Operazione Bromo

L’Europa dei satelliti prende forma: gli effetti dell’intesa italo-francese



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Leonardo, Airbus e Thales firmano un’intesa per la produzione comune di satelliti. L’accordo, da 10 miliardi, punta a rafforzare l’autonomia spaziale europea e a competere con Starlink di Elon Musk

Pubblicato il 31 ott 2025

Marco Santarelli

Chairman of the Research Committee IC2 Lab – Intelligence and Complexity Adjunct Professor Security by Design Expert in Network Analysis and Intelligence Chair Critical Infrastructures Conference



accordo satelliti Leonardo Airbus Thales
Satellites in low-Earth orbit. Elements of this image furnished by NASA.

È alla firma l’accordo per una maxi-alleanza tra le aziende leader nel settore spaziale Leonardo, italiana, e Airbus e Thales, francesi, che mira alla produzione comune di satelliti, sulla scia del progetto Readiness 2030 lanciato dalla Commissione europea.

L’accordo, noto come Operazione Bromo, non è solo una collaborazione industriale: è il simbolo di un’Europa che cerca una propria autonomia strategica nello spazio: l’obiettivo non è soltanto competere con Starlink, ma creare un’infrastruttura europea capace di sostenere comunicazioni sicure, difesa e innovazione tecnologica.

I dettagli dell’operazione Bromo

Le tre aziende, già attive in altre collaborazioni nel settore spaziale e missilistico – Thales e Leonardo, infatti, sono già in due joint-venture in Thales Alenia Space e Telespazio – prevedono di costituire insieme una società dedicata alla produzione di satelliti.

Un accordo, questo, del valore di 10 miliardi di euro degli 800 messi a disposizione dalla Commissione europea per progetti di difesa che vedano anche la cooperazione tra Stati membri.

L’operazione è stata denominata Operazione Bromo, come il vulcano indonesiano.

Struttura societaria e piano industriale

La sede scelta per la nuova società che sarà costituita per l’Operazione Bromo sarà la francese Tolosa. Le quote azionarie saranno del 35% di Airbus, del 32,5% di Leonardo e del 32,5% di Thales e la governance tra gli azionisti sarà bilanciata.

Airbus contribuirà con Space Systems e Space Digital di Airbus Defence and Space, Leonardo con la Divisione Spazio e le quote in Telespazio e Thales Alenia Space, e Thales con le quote in Thales Alenia Space, Telespazio e Thales SESO.

In termini di occupazione, si prevedono 25.000 impiegati in tutta Europa, un fatturato annuo di circa 6,5 miliardi e ordini di più di tre anni di ricavi previsti. Si stimano, inoltre, 570 miliardi di euro da Novaspace e 43.000 satelliti per il prossimo decennio.

Le tre aziende del maxi-accordo stanno lavorando all’Operazione Bromo già da un anno. A dicembre 2024 Reuters ne aveva parlato e a marzo 2025, secondo quanto riportato da La Tribune, Leonardo, Airbus e Thales avevano presentato il piano preliminare di consolidamento alla Commissione europea. Secondo Les Echos, a settembre si stava andando alla firma della lettera d’intenti.

Reazioni e opinioni sull’alleanza spaziale

Si tratta di “passo fondamentale verso la costituzione della nuova società per lo sviluppo dell’industria spaziale europea”, come hanno dichiarato in una nota congiunta Guillaume Faury, l’amministratore delegato di Airbus, Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo e Patrice Caine, presidente e amministratore delegato di Thales.

Dal governo italiano arriva il sostegno all’operazione da parte del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, secondo il quale questa operazione rappresenta “la strada giusta per realizzare sempre più campioni europei che spesso possono avere anche una leadership italiana, visto che le nostre imprese proprio nei settori dello spazio, della difesa e della cantieristica hanno competenze fondamentali per garantire l’autonomia e la sicurezza dell’Europa”.

