L’ecosistema dell’innovazione italiana si conferma una componente strutturale del sistema produttivo nazionale, capace di generare occupazione qualificata e valore economico in modo costante.
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Una filiera che genera lavoro e mobilita capitali
Negli ultimi dodici anni, l’ecosistema dell’innovazione italiana ha dimostrato una capacità straordinaria di generare valore economico e occupazionale.
Dal 2012 al 2024, la filiera dell’innovazione ha generato quasi 244mila nuovi posti di lavoro, crescendo del 15,5% nel 2024 rispetto all’anno precedente, e ha mobilitato quasi 47 miliardi di euro, con una crescita del 18,3% nell’ultimo anno.
Questi numeri indicano come l’innovazione non sia più un settore di nicchia, ma un vero e proprio pilastro di sviluppo capace di influenzare l’intero sistema economico nazionale, creando lavoro qualificato e nuove opportunità. In un periodo in cui le sfide globali e competitive richiedono rapide trasformazioni, è fondamentale comprendere e sostenere questo fenomeno che rappresenta il motore trainante di produttività, competitività e crescita sostenibile per il nostro Paese.
La crescita occupazionale delle startup innovative
Il 2024 conferma la crescita costante delle startup e delle ex-startup innovative attive in Italia: 68.526 persone impiegate, in aumento rispetto alle 65.897 del 2023, con un incremento significativo del 4%. Queste aziende coinvolgono inoltre quasi 89.000 soci, per un totale di oltre 150.000 persone coinvolte direttamente nel sistema. È particolarmente significativo il fatto che oltre la metà degli occupati si concentrino nei settori ad alta tecnologia dei servizi e della manifattura, rappresentando circa il 4% dell’intera occupazione italiana in questi comparti fondamentali per la crescita e l’innovazione.
Questi dati confermano come il cuore pulsante dell’innovazione italiana risieda in imprese capaci di coniugare creatività, tecnologia e capacità produttiva, contribuendo in modo decisivo all’avanzamento dei settori ad alto valore aggiunto. Peraltro, dalla ricerca emerge come l’incremento occupazionale resti superiore per le startup rispetto alle nuove imprese non innovative. Infatti, analizzando le coorti di startup nate tra il 2018 e il 2019, si rileva un aumento dei dipendenti rispettivamente del 229% e del 209% nei primi cinque anni di vita, un dato nettamente superiore a quello del totale delle nuove imprese secondo Istat (+113% nel 2018).
Verso un ecosistema più maturo e sostenibile
Sebbene si osservi un rallentamento nella crescita dei nuovi posti di lavoro rispetto agli anni precedenti, è importante interpretare correttamente questo fenomeno. La riduzione nel tasso di nascita di nuove startup e l’aumento delle cessazioni sono segnali tipici di un processo di consolidamento del sistema.
L’80% delle startup ed ex-startup innovative ha mantenuto stabile o incrementato il proprio numero di dipendenti, segno di una base imprenditoriale che sta evolvendo verso una maggiore solidità e sostenibilità nel medio-lungo termine. Questo consolidamento è indice di un ecosistema che sta costruendo fondamenta più solide per sostenere una crescita stabile, riducendo la volatilità caratteristica delle fasi iniziali della filiera innovativa.
Le “gazzelle” trainano l’occupazione di qualità
Un elemento cruciale della vitalità della filiera sono le cosiddette “Gazzelle”, ovvero giovani imprese innovative con un tasso di crescita particolarmente elevato.
Nel 2024, 75 Gazzelle attive hanno generato quasi 4.900 nuovi posti di lavoro, pari al 7% del totale creato dalle startup e ex-startup, con una dimensione media di 74 dipendenti per impresa, un fatturato medio di 11,6 milioni di euro e un valore aggiunto medio di 5,1 milioni.
Questi numeri sottolineano come le imprese in rapida espansione svolgano un ruolo strategico nel rafforzamento dell’occupazione e dell’economia innovativa italiana, confermando che la crescita sostenuta e la capacità di fare scala sono fattori chiave per lo sviluppo del sistema.
Selezione naturale e attrattività del mercato
Nel 2024 il tasso di mortalità delle startup si attesta al 6%, con 1.440 cessazioni, principalmente nelle micro imprese e in quelle di dimensioni ridotte – solo il 4% di queste aveva più di 10 dipendenti – tanto che hanno comportato una perdita di soli 674 posti di lavoro.
Questo fenomeno è parte naturale del ciclo di vita imprenditoriale e testimonia una selezione del mercato verso aziende più efficienti e sostenibili nel lungo termine. Parallelamente, si è registrato un picco storico di 116 acquisizioni, che rappresentano un segnale positivo di attrattività del mercato e capacità di valorizzare le realtà più performanti. Questi dati riflettono una filiera in movimento, capace di rigenerarsi continuamente, favorendo l’ingresso di nuovi soggetti e la crescita di quelli già affermati.
Fatturato e produttività in crescita costante
I dati economici confermano la maturazione del settore: il fatturato totale generato da startup ed ex-startup, stimato nel 2024, supera i 14,5 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 13,4 del 2023, con un valore aggiunto di 3,7 miliardi. Significativo è anche l’aumento della produttività per dipendente, arrivata a quasi 53.000 euro, con un incremento del 47% rispetto al 2019.
Questo indica che le imprese innovative non solo crescono in termini numerici, ma migliorano anche l’efficienza e la capacità di generare valore per l’economia nazionale, contribuendo ad aumentare la competitività complessiva del sistema produttivo italiano.
Il capitale che alimenta l’innovazione italiana
Il sistema dell’innovazione nel 2024 ha mobilitato quasi 7 miliardi di euro, distribuiti tra venture capital (1,5 miliardi), Open Innovation (750 milioni), prestiti garantiti (700 milioni) e fatturato generato (4 miliardi).
Questi investimenti testimoniano l’importanza di un’efficace disponibilità di capitali per il sostegno delle startup e delle imprese innovative. Dal 2012 a oggi, quasi 47 miliardi sono stati mobilitati, supportando il lavoro di oltre 243.000 persone nel sistema.
La capacità di attrarre e gestire risorse finanziarie è oggi più che mai fondamentale per consolidare i risultati raggiunti e promuovere una crescita sostenibile e diffusa.
Politiche pubbliche per consolidare i risultati
L’innovazione rappresenta una leva imprescindibile per il rilancio economico e occupazionale dell’Italia. I dati mostrano chiaramente come la filiera innovativa sia ormai una componente strutturale del nostro sistema produttivo, in grado di generare lavoro qualificato, crescita e valore.
Ora più che mai, è necessario che le politiche pubbliche accompagnino questa evoluzione con strumenti stabili, regole certe e incentivi adeguati, capaci di favorire la scalabilità delle imprese innovative e di attrarre investimenti privati verso l’economia reale. Solo così potremo costruire un futuro in cui l’Italia continui a giocare da protagonista nella competizione globale, valorizzando il proprio patrimonio di know-how, talenti e capacità imprenditoriale.






