“Un luogo comune della nostra epoca è che soffriamo di un deficit di fiducia. In alcune aree, però, è vero l’opposto: c’è un allarmante eccesso di fiducia” (Thornhill, 2020, trad. nostra). La frase dell’editor di Financial Times in tema di innovazione indica un apparente paradosso: c’è una diffusa diffidenza verso molti fenomeni e dinamiche in atto[1], mentre aumenta la popolarità dei numerosi Large Language Models (LLMs) che, addestrati su enormi database di informazioni di varia natura (scritte, visive, sonore, multimodali), rispondono alle domande degli utenti con output pregnanti e suggestivi.
l’analisi
Dalla diffidenza al potere: l’ascesa dell’IA e le nubi sul nostro orizzonte
Nella nostra epoca, convivono un deficit e un eccesso di fiducia. Mentre cresce la diffidenza generale, la popolarità dei modelli linguistici (LLMs) aumenta. Il rapporto AI Index 2024 evidenzia l’accelerazione delle performance degli LLMs, superando in alcuni ambiti le capacità umane. Tuttavia, emergono limiti e rischi di autonomia imprevedibile
BABEL – Blockchain and Artificial intelligence for Business, Economics and Law – Università di Firenze

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