L’Operazione Bromo ha generato anche qualche parere contrario, per esempio da parte del sindacato francese, la Confederazione generale del lavoro (Cgt) che ha parlato di rischio di monopolio.

Queste le parole riportate su un comunicato diffuso: “per ammissione del nostro management, Airbus Defence & Space e Thales Alenia Space si stanno aggiudicando quasi tutti i contratti desiderati e hanno un portafoglio ordini record che faticano a soddisfare […] Le aziende europee sono già leader nei satelliti geostazionari per telecomunicazioni, nell’osservazione della Terra, nelle costellazioni, nei servizi alle imprese e ai governi, nell’esplorazione spaziale e nella navigazione, grazie a prodotti e servizi all’avanguardia, frutto di decenni di investimenti pubblici passati e grazie alle competenze acquisite dai loro dipendenti”. Secondo il sindacato, l’Operazione Bromo “rischierebbe di portare a un taglio dei posti di lavoro e metterebbe in pericolo le competenze […] la vera ragione del progetto Bromo è creare un monopolio che permetta di imporre i suoi prezzi e di indebolire il potere delle agenzie” ().

La volontà europea di creare sistemi satellitare propri per una maggiore autonomia e una maggiore sicurezza dell’Unione europea ha visto già l’avanzamento di progetti precedenti, basti pensare a Iris2, il progetto europeo che dovrebbe partire all’incirca nel 2030 e che prevede la realizzazione di una costellazione di satelliti propria da sfruttare per le comunicazioni governative e di sicurezza. Il progetto, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (Esa), è stato approvato con il Regolamento (UE) 2023/588 a valere sui fondi del quadro finanziario pluriennale dell’UE 2021-2027, per una cifra di circa 3 miliardi di euro, con l’obiettivo di assicurare una quota rilevante anche sulla programmazione successiva (2028-2035) e il nostro Paese partecipa con 750 milioni di euro. Iris2 sarà composta da 290 satelliti in orbita bassa e in orbita media, per garantire i servizi sia per i governi che per i cittadini e le imprese nell’Unione europea.

In attesa che venga lanciato Iris2, l’Europa ha a disposizione GovStaCom, programma spaziale istituito nel 2021, che potrebbe entrare in azione nel corso di quest’anno, che non prevede la realizzazione di una infrastruttura dedicata in orbita, ma sfrutta un sistema comune di capacità e servizi già a disposizione a livello nazionale, che collega tramite hub gli utenti governativi ai centri operativi in tutta sicurezza. Iris2, una volta a regime, sarà in grado di integrarsi a GovStaCom.

Altra soluzione europea è rappresentata da Eutelsat OneWeb, un operatore satellitare franco-britannico con sede a Londra. La costellazione di OneWeb è costituita da un numero inferiore di satelliti, 650 contro 6.000 in orbita bassa, ma copertura e prestazioni sono simili a quelle di Starlink. Eutelsat gestisce 35 satelliti GEO e ha ampliato la sua rete in orbita terrestre bassa (LEO) fino a 600 satelliti dopo l’acquisizione del britannico OneWeb nel 2023. I satelliti LEO di OneWeb sono gli stessi utilizzati da Starlink di Space X, la cui flotta di circa 7.000 satelliti fornisce accesso a Internet a 125 Paesi.

La stessa Leonardo possiede una propria costellazione a bassa orbita di 18 satelliti militari e 20 per usi civili, da lanciare nel 2027 e nel 2028, che prevede un investimento di 1,4 miliardi di euro, di cui 580 milioni da parte del governo italiano. I satelliti ad uso militare saranno 12 standard e 6 a infrarossi, per una spesa complessiva di 900 milioni, mentre i 20 satelliti ad uso civile, da utilizzare per l’osservazione della terra, la geolocalizzazione e il monitoraggio, prevedono un investimento di 450 milioni, con ricavi complessivi di circa 1,3 miliardi tra il 2025 e il 2029.

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