L’annuncio di Elon Musk sull’attivazione di Starlink in Iran (“The beams are on”), dopo il blackout internet imposto dal regime è l’ultimo tassello di un racconto più ampio e inquietante.
Una narrazione che ci parla di come la guerra – quella vera – si sia spostata sul piano invisibile: algoritmi, satelliti, IA, criptovalute, infrastrutture digitali e percezione pubblica.
Se un tempo le guerre erano combattute con carri armati e missili, oggi si combattono sul piano, finanziario, dell’informazione, dei dati e della velocità. Una semplice antenna Starlink può diventare strategica tanto quanto un drone armato.
Indice degli argomenti
Le origini teoriche della guerra ibrida
Nel 1999 i colonnelli cinesi Qiao Liang e Wang Xiangsui pubblicarono Unrestricted Warfare (Guerra senza limiti), teorizzando le nuove forme di conflitti globali: guerre condotte non solo con mezzi militari, ma con la finanza, il diritto, gli attacchi cyber ed media per gestire l’informazione e la disinformazione.
Il saggio fu bandito negli Usa poiché erroneamente associato all’unica idea di guerra asimmetrica dell’epoca: il terrorismo. Quando gli americani compresero quel testo divenne un libro sacro per le accademie militari statunitensi.
Oggi vediamo quella teoria materializzarsi nei blackout, nei sabotaggi digitali, nelle campagne di disinformazione e nella geopolitica dei satelliti.
Tecnologie commerciali nelle moderne guerre ibride
Il vantaggio tecnologico, nella guerra contemporanea, nasce dall’uso creativo e accessibile di strumenti non convenzionali. 3 esempi sono sicuramente illuminanti. Il primo riguarda l’impiego di droni commerciali modificati: in Ucraina, droni civili DJI Mavic sono stati convertiti per sganciare ordigni sui blindati, mentre in Siria gruppi jihadisti hanno adattato droni impiegati in agricoltura per colpire postazioni militari. O basti pensare ai droni Bayraktar TB2 turchi, molto economici rispetto ai droni occidentali, ma si sono rivelati decisivi in Libia e in Ucraina .
Il secondo riguarda invece l’utilizzo delle open-source intelligence comunemente note come OSINT, e non solo per raccogliere e integrare informazioni per qualunque obiettivo informativo, ma per una vera e propria infowar. Piattaforme come Bellingcat hanno tracciato in tempo reale i movimenti delle truppe russe pre-invasione, usando Google Maps, TikTok e immagini satellitari.
In Medio Oriente, civili hanno individuato bunker e obiettivi militari analizzando immagini condivise sui social.
Il terzo ambito è quello della cyber e AI low-budget: nel 2023, mediante deepfake audio in Sudan sono circolati falsi messaggi di resa, tra leader militari. In Moldavia un video deepfake annunciava la notizia di una falsa dichiarazione di sconfitta di Zelenskyj, raggiungendo milioni di utenti. Oggi strumenti come ElevenLabs rendono possibile generare voci credibili, a costi contenuti.
Insomma, l’asimmetria non è più solo militare: è cognitiva, tecnologica e informativa. Anzi, “vincere senza combattere” diventa davvero possibile.
Il potere (ibrido) dei privati e il divario europeo
Il caso Starlink mostra che i governi stanno perdendo la centralità del potere strategico che coinvolge sempre più attori privati. Elon Musk, con un social post, può decidere se un intero paese accede o meno a internet critico. Si chiama potere ibrido che si caratterizza per operare fuori dal diritto militare e diplomatico, per essere privo di trasparenza o controllo democratico e rende labili i confini tra business, influenze politiche e geopolitica.
In questo scenario, l’Europa appare tecnologicamente disarmata. Nessuno Stato membro possiede ad esempio una costellazione LEO (low Earth orbit) come Starlink, ovvero a bassa latenza. Cosa significa bassa latenza? La latenza identifica tempo di trasmissione dati che in orbita geostazionaria è elevata (circa 600 ms), rendendo la comunicazione lenta e inadatta per uso militare. I satelliti LEO di Starlink, invece operano a pochi centinaia di chilometri di quota, riducendo la latenza a pochi millisecondi. Vi è una costellazione europea analoga, ma ancora in sviluppo. Si chiama IRIS (Infrastructure for Resilience, Interconnectivity and Security by Satellite): costellazione di satelliti europea per comunicazioni civili e militari sicure, con l’obiettivo di una sovranità e indipendenza comunicativa. Il lancio stimato è tra il 2025 ed il 2027. Solo alcuni Paesi (Francia, Germania, Italia) possono contare su industrie come Thales, Airbus Defence, Leonardo o ArianeGroup, in grado di assicurare le tecnologie necessarie. Ma ciò che manca è un’infrastruttura europea integrata di cyber-defense e space tech.
Senza autonomia su satelliti, reti resilienti e tecnologie dual‑use, l’Europa rimane vulnerabile e marginale nei conflitti del futuro.
Difesa digitale e sinergia pubblico-privato
La guerra non si annuncia più: è. Si combatte tra reti, informazioni, infrastrutture strategiche ed economia. Oggi Starlink in Iran non è solo un servizio: è potere.
E in questo scenario, è possibile ragionare ancora esclusivamente in termini di capacità governative? No. Non è soltanto poco efficace e, diremmo, antiquato, ma anche rischioso.
Anche l’Europa e Italia devono integrare le eccellenze tecnologiche e analitiche del privato nel sistema di sicurezza nazionale.
Una sinergia pubblico‑privato pianificata, regolata e resiliente è l’unico strumento per competere efficacemente in un mondo in cui la guerra non ha solo uniformi, ma passa per connessioni satellitari, algoritmi e domini digitali.
Avvalersi di intelligenze di agenzie private di eccellenza, che dispongono di analisti dell’Osint o di capacità di azioni difensive di cyber sicurezza e difesa del cyber spazio, al servizio del Paese è quanto mai essenziale.
In una guerra senza limiti, anche la difesa deve diventare fluida, collaborativa, strategica.
Bibliografia e fonti
IRIS: comunicati UE / fonti di settore
Elon Musk attiva Starlink in Iran durante blackout internet youtube.com+7ndtv.com+7timesofindia.indiatimes.com+7
Iran denuncia Starlink all’ITU per operazioni non autorizzate en.wikipedia.org
Unrestricted Warfare di Qiao Liang e Wang Xiangsui (1999) en.wikipedia.org
Deepfake di Zelenskyj: modalità e rischi
Casistiche di OSINT (Bellingcat e spionaggio civico)





































































