il restyling

Il nuovo Vatican.va: perché la Chiesa rinnova la sua presenza digitale



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Il restyling di Vatican.va segna una svolta per la presenza digitale della Chiesa, migliorando accessibilità e fruibilità dei contenuti istituzionali per un pubblico globale e con particolare attenzione agli utenti con disabilità visive e dispositivi mobili

Pubblicato il 28 mag 2025

Giovanni Tridente

Professore Associato di Intelligenza Artificiale applicata alla Comunicazione



vatican.va

Un cambiamento avvenuto quasi in sordina, vissuto più che altro come una “sorpresa” da chi è solito attingere quotidianamente alla fonte istituzionale e digitale della Santa Sede. Parliamo del sito ufficiale vatican.va, che il 26 maggio è apparso in una rinnovata versione, con una veste grafica moderna e un layout più pulito.

Un primo elemento che salta agli occhi è sicuramente quello della responsività, cioè la capacità di adattarsi a tutti i tipi di dispositivi di navigazione, compresi smartphone e tablet. Un aggiornamento avvenuto tra l’altro a pochi giorni dall’elezione di Papa Leone XIV – che tra le prime esternazioni pubbliche ha fatto riferimento proprio alla rivoluzione digitale che vive la nostra epoca – ma che sicuramente era già in cantiere da qualche tempo.

Si è puntato insomma all’accessibilità, con caratteri più leggibili, colori e contrasto ottimizzato e una navigazione semplificata, che permettono di consultare i contenuti in modo più agevole rispetto al passato, intercettando così anche i bisogni di persone con disabilità visive. Le varie sezioni – dai documenti riguardanti i Pontefici alle news e alle risorse multimediali – sono state anch’esse riorganizzate in maniera più intuitiva, con menù più chiari.

Quello che risalta sicuramente di più, almeno nella homepage, è poi l’abbandono del tradizionale fondo color “pergamena” ocra, che era diventato un vero elemento “distintivo” del portale della Santa Sede, “sopravvissuto” a tutti gli aggiornamenti di sistema comunque realizzati nel corso degli anni. Evidentemente alcune sezioni risultano ancora in fase di aggiornamento, come dimostra il messaggio che appare in sovraimpressione proprio all’apertura della pagina.

Vatican.va: dagli esordi nel 1995 alle prime evoluzioni

Il sito vatican.va è nato sostanzialmente nel segno dell’innovazione voluta da San Giovanni Paolo II. I primi “gemiti” di quello che è oggi il portale della Santa Sede recano la data del Natale 1995. Il progetto era stato concepito l’anno prima da una piccola squadra guidata da suor Judith Zoebelein, una religiosa francescana esperta di informatica, insieme all’allora Presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, Arcivescovo John P. Foleyl e al portavoce vaticano Joaquín Navarro-Valls. Il sito debuttò in forma molto semplice: presentava soltanto un indirizzo e-mail di contatto, un’immagine di Giovanni Paolo II e il testo del suo messaggio Urbi et Orbi di quello stesso Santo Natale. Nei primi due giorni si collegarono almeno 300.000 utenti da 70 Paesi diversi, una cifra notevole per l’epoca, indice della curiosità suscitata da questa nuova “finestra” digitale sul Vaticano.

Nei mesi successivi, quel “timido e profetico inizio” – come lo ha definito in un’occasione Paolo Ruffini, attuale Prefetto del Dicastero per la Comunicazione – iniziò a svilupparsi. Dopo una temporanea sospensione “tecnica”, il 27 marzo 1997 venne lanciata una nuova versione arricchita: oltre 1200 testi ufficiali dei Pontefici Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II furono messi online, e il sito divenne multilingue (sei lingue già disponibili). In questa fase furono anche attivate circa 200 caselle e-mail @vatican.va, destinate ai vari uffici della Santa Sede.

