Nell’eCommerce, la scelta di una piattaforma o di un fornitore non è più una decisione isolata: ogni opzione tecnologica innesca una catena di dipendenze che definisce il perimetro operativo dell’azienda.
Gli ecosistemi di scelta ecommerce rappresentano oggi il vero campo di battaglia competitivo, dove la libertà di movimento futura dipende dalle architetture costruite oggi.
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Soddisfazione sotto l’80%: il gap tra aree consolidate e segmenti emergenti
Il rapporto “I Partner dell’Ecommerce 2025” rivela come questa consapevolezza stia trasformando le priorità degli esercenti italiani.
Dal rapporto emerge la fotografia di un mercato maturo, ma non ancora pienamente efficiente. Il primo dato che colpisce è che nel 2025 la soddisfazione degli esercenti online italiani non supera l’80% in nessuna delle aree analizzate. Solo i sistemi di pagamento raggiungono quella soglia di apprezzamento, in crescita rispetto al 71% del 2024, mentre le piattaforme Ecommerce si fermano al 69%.
Tutti gli altri comparti mostrano criticità più o meno marcate: le tecnologie innovative raccolgono un consenso del 28%, la gestione catalogo e i marketplace restano sotto il 20%, e la logistica si ferma al 16%.

Un quadro che rivela la distanza tra aree consolidate e segmenti ancora in costruzione. Da un lato, i pagamenti digitali e le piattaforme SaaS hanno ormai raggiunto una fase di efficienza industriale; dall’altro, la filiera legata a cataloghi, logistica e AI appare ancora frammentata, con margini enormi di miglioramento. Eppure gli esercenti non rinunciano a investire: il 69% dichiara di voler aumentare la spesa in tecnologie innovative, il 56 % nelle piattaforme Ecommerce e il 55% nei servizi di advertising, segno che l’obiettivo non è ridurre i costi ma crescere in competenza e integrazione.

Le scelte tecnologiche come atti fondativi
Dietro questi numeri si muove un cambiamento strutturale. Le scelte tecnologiche non sono più decisioni isolate, ma atti fondativi che determinano il perimetro di libertà di ogni azienda. Ogni piattaforma, ogni gateway di pagamento, ogni CRM, ogni agenzia costruisce un ecosistema di dipendenze e compatibilità che orienta le decisioni future.
Chi adotta Shopify, per esempio, attiva quasi automaticamente Stripe come gateway; chi lavora con Dynamics 365 tenderà a integrare Microsoft Commerce; chi utilizza un ERP legacy come TeamSystem cercherà di ridurre i costi puntando sul connettore nativo. È il principio degli “ecosistemi di scelta”: percorsi tecnologici che nascono come opzioni aperte, ma diventano rapidamente binari vincolanti.
Dalla gara tra player alla competizione tra ecosistemi
Nel 2025 la competizione non è più tra singoli player ma tra ecosistemi interconnessi. Gli esercenti non valutano soltanto il prezzo, che pesa il 13% nelle decisioni, ma soprattutto la funzionalità e completezza delle soluzioni (15%) e la facilità d’integrazione con i sistemi esistenti (15%).
Seguono scalabilità, personalizzazione e reputazione del fornitore, tutti criteri che confermano la centralità della continuità tecnologica rispetto al mero risparmio economico. In questo scenario, l’obiettivo non è trovare il fornitore perfetto, ma costruire una rete coerente di partner che cresca insieme all’azienda.
Le leve del cambiamento: innovazione continua e integrazione
L’indagine mostra anche come la motivazione principale nella scelta di nuovi fornitori sia l’innovazione continua: il 45% degli operatori indica la necessità di scalare o affrontare nuove esigenze di business, il 44% la ricerca di nuove funzionalità e servizi. La spinta al cambiamento nasce quindi più dal desiderio di evoluzione che dal bisogno di risparmio, anche se il 44% dichiara di voler migliorare il rapporto qualità-prezzo e il 35% punta alla riduzione dei costi. Un ulteriore 35% evidenzia la necessità di sostituire soluzioni obsolete e un terzo degli intervistati cita l’integrazione come elemento decisivo. La fotografia è quella di un mercato che non si muove più per moda tecnologica, ma per maturazione interna: le aziende scelgono partner che permettano di crescere in modo sostenibile e misurabile.

