La Space Economy non è una fuga dalla tradizione industriale, ma una sua evoluzione naturale. Dalle auto da corsa all’aerospazio, competenze su aerodinamica, materiali avanzati e fibra di carbonio diventano il ponte ideale tra i circuiti terrestri e le orbite spaziali, aprendo nuove traiettorie di business.
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Space Economy e nuove traiettorie di business per le imprese
Dalle auto da corsa allo Spazio. Sì, ma transitando dall’aerodinamica, dall’innovazione nelle leghe e dalla fibra di carbonio.
Per arrivare a SpaceX, negli Stati Uniti, agli esperimenti per volare nello Spazio.
Perché c’è un mondo aerospaziale che ragiona sulle navicelle e sulle stazioni spaziali, e c’è un altro cosmo – è proprio il caso di definirlo così – che lavora su tutto ciò che si può predisporre all’interno di questi contenitori.
Per dirla con Andrea Pontremoli, amministratore delegato di Dallara Automobili e presidente di MUNER – Motorvehicle University of Emilia-Romagna, “Fatto cento il business del contenitore, il business del contenuto è cento volte tanto”.
Quindi, al business relativo alla costruzione delle navicelle, di ciò che “vola”, ossia i contenitori, si affianca e si interseca tutto ciò che attiene la strumentazione, il contenuto e l’utilizzo, anch’esso strettamente connesso.
Con una precisazione di non poco conto, relativa all’enorme ricaduta sui business tradizionali, e terrestri, che gli investimenti effettuati per lo Spazio possono dimostrare.
Ciò significa che investire per e nello Spazio consente di aumentare il business a Terra.
Si può più facilmente replicare a Terra ciò che è stato studiato e sperimentato in condizioni completamente diverse, nello Spazio.
Chi si è sempre occupato di innovazione terrestre si trova facilitato nel traslare attitudini e tecnologie in un campo differente, sfruttando anche le potenzialità di nuovi introiti che potrebbero derivarne.
E, inoltre, diversificando i rischi, dato che, non di rado, i tempi di realizzazione dei progetti per il mondo aerospaziale sono diversi dalla durata dei cicli d’investimento richiesti per le attività a Terra.
Sostenibilità e Space Economy: lo Spazio come laboratorio circolare
Lo Spazio è, tra le altre dimensioni, un’incredibile palestra per la sostenibilità, di cui c’è tanto bisogno… a Terra.
Nello Spazio ogni risorsa è da riciclare, ed è opportuno non disperdere neppure una goccia d’acqua.
Ma realizzare sistemi di perfetta circolarità delle risorse in orbita predispone tecnologie e modalità di recupero che si rivelano, poi, già pronte per un impiego nel mondo quotidiano, dove la sostenibilità è ormai divenuta un imperativo altrettanto importante.
Sviluppare per lo Spazio è sempre più un innovare anche per la vita di tutti i giorni; sperimentare l’agricoltura per produrre in assenza di gravità diventa ottimizzazione nei terreni dove l’uomo opera da millenni, massimizzando le rese, minimizzando i fertilizzanti chimici, ecc.
E tutto questo è anche business, che attira aziende attive da vecchia data, nate in epoche lontane rispetto allo sviluppo della Nuova Space Economy, target considerati obsoleti per i tanto decantati fondi di venture capital, che ricercano target giovani, non solo innovative, ma spesso obiettivo di investimento più adatte ai fondi di private equity, che si rivolgono a imprese anche mature ma con potenziale di ulteriore crescita, di innovazione e necessità di iniezione di capitali freschi e, talora, di competenze manageriali.
Lo Spazio come palestra di sostenibilità
Nello Spazio ogni sistema è pensato per la massima efficienza: questo obbliga a ripensare cicli di produzione, consumo e reimpiego delle risorse, con benefici che possono essere trasferiti nei processi industriali terrestri.
