Il crowdfunding civico è una forma di finanziamento collettivo che coniuga partecipazione democratica e sostenibilità finanziaria permettendo ai cittadini di contribuire attivamente alla realizzazione di progetti pubblici, trasformando il rapporto tra amministrazioni e comunità.
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Smart City e la necessità di nuovi modelli di finanziamento
Le Smart City si configurano come veri e propri ecosistemi urbani, capaci di integrare infrastrutture, servizi digitali e partecipazione civica. La loro implementazione è mirata a migliorare la qualità della vita, la sostenibilità ambientale e la competitività economica. Questa trasformazione richiede però ingenti investimenti, che le risorse pubbliche, da sole, non possono sempre garantire.
Ed è proprio in questo scenario che emerge il crowdfunding civico, fenomeno altamente inclusivo e capace di mobilitare risorse economiche e sociali “dal basso”, ossia direttamente dai componenti della comunità, con l’obiettivo di finanziare progetti pubblici e collettivi.
Al fine di comprendere di cosa si tratta, nonché la portata del ruolo che il crowdfunding civico può giocare nello sviluppo delle città intelligenti, è necessario prendere le mosse dall’esegesi del fenomeno stesso.
Dalla Statua della Libertà al crowdfunding moderno: genesi storica
Un esempio emblematico risale al 1884, quando Joseph Pulitzer lanciò una campagna di sottoscrizione pubblica che portò oltre 120.000 newyorkesi a finanziare il piedistallo della Statua della Libertà. Ciò, in quanto l’Amministrazione, sola, non era in grado di sostenerne la spesa. Quello fu un gesto capace non solo di finalizzare la costruzione del simbolo di New York, ma anche di accrescere il senso di appartenenza in ogni cittadino finanziatore, e sensibilizzare l’importanza dell’attivarsi e “fare qualcosa per la comunità”.
Il crowdfunding, oggi, nella sua forma più semplice, si configura come un finanziamento collettivo di progetti, il quale avviene tramite micro-contributi elargiti da parte di singoli soggetti parte di una comunità.
Nella versione “civica”, il fenomeno si traduce in un finanziamento collettivo di opere, progetti o servizi pubblici (per esempio parchi, piste ciclabili, biblioteche, iniziative culturali, progetti ambientali e quant’altro) sostenuto da cittadini, associazioni e imprese. In cambio, le amministrazioni pubbliche cofinanziano quei progetti che raggiungono determinati obiettivi di raccolta fondi “dal basso”.
In altre parole, laddove l’amministrazione pubblica non riesce a garantire il completo finanziamento di un’opera o progetto, i cittadini vengono chiamati, in prima linea, a far fronte a questo deficit e partecipare attivamente alla buona riuscita del medesimo. Un gesto, quindi, che non solo consente all’Amministrazione di arricchirsi a livello culturale, digitale, di impatto ambientale o sociale, ma che contribuisce a rendere anche ogni singolo componente della comunità un partecipante attivo allo sviluppo della stessa, oltre che soddisfatto nel momento in cui il progetto finanziato vede la luce.
Il valore sociale e simbolico oltre l’aspetto economico
È quindi facile comprendere che il valore di questo strumento non è solo economico, ma anche sociale e simbolico. Al di là del contributo economico, infatti, questo si pone anche a sostegno e rafforzamento del senso di appartenenza del singolo cittadino alla comunità, stimolando una cittadinanza attiva e promuovendo una nuova forma di governance partecipata.
Questo principio vale per ogni differente modello di crowdfunding civico che si è sviluppato nel tempo al fine di far fronte alle esigenze di volta in volta manifestatesi nelle collettività.
Tramite questo contributo sarà offerta una panoramica del fenomeno in tutte le sue sfaccettature, ispirate sempre al motto “l’unione fa la forza”.
I modelli di crowdfunding civico: donation, reward e lending-based
La declinazione più comune è quella del crowdfunding c.d. donation-based, che consiste nella realizzazione di un Progetto a forte impatto pubblico previa richiesta ai cittadini di vere e proprie micro-donazioni in denaro, da questi elargite senza aspettativa di un successivo ritorno economico. Solitamente tale tipologia viene utilizzata per il finanziamento di progetti culturali o sociali.
