Nell’immaginario collettivo, l’ambulanza rappresenta da sempre l’ultimo baluardo per il soccorso in situazioni d’emergenza.
Tuttavia, in questi mesi a Pisa è accaduto qualcosa che potrebbe ridefinire profondamente il concetto stesso di intervento medico pre-ospedaliero. Grazie a una sperimentazione all’avanguardia che ha coinvolto il sistema universitario, industriale e pubblico, nel ramo dell’assistenza sanitaria, è stato messo in campo un nuovo paradigma: quello dell’ambulanza “smart”, una vera e propria centrale clinica mobile, perfettamente integrata nella rete ospedaliera e capace di collaborare in tempo reale con specialisti remoti.
Indice degli argomenti
A Pisa ambulanze intelligenti: un programma europeo
L’iniziativa prende vita all’interno del programma europeo TrialsNet, collaborazione finanziata dalla Commissione Europea per esplorare le frontiere delle Smart Networks, le cosiddette reti “Beyond 5G”.
Coordinata da Ericsson Italia, vede in campo partner come l’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa (CNR-IFC), la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, TIM e la Fondazione Toscana Gabriele Monasterio.
Un’alleanza straordinaria tra ricerca, tecnologia e clinica, che nell’estate
2025, ha dato luogo a una vera e propria prova sul campo: il trial “smart ambulance”.
Simulazione di un’emergenza cardiologica
Nel campus dell’Area della Ricerca di Pisa ha avuto luogo la simulazione di un’emergenza cardiologica complessa come un infarto STEMI in una zona remota.
Parliamo, peraltro, dell’infarto “classico”, quello più preoccupante, che richiede un’ambulanza e cure immediate perché il cuore rischia seriamente di non funzionare più se il sangue non riprende a circolare in pochi minuti. L’intera operazione si è svolta in tempo reale, con una vera ambulanza messa a disposizione all’uopo e un team medico pronto a testare le potenzialità della nuova tecnologia.
Il cuore della sperimentazione è una rete avanzata, in grado di garantire
connettività ultraveloce, stabile anche su gomma, perfino in aree difficili da raggiungere.
La sperimentazione
Il salto di qualità è stato reso possibile dall’integrazione di dispositivi audio-video di nuova generazione, diagnostica avanzata e visori di realtà aumentata e virtuale.
Il personale a bordo dell’ambulanza, indossando questi dispositivi, è stato in grado di trasmettere immagini ed esami ad altissima risoluzione, condividere ogni dettaglio dell’intervento con specialisti situati in ospedale, ricevere istruzioni operative “in diretta” e, grazie alla bassissima latenza assicurata dalla rete oltre il 5G, seguire in tempo reale ogni indicazione.
Nell’arco di una manciata di minuti, sono state acquisite e trasmesse immagini ecografiche e segnali vitali, valutate in tempo reale da uno specialista cardiologo a chilometri di distanza.
Questo ha permesso non solo una diagnosi istantanea, ma anche l’avvio anticipato delle terapie del caso, ottimizzando il tempo, ossia quell’elemento cruciale che spesso fa la differenza tra la vita e la morte.
Il feedback del medico remoto, grazie alla collaborazione continua e bidirezionale, si è tradotto in maggior precisione operativa per il team di bordo e una minore esposizione all’errore umano.
Al termine della sperimentazione, le voci dei ricercatori e dei medici sono state concordi sul punto: le reti avanzate e la realtà aumentata possono portare la medicina avanzata direttamente sul luogo dell’emergenza, con un impatto concreto sulla prognosi.
La risposta della rete sanitaria pisana è stata entusiasta, vedendo nell’iniziativa non solo un esercizio di alta tecnologia, ma un modello di cooperazione concreta tra enti pubblici, ricerca scientifica e industria privata, capace di generare risultati tangibili per la collettività.
Scenari finora inesplorati
Tutto ciò non rappresenta solo un esercizio di stile tecnologico. La principale conseguenza pratica è la riduzione drastica dei tempi di intervento e la continuità assistenziale: non più solo “trasporto” del paziente sino al pronto soccorso, ma un primo livello di cura avanzata immediatamente disponibile.
La trasmissione costante dei dati clinici consente di evitare interruzioni o duplicazioni di esami, ottimizzando le risorse e aumentando l’efficienza di tutto il sistema sanitario.
Questa esperienza pisana apre le porte a scenari finora inesplorati nel campo della sanità. Grazie alle reti avanzate “beyond 5G”, il modello della smart ambulance può essere facilmente replicato anche in altre situazioni critiche: dall’emergenza pediatrica alla gestione delle grandi emergenze, fino agli interventi in zone rurali o difficili da raggiungere.
Si tratta di una concreta soluzione al problema, tutt’altro che secondario, delle disuguaglianze di accesso alle cure avanzate.
L’ecosistema per l’ambulanza intelligente
Perché funzioni davvero e si affermi a pieno titolo, la smart ambulance ha bisogno di un ecosistema che la supporti: reti mobili evolute a copertura capillare, interoperabilità tra le piattaforme cliniche e i sistemi ospedalieri, operatori formati all’impiego di dispositivi immersivi, protocolli condivisi e, cosa assolutamente importante, la necessità di tutela della privacy e del trattamento sicuro dei dati sanitari trasmessi in tempo reale.
Le tecnologie ci sono, la volontà anche. La strada da percorrere (come sempre in questi casi) sarà quella della collaborazione tra istituzioni, aziende e comunità professionali.
Fondamentale anche il ruolo delle università nella formazione e nella ricerca su nuovi modelli di medicina digitale.
Il caso pisano insegna che rivoluzione digitale in sanità non significa affidarsi solo a strumenti spettacolari e nuove “macchinette”, ma piuttosto costruire una vera capacità di collaborazione virtuale senza confini, mettendo le migliori competenze a disposizione del paziente ovunque si trovi.
In Italia, dove spesso la distanza dagli ospedali può essere una barriera, un modello di questo genere può fare la differenza soprattutto in termini di equità, qualità e tempestività dell’assistenza.
Un benchmark continentale per l’ambulanza intelligente
Ciò che Pisa ha realizzato, grazie anche al supporto dei programmi europei, rischia ora di diventare un benchmark continentale. Altri Paesi stanno guardando con interesse allo stesso modello, mentre la Commissione europea punta fortemente sulle reti intelligenti per superare le sfide della sanità del futuro: invecchiamento della popolazione, crescita delle cronicità, bisogni sanitari sempre più complessi e distribuiti.
Prospettive future
La domanda ora è: quanto tempo ci vorrà prima di vedere l’ambulanza intelligente sulle nostre strade, al pari delle attuali ambulanze “tradizionali”? La risposta dipende da diversi fattori, tra cui investimenti, aggiornamento normativo, validazione scientifica dei risultati, ma la traiettoria è tracciata.
Gli attori coinvolti stimano che le prime applicazioni operative possano estendersi in Italia ed Europa già nel prossimo triennio, con un processo di transizione graduale e integrato.
A ben vedere, non sono i visori di realtà aumentata, le reti superveloci o i nuovi dispositivi a rappresentare il vero traguardo. La posta in gioco resta sempre la stessa: portare salvezza, tempestività e qualità dove ce n’è più bisogno.
Le smart ambulance pongono la tecnologia al servizio della vita, tracciando una strada nuova per tutti e restituendo al cittadino la certezza che, in caso di bisogno, avrà a disposizione tutte le competenze migliori — in tempo reale, ovunque si trovi.
Pisa, in questo, ha acceso un faro. L’emergenza medica del futuro è già qui: ora occorre fare in modo che diventi un diritto accessibile per tutti.









