Il rilascio ravvicinato di ChatGPT 5.2, a poche settimane dall’introduzione della versione 5.1, non è stato un normale aggiornamento incrementale. OpenAI stessa lo ha inquadrato come una risposta a una fase di pressione competitiva senza precedenti, innescata dal salto generazionale introdotto da Gemini 3 e dalla crescente percezione di un riequilibrio dei rapporti di forza nel mercato dei foundation model.
Secondo quanto dichiarato da OpenAI, GPT-5.2 nasce all’interno di un contesto definito esplicitamente come “code red”, una mobilitazione interna volta a concentrare risorse e priorità sul miglioramento rapido delle capacità di ChatGPT per l’uso professionale.
Sam Altman ha confermato che l’accelerazione dello sviluppo e del rilascio è stata una risposta diretta all’intensificarsi della competizione, in particolare dopo il lancio di nuovi modelli da parte di Google e di altri player di primo piano.
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Come usare il 5.2
Su ChatGPT OpenAI ha già cominciato a distribuire GPT‑5.2 (Instant, Thinking e Pro) a partire da oggi, partendo dai piani a pagamento (Plus, Pro, Go, Business, Enterprise). La distribuzione avviene in modo graduale per mantenere ChatGPT stabile e affidabile.
Nella piattaforma API, GPT‑5.2 Thinking è disponibile nell’API Risposte e nell’API per il completamento delle chat come GPT‑5.2, e GPT‑5.2 Instant come gpt-5.2-chat-latest. GPT‑5.2 Pro è disponibile nell’API delle Risposte come gpt-5.2-pro. Gli sviluppatori possono ora impostare il parametro di ragionamento su GPT‑5.2 Pro, e entrambi GPT‑5.2 Pro e GPT‑5.2 Thinking ora supportano il nuovo quinto livello di sforzo di ragionamento xhigh, per le attività in cui la qualità è prioritaria.
Nelle API GPT‑5.2 ha un prezzo di 1,75 $/1 M token di input e 14 $/1 M token di output, con uno sconto del 90% sui token memorizzati nella cache. “In diverse valutazioni agentiche, abbiamo scoperto che, nonostante le capacità di GPT‑5.2, il costo per token è più elevato, ma il costo necessario per raggiungere un determinato livello di qualità risulta inferiore grazie alla maggiore efficienza dei token di GPT‑5.2”, scrive OpenAI.
Sebbene le tariffe degli abbonamenti a ChatGPT siano rimaste invariate, in API GPT‑5.2 ha un costo per token più alto rispetto a GPT‑5.1, in linea con le capacità superiori del modello. “Rimane comunque più conveniente rispetto ad altri modelli più avanzati, permettendo alle persone di utilizzarlo in modo intensivo nel lavoro quotidiano e nelle applicazioni principali”.
ChatGPT 5.2 e la risposta al salto di Gemini 3
Il punto di svolta è rappresentato dal rilascio di Gemini 3, che ha segnato un’evoluzione significativa soprattutto su tre fronti: ampiezza del contesto gestibile, profondità del ragionamento teorico e integrazione nativa in un ecosistema digitale molto esteso. Diversi benchmark e classifiche indipendenti hanno mostrato come Gemini 3 abbia rapidamente conquistato posizioni di vertice in ambiti quali ragionamento testuale, visione e multimodalità, alimentando la percezione di un possibile sorpasso tecnologico nei confronti di OpenAI.
A rendere il quadro ancora più delicato è stato l’impatto sul piano dell’adozione. Dati di Sensor Tower ripresi da TechCrunch indicano una decelerazione della crescita degli utenti mensili di ChatGPT tra agosto e novembre 2025, mentre Gemini cresce più rapidamente nello stesso periodo.

Perché OpenAI accelera: priorità operative su ChatGPT 5.2
In questo scenario, OpenAI ha scelto di non attendere un rilascio “di rottura” completamente nuovo, ma di portare rapidamente sul mercato un modello capace di colmare i gap più critici: affidabilità sul ragionamento complesso, stabilità su contesti lunghi e migliore controllo nell’uso di strumenti e workflow. GPT-5.2 va quindi letto come una mossa strategica volta a riaffermare il posizionamento di ChatGPT come piattaforma di riferimento per il lavoro quotidiano, più che come risposta simmetrica alle caratteristiche di Gemini 3.
