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Urbanistica partecipata digitale: nuovi strumenti per città sostenibili



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L’urbanistica partecipata utilizza piattaforme online per coinvolgere cittadini nella progettazione urbana. Strumenti come FirstLife permettono mappature collaborative, superando limiti spazio-temporali e creando processi decisionali più inclusivi e trasparenti.

Pubblicato il 25 ago 2025

Monica Cerutti

Dipartimento di Informatica Università di Torino

Chiara Sonzogni

Dipartimento di Informatica Università di Torino



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L’urbanistica partecipata rappresenta una tematica di grande attualità nel contesto della città contemporanea. Si tratta di un nuovo modo di intendere la progettazione, stimola uno sguardo capace di mettere al centro la cittadinanza e rendere chi abita gli spazi urbani protagonista dei processi decisionali riguardo la gestione o la trasformazione degli stessi.

Le sfide dell’urbanistica partecipata contemporanea

In un’epoca segnata da sfide ambientali, sociali ed economiche crescenti, il coinvolgimento diretto della popolazione è senza dubbio uno degli ingredienti per creare città più inclusive, sostenibili e rispondenti ai reali bisogni delle comunità locali, perché permette di affrontare con sguardo d’insieme e con atteggiamento comunitario, e quindi più efficace, temi come la rigenerazione, l’adattamento climatico e la giustizia spaziale.

Per superare la pianificazione top-down tradizionale e favorire un approccio bottom-up servono strumenti di dialogo, di co-progettazione e di mediazione tra i diversi attori della pianificazione – istituzioni, tecniche e tecnici, cittadine e cittadini – che sappiano garantire trasparenza e promuovere senso di appartenenza, rispondendo alle diverse esigenze di espressione e coinvolgimento delle persone. Per questo l’urbanistica partecipata sta attraversando una fase di profonda evoluzione, guidata (anche) dal digitale che, sempre di più, si attesta come strumento, o meglio come insieme di strumenti capaci di amplificare le voci della cittadinanza, di facilitare i momenti di co-progettazione e di soddisfare le diverse forme di partecipazione, un concetto che, nel suo stesso svolgimento e maturazione, si sta facendo sempre più ibrido.

Infatti la possibilità offerta dalla tecnologia di seguire attività e processi anche a distanza e di esprimere, in diversi modi e contesti, idee e opinioni, rappresenta una nuova frontiera nell’ambito dei processi partecipativi, rendendo possibile un coinvolgimento più ampio, flessibile e inclusivo.

Grazie a strumenti digitali come piattaforme online, app collaborative, sondaggi interattivi e forum virtuali, è inoltre possibile non solo superare i limiti spazio-temporali della partecipazione tradizionale, ma anche raggiungere target eterogenei, tra cui giovani e giovanissime, comunità sottorappresentate, persone con disabilità o impossibilitate a partecipare fisicamente per ragioni professionali o logistiche. L’ibridazione della partecipazione si estende sempre più anche al concetto di prossimità che non è più soltanto fisica, ma anche relazionale e digitale. In questo modo le pratiche diventano sempre più accessibili, personalizzate e quindi destinate a durare più a lungo, oltre ad avere effetti più incisivi sul senso di appartenenza e sulla qualità delle decisioni condivise.

FirstLife: piattaforma digitale per la partecipazione urbana

In questo ambito le tecnologie digitali civiche giocano un ruolo fondamentale. Tra queste, la piattaforma open‑source FirstLife, ideata dal gruppo Territori e Comunità Digitali del Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino, è un ottimo esempio di come, adattando le modalità di ascolto e dialogo alle diverse esigenze delle comunità, sia possibile costruire un ponte tra realtà fisica e digitale, capace di amplificare i processi partecipativi e fornire punti di vista inusuali preziosi per la pianificazione urbana contemporanea.

FirstLife è uno spazio digitale sicuro senza fini commerciali, non fa profilazione utente e si offre come ambiente dove rappresentare e mettere a sistema le risorse di un dato territorio siano esse materiali o immateriali. La piattaforma, costruita sulla base dei principi del crowdmapping e della neegeography, è composta da una bacheca per la pubblicazione di contenuti testuali e fotografici georeferenziati tradotti simultaneamente in punti su una mappa che diventa così una rappresentazione geografica dei contenuti.

Usata da gruppi formali e informali, FirstLife permette di raccogliere storie, idee, opinioni, luoghi, servizi, attività in un unico ambiente digitale, sempre aggiornabile, con funzionalità social: dialoghi in chat, scambio di allegati, creazione di sondaggi. La piattaforma è già stata adottata da molte istituzioni pubbliche, realtà del terzo settore, scuole, imprese di prossimità, network internazionali e gruppi di cittadinanza attiva per co-progettare servizi, mappare spazi, condividere risorse e promuovere nuovi sguardi sulle città o più in generale sul proprio territorio, come nel caso dell’urbanistica di genere (di cui sì è già parlato qui), diventando anche occasione per promuovere percorsi di formazione ed educazione sul digitale e la partecipazione civica.

