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AI e turismo: come cambia il settore dell’hospitality



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Dalle prenotazioni all’hospitality, l’intelligenza artificiale ridefinisce il turismo italiano migliorando efficienza, sostenibilità e servizi

Pubblicato il 6 nov 2025

Antonio Picozzi

co founder e CEO di Takyon



turismo digitale

La rivoluzione digitale ha introdotto cambiamenti profondi nelle dinamiche di prenotazione e gestione delle strutture ricettive. L’intelligenza artificiale, in particolare, sta ridefinendo i confini dell’hospitality, favorendo una crescita economica sostenuta e una profonda trasformazione tecnologica del settore.

Il turismo resta un pilastro dell’economia italiana

Il turismo si conferma, ancora una volta, un settore trainante dell’economia italiana, e tra l’altro uno dei pochi in crescita costante, considerando che contribuirà, con 257,9 miliardi di dollari al Pil del 2025, ancora più che nel 2024, dove aveva contribuito per 248,3 miliardi di dollari. Sono dati annunciati nel corso della XXV edizione del Global Summit, tenutosi a Roma lo scorso settembre, nel corso del quale sono stati annunciati pubblicamente, da rappresentanti del Governo, nuovi investimenti nell’intero comparto, ricorrendo anche alle risorse del Pnrr per riqualificare le imprese e migliorare le strutture ricettive locali.

L’Italia, stando ai dati dell’estate 2025, si è confermata tra le prime destinazioni mondiali e i trend non potranno che migliorare, visto che adesso il mercato hotellerie si prepara all’atteso evento delle Olimpiadi Milano-Cortina, a inizio 2026, e agli europei di calcio che avranno luogo nel 2032.

L’impatto dell’intelligenza artificiale sull’hospitality

La rivoluzione digitale e la diffusione capillare dell’intelligenza artificiale hanno avuto un ruolo fondamentale nella crescita dell’hospitality nel nostro Paese introducendo un profondo cambiamento delle dinamiche del settore, a partire dal consolidamento dell’e-commerce, delle prenotazioni e delle recensioni online, entrati a gamba tesa nel mercato del turismo dal 2020, post pandemia. Certo, come ogni innovazione particolarmente veloce e significativa, l’introduzione dell’AI nel turismo ha portato con sé luci e ombre.

Il boom delle prenotazioni con agenti AI

Innanzitutto, è cambiato il mercato delle prenotazioni. L’estate 2025 ha rivelato che per la grande maggioranza di turisti programmare il proprio viaggio attraverso agenti AI è risultato più efficiente, veloce e personalizzabile. Circa il 30% degli italiani ha utilizzato l’AI per pianificare il proprio soggiorno estivo, con un incremento che arriva a superare l’80% rispetto al 2024.

E un dato interessante è che la fascia d’età non è più una discriminante: non sono solo i giovani a rivolgersi all’AI per la pianificazione delle vacanze, ma anche adulti di età superiore ai 50 anni. Oltre a fornire un orientamento verso i paesi o gli hotel migliori per i propri gusti, basandosi su dati, cronologia e algoritmo, l’AI ha la capacità di tradurre in opzioni consistenti quelle che sono ipotesi generiche di un viaggio, Inserendo poche indicazioni, come “mare”, “montagna”, caratteristiche dell’albergo cui si aspira, l’AI può aiutare a scoprire nuove mete di destinazione, personalizzare un viaggio e naturalmente fornire uno strumento di organizzazione e pianificazione al dettaglio ben più efficiente e in molto meno tempo che coi metodi di ricerca tradizionali. Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica: è molto importante che gli hotel e le strutture ricettive siano preparate, o rischiano di sparire.

Hotel e OTA: sfida tra personalizzazione e standardizzazione

Questo perché i siti diretti degli hotel spesso non sono “standardizzati”, anzi, anche i migliori sono volutamente differenti dagli altri, proprio per distinguersi dai competitor e mettere in evidenza la propria offerta, mentre le OTA, ossia le Online Travel Agency, offrono, di fatto, schede standardizzate per favorire il confronto tra strutture da parte dell’utente. In altre parole, nell’epoca dell’AI un importante problema degli hotel risulta avere dei siti diretti non sufficientemente strutturati per poter essere rintracciati e analizzati da una macchina. Per un agente AI, le informazioni offerte dalle OTA rispondono sicuramente meglio all’esigenza di pianificazione di un soggiorno secondo le indicazioni fornite dal viaggiatore.