Non a caso, OpenAI ha enfatizzato meno la corsa alla dimensione della finestra di contesto e più la qualità dell’esecuzione: riduzione delle allucinazioni, maggiore coerenza su task prolungati e capacità di sostenere attività multi-step tipiche degli ambienti professionali. È una scelta che riflette una diversa interpretazione del “salto generazionale”: non tanto l’espansione teorica delle capacità del modello, quanto la sua affidabilità operativa in scenari reali.
In questo senso, il rilascio accelerato di ChatGPT 5.2 non rappresenta solo una reazione difensiva alla concorrenza, ma una presa di posizione strategica. OpenAI segnala che la competizione sui foundation model non si gioca più esclusivamente sul piano delle prestazioni di laboratorio o dei benchmark, ma sulla capacità di trasformare l’AI in un’infrastruttura stabile, governabile e realmente utilizzabile nei processi di lavoro.
Dal modello “intermittente” a ChatGPT 5.2 più prevedibile
ChatGPT 5.2 non introduce funzionalità radicalmente nuove rispetto alle versioni precedenti, né rappresenta una rottura architetturale nel percorso evolutivo dei modelli OpenAI. Il suo rilascio segna piuttosto un cambio di fase: il passaggio da un’AI potente ma spesso intermittente a un’AI più prevedibile, stabile e governabile nei contesti di utilizzo reale.
Nei flussi in cui from9to10 ha adottato precocemente modelli come GPT-5.1 e Gemini 3, alcune differenze sono già osservabili a livello operativo: maggiore stabilità nel ragionamento multi-step, riduzione delle incoerenze su contesti lunghi e, soprattutto, una migliore capacità dei modelli di sostenere workflow articolati senza richiedere continui interventi correttivi. È su questi aspetti che ChatGPT 5.2 interviene, più che sull’introduzione di nuove funzionalità.
In questo senso, parlare di “salto generazionale” rischia di essere fuorviante. GPT-5.2 va letto piuttosto come un salto di maturità, che rende più utilizzabili su scala capacità già note, riducendo errori, incoerenze e deviazioni logiche che avevano limitato l’impiego dei modelli precedenti in processi strutturati. È una differenza sottile ma cruciale, soprattutto per imprese e organizzazioni che non cercano nuove funzionalità, ma maggiore affidabilità.
Dall’adozione ai processi: cosa cambia con ChatGPT 5.2 nei workflow
L’evoluzione incarnata da ChatGPT 5.2 mette in evidenza una distinzione sempre più netta tra prestazioni di laboratorio e adozione operativa dei modelli di AI generativa. Se i benchmark restano uno strumento utile per misurare capacità specifiche, è nell’uso quotidiano, all’interno di processi reali, che emergono le differenze più rilevanti tra una tecnologia promettente e una realmente utilizzabile su scala.
Con l’aumento delle capacità di ragionamento e di gestione del contesto, i modelli come GPT-5.2 rendono evidente un punto spesso sottovalutato: l’AI non può essere considerata un componente isolato, ma deve essere inserita all’interno di un’architettura applicativa coerente. In assenza di orchestrazione, regole e controlli, anche i modelli più avanzati rischiano di produrre output difficili da governare, soprattutto quando vengono impiegati in flussi articolati che coinvolgono più fasi, attori e obiettivi.
Uno degli effetti più immediati dell’evoluzione dei foundation model è l’emergere di un nuovo equilibrio tra automazione e supervisione. Modelli come ChatGPT 5.2 riducono sensibilmente il carico di interventi correttivi necessari rispetto alle generazioni precedenti, ma non eliminano la necessità di un controllo umano. Al contrario, spostano il valore della supervisione da una revisione puntuale del singolo output a una governance di processo, in cui le persone definiscono obiettivi, vincoli, metriche di qualità e criteri di validazione.