Test e ottimizzazione degli strumenti di urbanistica partecipata digitale

In ambito di urbanistica partecipata, la piattaforma FirstLife è stata testata in diverse progettualità i cui risultati permetteranno di ottimizzare funzionalità e caratteristiche, con l’obiettivo di rendere lo strumento sempre più adatto a rispondere alle esigenze di coloro che hanno il desiderio di prendersi cura e migliorare l’ambiente in cui vivono.

Riscatti di città: mappatura digitale degli spazi abbandonati

Uno dei primi casi di applicazione è stata la partecipazione al progetto Riscatti di Città – Transizioni urbane a Roma, ideato da TWM Factory e H501 City Lab in collaborazione con CoopCulture.

Il cuore delle attività è stata la mappatura di edifici e luoghi abbandonati della città di Roma, con l’intento di creare un “database di spazi e di possibilità”. Il progetto è iniziato da un corposo lavoro di raccolta di materiali fotografici e informazioni sui luoghi, attraverso indagini di campo, che ha portato alla compilazione di lunghi elenchi ricchi di dati. La preoccupazione del team di lavoro è stata quella di poter restituire tutto questo alla cittadinanza per coinvolgerla, in seconda battuta, nella fase di aggiornamento e incremento dei dati.

La soluzione è stata trovata grazie all’incontro con il nostro gruppo di ricerca che ha messo a disposizione FirstLife per creare una mappatura personalizzata, user-friendly e in grado di restituire una fotografia aggiornabile dello stato di fatto, e non solo. Attraverso le funzionalità social della piattaforma, infatti la mappa diventa l’ambiente digitale attraverso il quale raccogliere idee, monitorare processi e scambiare materiali su possibili progetti partecipati di rigenerazione dei vuoti mappati. Nella primavera del 2022 è stata presentata al pubblico, in occasione della prima esposizione di progetto a Palazzo Merulana, la mappa con la rappresentazione dei primi risultati della fase di indagine svolta dal gruppo di lavoro: 400 punti geolocalizzati. In quell’occasione è stata invitata la cittadinanza a partecipare, segnalando luoghi non ancora mappati.

La personalizzazione dello strumento FirstLife ha permesso inoltre di attivare la funzionalità di moderazione della partecipazione: chi desidera mappare un nuovo luogo lo fa direttamente sulla mappa, ma la pubblicazione è vincolata ad una verifica da parte del team che può così accertare la veridicità delle informazioni. Parallelamente a questa fase di coinvolgimento della cittadinanza, proprio a seguito delle esigenze raccolte, l’attività di ricerca si è evoluta incrementando la mappa (300 punti geolocalizzati in più) con le realtà culturali e i gruppi informali che si occupano di curare e migliorare i luoghi e spazi già rigenerati. Riscattidicitta.firstlife.org, anche grazie alla funzione di moderazione che garantisce l’attendibilità dei dati, è diventato un database che raccoglie informazioni molto utili per orientare progettazioni future e attività di rete da parte di istituzioni, terzo settore, investitori privati. Inoltre la piattaforma si è trasformata in un ambiente in cui progettare attività come workshop, laboratori urbani e incontri con professioniste e professionisti, pensati per stimolare un cambiamento di paradigma nel modo di vivere e progettare Roma, favorendo un modello di città più sostenibile, inclusiva e radicata nelle comunità. Riscatti di città è un progetto sperimentale che ben racconta il ruolo del digitale nell’affrontare le sfide urbane contemporanee, tra cui la transizione ecologica, digitale e culturale.

Le tre R della cittadinanza: Riscoprire, Riqualificare, Ri‑utilizzare

Un altro esempio è la collaborazione, ormai decennale, tra il nostro gruppo di ricerca e LaQUP, Laboratorio Qualità Urbana, Ambiente e Partecipazione un’associazione di promozione sociale fondata nel 2006, attiva nella Città Metropolitana di Torino e socia di diverse reti europee, che promuove la sostenibilità urbana attraverso informazione, formazione e sensibilizzazione sul tema della rigenerazione, coinvolgendo scuole, cittadinanza e pubbliche amministrazioni in progetti partecipati e micro-interventi. Una delle prime sperimentazioni in cui Laqup ha testato il digitale come strumento di supporto alla partecipazione è stato il progetto, iniziato nel 2017 e terminato nel 2021, “Le 3 R della cittadinanza” in collaborazione con alcuni comuni della cintura torinese, un percorso educativo e partecipativo rivolto in particolare alle scuole e alla cittadinanza, con l’obiettivo di diffondere una cultura attiva e sostenibile della rigenerazione.