In alternativa, il Crowdfunding si può appalesare come c.d. reward-based, nell’ipotesi in cui, a seguito dell’elargizione del micro-contributo, il finanziatore riceve una piccola ricompensa, la quale può essere ricevuta in forma simbolica, come ad esempio la menzione del proprio nome su una targa una volta ultimato il progetto, sia in forma materiale.
Ancora, il fenomeno si può presentare come c.d. lending-based. Si tratta di micro-prestiti concessi dai cittadini alle amministrazioni pubbliche, le quali poi possono, una volta finanziato interamente il progetto, anche eventualmente prevederne la restituzione a tassi agevolati.
I modelli di Crowdfunding illustrati sono quelli maggiormente utilizzati nell’ambito delle Smart City, ma non sono gli unici.
L’equity-based e il ruolo strategico nelle città intelligenti
Ultimo e meno diffuso in ambito civico, ma ad impatto non meno inclusivo, è il Crowdfunding c.f. Equity-based, il quale prevede la partecipazione del singolo membro della comunità al capitale per la realizzazione di un progetto pubblico o sociale.
Delineati i tratti salienti del fenomeno, è facile immaginare il motivo per cui, nell’ambito delle Smart City, il crowdfunding civico assume un ruolo centrale.
Anzitutto, il crowdfunding promuove, nell’ambito delle città intelligenti per come definite in apertura, un importante coinvolgimento della comunità. E ciò, fin dalle prime fasi del progetto che il singolo è chiamato a finanziare. Questo non può che significare e comportare, a favore dell’amministrazione pubblica, un aumento di consenso. Infatti, questo fenomeno non si limita a raccogliere fondi, ma genera – e soprattutto promuove – nella collettività partecipazione attiva, responsabilità condivisa e senso di appartenenza alla comunità.
In una Smart City, quindi, i cittadini non sono più visti, come nelle realtà di un tempo, come meri utenti passivi, ma come co-creatori di quella innovazione sociale e urbana cui la Smart City ispira la sua azione.
Crowdfunding come risposta al deficit di risorse pubbliche
Contestualmente, come accennato sopra, va ammesso che il Crowdfunding gioca anche a vantaggio delle amministrazioni pubbliche. È infatti innegabile che questo strumento si pone anche come aiuto concreto e complementare per l’amministrazione, ed in particolare, per le sue finanze.
Ci troviamo spesso, infatti, a vedere bilanci comunali in sofferenza, ove non vi è spazio per azioni e innovazioni. Tale scarsità di risorse rende più difficile non solamente il progredire dell’innovazione, ma anche la trasformazione delle comunità in città intelligenti. Da ciò ne viene che le iniziative di promozione e sviluppo di settori ad alto impatto sociale passano spesso e facilmente in secondo piano. In questo contesto, il crowdfunding civico, inteso nel senso di ricerca della finanza dal basso, rappresenta una forte risposta concreta a questo deficit di risorse, e un modello a cui ogni comunità dovrebbe aspirare.
Barriere digitali, fiducia e assenza di regolamentazione
Chiaro è che, in un contesto come quello in cui viviamo oggi, esistono altrettante evidenti barriere e limiti ben radicati che frenano la diffusione del crowdfunding civico.
Basti pensare, ad esempio, alla scarsa alfabetizzazione digitale che colpisce una vasta gamma di cittadini. Questa carenza si traduce in un minor accesso alle piattaforme online ove i progetti di Crowdfunding vengono sponsorizzati e prendono forma tramite i contributi della comunità. La problematica si traduce in una minore partecipazione della comunità, limitatamente alla fetta di popolazione più avvezza all’utilizzo di internet e del mondo digitale.
Ci si riferisce, anche, alla diffusa carenza di fiducia verso le istituzioni e le amministrazioni pubbliche. Tale fattore, attuale in molti membri disillusi della comunità, non fa che frenare la partecipazione collettiva, fungendo da dissuasore per lo sviluppo del fenomeno del Crowdfunding.
Ultima, ma non meno importante carenza che si registra nelle comunità di oggi e che si pone quale freno allo sviluppo del fenomeno è l’assenza di regole chiare e incentivi fiscali che rendano il modello del Corowdfunding sostenibile su larga scala.