Le condizioni per un’adozione strutturale
Questo cambio di paradigma ha implicazioni dirette per aziende e organizzazioni pubbliche. L’adozione efficace dell’AI generativa richiede piattaforme in grado di:
- Integrare i modelli all’interno di workflow strutturati
- Gestire fonti dati eterogenee in modo controllato
- Garantire coerenza nel tempo su contenuti, decisioni e azioni
- Tracciare e valutare l’impatto delle attività automatizzate
In questo contesto, l’AI agentica rappresenta un’evoluzione naturale, ma anche una fonte di nuove complessità. La capacità di pianificare ed eseguire sequenze di azioni amplia notevolmente il potenziale dei modelli avanzati, ma rende ancora più centrale il tema della responsabilità: chi governa il processo, chi valida l’output, chi risponde degli errori. Senza una chiara architettura di controllo, il rischio non è solo tecnologico, ma organizzativo e reputazionale.
ChatGPT 5.2 rende dunque evidente che il vero fattore abilitante non è il modello in sé, bensì l’ecosistema in cui viene inserito. È a questo livello che si gioca la differenza tra sperimentazione e adozione strutturale: non tanto nella scelta del foundation model, quanto nella capacità di trasformarlo in uno strumento affidabile, ripetibile e allineato agli obiettivi strategici dell’organizzazione.
L’esperienza operativa: cosa emerge con ChatGPT 5.2 in from9to10
L’adozione dei modelli di nuova generazione evidenzia un aspetto spesso trascurato nel dibattito pubblico sull’AI generativa: le prestazioni di un modello dipendono fortemente dal contesto operativo in cui viene utilizzato. L’esperienza maturata nella nostra startup di content AI from9to10 mostra come, all’aumentare della complessità dei processi, diventi necessario superare l’idea di un singolo modello “universale” e adottare invece un approccio architetturale, in cui modelli diversi vengono orchestrati in base alle loro reali capacità.
Uno dei primi insegnamenti emersi riguarda l’agentistica e l’orchestrazione dei workflow. Nei processi che richiedono decision-making dinamico — ovvero la capacità di capire quando e come invocare strumenti, API o funzioni esterne — i modelli che hanno dimostrato maggiore affidabilità sono Grok 4+ e soprattutto Gemini 3. In questi scenari, la differenza non è tanto nella qualità della singola risposta, quanto nella riduzione delle allucinazioni e nella maggiore coerenza lungo workflow complessi e multi-step.

I miglioramenti osservati con ChatGPT 5.2
Con il passaggio a ChatGPT 5.2, l’elemento di maggiore discontinuità non è riconducibile a un singolo miglioramento funzionale, ma alla maggiore affidabilità complessiva del modello quando viene inserito in processi articolati. In particolare, emerge una riduzione significativa delle incoerenze che tendevano a manifestarsi nelle generazioni precedenti quando l’AI era chiamata a operare su più obiettivi contemporaneamente, come l’allineamento al contesto, il rispetto di vincoli editoriali e l’utilizzo di fonti strutturate.
Un primo ambito di miglioramento riguarda la qualità e la profondità dei contenuti generati. L’evoluzione del ragionamento multi-step consente al modello di mantenere una linea argomentativa più solida anche su output complessi, riducendo la necessità di interventi correttivi successivi. Questo aspetto diventa particolarmente rilevante nei contesti in cui l’AI lavora su contenuti informativi o di analisi, dove la coerenza logica e l’accuratezza del contesto contano più della velocità di produzione.
ChatGPT 5.2 e Gemini 3: due strategie, non un solo vincitore
Il confronto tra ChatGPT 5.2 e Gemini 3 è inevitabile, ma rischia di essere fuorviante se impostato come una semplice sfida “testa a testa”. I due modelli riflettono infatti strategie differenti e rispondono a priorità diverse, più che a una logica di sostituzione reciproca.