Se, dunque, fino a prima della diffusione capillare nella quotidianità di tutti dell’AI il problema degli hotel era superare i competitor programmando il proprio sito in modo che colpisse l’utente, tenendo al massimo in considerazione i paradigmi SEO, quindi lo sfruttamento di parole chiave adatte a indicizzare al meglio il proprio canale diretto, oggi la situazione cambia. Questo non implica che gli hotel debbano necessariamente arrendersi all’idea che pagare le commissioni, alle volte anche piuttosto salate, alle OTA sia l’unico modo per sopravvivere nell’era digitale. Sicuramente, però, devono tener conto di questi cambiamenti e valutare l’integrazione con tecnologie che siano in grado di standardizzare i siti diretti e renderli riconoscibili dall’intelligenza artificiale.

Turismo sostenibile e nuove esperienze digitali

Un altro aspetto legato all’introduzione dell’AI riguarda la maggiore tendenza verso il turismo cosiddetto sostenibile. In generale, la possibilità di partire da un’idea di vacanza “da sogno” e affidarsi ad agenti AI per costruirla passo dopo passo, ha portato i turisti a dare più spazio alle esperienze offerte dalle mete di destinazione, alla curiosità di scoprire tradizioni e attrazioni di nicchia. Questo ha comportato una crescita generale dello slow tourism, e di conseguenza alla crescita esponenziale di servizi in grado di favorirlo. Per esempio, numerosi hotel e resort hanno scelto di munirsi di ciclostazioni per offrire ai propri clienti biciclette ed e-bike, decisione che ha comportato lo sviluppo della mobilità sostenibile e di applicazioni di ultima generazione per favorire la gestione dei veicoli a distanza, sempre nell’ottica di rendere l’esperienza di vacanza più confortevole possibile.

Verso un turismo sempre più personalizzato

Ancora in direzione slow tourism, tante mete tipiche di villeggiatura si sono attrezzate con servizi di QR code in prossimità delle attrazioni, possibilità di prenotare online trasporti ed esperienze, favorendo la digitalizzazione con conseguente impatto sulle imprese e il know-how del territorio di riferimento. Questo grazie al potenziale dell’AI nell’offerta di un forte supporto personalizzato ai turisti. Un agente AI è, infatti, in grado di fornire suggerimenti in tempo reale mentre si è in viaggio e aiuta a scoprire luoghi e servizi nei dintorni. Nondimeno, grazie all’AI esiste oggi la possibilità di sviluppare nuovi prodotti turistici, come assistenti virtuali per la creazione di viaggi e guide personalizzate, o esperienze su misura di natura gastronomica, ludica o escursionistica.

Smart destination e gestione data-driven del turismo

In generale, dunque, grazie all’AI è in aumento il fenomeno “Smart Destination”. Con questa espressione si identifica ogni località turistica che sceglie di sfruttare tecnologie ICT all’avanguardia, spesso servendosi di sistemi di intelligenza artificiale, e adottare un approccio data-driven nei propri processi di business. Non solo per agevolare il processo di booking agli utenti, ma per monitorare il traffico e i flussi di persone, predisporre adeguatamente le strutture e assicurarsi, di conseguenza, gestione più efficiente della mobilità dei turisti e dei residenti. L’IA automatizza i processi interni, dal check-in alla gestione delle risorse amministrative, ottimizzando le operazioni e riducendo i costi per gli albergatori. E ottimizzare è una parola chiave da tener presente per quanto riguarda un altro fattore fondamentale: l’impatto ambientale del turismo. La possibilità di gestire i flussi di persone da un lato e dall’altro anche stimare adeguatamente i propri consumi, considerando trasporti, accoglienza e servizi inclusi nell’offerta del singolo hotel, è diventato molto più facile promuovere un turismo responsabile e sostenibile rispetto al passato.

Una spinta decisiva verso il futuro del turismo

In sintesi, si può affermare che l’intelligenza artificiale abbia portato a una propulsione del turismo, di fatto valorizzando quello che è uno tra i settori più importanti dell’economia nostrana, però bisogna che le strutture ricettive siano adeguatamente attrezzate internamente e al passo con il trend, per non rischiare di finire in ombra e perdere la possibilità di fidelizzare la propria clientela”.

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