fa la differenza
L’area in cui l’impatto è più evidente è quella della gestione dei progetti, che nel 2023 ha rappresentato oltre il 36% del mercato. Qui l’AI analizza grandi quantità di dati per fornire insight predittivi su tempi e costi, aumentando la produttività e riducendo gli imprevisti.
Un altro fronte in forte crescita è il risk management, con previsioni di incremento del 30% annuo fino al 2030: sensori IoT, droni e dispositivi indossabili raccolgono informazioni sulle condizioni operative e segnalano in tempo reale possibili situazioni di pericolo.
È una forma di intelligenza distribuita che protegge chi lavora e rende i cantieri più sicuri, migliorando la capacità di risposta e la prevenzione degli incidenti
Automazione e carenza di manodopera: la risposta dell’intelligenza artificiale
Allo stesso tempo, l’AI sta rendendo possibile l’automazione delle attività di cantiere e dei processi un tempo impensabili: macchine autonome per la posa dei mattoni o il getto del calcestruzzo, piattaforme che gestiscono carichi di lavoro e prestazioni in modo ottimizzato, compensano la carenza di manodopera qualificata.
È un’innovazione che risponde non solo a una necessità economica, ma anche sociale: creare condizioni di lavoro più sicure, meno usuranti, più inclusive.
Sostenibilità e transizione ecologica nel settore edilizio
Tutto ciò si traduce in maggiore efficienza, ma anche in sostenibilità ambientale ed economica. L’AI consente di ridurre consumi energetici e sprechi di materiali, di pianificare con precisione l’uso delle risorse e di monitorare l’impatto ambientale delle opere lungo tutto il loro ciclo di vita.
La costruzione diventa così parte attiva della transizione ecologica, contribuendo concretamente alla riduzione delle emissioni e alla rigenerazione urbana. È una nuova forma di responsabilità che unisce impresa e territorio, tecnologia e ambiente, innovazione e valore condiviso.
La sfida umana: competenze digitali e cultura d’impresa
Il cuore della trasformazione, tuttavia, non è solo tecnologico. È umano. La vera sfida è la capacità di leggere e utilizzare i dati, di progettare sistemi in grado di apprendere e adattarsi, di costruire una nuova forma di intelligenza collettiva che unisca persone, macchine e conoscenza. Le imprese che sapranno coniugare competenze tecniche, visione strategica e cultura digitale saranno quelle che guideranno il cambiamento. Il RICS Skills Survey 2025 lo conferma, puntualizzando come oltre il 70% delle aziende si consideri ancora “non pronta” a gestire in modo sistematico progetti basati su AI. È il segnale che la trasformazione non può prescindere da investimenti in formazione, e richiede contaminazione di saperi e una nuova alleanza tra uomini e macchine. Non basta introdurre nuove tecnologie: serve una nuova leadership, capace di accompagnare le persone nel cambiamento, di ispirare fiducia e di dare senso all’innovazione.
Verso un futuro integrato: AI, IoT e digital twin
La sfida non è solo tecnica, ma culturale. L’AI deve diventare un linguaggio condiviso, uno strumento al servizio di una visione più ampia: costruire meglio, riducendo l’impatto ambientale, valorizzando le competenze e migliorando la qualità della vita di chi progetta, di chi lavora e di chi abita gli spazi che realizziamo.
Credo che il futuro dell’edilizia passi dall’integrazione tra intelligenza artificiale, Internet of Things e digital twin, verso cantieri capaci di dialogare, prevedere, decidere. Ma soprattutto verso un settore che sappia unire efficienza e umanità, dati e creatività, progresso e responsabilità.
L’AI non è solo un insieme di algoritmi, ma un modo nuovo di pensare la costruzione, in un ecosistema che connette tecnologia, sostenibilità e persone. Il cantiere intelligente non è più una visione futuristica, ma una realtà che prende forma ogni giorno.
Un cantiere dove la conoscenza diventa energia, dove la sicurezza nasce dai dati e dove innovare significa costruire meglio, per l’ambiente, per l’economia e per le persone. È un cambiamento che richiede coraggio, visione e la capacità di guardare oltre l’immediato. Ma come ogni grande trasformazione, porta con sé una promessa: quella di edificare non solo infrastrutture più solide, ma un futuro più consapevole, più sostenibile e profondamente umano.













