La riforma Vida sull’IVA europea rappresenta il passaggio più ambizioso degli ultimi anni nella modernizzazione dell’imposta sul valore aggiunto in Europa. Con una strategia di implementazione dettagliata, la Commissione europea ha definito tempi, strumenti e priorità di questo percorso di digitalizzazione.
Il corpus di riforme si pongono l’obiettivo di renderla più efficiente, resiliente alle frodi e adeguata alle nuove dinamiche dell’economia digitale.
Indice degli argomenti
Vida IVA: i tre pilastri della riforma europea
L’implementazione del pacchetto Vida si articola lungo 3 pilastri, ciascuno con obiettivi, misure e tempistiche specifiche: 1) il Digital Reporting Requirements (DRR), 2) l’”Economia” delle piattaforme e 3) l’estensione della Single VAT Registration (SVR).
La strategia della Commissione mira a orchestrare questa complessa transizione attraverso un approccio graduale, supportato da strumenti tecnici, atti esecutivi e un dialogo costante con Stati membri UE ed imprese.
Digital reporting requirements e fatturazione elettronica B2B
Il nucleo della riforma Vida è l’introduzione a partire dall’1/7/2030 di un sistema di rendicontazione digitale basato sull’obbligo generalizzato in tutti i Paesi UE di fatturazione elettronica delle operazioni B2B in ambito UE. Le fatture elettroniche dovranno essere conformi ad uno standard europeo individuato, per garantire quindi un formato dei dati omogeneo in tutti i Paesi UE.
Trasmissione dei dati e sistema VIES potenziato
I dati acquisiti dalle singole amministrazioni finanziarie nazionali verranno inoltrati quasi istantaneamente ad un nuovo potenziato sistema centralizzato VIES (VAT Information Exchange System). Questo sistema centralizzato aggregherà i dati e li incrocerà, confrontando le informazioni sulla operazione di cessione fornite dal venditore con quelle sull’acquisto fornite dall’acquirente.
Contrasto alle frodi IVA e riduzione del VAT gap
Questo sistema da una parte si pone l’obiettivo primario di contrastare le frodi IVA, in particolare le “frodi carosello”, che sfruttano le lacune temporali e informative del sistema attuale, fornendo alle autorità fiscali dati quasi in tempo reale sulle transazioni.
La Commissione stima di ridurre l’evasione fino a 11 miliardi di euro all’anno. Tale obiettivo va peraltro messo in relazione con l’ultimo report pubblicato sul VAT GAP UE che, fotografando i dati dell’anno 2022, ha stimato il GAP in 89,3 miliardi di euro, pari al 7% del gettito teorico. Questo importo rappresenta le perdite di entrate dovute principalmente a fattori quali frodi in materia di IVA, evasioni, elusioni, fallimenti non fraudolenti, errori di calcolo e insolvenze finanziarie.
Il sistema dall’altro consente di eliminare gli oneri a carico delle imprese legati alla predisposizione e trasmissione degli elenchi riepilogativi INTRASTAT (che verranno quindi successivamente abrogati) con un risparmio stimato di oltre 4,1 miliardi di euro all’anno.
Tempistiche di attuazione e sfide tecnologiche
Inutile sottolineare come l’architettura IT di questo sistema risulti complessa.
La Commissione intende finalizzare entro il secondo trimestre del 2026 le specifiche per il sistema centralizzato VIES in modo da dare agli Stati membri UE tempo sufficiente per sviluppare e adeguare i propri sistemi nazionali.
Economia delle piattaforme e nuovo ruolo IVA
Il secondo pilastro affronta la crescita esponenziale dell’economia delle piattaforme, in particolare nei settori degli affitti a breve termine e del trasporto passeggeri.
La riforma introduce il concetto di “fornitore presunto” (deemed supplier), che entrerà in vigore dall’1/7/2028 (con possibilità per gli Stati membri UE di posticipare all’1/1/2030), volta a correggere una distorsione della concorrenza causata dal differente status IVA dei fornitori (le piattaforme hanno consentito ad esempio ai soggetti privati non imprenditoriali di concorrere direttamente con gli operatori economici business, come le società alberghiere o di noleggio con conducente, che invece sono tenuti ad applicare l’IVA sui servizi prestati).
Deemed supplier e concorrenza tra privati e operatori business
Con la riforma le piattaforme che facilitano tali servizi saranno considerate, ai fini IVA, come se avessero ricevuto e fornito esse stesse il servizio.
Di conseguenza, diventeranno responsabili della riscossione e del versamento dell’IVA quando il fornitore sottostante non vi provvede.
Linee guida, classificazioni IVA e armonizzazione UE
L’attuazione di questo regime richiederà la pubblicazione, prevista per il primo trimestre del 2027, di note esplicative dettagliate per omogeneizzare i trattamenti delle operazioni (ai fini IVA i servizi di facilitazione forniti dalle piattaforme digitali sono stati classificati differentemente nei vari Paesi UE, alcuni li considerano servizi elettronici, altri li interpretano come servizi di intermediazione, con ricadute sull’applicazione dell’imposta) e dettagli sulle responsabilità specifiche delle piattaforme.
Vida IVA e Single VAT Registration: semplificare le registrazioni
Il terzo pilastro mira a ridurre la necessità per le imprese di avere multiple registrazioni IVA in diversi Stati membri, un onere che può risultare significativo per le imprese.
Estensione OSS, TOOG e reverse charge generalizzato
Si tratta in particolare: 1) della estensione dell’One Stop Shop (OSS), 2) della creazione del “Transfer of Own Goods” (TOOG) per semplificare la gestione del trasferimento di beni propri tra magazzini in diversi Stati UE, 3) dell’obbligo generalizzato di inversione contabile (reverse charge) per le forniture B2B di beni e servizi effettuate da un fornitore non stabilito nello Stato membro dell’acquirente e 4) del potenziamento dell’IOSS (Import One Stop Shop).
Le principali riforme SVR entreranno in vigore dall’1/7/2028.
Queste misure, nel loro complesso, sono progettate per ridurre i costi di conformità e gli ostacoli amministrativi per le imprese che vendono beni e rendono servizi in ambito UE.
Imprese europee di fronte alla transizione Vida IVA
La strategia di implementazione del pacchetto Vida è un piano ambizioso che richiede un coordinamento senza precedenti tra la Commissione, 27 Stati membri e milioni di imprese. Il successo dipenderà non solo dalla robustezza delle soluzioni tecnologiche, come il sistema centralizzato VIES, ma anche dalla volontà politica degli Stati di convergere verso un modello armonizzato, resistendo alla tentazione di creare deroghe e sovrastrutture nazionali.
Investimenti per le imprese e nuove fondamenta dell’IVA digitale
Per le imprese, la transizione comporterà investimenti iniziali in tecnologia e formazione, ma i benefici a lungo termine in termini di semplificazione, riduzione dei costi di adempimenti e conformità saranno significativi.
Il percorso è quindi tracciato. I prossimi anni saranno decisivi per la costruzione delle fondamenta tecniche e normative dell’IVA nell’era dell’economia digitale.











