“Una serie di misteriosi incidenti ai cavi sottomarini sta spaventando i governi e la NATO. Ma dovrebbero spaventare anche un altro gruppo: l’industria dei servizi finanziari.” Con queste parole Elisabeth Braw, senior fellow presso l’Atlantic Council, lancia un allarme con un articolo sul Financial Times, che dovrebbe risuonare nei consigli di amministrazione di ogni grande istituzione finanziaria globale.
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La minaccia strategica ai cavi sottomarini: sabotaggi e vulnerabilità crescenti
Braw avverte che se diversi cavi che collegano la Gran Bretagna o la costa orientale degli Stati Uniti fossero sabotati, la City di Londra e Wall Street si troverebbero a gestire interruzioni dell’operatività rischi colossali. Entrambe le piazze finanziarie, sostiene l’esperta, devono prepararsi urgentemente a questa eventualità.
Il giorno di Natale 2024, mentre gran parte del mondo celebrava le festività, la nave cisterna Eagle S, battente bandiera delle Isole Cook, ha colpito cinque cavi sottomarini nel Golfo di Finlandia. Solo l’intervento tempestivo della Guardia di Frontiera finlandese ha impedito che la distruzione fosse ancora più devastante. Questa nave, appartenente alla cosiddetta “flotta ombra” russa, ha riportato all’attenzione globale una vulnerabilità critica: la dipendenza estrema del sistema finanziario mondiale da questa rete di cavi che giacciono sui fondali marini.
Circa 200 cavi sottomarini vengono danneggiati annualmente nel mondo, principalmente si tratta di danni accidentali da attrezzature da pesca o ancore di navi. Ma ciò che preoccupa sempre più non sono gli incidenti casuali, bensì gli atti deliberati di sabotaggio che si stanno moltiplicando nel Mar Baltico e in altre aree strategiche.
Il ruolo centrale dei cavi sottomarini nel sistema finanziario
Come sottolinea Braw nel suo articolo, “il denaro viaggia attraverso i più di 500 cavi dati del mondo – circa 10 trilioni di dollari ogni singolo giorno”. I cavi sottomarini trasportano il 99% di tutto il traffico internet, incluse praticamente tutte le transazioni finanziarie internazionali. Quando questi sistemi di comunicazione si interrompono, come ha evidenziato un funzionario della Federal Reserve, “il settore finanziario non si ferma gradualmente, si blocca di colpo”.
La vulnerabilità è particolarmente acuta per i due principali centri finanziari mondiali: Londra e New York. Le coste al largo di queste due città rappresentano hub cruciali per i cavi che collegano il Regno Unito con l’Europa e la costa orientale degli Stati Uniti con il vecchio continente, rendendole obiettivi ancora più attraenti per potenziali sabotaggi.
Escalation globale delle interruzioni ai cavi sottomarini
L’escalation delle minacce è iniziata nel 2024, coinvolgendo i cavi in diverse aree, dal Mar Baltico al Mar Rosso. Nel febbraio del 2024 quattro cavi nel Mar Rosso sono stati recisi, interrompendo i servizi Internet per oltre 100 milioni di persone in Africa occidentale e settentrionale e colpendo il 70% del traffico dati tra Europa e Asia. Quindi nel mese di novembre 2024 due cavi di telecomunicazioni nel Mar Baltico sono stati danneggiati, uno tra Finlandia e Germania e l’altro tra Lituania e Svezia.
Infine, nel gennaio di quest’anno la nave cargo Shunxin-39, di proprietà cinese, ha danneggiato dei cavi nell’area di Taiwan, costringendo il Ministro della difesa del paese a imbastire una rete di sorveglianza sulle quattro aree in cui sono dislocati cavi sottomarini.
Il rischio geopolitico legato ai cavi sottomarini e le contromisure de paesi nordici
La minaccia della Russia all’infrastruttura sottomarina appare per adesso limitata. La sua co-dipendenza dai flussi finanziari globali ha suggerito finora un interesse limitato a questo tipo di attacchi. Tuttavia, a maggior ragione con l’aumento delle sanzioni nei suoi confronti, la Russia potrebbe cambiare la sua strategia e fare degli attacchi all’infrastruttura dei fondali marini un obiettivo centrale.
Mentre la maggior parte dei paesi resta vulnerabile, la Finlandia ha avvitato la progettazione di un sistema pionieristico. Dal 2022, il paese nordico sta lavorando per implementare un sistema di backup rudimentale per garantire i pagamenti in caso di blackout. Approvando anche regole specifiche per questo tipo di emergenze nel settore finanziario definendo il contenuto del sistema di backup per garantire i pagamenti quotidiani e le responsabilità delle parti. Il sistema finlandese consentirebbe di disporre e ricevere bonifici domestici sui propri conti bancari, pagamenti con carte di debito, prelievi di contanti da specifici bancomat. Per il paese si tratta di una sfida fondamentale: solamente il 10% dei finlandesi utilizza ancora il contante come metodo principale di pagamento, rendendo il paese altamente dipendente dai pagamenti digitali
Anche la Svezia punta a implementare l’offline card payment entro il 1° luglio 2026, consentendo acquisti di beni fino a sette giorni senza connessione.
