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Navi intelligenti e lavoro umano: il nuovo equilibrio in mare



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Navigazione assistita, attracchi autonomi e manutenzione predittiva sono già realtà nel trasporto marittimo. La sfida ora è governare l’automazione ibrida, prevenire dislocazione occupazionale e garantire che i dati e le infrastrutture digitali rimangano sotto controllo del settore e delle istituzioni pubbliche

Pubblicato il 18 dic 2025

Dimitris Zissis

Università dell'Egeo



intelligenza artificiale nel settore marittimo; sicurezza industriale; regolamento macchine

L’industria marittima sta attualmente attraversando una profonda trasformazione digitale. Tecnologie come l’intelligenza artificiale e la robotica stanno ridefinendo il modo in cui trasportiamo merci attraverso gli oceani, con la promessa di operazioni marittime più pulite, sicure ed efficienti.

Questi strumenti presentano però anche nuovi rischi – dalla disruption della forza lavoro alla dipendenza digitale e alle lacune nella governance – che devono essere valutati in maniera strategica. Questo articolo esplora l’attuale traiettoria della digitalizzazione marittima, l’emergere dell’automazione ibrida in mare e la necessità di costruire meccanismi internazionali di fiducia e supervisione per guidare questa trasformazione in modo responsabile.

Intelligenza artificiale nel settore marittimo e trasformazione digitale

Il settore marittimo è sempre stato fondamentale per il commercio globale: circa l’80-90% degli scambi mondiali è trasportato via mare. Ciò che sta cambiando ora non è l’importanza del mare, ma il modo in cui funziona questa infrastruttura critica.

Dalla pianificazione delle rotte basata sull’IA alle ispezioni autonome dello scafo, le tecnologie digitali sono sempre più integrate lungo l’intera catena del valore marittimo. Nei porti, l’automazione ha ridotto la congestione e aumentato l’efficienza. A bordo delle navi, i sistemi prevedono i guasti meccanici, ottimizzano l’uso del carburante e supportano le decisioni dell’equipaggio in tempo reale, mentre la connettività satellitare e le reti IoT marine permettono di monitorare le operazioni su vaste distanze.

Come l’intelligenza artificiale nel settore marittimo cambia le decisioni in mare

Queste innovazioni non riguardano soltanto i guadagni operativi: stanno cambiando in profondità la natura stessa del processo decisionale marittimo. Dove un tempo i capitani si affidavano principalmente all’esperienza e all’istinto, oggi sono supportati da algoritmi addestrati su milioni di dati storici e in tempo reale.

Efficienza, sostenibilità e sicurezza sono ora guidate da un approccio che mette i dati al primo posto. La sfida diventa capire come bilanciare l’intuizione umana con le raccomandazioni automatiche dei sistemi intelligenti, evitando sia la dipendenza cieca dagli algoritmi, sia il rifiuto pregiudiziale della tecnologia.

Robotica e intelligenza artificiale nel settore marittimo verso l’autonomia ibrida

Mentre gli strumenti digitali attualmente supportano gli equipaggi umani, la traiettoria a lungo termine si muove chiaramente verso livelli più elevati di automazione. Le imbarcazioni di superficie autonome sono già in fase di sperimentazione per il trasporto merci a breve distanza, le ispezioni offshore e la sorveglianza.

Questi non sono più concetti speculativi: in paesi come la Norvegia e il Giappone sono in corso test di navi senza equipaggio. L’interesse commerciale sta crescendo per sistemi come la navigazione assistita, l’attracco autonomo e le piattaforme di manutenzione intelligente – tecnologie progettate per ridurre l’errore umano e aumentare l’efficienza operativa.

Detto questo, la piena autonomia nelle navi oceaniche d’alto mare rimane un obiettivo ancora relativamente lontano. Stiamo entrando in un’era di automazione ibrida, in cui operatori umani e sistemi intelligenti lavorano in tandem per rendere il trasporto marittimo più sicuro, efficiente e prevedibile.

