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Cloud ibrido, così Kubernetes spinge la competitività



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Dall’adozione dell’infrastruttura open all’integrazione tra cloud, AI e sicurezza: come orchestrare un’innovazione continua che sia scalabile, governabile e allineata agli obiettivi aziendali. Con soluzioni open source avanzate e una visione strategica condivisa, ecco in che modo Sorint.lab e Suse accompagnano realtà come Nexi Group verso piattaforme IT moderne, resilienti e sostenibili 

Pubblicato il 27 nov 2025



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L’ecosistema IT è protagonista di una radicale trasformazione: le aziende italiane e globali stanno passando da architetture tradizionali — server fisici, macchine virtuali isolate, modelli monolitici — verso ambienti più dinamici, distribuiti e cloud-native.

Secondo il rapporto The Voice of Kubernetes Experts 2024 realizzato da Portworx con Dimensional Research, l80% delle organizzazioni prevede di sviluppare la maggior parte delle nuove applicazioni su piattaforme cloud-native entro i prossimi cinque anni, mentre l86% dichiara di costruire le proprie piattaforme cloud-native in ambienti ibridi. Parallelamente, il mercato globale di Kubernetes — ormai riconosciuto come lo standard per l’orchestrazione dei container — continua a espandersi: la componente Solutions” ha raggiunto il 56% del mercato nel 2024, e il segmento dei servizi gestiti mostra una crescita media annua prevista di circa il 24% nei prossimi anni, secondo le analisi di Mordor Intelligence.

Questo passaggio verso modelli più agili comporta però nuove complessità. Crescono le esigenze di automazione, sicurezza, governance e interoperabilità, e diventa cruciale investire non solo in tecnologia, ma anche in competenze e partnership. L’Italia, in questo scenario, si muove tra eccellenze industriali, startup cloud-native, PA in transizione digitale e un nuovo protagonismo del mondo dell’education. Un esempio emblematico è rappresentato dall’evento HackersGen Event, tenutosi a ottobre a Bergamo: oltre 1.300 partecipanti, 1.200 studenti, 100 docenti e 40 istituti provenienti da tutta Italia hanno animato un’intera giornata dedicata all’innovazione IT, alla formazione tecnica e all’orientamento. Ideato e promosso da Sorint.lab con il supporto di Suse, l’evento ha lanciato un messaggio forte: l’innovazione non si subisce, si costruisce — e le tecnologie open come Kubernetes ne sono la base operativa.

L’ecosistema IT italiano: trend e sfide per la trasformazione 

In un contesto economico incerto, dove l’adozione del cloud è vista come leva per aumentare efficienza e resilienza, le organizzazioni italiane si trovano davanti a una doppia sfida: semplificare l’infrastruttura IT e accelerare la modernizzazione applicativa. Ma qual è il grado di maturità su questo fronte? 

Secondo l’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, nel 2024 il mercato del Cloud in Italia ha raggiunto i 6,8 miliardi di euro, con una crescita del 24% rispetto allanno precedente. La componente Public & Hybrid Cloud rappresenta oltre due terzi del totale, a conferma del ruolo sempre più centrale dei modelli ibridi nella strategia digitale delle grandi imprese italiane. Tuttavia, l’adozione di architetture basate su container è ancora in una fase di espansione graduale, segno che la piena maturità cloud-native richiede investimenti continui in competenze e governance.  

Questi numeri rivelano un trend: Kubernetes è ancora un territorio da esplorare pienamente. Eppure, è proprio questa piattaforma a offrire la flessibilità necessaria per operare in contesti distribuiti, automatizzare i deployment e abilitare modelli DevOps scalabili.

Dall’evento HackersGen, un messaggio chiave per il mercato 

La quarta edizione dell’HackersGen Event ha posto le basi di un dialogo tra education e impresa, con speech e laboratori guidati da esperti del settore. I temi trattati — AI, cybersecurity, sviluppo front-end, DevOps, cloud sostenibile — non erano meri contenuti didattici, ma veri e propri scenari operativi. Il percorso formativo “Tech Journey”, proposto da Sorint.lab, include oggi anche corsi su containerizzazione, CI/CD e introduzione a Kubernetes per le classi V superiori.

La formazione, quindi, non è più disgiunta dal mercato: è la base per la trasformazione. E non a caso, dopo l’evento, la piattaforma HackersGen ha superato i 10.000 iscritti, segno di una community viva e attiva.

Il paradosso digitale: velocità e complessità nel cloud ibrido 

Mentre l’urgenza di modernizzare spinge verso il cloud ibrido, le architetture IT diventano sempre più complesse. I team devono gestire workload distribuiti tra ambienti pubblici, privati e on-premise, garantire continuità operativa, proteggere i dati e rispettare normative sempre più stringenti. In questo scenario, la necessità di un “motore” per l’orchestrazione diventa fondamentale. Ed è proprio qui che entra in gioco Kubernetes.

Kubernetes e Open source: i pilastri della piattaforma moderna 

Kubernetes è una piattaforma open source per l’orchestrazione di container: consente di automatizzare il deployment, la scalabilità e la gestione delle applicazioni in ambienti containerizzati. Nato in Google, oggi è mantenuto dalla Cloud Native Computing Foundation, e si è imposto come standard di fatto per gestire infrastrutture cloud-native e ambienti ibridi.

Il vantaggio di Kubernetes non è solo tecnico, ma strategico: astrae l’infrastruttura sottostante, garantisce portabilità tra cloud e ambienti on-premise, abilita il DevOps continuo e riduce il rischio di lock-in. Insieme a strumenti come Suse Rancher, offre una dashboard unificata per il controllo di tutti i cluster, indipendentemente dal provider o dalla posizione geografica.