A questi due paesi si aggiungono inoltre, la Norvegia, la Danimarca e l’Estonia che hanno deciso di studiare soluzioni di backup per i pagamenti offline con carta, mediante sistemi progettati per mantenere le attività commerciali ordinarie senza connessione.
Le simulazioni di crisi e i limiti attuali nella protezione dei cavi
Nel Regno Unito ogni anno si svolge una esercitazione denominata SIMEX (Sector-wide Simulation Exercise) sotto la supervisione della Bank of England e che coinvolge l’intero settore finanziario britannico per testare la risposta coordinata a crisi sistemiche, incluse minacce informatiche e interruzioni operative. Negli Stati Uniti, Sheltered Harbor è un’iniziativa del settore finanziario che garantisce il ripristino sicuro dei dati critici dei clienti anche in caso di attacchi gravi o perdita di connettività, assicurando la continuità minima delle operazioni bancarie. Ma finora, quasi nessuno ha incluso lo scenario di interruzione fisica dei cavi tra quelli da simulare.
A livello europeo il nuovo regolamento europeo sulla resilienza operativa digitale, il cosiddetto DORA (Digital Operational Resilience Act), in vigore dal 2025, impone a tutte le istituzioni finanziarie di dotarsi di piani di continuità operativa, includendo anche minacce fisiche alle infrastrutture digitali. È dunque plausibile che nei prossimi mesi il tema dei cavi possa entrare nei nuovi standard di vigilanza e supervisione macroprudenziale.
Cavi sottomarini e democrazia: una connessione vitale
Un’interruzione simultanea di più cavi potrebbe comportare il blocco immediato delle transazioni, anche un’interruzione di pochi minuti causerebbe danni massicci alle istituzioni finanziarie. Ma lo scenario critico va ulteriormente approfondito, infatti si potrebbero determinare distorsioni importanti che sarebbe utile prevenire anche a livello di regole. Come ha dichiarato al Financial Times Jaakko Weuro, capo dell’Autorità finlandese per la stabilità finanziaria: “Il denaro colpito da un’interruzione dei cavi potrebbe non essere definitivamente perso, ma potrebbe distorcere il mercato. Ci sarebbero vincitori e perdenti”. I rischi di una interruzione prolungata della operatività delle istituzioni finanziarie inoltre potrebbe comportare il panico tra i risparmiatori e cittadini: ci sarebbero da gestire le conseguenze di mancati pagamenti programmati tra le imprese, dalle imprese ai lavoratori, etc..
Per questo motivo, le istituzioni pubbliche devono collaborare con le banche per sviluppare piani di contingenza e continuità operativa che garantiscano, almeno in una prima fase, il mantenimento dell’operatività finanziaria domestica in caso di interruzioni della connettività legate ai cavi sottomarini.
L’obiettivo non può essere limitato alla gestione dell’emergenza: serve una strategia strutturale per ridurre la dipendenza da singoli punti di vulnerabilità, diversificando le rotte fisiche dei cavi e promuovendo infrastrutture multiple, più moderne, resilienti e distribuite. Sistemi ridondanti, come cavi alternativi, collegamenti terrestri e persino opzioni satellitari, devono diventare parte integrante dell’architettura critica su cui si fonda l’economia europea.
Ma il punto non è solo tecnico. Questi investimenti vanno interpretati per quello che realmente sono: un presidio strategico non solo dell’efficienza economica, ma della tenuta democratica. In un contesto in cui attori ostili possono colpire le infrastrutture di base per destabilizzare Paesi interi, garantire la continuità dei pagamenti, l’integrità dei mercati finanziari e la fiducia nei circuiti economici diventa una condizione fondamentale per il mantenimento dell’ordine civile, della coesione sociale e, in ultima istanza, della legittimità delle istituzioni democratiche.
Ecco perché la protezione di queste reti non può essere lasciata ai soli operatori privati. È necessaria una vera iniziativa pubblica, coordinata a livello europeo, perché le infrastrutture dove viaggiano gli scambi finanziari, compresi i cavi sottomarini, sono infrastrutture di interesse strategico europeo, tanto quanto quelle dell’energia. Sono le arterie invisibili della nostra finanza, ma anche i canali attraverso cui scorre – in senso profondo – la nostra sovranità.
La domanda cruciale non è se accadrà un’interruzione, ma quando. Essere pronti significa non solo proteggere l’economia, ma anche preservare la stabilità delle nostre democrazie. Prima che le profondità dell’oceano ci ricordino, ancora una volta, quanto fragile possa essere il sistema su cui esse poggiano.










