Memory Squad - 121° PUNTATA

Marco Pannella

Cronache dal futuro (anno 2333), a cura del docente visionario Edoardo Fleischner per Agendadigitale.eu

Pubblicato il 20 Mag 2016

Marco Pannella

Il dottor Annthok Mabiis ha annullato tutte, o quasi, le memorie connesse della galassia per mezzo del Grande Ictus Mnemonico. “Per salvare uomini e umanidi dalla noia totale, dalla Sindrome della Noia Assoluta”, perché le memorie connesse fanno conoscere, fin dalla nascita, la vita futura di ciascuno, in ogni particolare. La Memory Squad 11, protagonista di questa serie, con la base di copertura su un ricostruito antico bus rosso a due piani, è incaricata di rintracciare le pochissime memorie connesse che riescono ancora a funzionare. Non è ancora chiaro se poi devono distruggerle o, al contrario, utilizzarle per ricostruire tutte quelle che sono state annientate, se devono cioè completare il lavoro del dottor Mabiis o, al contrario, riportare la galassia a “come era prima”.

“Una selva di memorie connesse, comandante!”
“In una sola persona?” la comandante Akila Khaspros soppesava.
“Cosa strana… confermo, in una sola persona, ma in tanti luoghi della galassia…”
“Ma le memorie connesse sono state staccate, quasi tutte almeno… alcune possono essere rimaste, ma poche, pochissime… non capisco, è in corso una grossa anomalia…”
“Sono più di tre secoli che vive questa anomalia!” l’agente riscopriva.
“Allora sarà stata catalogata!” la comandante raziocinava.
“Nessuna catalogazione, comandante… il primo metadata dice chiaro e tondo “incatalogabile”.

“E gli iperdata cosa dicono?”
“Rappresentano un sistema che dire complesso è dir poco, comandante… Si compone in verticale, anche in quelle che una volta si chiamavano ideologie… E si propaga in orizzontale, con una fortissima concentrazione sui valori “libertà” ed “etica”, a cui alcuni algoritmi hanno aggiunto la parla “contraddizioni…”
“Un sistema teorico, dunque…” la comandante sviluppava.
“Anche, ma associato a un enorme sciame di nuclei concreti, reali, pratici diciamo così, azioni forti, le chiamavano radicali… oggi sono normali, comandante… ma in quei tempi antichi…”
“Dunque cercare di interrompere anche queste memorie connesse non è per niente semplice, direi impossibile, agenti… è così che va, ha sempre funzionato così… quando le memorie sono troppo dense non c’è azione umana o umanide che possa contrastarle…” la comandante rassegnava. Ora abbracciava. Sé stessa.

Nuvole aspre. Città piegata. Assiepata. In passi lunghi. In incontri silenti. In sorrisi accolti. In pensieri promettenti.

“Come si chiama?”
“La storia lo ha sempre chiamato Marco, Marco Pannella”.

(121 – continua la serie. Episodio “chiuso”)

edoflei06@gmail.com

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flo.battevi
flo.battevi
9 anni fa

Non condivido tante posizioni del Partito Radicale, ma Pannella è stato, e le sue idee sono ancora oggi, un pungolo per la nostra coscienza

Manfredi
Manfredi
9 anni fa

Da studente di Scienze Politiche quale sono ho capito che in un politico vero ci vogliono tre caratteristiche idealtipiche :
– concretezza
– semplicità
– convinzione

Marco Pannella le incarnava tutt’e tre ancor prima che il nostro paese diventasse una repubblica moderna.. Una lotta mai silenziosa per i diritti civili, non c’è mai stato un politico o una serie di ambizioni più nobili che spingere la modernizzazione del paese come fece Pannella.

La libertà e l’etica sono i mezzi della guerra di Marco Pannella, contro l’opinione pubblica più conservatrice o contro il destino di un paese schiacciato dalla Chiesa.. Ha fatto aprire gli occhi al nostro parlamento e alla nostra gente : ma soprattutto ha reso l’Italia una repubblica moderna e al passo coi tempi!

Paolo Lu
Paolo Lu
9 anni fa

Bravi Edo e Attilio, nella complessità e nell’effervescenza dei pensieri e delle azioni di un uomo avete colto un percorso memorabile. Non c’è né bene né male in un cosmo e in una società nei quali i campi gravitazionali si fan più forti e più deboli secondo il punto di collocazione degli osservatori. Il belato di una pecora sola talvolta canta meglio di un gregge.

Attilio A. Romita
Attilio A. Romita
9 anni fa

Quando un visionario sparisce tutti lodano e condividono le sue visioni in un abbraccio mortale che innalza l’uomo sino a snaturarlo.
L’uomo aveva visioni certe, che sosteneva con eterni digiuni e scarsi silenzi, aveva bisogno che le sue certezze fossero confermate da tutti con una selva referendaria di coinvolgenti domande.
E l’uomo che circondava le sue idee con mille parole voleva una soluzione dicotomica senza se e senza ma.
E l’uomo che esaltava l’etica della libertà non ammetteva contraddittorio e soffocava la discussione con fiumi di sillogismi intricati che perdevano l’avversario.
E l’uomo, tra le sue mille idee continuamente dette, gridate, coinvolgenti, contrastanti, assimilanti e rapidamente pensanti, fu il catalizzatore per grandi scoinvolgimenti dei quali presto si perse l’autore e presto divennero pratiche quotidiane. E l’uomo di questo forse si doleva perchè non voleva che la sua spinta al cambiamento assoluto divenisse un semplice …provvedimento di legge.
Ora non c’è più e presto i “coccodrilli” dei giornali si esauriranno e l’uomo sarà “chi quello che digiunava per qualsiasi cosa”, ma forse qualche memoria connessa ai tempi ricorderà che è stato di più di una pietra nello stagno il cui ricordo si esaurisce nelle onde d’acqua che rapidamente dilatano ed esauriscono.
Salve Giacinto Pannella detto Marco, tante volte non sono stato d’accordo con Te, ma chi son io per giudicare o criticare.

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