Agricoltura e gestione delle risorse in orbita
La sperimentazione di colture in microgravità e di sistemi di riciclo integrale delle risorse idriche e nutritive apre la strada a soluzioni utili per l’agricoltura di precisione e per i contesti a scarsità di risorse sul pianeta.
Esempi di diversificazione industriale nella Space Economy
Lo Spazio come opportunità di diversificazione: altri esempi.
C’è chi nello Spazio realizza componenti, e le relative catene attrezzi, che viaggiano quali strutture di satelliti.
E si occupa di preparare tutta la documentazione necessaria per la piena rintracciabilità del pezzo, sottoponendo i processi a possibili certificazioni esterne.
Ma è nato negli anni ’40, quando questo business, semplicemente, ancora non esisteva.
O, se era agli albori, era del tutto impensabile che un’azienda privata si potesse accingere a operarvi.
Componentistica e filiere spaziali
Per alcuni, come ad esempio Boeing, solo per citare un nome noto, da “gigante”, evolvere verso l’aerospazio è stato quasi naturale, dato l’ambito di operatività che caratterizza da sempre l’azienda.
Per altri, lo Spazio è una seduzione a cui è stato impossibile rinunciare, anche se lontanissimo dal proprio settore.
Un esempio? Continuare a essere un’azienda produttrice di caffè tostato dal 1895, a Torino, e incaponirsi, insieme a un’azienda di ingegneria aerospaziale nata nel 2008 nella medesima città, nel voler creare una macchina per il caffè da portare nello Spazio, a bordo della stazione internazionale.
Il caso ISSPRESSO: il caffè in orbita
Una follia tutta italiana, pare abbiano pensato alla NASA, ma la ISSPRESSO, una comoda macchina espresso per il caffè nello Spazio, del peso di “appena” una ventina di chili e le dimensioni di una piccola lavatrice da campeggio, è una realtà che consente agli astronauti una pausa caffè in assenza di gravità e persino la degustazione di qualche tisana.
Si provino solo a immaginare le ore di studio, gli approfondimenti sul modo di gestire temperature e fluidi, per testare e garantire la compatibilità con tutte le altre apparecchiature a bordo della ISS, che sono stati necessari per realizzare quello che, in fondo, è solo un desiderio di uno scampolo di quotidianità in una missione spaziale.
Oltre il turismo spaziale: applicazioni terrestri delle tecnologie
Dal cosiddetto turismo spaziale, inteso come viaggio in spensieratezza, capatina fuori porta al di là dell’orbita terrestre, siamo davvero ancora molto lontani.
L’utilizzo delle tecnologie spaziali in ambito terrestre, il loro sviluppo per e nello Spazio con l’obiettivo di impiegarle sul nostro pianeta, invece, è una realtà dalle enormi potenzialità, dai giganteschi costi di investimento, ma dalle possibili ricadute positive sociali, ambientali ed economiche, difficili da quantificare.
Tecnologie spaziali per la vita quotidiana
Sensori, sistemi di monitoraggio, nuovi materiali e soluzioni per l’efficienza energetica nati per lo Spazio trovano impiego in settori come mobilità, agricoltura, sanità e gestione delle infrastrutture critiche, generando valore ben oltre l’orbita.
Stati, aziende e governance del futuro dello Spazio
Il tutto senza negare mai il ruolo dello e degli Stati, motori del progresso spaziale, guidati anche e soprattutto da esigenze geopolitiche, di difesa, assolutamente terrene quanto innegabili, da cui scaturiscono, in molti casi, importanti aree di applicazione in ambito civile e commerciale dove le aziende private possono giocare un ruolo da protagoniste.
La collaborazione pubblico–privato nello sviluppo spaziale
Dalla definizione di programmi spaziali alle infrastrutture di osservazione della Terra, fino alle costellazioni di satelliti per comunicazioni e servizi, la collaborazione tra settore pubblico e imprese diventa decisiva per trasformare la Space Economy in un volano di sviluppo duraturo.










