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L’IA nell’arte ha mille possibilità: non freniamola con le nostre ansie



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L’IA sta dimostrando la capacità di generare opere d’arte originali, sia visive che musicali, ma le opere che ne implicano qualsivoglia impiego suscitano dibattiti sulla creatività, sull’entità del vero artista e sulla qualità estetica dei risultati. Forse, più che su queste ansie dovremmo concentrarci sui benefici dell’IA nella preservazione e accessibilità dei beni culturali

Pubblicato il 13 set 2023

Fabio De Felice

Università degli Studi di Napoli “Parthenope”

Luca Papi

CNR Roma

Antonella Petrillo

Università degli Studi di Napoli “Parthenope”



ai e arte

A fine 2018 un evento inaspettato si verifica presso la prestigiosa casa d’aste Christie’s. Per la prima volta viene battuta, con grande successo, un’opera d’arte creata da un gruppo di artisti e ricercatori conosciuti con il nome di Obvious che ha utilizzato un algoritmo di intelligenza artificiale chiamato Generative Adversarial Network (GAN). Si tratta dell’opera “Portrait of Edmond de Belamy”. L’opera d’arte è stata venduta all’asta presso la casa d’aste Christie’s per circa 432.500 dollari. La domanda di fondo è: che cosa è la creatività? Le macchine possono essere creative oppure la creatività è solo una caratteristica umana?

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