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L’ascesa del Chief Digital Officer in azienda: da optional a necessità



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Le aziende di ogni dimensione riconoscono il valore strategico del Chief Digital Officer. Questo ruolo guida la cultura digitale interna, integrando competenze di marketing, IT e innovazione per promuovere una trasformazione aziendale coesa ed efficace

Pubblicato il 2 dic 2024

Chiara Cilardo

Psicologa psicoterapeuta, esperta in psicologia digitale



cdo (1)

La figura del Chief Digital Officer (CDO) è relativamente recente: tra le prime grandi multinazionali a nominare un CDO abbiamo Starbucks nel 2012, McDonald’s nel 2013, Nike nel 2016 e Novartis nel 2018. Oggi anche aziende di piccole e medie dimensioni stanno considerando l’importanza di questo ruolo: il CDO guida la trasformazione e la cultura digitale interna, coordinando strategie che integrano competenze in analisi dei dati, innovazione e gestione dei clienti.

Sebbene il ruolo di Chief Digital Officer (CDO) sia considerato essenziale, non è ancora chiaro quali siano le competenze necessarie e quale tipo di profilo sia più adatto; in linea di massima abbiamo CDO che possiamo definire “generalisti,” con competenze trasversali a vari settori, e CDO “specialisti di dominio,” con expertise verticale in un singolo ambito; questo perché molti CDO integrano diverse competenze che spaziano dall’IT al marketing, dalle vendite al finance (Kunisch et al., 2023). A differenza di ruoli come il Chief Data Officer, il Chief Information Officer e il Chief Innovation Officer, che si occupano rispettivamente di dati, tecnologia informatica e innovazione in generale, il Chief Digital Officer è dedicato in modo particolare alle iniziative digitali (Christofi, 2024). Quali capacità sono necessarie per essere un Chief Digital Officer di successo?

Chief Digital Officer: funzioni e impatto nelle organizzazioni

La nomina di un CDO costituisce una scelta strategica, guidata dalla strategia di trasformazione digitale (DT) dell’azienda e dalle attività ritenute prioritarie. Il background professionale dei CDO, prevalentemente proveniente da ambiti come marketing, vendite e tecnologia, riflette le loro responsabilità e le necessità di trasformazione dell’organizzazione. A differenza di altri ruoli dirigenziali, come il Chief Information Officer (CIO) e il Chief Data Officer, il CDO è incaricato di coinvolgere l’intera azienda nelle iniziative di trasformazione digitale (Kunisch et al., 2023).

I CDO collaborano a stretto contatto con diverse unità e livelli gerarchici con un focus principale sull’innovazione, operando come anello di congiunzione di varie funzioni, tra cui IT e marketing (Tumbas et al., 2020). Proprio per massimizzarne l’efficacia all’interno dell’azienda, quello che fa un CDO deve essere allineato e soprattutto muoversi in maniera coordinata rispetto agli altri dipartimenti. Un coordinamento efficace è fondamentale per raggiungere risultati concreti dato che, se sono i CDO direttamente responsabili dell’implementazione delle iniziative digitali, sarà tutta l’organizzazione a dover farsi carico di azionare il cambiamento (Singh et al., 2020). Un Chief Digital Officer (CDO) quindi combina competenze tecniche con capacità di visione strategica, è il punto di unione tra diversi dipartimenti e serve a accelerare la trasformazione digitale (Culasso et al., 2023).