Le “3 R” (Riscoprire, Riqualificare, Ri‑utilizzare) corrispondevano a 3 fasi di progetto, la prima delle quali “Riscopri Risorse” è stata dedicata a mappare dal basso, spazi pubblici e aree urbane abbandonate o poco valorizzate.La mappatura, affidata a studenti e cittadinanza, ha permesso di costruire un database di luoghi sui quali poi le scuole hanno proposto, nella seconda fase di progetto denominata “Riqualificare”, micro-interventi per rigenerare i luoghi, come decorazione di arredi urbani, installazioni colorate, piantumazioni o azioni di valorizzazione del patrimonio locale (es. installare QR code informativi su frammenti di resti storici, come mura romane). Infine la fase chiamata Ri-utilizzare è stata dedicata al recupero creativo dei luoghi, usando materiali di scarto trasformati in arredi urbani sostenibili e dal forte carattere identitario per la comunità.

Tutte queste fasi sono state riportate su FirstLife che è diventata così sia uno strumento di monitoraggio e restituzione dell’intero processo offrendo ai gruppi di lavoro un laboratorio ibrido di cittadinanza attiva.

Evoluzione metodologica: da alfabeto urbano a spazi pubblici in attesa

Uno spazio digitale che, nel tempo, si è evoluto, adattandosi a progettualità nuove e garantendo la permanenza dei risultati e delle evidenze dei progetti precedenti. Nel 2019/2021 infatti la piattaforma ha supportato le attività del progetto “Alfabeto Urbano” e successivamente nel 2024 quelle del progetto S.p.inA – Spazi pubblici in Attesa con cui la mappatura compie una maturazione notevole. Grazie alla collaborazione con l’unità di ricerca Florence Accessibility Lab del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, nata per promuovere una cultura dell’accessibilità come leva di sviluppo umano, coesione sociale e valorizzazione del patrimonio, la legenda della mappa è stata migliorata e strutturata ad hoc con categorie condizionali, per fornire una base metodologica (ispirata alle competenze tecnico-progettuali dell’urbanistica) con cui i partecipanti possono osservare criticamente il territorio e restituire un’analisi oggettiva, sensoriale e organizzativa degli spazi e dei loro limiti, per poi collaborare alla definizione di micro interventi: segnaletica, arredi, percorsi, ecc.

L’aspetto più interessante è che, proprio grazie alla flessibilità dello strumento digitale e alla sua possibilità di mantenere le informazioni aggiornabili, i risultati delle progettualità di “S.p.inA” e di “Le 3 R della cittadinanza” si sono intersecati amplificando gli effetti. Ad esempio alcuni luoghi mappati sul territorio di Chieri nel 2017, continuano ad essere oggetto di interesse nel 2024, e la mappa conserva idee, proposte, opinioni mettendo a sistema target e progettualità differenti, restituendo l’insieme dei punti georeferenziati con un’azione che risulta già di valorizzazione e rigenerazione. La cosa ancora più interessante è che, proprio su alcuni di questi punti, l’amministrazione comunale di Chieri ora ha deciso di avviare una prima azione di riqualificazione, tenendo conto delle esigenze della cittadinanza. Ecco quindi che il digitale si attesta sempre più come strumento di accompagnamento alla rigenerazione urbana verso una partecipazione sempre più ibrida e diversificata, che trascende tempo, spazio e target. Durante l’estate il progetto SPINA prevede due momenti di restituzione pubblica nelle piazze di Bruino e Chieri sotto forma di piccole mostre all’aperto che rappresentano l’esito visibile di un lungo lavoro di mappatura partecipata tramite FirstLife, prolungando così la possibilità di fruizione e mantenendo viva l’attenzione della cittadinanza sul tema della trasformazione urbana partecipata.

Prospettive metropolitane dell’urbanistica partecipata digitale

Contemporaneamente, abbiamo esteso il dibattito sull’urbanistica partecipata e il ruolo delle tecnologie civiche digitali all’area metropolitana torinese. A maggio 2025 abbiamo organizzato, in collaborazione con la Città Metropolitana di Torino e in occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2025 di ASVIS, un momento di condivisione pubblica di strumenti, tecniche e risultati, invitando al tavolo altri attori territoriali come Urban Lab Torino che, con il progetto “Voci di quartiere”, ha attivato un percorso partecipato di coinvolgimento attivo della cittadinanza in vista del nuovo piano regolatore. L’incontro ha suscitato interesse soprattutto da parte dei rappresentanti delle pubbliche amministrazioni dimostrando come sia sempre più necessario affrontare la pianificazione della città con un approccio che sappia integrare le diverse prospettive e i bisogni della comunità, favorendo un senso di co-responsabilità nella trasformazione dell’ambiente urbano. Il digitale può fare la differenza, aiutando ad amplificare le voci e a superare i limiti fisici e temporali. La pianificazione ha tempi lunghi e una complessità tale che può essere affrontata solo insieme, grazie a strumenti che sappiano orchestrare punti di vista, idee, necessità e restituire un quadro dinamico, propositivo e stimolante, verso una migliore qualità urbana.

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