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Come e dove conservare le criptovalute: differenze tra exchange, custodian, self custody



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Un utile vademecum per conoscere le differenze tra tre diffierenti tipologie di conservazione delle criptovalute, per avere consapevolezza delle caratteristiche, delle tutele e dei rischi

Pubblicato il 10 lug 2025

Federico Pecoraro

CEO Chainblock



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Nel settore delle criptovalute, la conservazione degli asset digitali è uno degli argomenti più delicati, strategici e spesso sottovalutati anche dagli investitori più esperti. La gestione della custodia rappresenti la linea di confine tra un investimento protetto e uno esposto a pericoli significativi, come furti, hackeraggi, errori umani irreparabili, frodi interne o addirittura restrizioni legali improvvise. Per questa ragione, comprendere a fondo le differenze tra exchange, custodian e self-custody non è solo utile: è indispensabile per chiunque voglia muoversi con responsabilità in un mercato tanto innovativo quanto insidioso.

Come conservare le criptovalute con gli exchange centralizzati

Gli exchange centralizzati sono senza dubbio la soluzione di custodia più comune tra chi si affaccia al mondo crypto. Queste piattaforme consentono di acquistare, vendere e gestire criptovalute in modo immediato, offrendo un’esperienza utente semplificata e servizi aggiuntivi come staking, swap e strumenti avanzati di trading. Tuttavia, quando si utilizza un exchange centralizzato, le chiavi private non sono nelle mani dell’investitore: vengono gestite dalla piattaforma stessa, che detiene di fatto il controllo sugli asset digitali. Questa delega implica una rinuncia significativa al concetto di reale proprietà delle criptovalute, come evidenziato dagli esperti di Chainblock, perché se un exchange subisce un attacco hacker – come accaduto nei casi storici di Mt. Gox o Coincheck – o fallisce improvvisamente, l’utente rischia di perdere definitivamente i propri fondi.

Il caso di Mt. Gox

Esempi come quello di Mt. Gox, dove nel 2014 scomparvero circa 850.000 Bitcoin, o come il recente crollo di FTX nel 2022, che ha coinvolto milioni di investitori a livello globale, dimostrano che la fiducia cieca negli exchange può trasformarsi in una trappola. Inoltre, gli exchange sono soggetti a normative in continua evoluzione: un cambio legislativo o un’indagine giudiziaria possono comportare il blocco immediato dei prelievi, congelamenti degli account o la sospensione dei servizi, lasciando gli investitori privi di accesso ai propri fondi per giorni, settimane o mesi.

Caratteristiche dei custodian per criptovalute

Per chi desidera un’alternativa più sicura, i custodian professionali offrono soluzioni pensate per aziende, investitori istituzionali o individui con patrimoni significativi. Questi servizi, gestiti da operatori specializzati come BitGo, Coinbase Custody o Fidelity Digital Assets, garantiscono infrastrutture di sicurezza avanzate, sistemi multi-firma, assicurazioni contro furti e perdite, procedure di audit periodiche e ambienti di custodia offline a prova di attacco. I custodian permettono di delegare la gestione delle chiavi private a un soggetto terzo, riducendo il rischio di errori umani e offrendo garanzie superiori rispetto agli exchange. Tuttavia, anche i custodian comportano un costo annuale o commissioni proporzionali al valore degli asset custoditi, e richiedono un elevato livello di fiducia: in caso di frode interna, bancarotta o violazioni dei sistemi, anche questi operatori potrebbero rivelarsi vulnerabili.

Self-custody di criptovalute in modo sicuro

La self-custody rappresenta invece l’opzione preferita dai sostenitori più convinti dell’autonomia finanziaria. Questo approccio prevede che l’investitore mantenga in proprio possesso le chiavi private, gestendole direttamente tramite hardware wallet come Ledger, Trezor o Coldcard, oppure tramite software wallet non custodial. Solo così, spiegano gli esperti di Chainblock, è possibile realizzare pienamente il principio “Not your keys, not your coins”, secondo il quale possedere le chiavi private equivale a possedere realmente le criptovalute.

La self-custody consente di proteggersi da attacchi agli exchange, restrizioni governative, sospensioni arbitrarie dei servizi e intermediari inaffidabili. Tuttavia, richiede una gestione estremamente scrupolosa della seed phrase, la sequenza di parole che costituisce il backup del wallet, perché la perdita di questa frase comporta la perdita irrimediabile dei fondi.

I consigli degli esperti per la self-custody di criptovalute

Per garantire la massima sicurezza nella self-custody, gli analisti consigliano di scrivere la seed phrase su un supporto fisico resistente al fuoco e all’acqua, conservarla in un luogo protetto e mai digitalizzarla su dispositivi connessi a Internet. È altrettanto importante eseguire un test di ripristino per accertarsi che la seed funzioni correttamente, e aggiornare regolarmente le procedure di sicurezza. Senza queste precauzioni, la self-custody può trasformarsi da vantaggio a rischio, esponendo l’investitore a errori fatali.

Diversificare la custodia di criptovalute

Gli esperti di Chainblock suggeriscono di adottare un approccio diversificato alla custodia: mantenere una parte dei fondi su exchange per gestire operazioni rapide o pagamenti quotidiani, destinare gli asset a lungo termine a hardware wallet, oppure considerare i custodian se si tratta di patrimoni consistenti o di attività aziendali. Questa strategia bilanciata consente di unire praticità e sicurezza, riducendo l’esposizione a un’unica forma di custodia e minimizzando i rischi.

Un altro aspetto importante è la comprensione dei requisiti normativi: a seconda del paese di residenza, alcune forme di custodia di criptovalute potrebbero richiedere dichiarazioni fiscali, autorizzazioni specifiche o rispettare limiti imposti da autorità di vigilanza. Conoscere la regolamentazione vigente delle criptovalute come il regolamento MiCA aiuta a evitare sanzioni, congelamenti o problemi legali, rafforzando ulteriormente la solidità della strategia di investimento.

Criptovalute, i rischi di una conservazione non sicura

La storia del mercato crypto insegna che una custodia mal gestita può comportare danni ingenti: basti pensare al collasso di QuadrigaCX, l’exchange canadese i cui fondi sono rimasti bloccati dopo la morte improvvisa del fondatore, o al caso FTX, che nel 2022 ha travolto l’intero settore con un buco multimiliardario. Questi eventi, spiegano gli analisti, dimostrano che la custodia non è un dettaglio tecnico secondario, bensì uno degli aspetti più critici di qualsiasi investimento in criptovalute.

Gli esperti concludono che solo una conoscenza approfondita delle diverse opzioni di custodia – exchange, custodian e self-custody – unita a un’analisi attenta del proprio profilo di investitore, permette di trasformare le opportunità del mercato crypto in investimenti sicuri, protetti e realmente sostenibili. La scelta consapevole di come e dove conservare le proprie criptovalute non solo mette al riparo il capitale, ma rappresenta il primo passo per sviluppare un rapporto maturo e responsabile con il mondo delle valute digitali.

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