Orchestrazione al centro: Kubernetes come standard per l’innovazione continua 

L’approccio basato su microservizi e containerizzazione porta le aziende a gestire centinaia di componenti applicativi. Kubernetes permette di orchestrare questi elementi, assicurando che le applicazioni restino disponibili, aggiornate e scalabili, anche in presenza di picchi di carico o fault hardware.

In Italia, le aziende che adottano Kubernetes con il supporto di partner tecnologici riescono a ridurre drasticamente i tempi di rilascio, aumentare la resilienza e migliorare la coerenza tra ambienti di sviluppo e produzione.

Sicurezza e governance: costruire un cloud ibrido controllato 

Uno dei principali ostacoli all’adozione di Kubernetes è la sicurezza. I cluster mal configurati possono esporre l’infrastruttura a vulnerabilità critiche. È quindi fondamentale affiancare alla tecnologia strumenti avanzati di controllo. In questo senso, Sorint.lab e Suse offrono una strategia congiunta che integra orchestrazione, sicurezza e compliance, con un approccio open che rispetta gli standard enterprise.

Suse ha evoluto la propria proposta di sicurezza integrando le tecnologie di NeuVector all’interno della Rancher Suite, dove costituiscono il modulo Suse Security. Non si tratta più di un prodotto separato, ma di una componente strategica della piattaforma, progettata per garantire sicurezza completa e coerente in ambienti container e Kubernetes.

Suse Security adotta un approccio Zero Trust lungo l’intero ciclo di vita delle applicazioni – dalla build al deployment fino al runtime. Offre image scanning approfondito, protezione runtime comportamentale, network segmentation, controllo delle policy e una visibilità continua dell’ambiente. Include inoltre set di policy e controlli utili a supportare gli standard più diffusi, come Pci Dss, Hipaa e Gdpr.

Grazie all’integrazione nelle pipeline CI/CD, le organizzazioni possono adottare un modello policy-as-code, automatizzando i controlli di sicurezza senza rallentare i workflow DevOps. Il risultato è una piattaforma Kubernetes più sicura, governabile e pronta alla produzione, con un’unica esperienza operativa all’interno di Rancher Suite.

Strategia e supporto: la partnership al servizio delle imprese 

Nell’adozione di Kubernetes, la componente tecnologica è solo una parte dellequazione. Serve una strategia che combini piattaforme robuste, servizi gestiti, visione architetturale e competenze.

Abilitare l’adozione efficace di Kubernetes 

L’esperienza di Suse e Sorint.lab mostra che le aziende possono superare la complessità di Kubernetes attraverso un accompagnamento consulenziale graduale, che parte dalla containerizzazione, passa per il controllo dei cluster e arriva alla piena automazione.

Nel caso del progetto Nexi Group, la modernizzazione dell’infrastruttura è stata accompagnata da Sorint.lab tramite soluzioni Suse: il risultato è stato un consolidamento dei servizi finanziari su una piattaforma cloud-native governata in modo centralizzato, con maggiore affidabilità e resilienza.

Dalla visione all’esecuzione: allineare IT e obiettivi di business 

Le piattaforme moderne non devono solo essere performanti: devono supportare la strategia aziendale. Allineare IT e business significa adottare architetture flessibili, capaci di evolvere senza discontinuità. Suse Rancher Prime è una piattaforma completa per la gestione multi-cluster e multi-cloud di Kubernetes, con funzionalità avanzate di governance, sicurezza integrata, osservabilità e controllo degli accessi, semplificando l’adozione di modelli DevOps scalabili. A completare lo stack, Suse propone soluzioni come Suse Storage, per storage persistente affidabile e semplice da implementare in ambienti Kubernetes, Suse Observability, che fornisce monitoraggio unificato e analisi avanzata con oltre quaranta dashboard preconfigurate e pipeline OpenTelemetry per metriche, log e tracce, e Suse Application Collection, pacchetti applicativi open source sicuri e aggiornati per accelerare lo sviluppo riducendo i rischi. Con strumenti di questo tipo, anche aziende con team IT medio-piccoli possono beneficiare della complessità di Kubernetes senza subirla.

Oltre il Cloud: Edge Computing e AI come nuove frontiere delle piattaforme 

L’evoluzione delle architetture IT non si ferma al cloud. Oggi, il paradigma dell’edge computing — con dati ed elaborazioni più vicini al punto in cui vengono generati — spinge verso nuove forme di distribuzione.

In questo scenario, Suse supporta l’evoluzione verso l’edge con K3s, la versione leggera di Kubernetes ottimizzata per ambienti industriali, retail, sanità e IoT, garantendo la stessa sicurezza e governance delle soluzioni enterprise. Allo stesso tempo, la sinergia tra container e AI permette di accelerare i processi di analisi, automazione e decisione. La sfida non è solo tecnica, ma culturale: integrare AI in modo consapevole, come sottolineato anche durante l’HackersGen Event, significa educare a un uso responsabile della tecnologia.

Oltre la tecnologia: un modello sostenibile di innovazione IT 

Kubernetes non è una moda tecnologica, ma un elemento strutturale dell’IT moderno. Orchestrazione, sicurezza, automazione e portabilità non sono più optional, ma requisiti minimi. E per affrontare queste sfide, servono visione, competenze e alleanze. Sorint.lab e Suse, con i loro progetti in ambito enterprise e formativo, mostrano come sia possibile unire strategia e operatività, cultura open source e concretezza progettuale.

Articolo realizzato in collaborazione con Sorint.lab e Suse

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