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Autovalutazione studenti, che c’è da imparare dal Giovane Holden



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Far autovalutare gli studenti significa anche portarli a indicare il loro “punto della strada” senza reticenze e, in parte, inchiodarli alle proprie responsabilità. Ecco perché l’autovalutazione è uno strumento prezioso che fa di ogni studente un giovane Holden Caulfield. Anche qui il digitale ha un ruolo

Pubblicato il 23 feb 2018

Daniela Di Donato

Docente di italiano (Liceo scientifico), PhD in Psicologia sociale, dello sviluppo e della Ricerca educativa presso Sapienza Università di Roma, esperta di metodologie didattiche, inclusione e uso delle tecnologie digitali a scuola.



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Come per molti della mia età, la voce narrante del giovane Holden Caulfield ha segnato una svolta nella mia vita di lettrice. Da docente spesso l’ho consigliato ai miei studenti, sperando che anche loro ne fossero fulminati. Qualche volta è successo. Di Holden mi colpiva la leggerezza e l’immediatezza con cui, a colpi di poche rapide parole, faceva conoscere al lettore il mondo dal suo punto di vista. Per chi non lo avesse letto, la storia è questa: siamo in America e un ragazzo di sedici anni viene espulso dal college che frequenta in Pennsylvania (è la quarta volta che cambia scuola). Per le vacanze di Natale, deve tornare a casa sua, a New York, e dire ai suoi dell’espulsione. Dirlo a suo padre, che come gli ricorda la sorellina, non appena lo saprà lo ammazzerà. Holden decide di partire però un giorno prima: arriva in città e vagabonda.

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