Cosa cercano le aziende nei CDO

Spetta al CDO dare la spinta all’introduzione di nuove tecnologie al top management per sostenere lo sviluppo di competenze digitali e di modelli di business innovativi. Inoltre, monitora tutte le iniziative digitali in corso, le integra nella visione strategica globale dell’azienda e ha la funzione di rendere più armonici i flussi organizzativi (Firk etal, 2021).
Anche se i pro di avere qualcuno che possa gestire tutto questo sono sicuramente maggiori dei contro, quella del CDO non è ancora una figura immancabile all’interno delle aziende. Secondo la teoria della contingenza, la scelta di assumere o meno un CDO dipende da fattori estranei alla trasformazione digitale in senso stretto. Tra questi abbiamo la resistenza al cambiamento, come nei casi in cui i consigli di amministrazione con membri più anziani e diversificati si mostrano meno inclini a nominare un CDO; oppure la decisione di nominare un CDO è un adattamento alle tendenze del settore specifico, in particolare nei settori dei media e dei servizi finanziari, e una risposta alle mosse dei competitor (Kunisch et al., 2023). Questa divergenza tra l’utilità percepita e la reale decisione di nominare un CDO si traduce nel fatto che, nella pratica, i CDO provengono da contesti formativi e percorsi professionali differenti. Cosa distingue un buon Chief Digital Officer? Se formazione e esperienza possono variare, quali sono le caratteristiche che definiscono un CDO di successo?

Le qualità di un CDO di successo

Secondo un’analisi condotta da Tumbas e collaboratori (2020) esistono tre profili di CDO particolarmente efficaci: l’acceleratore digitale, il marketer digitale e l’armonizzatore digitale. Ognuno dei tre ha attitudini leggermente diverse: “gli acceleratori incarnano lo spirito imprenditoriale, i marketer digitali agiscono da evangelisti, gli armonizzatori assumono il ruolo di coordinatori”. Nel dettaglio i primi di solito provengono dal settore IT e operano in ambiti come servizi finanziari e retail. Questi professionisti si concentrano sulle nuove tecnologie e cercano soluzioni esterne da poter integrare rapidamente. D’altra parte, i CDO marketer digitali si focalizzano di più sulle attività di marketing e sul migliorare prodotti, acquisizione e fidelizzazione dei clienti; spesso agiscono internamente come unità quasi autonome. Al contrario, i CDO armonizzatori si dedicano maggiormente al coordinamento e all’integrazione delle iniziative digitali all’interno dell’organizzazione; questa tipologia è tipicamente presente nel settore media. Questi CDO valorizzano le competenze già presenti e si sforzano di allineare i valori aziendali con le innovazioni digitali.

In generale, i CDO creano valore attraverso tre pilastri principali: innovazione, analisi dei dati e revisione dei modelli di business. Per questo, hanno uno stile di leadership multifunzionale che mette insieme diversi aspetti della trasformazione digitale da attuare su più piani: processi, prodotti, servizi e modelli di business (Christofi, 2024).

Insomma, non è tanto la formazione o il percorso di carriera: le qualità fondamentali che deve avere un buon CDO sono una visione d’insieme dinamica, il destreggiarsi con disinvoltura tra diversi ambiti e un approccio agile e curioso.

Bibliografia

Christofi, M. (2024). The role of chief digital officer: Critical insights into an emerging field and road map for future research. Journal of Business Research, 172, 114390.

Culasso, F., Gavurova, B., Crocco, E., & Giacosa, E. (2023). Empirical identification of the chief digital officer role: A latent Dirichlet allocation approach. Journal of Business Research, 154, 113301.

Firk, S., Hanelt, A., Oehmichen, J., & Wolff, M. (2021). Chief digital officers: An analysis of the presence of a centralized digital transformation role. Journal of Management Studies, 58(7), 1800-1831.

Kunisch, S., Menz, M., & Langan, R. (2022). Chief digital officers: An exploratory analysis of their emergence, nature, and determinants. Long Range Planning, 55(2), 101999.

Singh, A., Klarner, P., & Hess, T. (2020). How do chief digital officers pursue digital transformation activities? The role of organization design parameters. Long Range Planning, 53(3), 101890.

Tumbas, S., Berente, N., & vom Brocke, J. (2020). Three types of chief digital officers and the reasons organizations adopt the role. In Strategic Information Management (pp. 292-308). Routledge.

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