Gli attuali sistemi di AI possono gestire in modo affidabile compiti ristretti e ben definiti – come evitare le collisioni, la diagnostica dei motori o le manovre portuali – soprattutto in ambienti controllati come porti o vie navigabili interne. Le operazioni in mare aperto pongono però sfide significative: condizioni meteorologiche estreme, connettività limitata, malfunzionamenti dei sistemi e la natura imprevedibile dell’ambiente marittimo richiedono una supervisione umana continua.

Nel futuro prevedibile, il trasporto marittimo non sarà definito da navi senza equipaggio, ma da navi intelligenti con equipaggi potenziati. Questa collaborazione uomo–macchina consente di validare le tecnologie in condizioni reali, di costruire fiducia operativa e di progredire in modo incrementale, senza compromettere sicurezza o responsabilità.

Tuttavia, man mano che l’autonomia si espande, crescono anche le preoccupazioni riguardo ad affidabilità, responsabilità legale e resilienza. Cosa succede quando un sistema critico si guasta a metà viaggio, sotto pressione e lontano da qualsiasi supporto? Queste non sono solo questioni ingegneristiche: sono centrali per come progettiamo, regoliamo e ci fidiamo del futuro del trasporto marittimo.

Rischi dell’intelligenza artificiale nel settore marittimo tra lavoro e governance

Il lato oscuro dell’intelligenza riguarda i rischi e le incertezze che accompagnano l’adozione di AI e robotica in mare. Alcune di queste criticità toccano il cuore del modello socio-economico del settore marittimo e richiedono risposte coordinate, sia a livello nazionale sia internazionale.

Impatto dell’automazione su occupazione e competenze

Man mano che l’automazione avanza, essa sconvolge il mercato del lavoro marittimo. Dalle gru automatizzate nei porti alla navigazione guidata dall’IA, molti compiti un tempo eseguiti dagli esseri umani vengono progressivamente presi in carico dalle macchine.

Sebbene vengano creati nuovi ruoli legati al digitale e all’analisi dei dati, questo cambiamento difficilmente compenserà nel breve termine l’impatto della riallocazione occupazionale. Le nazioni marittime – specialmente quelle con grandi forze lavoro nel settore – devono agire ora per sviluppare strategie di riqualificazione, alfabetizzazione digitale e inclusione.

Senza tali politiche, la transizione rischia di approfondire le disuguaglianze, indebolire le comunità marittime ed erodere la resilienza complessiva del settore.

Dipendenza da fornitori tecnologici globali e sovranità dei dati

Una questione più sottile, ma altrettanto urgente, è la concentrazione dell’infrastruttura digitale marittima nelle mani di pochi fornitori tecnologici globali. La maggior parte dei modelli di IA, dei motori analitici e dei servizi cloud che sostengono gli attuali sistemi di trasporto marittimo intelligente è di proprietà di aziende senza radici nel settore marittimo e senza reale allineamento con le sue priorità a lungo termine.

Ciò solleva diverse preoccupazioni:

  • L’autonomia operativa potrebbe andare persa se i sistemi chiave sono incorporati in piattaforme proprietarie.
  • L’innovazione potrebbe essere limitata da modelli di licenza o ecosistemi chiusi.
  • Le decisioni strategiche su rotte commerciali o comportamento della flotta potrebbero essere influenzate, direttamente o indirettamente, da attori non marittimi.

Il settore marittimo non deve diventare un consumatore passivo di intelligenza esterna. Deve mantenere la capacità di innovare in modo indipendente e garantire che la sovranità dei dati rimanga una priorità strategica.

Vulnerabilità cyber e opacità dei modelli di AI

La digitalizzazione del trasporto marittimo aumenta l’esposizione alle minacce informatiche. I sistemi che controllano navigazione, carico e comunicazioni sono vulnerabili ad attacchi che vanno dallo spoofing GPS al ransomware, con potenziali conseguenze operative ed economiche molto rilevanti.

Inoltre, molti sistemi di AI operano come “scatole nere”. Quando le decisioni prese da questi sistemi portano a incidenti – ad esempio deviazioni impreviste di rotta o guasti meccanici – chi indaga potrebbe avere difficoltà a determinare cosa è andato storto e chi è responsabile.

