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Fintech e CRO: l’alleanza che trasforma la gestione del rischio



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Le fintech stanno trasformando il risk management da funzione di controllo a leva strategica. Attraverso AI, automazione e analisi predittiva, supportano i Chief Risk Officer nell’anticipare minacce e creare valore, rendendo le organizzazioni più agili e resilienti

Pubblicato il 19 dic 2025

Marianna Leoni

Managing Director e Partner di BCG



Fintech & Insurtech, il ruolo delle startup in Italia: la fotografia 2024; Fintech e CRO: ripensare la gestione del rischio attraverso la collaborazione
(Immagine: https://pixabay.com/geralt)

Il mondo di oggi è attraversato da un clima di instabilità continua. Frammentazione geopolitica, rischi climatici, minacce cyber e vulnerabilità indotte dall’intelligenza artificiale si intrecciano e si amplificano a vicenda, generando un contesto in cui l’incertezza è la nuova normalità.

In questo scenario, le imprese si trovano davanti a una duplice sfida: contenere i rischi generati da forze esterne e, allo stesso tempo, adottare tecnologie capaci di rendere la loro gestione più efficace, rapida e intelligente.

Proprio in questa tensione tra difesa e innovazione sta prendendo forma una
trasformazione profonda: il risk management non è più soltanto una funzione di controllo, ma una leva strategica per creare valore.

Le startup fintech svolgono un ruolo cruciale in questo cambiamento, offrendo strumenti predittivi, soluzioni di automazione e capacità analitiche che consentono di anticipare le minacce e di gestire il rischio in modo più dinamico e integrato.

Le fintech e i bisogni dei CRO

Fino a che punto le fintech sono in grado di rispondere ai bisogni dei Chief Risk Officer (CRO) è la domanda al centro dello studio Redesigning Risk Management Through Fintech Partnerships, realizzato da Boston Consulting Group (BCG) in collaborazione con il Politecnico di Milano.

L’analisi prende in esame 9.535 fintech fondate dal 2021, con un focus su 814 startup dedicate al risk management – di cui 234 impegnate direttamente nel supporto ai CRO bancari – delineando così un’evoluzione silenziosa ma dirompente: la nascita di una nuova alleanza strategica tra fintech e funzioni di controllo del rischio nelle istituzioni finanziarie.
A completare il quadro, interviste con i vertici di alcune di queste startup e
conversazioni con C-level e CRO di grandi istituzioni internazionali offrono una
prospettiva concreta sulla trasformazione in corso, mostrando come la collaborazione tra mondo fintech e funzioni di risk management stia ridefinendo le fondamenta stesse della gestione del rischio nel settore finanziario.

Come siamo arrivati a questo punto

Oggi i rischi si muovono insieme: ciò che accade in un’area del mondo può avere ripercussioni immediate su economie, tecnologie e società lontane. Una decisione politica può far salire i costi dell’energia, un evento climatico può rallentare la produzione, un attacco informatico può bloccare interi servizi essenziali.

In un sistema dove la tecnologia amplifica sia le opportunità sia le vulnerabilità, il risk management non può più limitarsi a contenere gli effetti, ma deve cogliere i segnali in anticipo e a trasformarli in scelte consapevoli.
Per farlo, le istituzioni devono adottare approcci in grado di connettere dati, processi e decisioni in modo dinamico.

Ed è qui che entrano in gioco le fintech: imprese giovani e specializzate che trasformano la complessità in capacità di analisi e previsione, rendendo la gestione del rischio più dinamica, intelligente e collaborativa.
I dati dimostrano come la collaborazione tra banche e fintech non sia più un
esperimento, ma una realtà ormai consolidata: le startup nate per supportare i CRO hanno già raccolto oltre 7,2 miliardi di dollari dal 2009, di cui il 58,3% negli Stati Uniti e circa il 34% in Europa, con il Regno Unito al 20%.

Esempi

Le soluzioni coprono l’intero spettro del risk management come nei seguenti esempi.
Nella governance dei dati, piattaforme cloud e sistemi di classificazione automatica ricompongono informazioni frammentate, migliorando qualità, tracciabilità e reporting.

In ambito modellistico, gli strumenti basati su AI e automazione riducono fino al 70% i tempi di sviluppo e validazione, permettendo alle funzioni di rischio di concentrarsi prevalentemente sulle analisi strategiche.

Le tecnologie di regulatory intelligence, invece, trasformano in tempo reale migliaia di aggiornamenti normativi in obblighi concreti, consentendo una compliance più rapida e proattiva. Infine, i servizi di emerging-risk intelligence integrano dati eterogenei per individuare potenziali minacce e frodi con largo anticipo: anche fino a due settimane.

I tre motivi principali per cui le istituzioni finanziarie si rivolgono alle fintech

Dalle interviste condotte emerge che le istituzioni finanziarie si rivolgono alle fintech per tre motivi principali, che insieme definiscono una nuova filosofia del rischio.

La collaborazione consente innanzitutto di innovare in sicurezza: le fintech forniscono soluzioni già conformi ai requisiti di governance e compliance, consentendo di sperimentare tecnologie emergenti senza esporsi a rischi eccessivi.

Offrono poi un’accelerazione operativa, automatizzando processi ancora manuali e riducendo sensibilmente i tempi di analisi e documentazione. Infine, abilitano una nuova forma di risk intelligence, fondata su strumenti predittivi e monitoraggio in tempo reale, capaci di intercettare minacce e segnali deboli prima che diventino eventi critici.

In questo modo il CRO non è più un custode del rischio, ma l’architetto di una nuova solidità, capace di coniugare prudenza, innovazione e generazione di valore. Le fintech, da parte loro, sono un catalizzatore importante di questo cambiamento: trasformano il rischio da minaccia a opportunità, rendendolo una leva di crescita e competitività.
La collaborazione tra istituzioni finanziarie e fintech assume forme diverse, adattandosi ai livelli di integrazione e alla necessità di ciascun contesto.

Nella maggior parte dei casi, le startup vengono coinvolte come partner operativi per affrontare problemi specifici, concreti o migliorare l’efficienza di processi esistenti, fornendo soluzioni mirate in ambiti come la modellazione predittiva, la cybersecurity o la compliance automatizzata.

Accanto a queste esperienze, si stanno affermando modelli di sperimentazione più strutturati, basata su progetti pilota condotti in ambienti regolamentati e protetti, i cosiddetti sandbox. Questo approccio riduce i rischi di implementazione e accelera l’adozione di innovazioni cruciali, in particolare nell’AI applicata al rischio e alla gestione dei dati.

Un’alleanza industriale

Quando la fiducia cresce e l’obiettivo strategico diventa condiviso, la collaborazione evolve in una vera e propria alleanza industriale.

Qui, banche e fintech co-progettano prodotti, realizzano joint venture o sperimentano modelli di investimento reciproco dando vita a partnership di lungo periodo fondate su obiettivi comuni di innovazione e resilienza.
La domanda posta dallo studio trova quindi una risposta chiara: le fintech possono realmente supportare i Chief Risk Officer, ma solo se la collaborazione viene intesa come un percorso di evoluzione reciproca.

In un mondo in cui la complessità cresce più in fretta della capacità di adattarsi, l’alleanza tra tecnologia e risk management diventa un passaggio necessario per costruire organizzazioni più agili e resilienti.

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