Il mondo dell’AI non delude mai in fatto di notizie, e le ultime riguardano più aspetti strategico-finanziari che tecnici, si tratta comunque di elementi che mostrano come i grandi colossi IT come Microsoft, Apple, Amazon stiano affinando le strategie per integrare l’AI nei propri servizi.
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Le mosse strategiche dei giganti tech
All’annuncio della firma del contratto tra Oracle e OpenAI per un valore di 300 miliardi di dollari nel contesto del progetto Stargate voluto dal Presidente Trump, su ispirazione del neo-uomo più ricco del mondo e patron di Oracle Larry Ellison, è seguito l’annuncio di Microsoft che intende aprire le funzionalità di Copilot in applicazioni di Office al modello Sonnet 4 di Anthropic che si andrebbe ad affiancare a GPT di OpenAI.
Non è la prima volta che Microsoft rivela segni di insofferenza dagli accordi tra Oracle e OpenAI facendo seguire annunci che gettano dubbi sulla relazione tra le due società che poco più di un anno fa sembrava incrollabile al punto che quando il board di OpenAI ha licenziato Altman, Microsoft si era dichiarata disponibile ad assorbire tutti i ricercatori di OpenAI al suo interno.
Cosa significa per l’intero panorama AI l’annuncio di Microsoft e quali conseguenze potrà portare nei prossimi mesi?
Il panorama competitivo dell’intelligenza artificiale
Innanzitutto, cerchiamo di fare il punto su come si stanno muovendo i big in relazione all’AI, anche alla luce di momenti analoghi che abbiamo già vissuto in un passato non troppo remoto.
Nel mondo occidentale i grandi provider di AI che sono considerati da tutti i punti di riferimento sono OpenAI con GPT, Anthropic con Sonnet e Google con Gemini. Troviamo poi Meta con Llama e X con Grok, ma la sensazione è che questi modelli siano buoni ma con una capacità inferiore rispetto ai precedenti. Ovviamente vi sono anche i modelli open weight, ma la necessità di ingenti capacità di calcolo e di GPU per eseguire su larga scala questi modelli li esclude di fatto dall’impiego in scenari globali.
Investimenti e alleanze nel mercato AI
Ho sempre trovato interessante che dei grandi big solo Google ha scelto di sviluppare seriamente un modello internamente (tutti i big hanno modelli di AI e team che vi lavorano ma non sono modelli paragonabili), e che gli altri big hanno investito su compagnie esterne come OpenAI e Anthropic. In questo scacchiere Meta ha giocato una partita ibrida rilasciando il proprio modello nello spazio open e allo stesso tempo usandolo per MetaAI; non so come evolverà nel futuro ma per ora la mia esperienza con l’AI di Zuckerberg è decisamente di livello inferiore rispetto alle altre.
I grandi investimenti di Amazon in Anthropic (circa 8 miliardi di dollari) e quelli di Microsoft in OpenAI (circa 13 miliardi di dollari) sembravano cementare delle acquisizioni che avrebbero internalizzato il lavoro svolto da queste startup nei due colossi. Non può quindi non saltare all’occhio che una decina di miliardi nel mondo di oggi non sono sufficienti a cementare una relazione nel panorama ICT e OpenAI ha cominciato a differenziare le proprie collaborazioni con altri brand come Oracle e Anthropic, che già collaborava con GitHub, apre una connessione con Microsoft nonostante gli investimenti di Amazon.
Parallelismi storici e neutralità tecnologica
Per certi versi questi movimenti mi ricordano i vecchi tempi dei Web browser, in cui solo Microsoft si è ostinata a sviluppare il proprio usando il dominio del sistema operativo per imporlo al mondo, ma in ultima analisi fallendo perché gli investimenti necessari per la realizzazione della tecnologia e la necessità di definire standard che non rappresentassero un lock-in di una tecnologia chiave hanno di fatto spinto tutti verso motori di rendering HTML condivisi e utilizzati dalle big. Non suona molto simile a quello che sta facendo Google con Gemini?
A me sembra avere molti punti in comune, perché la sensazione comune di tutti è che l’AI sia una tecnologia troppo centrale per abbracciare un solo vendor, e forse proprio per questo tutti i big interagiscono con le startup di AI senza assorbirle: una certa neutralità con una capacità di influenzare lo sviluppo sembra generare meno preoccupazioni negli utilizzatori di un approccio con brand singolo.
Ambizioni e diversificazione strategica
In questo contesto vanno però considerate le ambizioni di OpenAI e Anthropic, soprattutto nel primo caso Altman punta chiaramente a divenire una big tech e non semplicemente una divisione di un’altra. È inevitabile che queste evoluzioni spingano tutti a cercare di differenziare i propri investimenti rivolgendosi a più fornitori di AI come ha appena annunciato Microsoft aprendo al modello di Anthropic.
Sfide dell’implementazione multi-modello
Ma come cambieranno le applicazioni in una logica multi-modello? Non conosco molti che chiedono a Siri di chiedere a GPT qualcosa, si tratta di un passaggio troppo complesso per un utente. Se quindi l’integrazione di Sonnet e Gemini in Copilot di GitHub (controllata da Microsoft) si limita a fornire un selettore con la scelta del modello da usare non sembra che questo approccio si possa estendere ad una suite Office.
Non si hanno ancora informazioni certe su come Sonnet affiancherà GPT in Copilot 365, si vocifera che si limiterà a funzioni specifiche come l’analisi in Excel e la generazione di grafica e presentazioni powerpoint considerate insoddisfacenti ad oggi.
Data l’evoluzione dell’interoperabilità delle AI mediante protocolli come MCP si può anche immaginare un mondo in cui il codice di Microsoft decida quale AI coinvolgere a seconda della necessità e della funzione da svolgere, magari usando un modello interno come Microsoft Phi per automatizzare questa decisione. Non credo che sarà l’utente a dover scegliere, già ora non si può scegliere la versione di GPT in Copilot, e non credo che la nuova aggiunta cambierà questo approccio (cosa che decisamente condivido).
Prospettive future e interrogativi aperti
La mossa di integrare Sonnet in applicativi Office 365 è sicuramente una notizia importante le cui conseguenze andranno osservate attentamente. La necessità di evitare lock-in è sicuramente uno dei driver principali di questa scelta, ma si aprono numerosi interrogativi a cui daremo risposta solo osservandone gli effetti: mi accorgerò di interagire con due AI differenti? Come reagiranno i modelli a contesti ottenuti mischiando i contributi di più AI?
Non resta che osservare come sempre queste evoluzioni, non senza un po’ di rimpianto che l’Europa sembra ancora una volta succube nonostante l’esperienza di Mistral fosse decisamente promettente (e resta comunque l’unico player che si avvicina allo stato dell’arte nel vecchio continente).