Senza spiegabilità e trasparenza non può esserci vera responsabilità, e la fiducia di equipaggi, armatori e regolatori rischia di essere compromessa.

Cybersicurezza, trasparenza e affidabilità dei sistemi autonomi

Le sfide di cybersicurezza e di trasparenza nei sistemi basati su intelligenza artificiale rendono necessaria una maggiore attenzione alla progettazione sicura fin dall’inizio. Non basta aggiungere controlli ex post: occorrono architetture resilienti, protocolli di risposta agli incidenti e requisiti di auditabilità dei modelli.

Solo integrando la sicurezza informatica, la gestione del rischio e la governance algoritmica nel ciclo di vita dei sistemi autonomi sarà possibile proteggere le catene del valore marittime e preservare la continuità operativa in caso di attacco o malfunzionamento.

Centri di eccellenza per guidare l’intelligenza artificiale nel settore marittimo

Per sfruttare appieno AI e robotica mitigandone al contempo i rischi, è necessario investire in centri di eccellenza internazionali e interdisciplinari dedicati all’autonomia marittima e all’IA. Queste strutture possono diventare luoghi di sperimentazione, regolazione e formazione condivisi tra industria, accademia e decisori pubblici.

Validazione e certificazione indipendente delle tecnologie

Questi centri dovrebbero:

  • Testare e validare le tecnologie in ambienti sia controllati sia reali;
  • Fornire certificazione indipendente per i modelli di IA, garantendo sicurezza, spiegabilità e conformità;
  • Valutare l’impatto di AI e robotica su sicurezza operativa, ambiente e lavoro, offrendo indicazioni ai regolatori.

Standard comuni, interoperabilità e governance dei dati

Altre funzioni chiave riguardano lo sviluppo di standard per l’interoperabilità, la definizione di regole per la governance dei dati e la progettazione di infrastrutture digitali condivise.

Garantire che i sistemi marittimi intelligenti possano dialogare tra loro, nel rispetto di requisiti di sicurezza e privacy, è essenziale per evitare frammentazioni tecnologiche e nuove forme di dipendenza da pochi fornitori.

Formazione della forza lavoro e leadership europea

Infine, questi centri dovrebbero supportare la transizione della forza lavoro, offrendo programmi di formazione e riqualificazione, oltre a orientamento politico per regolatori e datori di lavoro.

L’Europa è in una posizione unica per guidare questo sforzo. Con una forte tradizione marittima, istituzioni leader nella ricerca sull’IA e un impegno alla sovranità digitale, la regione può plasmare le norme globali e garantire che la digitalizzazione marittima sia allineata ai valori democratici e agli interessi strategici di lungo periodo.

Ripensare il ruolo umano nell’era marittima intelligente

Il futuro del trasporto marittimo non riguarda la sostituzione delle persone con le macchine, ma il potenziamento delle capacità umane attraverso l’intelligenza. Si tratta di migliorare il modo in cui navighiamo, manteniamo e gestiamo il flusso di merci in tutto il mondo, riducendo al contempo i rischi per le persone e l’ambiente.

Più di due millenni fa, Aristotele immaginava un futuro in cui gli strumenti potessero operare da soli, liberando gli esseri umani dal μόχθος – la fatica del lavoro. Era però anche consapevole delle implicazioni etiche, sociali e politiche del rapporto tra lavoro, tecnologia e dipendenza.

I sistemi autonomi potrebbero un giorno diventare centrali nelle operazioni marittime. Ma per ora, il viaggio più importante non è eliminare il ruolo umano: è ridefinirlo in modo responsabile, con attenzione alla sicurezza, all’etica e all’equità.

Soprattutto, dobbiamo costruire fiducia: nei sistemi, nella governance che li circonda e nelle persone che, alla fine, rimarranno responsabili dei risultati ottenuti.

Questo articolo fa parte della serie di approfondimenti “Grow Digital Insights”, di 28DIGITAL (in precedenza nota come EIT Digital).

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