Logistica: da centro di costo a leva esperienziale
La logistica rimane l’area più problematica. Solo un operatore su sei si dichiara pienamente soddisfatto, ma si moltiplicano le sperimentazioni: Qapla’, Sendcloud e ShippyPro hanno reso più accessibili strumenti di orchestrazione multi-corriere, mentre servizi come Hive, MailShip o Momoka offrono un outsourcing completo, compresa la gestione dei resi. La logistica, tradizionalmente percepita come costo, sta diventando una leva competitiva e comunicativa. Le aziende che riescono a trasformare il tracking in un touchpoint di marketing o a rendere il reso parte dell’esperienza cliente aumentano i tassi di riacquisto e fidelizzazione.
Pagamenti come funzione strategica di business
Sul fronte dei pagamenti, il rapporto segnala un’evoluzione parallela. Dopo il boom del “Buy Now Pay Later”, oggi la crescita più rilevante riguarda i wallet digitali. Il 10% dei carrelli abbandonati dipende ancora dall’assenza del metodo di pagamento preferito, ma il dato è in calo rispetto al 13% del 2024. In un mercato dove anche una frazione di punto di conversione può valere milioni, la gestione dei pagamenti è ormai una funzione strategica, non tecnica. Le imprese che contrattano condizioni migliori con i provider – fino a 10 mila euro di margine aggiuntivo per ogni milione di transato – dimostrano che l’efficienza finanziaria passa anche dalla negoziazione tecnologica.
Intelligenza artificiale: dal prototipo alla governance dei dati
L’intelligenza artificiale, invece, rappresenta la frontiera di maggiore interesse. Solo il 28% degli esercenti è pienamente soddisfatto delle soluzioni provate, ma il 69% intende investire ancora. Il mercato si sta spostando dalla curiosità alla costruzione di processi: tool come SEOCopy, Neuroflash o Contents.com generano testi e descrizioni ottimizzate, mentre soluzioni come Booth AI o PixelCut producono immagini prodotto senza shooting fisici. Nella fascia enterprise, i sistemi di Product Information Management come Akeneo, Salsify e Syndigo diventano il cuore della governance dei dati, consentendo la distribuzione coerente di contenuti su tutti i canali. Il passo successivo sarà l’integrazione dell’AI nei flussi decisionali e nei sistemi di pricing dinamico, dove l’automazione potrà incidere realmente sui margini.
Competenze, trasparenza e ruolo delle agenzie
Il rapporto dedica ampio spazio anche alla relazione tra tecnologia e competenze. Gli Ecommerce manager non lamentano tanto la mancanza di offerta, quanto la difficoltà di valutare e comparare soluzioni eterogenee. La scarsa trasparenza nei modelli di licensing, l’impossibilità di misurare il ritorno sugli investimenti e la carenza di competenze digitali interne sono indicate come le barriere principali. In molti casi, il problema non è scegliere il partner sbagliato, ma non avere gli strumenti per valutarlo correttamente. Questa consapevolezza sta spingendo molte imprese a strutturare team interni di governance tecnologica e a richiedere alle agenzie livelli crescenti di accountability.
Oltre l’implementazione: la ricerca di alleati strategici ecosistema-agnostici
La distinzione tra partner tecnologici e agenzie segna un altro punto di svolta. Le imprese non cercano più semplici implementatori, ma alleati strategici. Le agenzie certificate sulle principali piattaforme mantengono un vantaggio competitivo, ma i merchant chiedono sempre più indipendenza dagli ecosistemi, trasparenza sui costi e capacità di adattarsi ai cambiamenti futuri. Chi saprà muoversi in modo “ecosistema-agnostico”, integrando marketing, UX e sviluppo senza vincoli di piattaforma, sarà il vero abilitatore dell’innovazione.
Digitalizzare meglio, non di più: architetture flessibili per mantenere libertà
Il quadro complessivo che emerge è quello di un Ecommerce italiano consapevole, ma ancora in cerca di efficienza. Le imprese hanno imparato a scegliere, ma non sempre a prevedere le conseguenze delle scelte. La priorità dei prossimi anni non sarà digitalizzare di più, ma digitalizzare meglio: costruire architetture flessibili, scalabili e aperte, capaci di evolvere senza riscrivere tutto da capo. In un contesto dove la maggior parte delle decisioni operative deriva da scelte passate, l’unico vero vantaggio competitivo sarà la capacità di mantenere libertà di movimento. Chi saprà leggere in anticipo i vincoli imposti dal proprio ecosistema e mantenere spazi di innovazione sarà l’Ecommerce che guiderà il prossimo ciclo di crescita.
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