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Dalle finestre rotte al web tossico, anatomia del degrado digitale



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Dalle teorie delle “finestre rotte” al web odierno, il degrado comunicativo diventa un ecosistema tossico. L’inquinamento digitale mina attenzione, fiducia e coesione sociale

Pubblicato il 14 nov 2025

Emiliano Mandrone

Primo ricercatore Inapp



degrado digitale; cyberstalking

Il degrado digitale delle conversazioni online non è un fenomeno casuale, ma segue dinamiche precise e prevedibili. Proprio come accade negli spazi urbani abbandonati, anche nel web la prima violazione del codice di comportamento innesca una spirale difficile da arrestare. Basta che qualcuno rompa le regole della buona educazione per innescare una rapida escalation di scortesie e volgarità.

Come nasce il degrado della comunicazione online

È esperienza comune percepire una rapida accelerazione delle interazioni scortesi e volgari in un qualunque blog sul web o nei commenti sui social o nei gruppi di WhatsApp appena qualcuno rompe il codice di comportamento – quella che una volta si chiamava buona educazione – e riempie di sfoghi personali, di accuse generiche, di termini scurrili o di generalizzazioni fastidiose.

L’escalation è rapidissima e spesso irreversibile e trae origine dal passaggio da un codice formale a un’interazione cruda, istintiva, informale. La prima eccezione avvia il processo di degrado della comunicazione.

La teoria delle finestre rotte e la lezione di New York

È un’applicazione della teoria delle Finestre rotte (Wilson e Kelling, 1982): quando incontriamo un edificio con delle finestre rotte, mal illuminato, con l’erbaccia alta e le pareti scrostate, le persone, in generale, si sentono libere di oltraggiare ulteriormente l’edificio perché ammalorato, vandalizzato, già evidentemente privo di valore e di cure.

New York, 1990, 2.245 omicidi. Il clima era di insubordinazione, conflitto e disordine. L’urgenza ha prodotto un’attenta analisi del contesto e un cambio sostanziale di politica nel governo della città. L’elaborazione culturale ha prodotto una serie di riflessioni: la prima è che un ambiente degradato alimenta ulteriore degrado, infrazioni piccole e grandi, reati lievi e gravi, approcci non cooperativi e antagonisti alla cosa pubblica. La seconda è che uno “stato di polizia” non può che essere una situazione transitoria, emergenziale. Le cause della criminalità, della rottura del patto sociale, del degrado vanno rinvenute nelle condizioni di vita delle persone marginali, quelle che vivono in ambienti tossici (non per loro scelta). Ed è bonificando questi ambienti, dando servizi di cura, integrazione e sanitari, offrendo istruzione e cure della prima infanzia di qualità che si stemperano le durezze della vita di queste persone, si correggono infauste traiettorie di vita. New York, 2024, 434 omicidi.

Libertà di espressione e responsabilità digitale

Tornando al piano digitale, la libertà di espressione contempla mistificazione, raggiri, manipolazioni, falsità, circonvenzione e provocazione. Nulla di nuovo, li abbiamo visti per le strade, sulle radio o in televisione. Non si può pensare a una censura preventiva e a un regime di rigide concessioni, serve istruire le persone al buon senso social, guidarle nella vita sulla rete, una sorta di educazione digitale.

Come funzionano i meccanismi della manipolazione online e del consenso tossico

Ci sono dei siti che fomentano la rivalità tra squadre, tra fan club, tra appassionati di questa o quella compagine politica, religiosa, culturale, musicale, etnica, ecc. sfruttando informazioni false, errate, mistificazioni e immagini manipolate. Dal fallo dubbio visto alla moviola con inquadrature maliziose e tendenziose alle presunte scie chimiche, dalle letture complottiste di qualsiasi evento passato e presente ai suggerimenti dei creator digitali o blogger web si alimentano discussioni per creare consenso per quella pagina web, abbonamenti, like – ovvero engagement – e, quindi, valore economico.

Gli utenti sovente non si curano dell’effetto che produce il comportamento che stanno tenendo, diventando merce inconsapevole di manipolatori quando invece pensano di sostenere i propri convincimenti, di difendere la propria compagine, di esprimersi in un’agorà digitale.

Tutto questo, spesso, è irrilevante: si comprendono solo alcuni livelli della macchina digitale. Chi crea questi contenuti è interessato al traffico che generano. E per aumentarlo non esitano a manipolare i fatti, le immagini, i termini delle questioni perché, quando c’è radicalizzazione, il tono della partecipazione cresce, e con esso la frequenza degli utenti-pollastri che pensano di combattere una battaglia ideale e invece sono molto simili al tonto che voleva comprare la fontana di Trevi da Totò. Paradossalmente maggiore è il contrasto che si crea, maggiori sono le interazioni, le fidelizzazioni aumentano in maniera lineare al clamore prodotto, alla partecipazione al dibattito, al blog, alla concitazione.

Effetti psicologici e cognitivi dell’inquinamento digitale

L’Inquinamento e il sovraccarico informativo rendono disturbato il sistema di riferimento in cui le persone interagiscono. La sovraesposizione ai social, ad esempio, crea perdita di concentrazione, stress, ansia, competizione sociale. Invece, la disinformazione alimentata da fake news, contenuti sensazionalistici, mancanza di fonti attendibili corrompe la gerarchia delle priorità e crea disorientamento. Infine, l’accesso continuo e massivo a dati e stimoli (notifiche, messaggi, e-mail, post, news, video, meme…) riduce la capacità critica e decisionale poiché non si è in grado di elaborare la mole informativa disponibile. Tutto ciò produce ansia da aggiornamento: sensazione di dover essere sempre informati (Fear Of Missing Out), riduzione della soglia di attenzione (l’iperstimolazione quantitativa comporta letture superficiali). In altri termini, siamo in presenza di un inquinamento digitale prodotto dai contenuti tossici che vengono massivamente generati.

La disintermediazione e il degrado della rete

Ovvero l’assecondare i dubbi e i pregiudizi paga, crea legami, che alimentano le visualizzazioni che fanno prendere valore al sito, che attirano la pubblicità… ciò è particolarmente facile poiché la tecnologia ha disintermediato le relazioni, portando tutti alla porta di tutti. Senza filtri, mediazioni o galateo.

Quando nessuno è contrastato se posta falsità o volgarità o provocazioni gratuite, tutti si sentono liberi di alimentare il degrado digitale sulle finestre del proprio pc.

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