Parlare delle false Intelligenze Artificiali di solito non permette a una profetessa di sfruttare le sue doti migliori, quelle appunto di fare profezie. Discutere della bolla degli LLM, ad esempio, richiede di considerare dettagli pratici, fare ipotesi, elaborarle con ragionamenti e trarre conclusioni a breve termine.
Possono essere giuste o sbagliate, ma tecnicamente non sono “profezie” nel senso comune del termine. Ma oggi sarà diverso, e Cassandra cercherà davvero di predire “semplicemente” il futuro, facendo finta che le venga posta una domanda: nel nostro futuro c’è qualcosa che potrà evitare uno “scoppio” puramente finanziario dell’attuale bolla dell’IA?
Indice degli argomenti
La bolla dell’IA e la scommessa dei suoi padroni
Questo equivale a chiedere se gli attuali “padroni della bolla”, che certo fessi non sono, abbiano fatto una scommessa e stiano aspettando qualcosa che cambi le regole del gioco, sgonfiando la bolla in modo non catastrofico. Insomma: che esista una progettualità “segreta”, e che i padroni abbiano un progetto più complesso del semplice “prendi più soldi possibile e poi scappa”.
L’AGI come promessa
Qualcuno dei 24 informatissimi lettori a questo punto sbotterà: “Ma certo, lo sanno tutti; stanno aspettando l’AGI, una vera Intelligenza Artificiale, che cambierà tutto il mondo e lo farà diventare un Paese dei Balocchi, dove è sempre festa per tutti”.
Sì, questo è stato ripetuto in maniera quasi ossessiva da quando ChatGPT ha “fatto il botto” e reso possibile creare la bolla. Che un’AGI possa davvero cambiare in meglio il mondo è tutto da dimostrare, ma oggi non è questo il punto.
La prima profezia: l’AGI sarà altro, e lontana
Pochi credono al fatto che un’AGI possa essere realizzata in tempi brevi (mesi o pochi anni), e comunque in tempo per prevenire la crisi finanziaria dell’IA. Perché? Perché dagli anni ’50 il settore dell’intelligenza artificiale ha fatto progressi molto discontinui, separati tra loro da molti decenni di nulla. Fin dall’inizio l’AGI è stata il punto di arrivo, il miraggio, il Sacro Graal di chiunque lavori nel settore.
Per quale motivo dovremmo aspettarci che il botto degli LLM faciliti in qualche modo l’arrivo dell’AGI? Nessuno sa in realtà cosa possa essere un’AGI, ma certamente non è una cosa che può derivare da un’evoluzione degli LLM o dei transformer, con buona pace dei sostenitori delle cosiddette “proprietà emergenti”.
La prima profezia di oggi è quindi facilissima: “Se mai qualcosa di simile a un’AGI arriverà, sarà certamente un oggetto completamente diverso da tutto quanto scoperto fino a ora. Richiederà un progresso radicale nella materia, e comunque arriverà tra moltissimo tempo.”
Perché la bolla dell’IA non può reggere sul plateau dei costi
Bene: allora lo scoppio della bolla finanziaria generata dagli LLM è inevitabile, e la strada che porta ad esso è già tracciata? Non esiste qualcosa che potrebbe cambiare la situazione?
La seconda profezia: l’algoritmo che sgonfia la bolla dell’IA
La seconda profezia è appunto di questo tipo, ed è assai più probabile della prima: “Le attuali regole del gioco saranno stravolte da un progresso tecnico che superi gli attuali modelli generativi, o da un nuovo algoritmo ancillare, più efficiente e scalabile degli attuali, e che quindi renderà inutile impiegare i capitali, i datacenter e le risorse energetiche attualmente necessari, e soprattutto quelli previsti per il futuro.”
In effetti gli LLM hanno cominciato a dare risultati interessanti solo da quando è stato possibile aumentare enormemente le risorse disponibili, in termini di memoria, potenza di calcolo e fonti di addestramento. Ora siamo a un plateau, dove si “bruciano” capitali per fornire gratuitamente o quasi servizi costosi, e questo solo al fine di sostenere la bolla. Questa è una strada senza sbocco, che non porta da nessuna parte, e certamente non verso una meta “desiderabile”.
Un progresso “piccolo” che cambia tutto
Basterebbe un progresso accademicamente “piccolo”, ad esempio un nuovo algoritmo più efficiente, a rendere inutili i megadatacenter che stanno divorando le risorse finanziarie presenti e che, soprattutto, stanno ipotecando il futuro: un futuro fatto di “pinguini bruciati”, datacenter che divorano energia, acqua e materie prime, e che producono inevitabili concentrazioni di potere.
Come cambierebbero capitali e megadatacenter
La storia cambierebbe. La bolla si sgonfierebbe più o meno rapidamente e con grosse conseguenze per molti, ma senza esplodere. Il potere si deconcentrerebbe, e l’IA potrebbe davvero diventare quella risorsa rivoluzionaria, con ricadute positive per tutti — o almeno per molti — che i profeti dell’IA ci hanno “cantato” per anni.
Energia, acqua e materie prime: il conto della bolla dell’IA
Il nodo, allora, non è inseguire un’AGI imminente come salvagente narrativo, ma guardare al costo sistemico della bolla dell’IA: investimenti giganteschi, infrastrutture energivore, e la promessa di servizi “gratis” sostenuta da capitale in fiamme.
Se le regole del gioco cambiano davvero — grazie a un salto di efficienza — quel costo diventa improvvisamente ingiustificabile. E quando il costo perde senso, perde senso anche la bolla.
Deconcentrare il potere: cosa resta dopo la bolla dell’IA
Concludendo: certamente anche quest’ultima non è proprio una profezia, ma è il futuro più roseo che Cassandra spera per tutti, e che vi regala per queste festività.
Auguri a tutti noi.
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