Gemini 3 rappresenta l’evoluzione dell’approccio di Google a un’AI profondamente integrata nell’ecosistema: ricerca, produttività, cloud e gestione dei dati convergono in un unico stack tecnologico. L’attenzione è rivolta alla capacità di gestire input multimodali molto ampi, a un ragionamento teorico esteso e a una forte integrazione verticale con servizi già diffusi su larga scala. In questo senso, Gemini 3 si propone come un modello particolarmente adatto a scenari di analisi esplorativa, ricerca avanzata e utilizzo trasversale in ambienti già fortemente Google-centrici.
ChatGPT 5.2 segue una traiettoria diversa. OpenAI ha scelto di concentrarsi sulla qualità dell’esecuzione operativa, privilegiando stabilità del ragionamento, coerenza su contesti lunghi e affidabilità nell’uso di strumenti e workflow. Più che massimizzare ogni singola metrica, GPT-5.2 mira a rendere il modello prevedibile e governabile quando viene inserito in processi strutturati, come quelli tipici delle attività professionali e delle piattaforme applicative.
Da questo punto di vista, il confronto diretto sui benchmark racconta solo una parte della storia. I risultati mostrano un quadro bilanciato, con vantaggi alterni a seconda delle tipologie di task, ma ciò che emerge con maggiore chiarezza è la diversa filosofia di fondo. Gemini 3 spinge sull’ampiezza e sulla profondità del modello all’interno di un ecosistema chiuso e altamente integrato; ChatGPT 5.2 punta invece a essere un layer flessibile, utilizzabile in contesti eterogenei e integrabile in architetture applicative diverse.
Per le aziende, questo significa che la scelta non è necessariamente binaria. Il valore non risiede nel decretare un “vincitore”, ma nel comprendere quale modello sia più coerente con i propri obiettivi, i processi esistenti e i vincoli organizzativi. In molti casi, il confronto tra ChatGPT 5.2 e Gemini 3 serve più a chiarire le direzioni evolutive dell’AI generativa che a guidare una decisione di adozione immediata.
Multimodalità: dove Gemini 3 spinge più di ChatGPT 5.2
Un elemento di confronto importante tra i due modelli riguarda la multimodalità — ovvero la capacità di comprendere e generare contenuti che combinano testo, immagini, video, audio e altri formati in un’unica risposta coerente. Gemini 3 è presentato da Google come un modello nativamente multimodale, in grado di interpretare e utilizzare simultaneamente più tipi di contenuto per rispondere alle richieste dell’utente o generare output complessi.
Un esempio significativo è l’evoluzione delle capacità di generazione visiva con Nano Banana Pro, un modello di generazione immagini costruito su Gemini 3 Pro. Google evidenzia che questo strumento può visualizzare concetti complessi sotto forma di immagini e infografiche basate su testo, con testo leggibile all’interno delle immagini e integrazione con dati reali, come informazioni ottenute da ricerche o contesti real-world. Queste funzionalità sono orientate alla creazione di contenuti visuali “informativi” (infografiche, mockup, poster con testo chiaro e multilingue) più che alla sola generazione estetica di immagini.
Al di là della generazione di immagini, Gemini 3 è progettato per analizzare e combinare testo e media visivi in un’unica pipeline multimodale, consentendo, ad esempio, la comprensione di diagrammi complessi, la trasformazione di input visivi in testo annotato o l’integrazione di visione e linguaggio in un unico passaggio di ragionamento.
In confronto, ChatGPT 5.2 mantiene capacità multimodali solide, ma non è stato enfatizzato come modello “nativamente” multimodale alla stessa scala né con lo stesso livello di integrazione visiva avanzata. Nella pratica, GPT-5.2 è eccellente nel comprendere testo ed estrarre significato da input visivi, ma lo fa in modo meno diretto e integrato rispetto alla architettura multimodale di Gemini 3, che combina strutture visive e testuali in un unico processo di comprensione e generazione.
Questa differenza di approccio non rende uno dei due “migliore” in assoluto, ma segnala un asse di differenziazione strategica: Gemini 3 punta a gestire contenuti multi-formato in modo integrato, mentre ChatGPT 5.2 continua a privilegiare affidabilità e coerenza nei task testuali e di ragionamento, lasciando la multimodalità avanzata a contesti dove è mediata da componenti esterni o pipeline applicative specifiche