Milano e Bergamo: laboratori italiani di crowdfunding civico
Al fine di comprendere come il Crowdfunding contribuisce in maniera concreta allo sviluppo delle Smart City e dell’innovazione sociale e urbana, possiamo prendere come esempio concreto l’operato di diverse città italiane che, negli anni, hanno sperimentato il crowdfunding civico come strumento per coinvolgere i cittadini nella realizzazione di progetti a impatto sociale e urbano.
Abbiamo a disposizione esempi concreti di come questo strumento possa essere concretamente d’aiuto nell’ambito delle comunità: a favore delle Pubbliche Amministrazioni, che raccolgono la finanza dal basso, sia a favore dei cittadini che, partecipando al finanziamento di un progetto, si sentono parte integrante dello sviluppo della comunità.
Tra i casi più significativi spiccano le esperienze dei Comuni di Milano e Bergamo, che hanno declinato il crowdfunding civico in modi diversi, ma con un obiettivo comune: stimolare l’innovazione sociale e rafforzare il senso di comunità.
Milano è il laboratorio più avanzato in Italia sul fronte del crowdfunding civico. Il Comune, attraverso vari bandi promossi negli ultimi anni, ha messo a disposizione ingenti finanze per sostenere iniziative di quartiere, rigenerazione urbana, sostenibilità e cultura. Il meccanismo è semplice: il Comune, attraverso un bando, ha selezionato i primi sei progetti proposti da altrettante “alleanze” tra imprese, istituzioni, associazioni attive nei vari quartieri milanesi con l’obiettivo di sostenere l’economia locale. Per i progetti selezionati, le rispettive “alleanze” devono raccogliere una metà del budget necessario tramite donazioni dei cittadini. Raggiunta la soglia prefissata, il Comune interviene con un contributo a fondo perduto per completare il finanziamento.
Tra le iniziative più curiose vi sono: “San Gottardo – Meda: un Borgo in città – Prendiamoci Cura del nostro Quartiere”, per la rigenerazione urbana, culturale e sociale: eventi culturali, formazione per i commercianti, interventi per migliorare il decoro urbano; “Barona RigenerAttiva”, per trasformare Binari Kaleidoscopi Metropolitani, uno spazio in Barona, in via Faenza, in un cuore pulsante di scambi, incontri, cura e creatività.
A Bergamo, infine, il crowdfunding civico si è sviluppato nell’ambito del progetto “Bergamo Smart City & Community”, promosso dal Comune in collaborazione con partner locali. Anche qui il principio è quello del cofinanziamento, ma con proporzioni contenute: il bando 2025/2026 prevede la raccolta del 50% delle risorse dai cittadini, e la parte restante viene coperta da Bergamo Smart City.
Tra i progetti più interessanti troviamo “Legami di Carta”, promosso con l’obiettivo di costruire un ponte tra generazioni attraverso la scrittura epistolare, mettendo in contatto studenti delle scuole superiori con persone over 65 del territorio bergamasco, dando vita a vere e proprie “amicizie di penna”, e “Archivio delle Memorie”, che mira a raccogliere e digitalizzare testimonianze della memoria collettiva di alcuni quartieri bergamaschi.
Governance partecipata e protagonismo cittadino
Vediamo che Milano si distingue per la scala e la varietà dei progetti, Bergamo per il radicamento comunitario. In tutti i casi, però, emerge un messaggio comune: il futuro delle città si costruisce insieme, mettendo in contatto istituzioni, imprese e cittadini.
Le esperienze descritte dimostrano che il crowdfunding civico non è solo una modalità alternativa di finanziamento, ma anche un metodo di governance partecipata. Attraverso la raccolta dal basso e il co-finanziamento pubblico, i cittadini diventano protagonisti del cambiamento urbano e sociale, sviluppando senso di appartenenza e responsabilità collettiva.
Prospettive future: verso un modello integrato e normato
Mettendo sul piatto della bilancia le potenzialità e i deficit illustrati, è evidente che la strada da percorrere è ancora lunga. Prima di raggiungere un modello ove il crowdfunding civico possa fungere da aiuto per lo sviluppo delle Città Intelligenti, sarà necessario anzitutto abbattere le barriere illustrate, sviluppando un quadro normativo e strumenti di governance che integrino il crowdfunding nei processi di pianificazione urbana, prendendo esempio dai modelli di Smart City che già si stanno muovendo in questa direzione.










