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Digitale a misura di minori: tre esempi di innovazione responsabile



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Dal lancio dell’Osservatorio Digital for Kids & Teens emergono testimonianze reali di come la tecnologia possa supportare la crescita dei minori. Ecco esempi pratici su come costruire un digitale a misura di minori, superando le diffidenze e sfruttando le opportunità legate all’innovazione

Pubblicato il 10 ott 2025



educazione digitale bambini

Dalla scuola alla sanità, fino all’editoria, il digitale sta trasformando l’esperienza quotidiana dei bambini e dei ragazzi.

Piattaforme di educazione digitale, applicazioni immersive e contenuti digitali accessibili mostrano come la tecnologia, se progettata con attenzione, possa diventare un alleato per l’apprendimento, il benessere e l’inclusione.

Al lancio dell’Osservatorio Digital for Kids & Teens del Politecnico di Milano sono state presentate alcune testimonianze che raccontano concretamente come sia possibile costruire un digitale a misura di minori, superando diffidenze e sfruttando appieno le opportunità di innovazione.

Didattica digitale inclusiva e personalizzata

La scuola è uno dei luoghi in cui più chiaramente emergono le potenzialità e le criticità del digitale. Arianna Fumagalli, responsabile relazioni esterne di MyEdu, ha raccontato come piattaforme dedicate possano supportare docenti, studenti e famiglie nel percorso di educazione digitale, non sostituendo i libri, ma integrandoli con strumenti interattivi e accessibili.

L’obiettivo è duplice: da un lato rendere l’apprendimento più coinvolgente e personalizzato, dall’altro offrire strumenti compensativi a chi presenta difficoltà o neurodivergenze.

La tecnologia, se usata con consapevolezza, può infatti ridurre le barriere, adattando contenuti e metodologie ai diversi bisogni degli studenti.

Fumagalli ha però evidenziato una sfida cruciale: la diffusa polarizzazione del dibattito sul digitale a scuola. Da un lato chi lo vede come un pericolo che distrae o banalizza l’insegnamento, dall’altro chi lo considera una soluzione universale.

In realtà, la via da seguire è quella della formazione e del confronto, affinché docenti, genitori e specialisti possano valutare insieme rischi e opportunità, evitando pregiudizi e semplificazioni.

Esperienze come quella di MyEdu dimostrano che il digitale può essere una leva di inclusione, a condizione che sia accompagnato da cultura educativa, supporto agli insegnanti e dialogo intergenerazionale.

Tecnologie immersive per la salute dei bambini

Il digitale può offrire un contributo concreto anche in ambito sanitario, aiutando i più piccoli ad affrontare esperienze spesso vissute con paura e ansia. Alberto Piras, Ceo di Brave Potions, ha presentato il progetto Super Poteri, che utilizza realtà aumentata e personaggi narrativi per trasformare visite mediche, vaccini o trattamenti invasivi in un’avventura positiva.

L’idea è semplice ma efficace. Attraverso un’app collegata a libri e materiali fisici, i bambini entrano in un mondo magico in cui i medici diventano alleati e le procedure sanitarie si trasformano in sfide da affrontare con coraggio.

In questo modo, la tecnologia non sostituisce il rapporto umano, ma lo rafforza, offrendo un contesto rassicurante che riduce lo stress e favorisce la collaborazione del paziente più giovane.

Un aspetto chiave del progetto è il coinvolgimento dei genitori. L’app non è infatti pensata per un uso continuativo o passivo, ma richiede la presenza attiva dell’adulto, che accompagna il bambino nell’esperienza digitale. Questo approccio evita rischi di dipendenza e rafforza il ruolo della famiglia come mediatore tra tecnologia e cura.

Con oltre 140.000 bambini già coinvolti in Italia, l’esperienza di Brave Potions mostra come l’innovazione digitale, se guidata da psicologi e pediatri, possa diventare un supporto prezioso per la salute, contribuendo a trasformare momenti critici in occasioni di crescita e fiducia.

L’editoria digitale tra diffidenza e inclusività

Anche l’editoria vive un passaggio delicato nel portare contenuti per ragazzi nel mondo digitale. Miriam Spinnato, responsabile Digital Sales Trade di Mondadori Libri, ha raccontato le sfide legate alla conversione dei libri per bambini e adolescenti in ebook e audiolibri.

La prima difficoltà è la diffidenza dei genitori, che spesso associano il device digitale a contenuti passivi o poco sicuri e preferiscono il libro cartaceo come strumento di apprendimento. Una percezione che rischia di oscurare i vantaggi del formato digitale, soprattutto in termini di accessibilità: ebook e audiolibri consentono, per esempio, a bambini con disabilità visive o difficoltà di lettura di accedere a storie e contenuti che altrimenti rimarrebbero preclusi.

Un altro tema critico è la visibilità dei contenuti per ragazzi sulle piattaforme di distribuzione, dove spesso mancano spazi dedicati o filtri adeguati per età. Questo limita l’incontro tra giovani lettori e contenuti sicuri, rischiando di lasciarli esposti ad ambienti meno controllati.

Per affrontare queste sfide, l’editoria lavora su una “cura editoriale digitale”: non una semplice trasposizione del libro cartaceo, ma una rielaborazione attenta che tenga conto della fascia d’età, della scelta delle voci narranti negli audiolibri e della necessità di mantenere coerenza con i personaggi già noti ai bambini attraverso altri media.

L’esperienza di Mondadori evidenzia come il digitale, se gestito con attenzione, possa diventare un alleato di inclusività, ampliando le possibilità di accesso alla lettura senza sostituire il valore del libro tradizionale.

Verso un ecosistema di buone pratiche per l’educazione digitale

Le testimonianze raccolte durante il lancio dell’Osservatorio Digital for Kids & Teens mostrano come il digitale possa avere un impatto positivo se accompagnato da consapevolezza, progettazione attenta e coinvolgimento di tutti gli attori educativi e sociali.

Scuola, sanità ed editoria rappresentano tre ambiti diversi, ma accomunati dalla stessa sfida: trasformare il digitale in uno strumento di inclusione, benessere e crescita.

L’Osservatorio si propone di diventare un hub di conoscenza e networking, capace di mappare queste esperienze, diffondere le pratiche più efficaci e stimolare nuove collaborazioni tra imprese, istituzioni, famiglie e comunità educative. La logica non è quella di sostituire ciò che già esiste, ma di fare sistema, mettendo in connessione progetti che altrimenti rischierebbero di rimanere isolati.

L’obiettivo finale è costruire un ecosistema di buone pratiche che sappia superare diffidenze e polarizzazioni, valorizzando il ruolo delle tecnologie come strumenti di educazione digitale e di supporto concreto alla crescita dei bambini e degli adolescenti. Solo così il digitale potrà davvero diventare un alleato per le nuove generazioni, coniugando innovazione, responsabilità e inclusività.

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