La proposta

Perego (Polimi): “No agli incentivi a siti eCommerce italiani”

Pubblicato il 05 Nov 2013

Alessandro Perego

Politecnico di Milano

Perego (Polimi): “No agli incentivi a siti eCommerce italiani”

Fa bene il Governo a non aver più messo incentivi alla nascita di siti eCommerce italiani. Non è così che si promuove l’export del made in Italy, perché questo si regge piuttosto sui rapporti business to business con intermediari.

Il Governo dovrebbe dare fare due cose. Primo, incentivi fiscali alla comunicazione digitale del nostro made in Italy, cioè allo sbarco su piattaforme di aggregazione che sono il punto di contatto per la vendita online all’estero (dovrebbe quindi anche sostenere la formazione delle imprese in questo senso). Amazon, eBay, i portali cinesi equivalenti… E’ qui che le aziende italiane verrebbero trovate all’estero.

Secondo, supportare lo sviluppo di relazioni digitali tra imprese, tema che si intreccia con la fatturazione elettronica.

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Giulio Beltrami
Giulio Beltrami
12 anni fa

Gli incentivi pubblici devono andare alle applicazioni che vanno a vantaggio della società, senza immediato interesse per il singolo (impresa, settore merceologico), come ad esempio la fatturazione elettronica e la conservazione sostitutiva.
Lo eCommerce deve andare con la propria testa, gambe e tasche!

Marco Camilli
Marco Camilli
12 anni fa

Oggi, gli incentivi potrebbero essere mirati per quelle start-up innovative (es. smart object, prodotti biologici, sostenibilità) che attraverso l’e-commerce possono sviluppare un nuovo modello di business. Il problema non è il sito e-commerce di per se, ma “la comunicazione digitale”, supporto alla “fatturazione” e, soprattutto, alla logistica per la consegna delle merci. Ormai il modello del “fare magazzino” non è più sostenibile, quindi occorre un sistema di consegna rapida, economica e flessibile che aiuti il ciclo produttivo “su richiesta” di molte start-up italiane.

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