L’espansione di vatican.va dal 2000 in poi…

Con l’ingresso nel nuovo millennio, il Portale vaticano ha poi vissuto una ulteriore rapida espansione in termini di contenuti e funzionalità, con la homepage già strutturata in sezioni dedicate: Holy Father (il Papa e i suoi documenti), Roman Curia (organigramma e informazioni sui Dicasteri), News Services (risorse informative), Library/Archives (testi basilari come Bibbia, Concili, Codici, Catechismo), Vatican City State (informazioni sullo Stato della Città del Vaticano, che oggi ha una propria pagina web raggiungibile all’indirizzo www.vaticanstate.va), Vatican Museums (anch’essi oggi con una propria pagina web) e una sezione di archivio generale. Altro dato interessante arriva nel 2008, durante il pontificato di Benedetto XVI, quando viene aggiunta anche l’interfaccia in lingua latina, al momento non interessata dall’attuale restyling, ancora nella sua versione HTML statica.

Quando nel 2017, con la riforma dei media vaticani, nasce il portale Vatican News, raccogliendo notizie multilingue provenienti anche dalla Radio Vaticana e dall’Osservatore Romano, Vatican.va consolida il suo ruolo di archivio documentale e vetrina istituzionale, lasciando intatta quell’idea iniziale di essere una “casa digitale” che metta a disposizione tutto il magistero dei Pontefici e i testi fondamentali della Chiesa cattolica.

La sfida digitale e la missione evangelizzatrice

Il restyling di Vatican.va non è solo un’operazione tecnica o estetica ma se vogliamo riveste anche un profondo significato pastorale. Aggiornare gli strumenti è senza dubbio un modo per rispondere in maniera più adeguata all’esigenza di annunciare il Vangelo nella realtà odierna, con le sue caratteristiche di sviluppo tecnologico avanzato e accelerato.

Anni fa, colui che fu successore di mons. Foley alla Presidenza del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, l’Arcivescovo Claudio Maria Celli, parlò della sfida di “far risuonare il magistero del Papa nel mondo della cultura digitale”, per incontrare le persone laddove si trovano e “in qualsiasi lingua”. Questo approccio “in uscita” si consolida ancora oggi come parte integrante della missione della Chiesa.

In quest’ottica, il nuovo Vatican.va – più accessibile e user-friendly – può senz’altro aiutare la Chiesa a raggiungere le persone nel profondo, anche attraverso uno schermo, facilitando pertanto l’accesso diretto alle fonti della fede e al pensiero del Papa. Un sito usabile e ben fatto è anche segno di attenzione verso l’interlocutore: significa eliminare barriere tecniche che potrebbero scoraggiare un giovane o un curioso dal leggere un documento pontificio o dal cercare informazioni sulla stessa istituzione.

Soprattutto nelle cosiddette “Chiese giovani”, quelle comunità cristiane in Africa, Asia o America Latina in rapida crescita, spesso composte da fedeli di prima generazione molto connessi con gli smartphone, avere risorse online fruibili può rivelarsi cruciale. Senza contare che in molte aree del Sud del mondo il cellulare è l’unico mezzo per accedere a Internet: un sito pesante o vecchio stile potrebbe vanificare la possibilità di coinvolgere quanti vivono geograficamente lontani dal “centro della cristianità”.

Verso il Giubileo degli “evangelizzatori digitali”

Questo 2025 è anche un Anno Santo e tra gli eventi giubilari ufficiali spicca non a caso il Giubileo dei missionari digitali e degli influencer cattolici, in programma a Roma il 28 e 29 luglio prossimi. Si tratta anche in questo caso di un appuntamento inedito, annunciato dal Dicastero per la Comunicazione e fortemente voluto da Papa Francesco, per radunare tutti coloro che diffondono il Vangelo tramite i social media e le piattaforme online. Dopo un primo incontro internazionale di influencer cattolici – denominazione quanto mai attuale e convenzionale, ma non priva di interrogativi – avvenuto durante la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona nel 2023, la Santa Sede ha riconosciuto in modo effettivo l’importanza di questa nuova categoria di operatori pastorali, coinvolgendoli anche durante i lavori del recente Sinodo sulla Sinodalità.

Tutte queste iniziative confermano il segnale di una Chiesa che non vuole perdere il passo con i tempi e trova modi e forme rinnovate per essere sempre più vicina alle persone.

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